lunedì 26 febbraio 2024

C. Trombetti, A. Casini, S. Salsi: "Amo le parole. Poesie 2017-2023" - Presentazione alla Biblioteca Luzi venerdì 1 marzo - Il pittore E. Guerrini


“La Toscana Nuova”, ottobre 2023, pag. 59

 La nuova antologia “Amo le parole. Poesie 2017-2023, Ladolfi Editore”

 

Roberto Mosi fiorentino di nascita, già dirigente per la cultura alla Regione Toscana, poeta, fotografo, scrittore, vive un momento importante del suo impegno. Ha pubblicato il romanzo storico “Barbari. Dalle Steppe a Florentia alla porta contra Aquilonem”, Masso delle Fate, 2022, e prosegue la sua partecipazione alle attività del Circolo degli Artisti “Casa di Dante”: nel trascorso mese di febbraio ha preso parte con le sue fotografie, alla mostra collettiva dell’Officina del Mito: “I mille volti di Antigone”.

Per la poesia di rilievo la pubblicazione del libro: “Amo le parole. Poesie 2017-2023”, Ladolfi Editore, la seconda antologia dell’autore che presenta in quarta di copertina la lirica “Amo le parole”.  “In questa spettacolare carrellata filmica – dalla prefazione di Carmelo Consoli - seguiremo le vicende di una Firenze trasmutata dalla fantasia di un poeta innamorato, ci inoltreremo per piazze, strade, colline, nelle terre delle sacre fonti e delle contese partigiane, nei territori delle follie manicomiali di un presidio psichiatrico come San Salvi, nelle vivificanti viscere di un mitico Prometeo; ed infine giungiamo alle lacerazioni del mondo contemporaneo, il ritorno della guerra in Europa, la pandemia, la crisi climatica.” La raccolta Promethéus. Il dono del fuoco, compresa in questa antologia, è fra le opere segnalate al Premio Città di Como 2023. La prima antologia di Roberto Mosi, “Poesie 2009-2016”, Ladolfi Editore, presenta nella quarta di copertina la poesia Eroi e comprende le raccolte Nonluoghi, Luoghi del mito, Florentia, L’invasione degli storni, Concerto per Flora, Sinfonia per Populonia, Dialoghi con Marcel Proust; è stata premiata al concorso “Alda Merini” (2016) e al Premio Casentino (2017).

 

Amo le parole

 

Amo le parole

che si sollevano dalle strade

con il respiro della poesia.

 

Amo le parole

che rotolano per terra

vestite di pane e di vino.

 

Amo le parole

che vagano nella mente

nel silenzio assordante dell’io.

 

Amo le parole

che navigano sul mare

verso l’isola di ogni perché.

 

Amo le parole

che volano nel mondo

nelle ali i colori della pace.

 

 

Gli eroi di Omero

 

Il sole scende

dal carro e getta

l’armatura,

gli ultimi raggi

incorniciano la nave

all’orizzonte.

 

Vespero alto

nel cielo

precede le stelle

per ogni dove,

sulle rive dell’ isola

abitano ancora

gli eroi di Omero.

 

 


 

sabato 24 febbraio 2024

"Volare" dal film di Margherita Buy e dal romanzo "Esercizi di volo" - Il video, la recensione





Il  film 

Il romanzo "Esercizi di volo"


 

Esercizi di volo “Una follia splendida” - recensione di Annalisa Macchia

Chi conosce Roberto Mosi, la sua vasta cultura orientata in vari settori dell’arte e il suo grande impegno speso per diffonderla, segni inequivocabili di una mente rigorosa e aperta, stenterà a ritrovare nello strampalato e tormentato personaggio principale di quest’opera, un suo riconosciuto alter ego.

Ricorrendo a una terapeutica scrittura, suggerita da un’analista per vincere le sue ossessioni, questo personaggio dà il via a uno stravagante e interessante mondo interiore, gradualmente formando la vera storia di questo libro, tutta incentrata sulla celebrazione della “Follia”, il cuore centrale e pulsante del racconto.

Fin dall’inizio ci troviamo così coinvolti in un vortice tumultuoso, depositati a ogni capitolo in territori abitati da luoghi e personaggi oltre le righe, come ogni Follia che si rispetti comanda, ma dotati di incredibile fascino, di una sostanza liberatoria e talmente deliziosa che anche i crimini che visi compiono a suo nome non spaventano, anzi attraggono e intrigano. Una sarabanda di fantastiche e pittoresche figure dà vita a questa scrittura, che sarebbe limitato confinare nella definizione “racconto”, poiché si sviluppa su una molteplicità di piani narrativi e, in misura non indifferente, anche quelli della fiaba e della favola. Parole, queste ultime, erroneamente e troppo di frequente scambiate per sinonimi, in realtà differenti per modalità, luoghi e personaggi. Se la fiaba mette in scena storie senza tempo né luogo in cui i personaggi sono solitamente rappresentati da uomini e donne, la favola, di genere più giocoso, ha spesso per protagonisti gli animali, alle prese talvolta con situazioni paradossali. In forma scherzosa e ironica vuole trasmettere insegnamenti e ammonimenti utili alla società.

Questo lungo racconto Esercizi di volo, o comunque lo si voglia definire, mette efficacemente in risalto una follia splendida e desiderabile, seppure costretta a misurarsi con una più problematica e difficile realtà. Roberto Mosi gioca proprio su questa alternanza, sul continuo confronto, sul ricorrente anelare al perfetto e gioioso stato della follia fino al raggiungimento dei miti estremi della stessa, poiché sembra assicurare ogni felicità a che lo abbraccia.

La storia si svolge fra le montagne di Bolzano. Gli abitanti sono in procinto di celebrare la grande festa della Follia, con riferimento alle reali feste che intorno a Ferragosto, si svolgono in questa zona, tra il Castello e la Stazione di Salorno. Oltre al luogo geografico, descritto con gli occhi appassionati di chi bene conosce e ama la montagna e, forse, questi luoghi in particolare, di attinente al reale c’è però ben poco di altro nel libro.

Tra i personaggi che si alternano e si accavallano, spiccano figure ispirate a uomini e donne famosi, alcune ben conosciute dall’autore, come la sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi. Si fa allusione a grandi pensatori, a cominciare da Erasmo da Rotterdam e al suo Elogio della Follia, saggio dedicato all’amico Tommaso Moro, nato con intenzioni di divertissement ma lucido nel colpire i costumi dell’epoca. Immancabile l’accenno a poeti come Dino Campana, a letterati illustri come Rabelais, Cervantes, Ariosto, autori di creature e opere indimenticabili, più vere della realtà stessa nel loro fantastico, folle territorio e, naturalmente, non mancano musicisti e artisti. Tutti quanti legati in qualche modo al filo di una follia che potremmo definire “creativa”, capace di ispirare e produrre grandi capolavori.

Altri personaggi, invece, prendono inaspettatamente vita dal mondo animale e da quello inanimato, ma, proprio come accade nelle migliori fiabe e favole, interagiscono con grande naturalezza con quelli umani. Turri quanti tesi e uniti nell’unico obiettivo di celebrare al meglio la prevista Festa della Follia.

Il fragile e ossessionato alter ego dell’autore, assegnato o, meglio, rassegnato alle cure di un essere ancora più fragile di lui, si trova inaspettatamente avviato alla meravigliosa scoperta della scrittura, fantastico volo della mente, e salutare alternativa al suo più pericoloso impulso di volare gettandosi nel vuoto. Sarà utile per la guarigione il suggerimento dell’analista? Lascio il nostro Icaro alle prese con il terribile sole della sua (e nostra) società, intorpidita da un’inflazione di paure, soffocate da farmaci e ansiolitici, dispersa in un proliferare di falsi profeti (argutamente si sottolinea nel testo anche il recente moltiplicarsi delle scuole di scrittura …), facilmente arresa a impotenza e indifferenza, dove diventa arduo riconoscere le voci autentiche e riuscire ad accettare gli altri e se stessi, follie incluse. Il tocco fiabesco, visionario e la leggerezza di cui ogni pagina si nutre, disegnano non soltanto un libro ricreativo e divertente, ma suggeriscono riflessioni profonde, invitando al ripensamento di tanti, comuni, superficiali atteggiamenti e suscitando nel lettore domande positivamente inquietanti. Esercizi di volo preziosi per il lettore attento.

 

              



giovedì 15 febbraio 2024

L' Arno ti stupisce, sempre. Marcel Proust e "Una notte magica sul fiume"












29 settembre 2015 – Un cena al Ritz

Una notte magica” sull’Arno con Marcel Proust.

Il giorno del suo compleanno

 

Marcel Proust nacque a Parigi il 10 luglio 1871, centoquarantotto anni orsono. Fra i vari modi di ricordarlo, mi sembra particolare quello della Rivista letteraria  online www.larecherche.it, promossa dalla omonima associazione culturale con sede a Roma, che ogni anno pubblica sul sito, nella forma di e-book, un’antologia in onore dell’autore francese, dedicata ogni volta ad un tema del mondo proustiano e composta dai contributi, sottoposti ad un apposito vaglio, che inviano i lettori.

L’impresa ha preso l’avvio dieci anni fa e gli argomenti proposti via via sono facilmente immaginabili, da quello della memoria al viaggio, ai segni dell’arte e della musica, resi nella forma del racconto o della poesia, della fotografia o del disegno

Curioso il tema di quest’anno, l’invito a parlare di “una notte magica”, partendo, in forma libera, dalla suggestione di una notte, immaginaria, che il Narratore de La Recherche, trascorre in un padiglione del Bois de Boulogne, a Parigi, con gli amici più cari e alcuni personaggi insoliti, invitati per l’occasione.

Da parte mia ho raccolto l’invito – come negli anni passati – a partecipare all’iniziativa e ho immaginato una notte “speciale” dedicata a un viaggio di un gruppo di amici sull’Arno, con una barca da renaiolo. Per il mio intervento, poetico, il riferimento è stato, in particolare, al viaggio tanto desiderato del Narratore a Firenze (si veda “Dalla parte di Swann”, Parte terza “I nomi di paesi: il nome”) e l’incontro immaginato – ma poi svanito – con la città e il Ponte Vecchio, le sponde dell’Arno piene di anemoni e giunchiglie. Ho ripreso, d’altra parte, l’esperienza di una spedizione notturna in barca con la mia fedele macchina fotografica. E’ sorprendente l’incontro con il paesaggio notturno del fiume immerso fra le sponde della città, con effetti di “spaesamento”, analoghi a quelli che il Narratore descrive in maniera magistrale per la visione dei campanili di Martinville 8“Dalla parte di Swann”, BUR, pag 272).

Per l’anniversario di Marcel Proust insieme all’espressione di un pensiero devoto, il piccolo dono di “una notte magica” sul “fiume foderato di notte”.

                                    Sul fiume di notte

 

    “… pensavo che già il Ponte Vecchio era cosparso

      a profusione di giacinti e d’anemoni …”

                        Marcel Proust, Dalla parte di Swann,

                        Parte Terza, Nomi di paesi: il nome

 


La barca scivola al centro

del fiume foderato di notte,

la pertica affonda nell’acqua

spinta nel fondo dal barcaiolo.

 

Le braccia del Ponte Vecchio

si aprono illuminate di finestre,

la voce della guida s’infrange

nella volta di pietre dell’arcata.

 

Si compie l’incontro sognato

con la città di Giotto, per dono

il viaggio nella notte con gli amici

che intendono il respiro dell’Arte.

 

La barca taglia lo sfavillio

dei colori accesi dai fanali,

sfiora il cartiglio di marmo, la testa

di caprone, al Ponte a Santa Trinita.

 

Giacinti e anemoni sulle sponde,

si riflettono i palazzi nell’acqua,

s’immergono con gli occhi sgranati

verso di noi, fianco a fianco.

 

Nell’ombra scintillano d’emozione

gli sguardi degli amici, le sciarpe

di seta, i fiori della “Primavera”,

la “Madonna del Magnificat”.

 

Silenzio, la città è lontana,

sprofondata nel sonno, regala

la visione delle forme più nascoste

come un’amante addormentata.

 

Un colpo di pertica più deciso,

la barca si gira rapida, sulla via

del ritorno, l’“Estate” dal ponte

sembra sporgersi nel fiume

 

sullo sfondo la “Giustizia

in piedi sulla colonna, vola

verso di noi, poi ritorna al suo

posto, la bilancia che oscilla.

 

Stringiamo le mani commossi

dal dono di queste visioni,

unisce il filo della memoria,

lo studio di Eltsir, le passeggiate.

 

Davanti all’arco sul Piazzale

degli Uffizi, la barca dirige

verso la riva, Palazzo Vecchio,

altissimo, ci viene incontro

 

la torre, corolla fiorita di luci.

Il barcaiolo solleva la pertica.

Guardiamo con sguardi nuovi

il fiume foderato di notte. 

 

Roberto Mosi

 

 (www.laRecherche.it : Antologia     “Una notte magica”, 2019

  

 













 

sabato 10 febbraio 2024

La rivista L’area di Broca e il tema del digitale - La paura dei poeti - L'intelligenza artificiale

 


La rivista L’area di Broca e il tema del digitale

La paura dei poeti


Link registrazione incontro 6-2-2024

           È stato presentato recentemente, 6 febbraio 2024, al Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, l’ultimo numero della rivista L’area di Broca, n.116-117, dedicato al tema del digitale. È stato curato da Pianeta Poesia e dalla redazione della rivista l’incontro, interamente registrato: https://www.facebook.com/photo/?fbid=369496589043710&set=a.178331504826887  





          Dopo i saluti di Franco Margari, presidente, e di Giuseppe Baldassarre, che ha coordinato l’iniziativa, Paolo Pettinari ha presentato il volume iniziando con un omaggio a Mariella Bettarini, salutato da un caloroso applauso da parte di tutti i presenti. Il relatore ha detto, appunto, che il fascicolo esce in ritardo perché Mariella, direttrice della rivista, ha dovuto prendere un lungo periodo di riposo e ci si augura che possa tornare prossimamente  al suo posto di direzione;

ha richiamato l’editoriale del numero, da lui preparato, che traccia il bilancio dell’ iniziativa, a partire dalla iniziale discussione da parte della redazione, divisa fra l’entusiasmo per la proposta del tema (“Tema bellissimo”, “Pieno di spunti”) e lo sgomento (“Ma che si può dire?”, “E’ quanto di meno letterario, di meno poetico ci sia”); il fascicolo poi pubblicato, disponibile anche
online all’indirizzo: www.emt.it/broca , comprende dieci poesie, sette racconti, tre saggi: Teoria dell’informazione di Franco Lever, Arte e intelligenza artificiale di Donato Nitti, Rivoluzione in atto : un mondo disumanizzato? di Elda Torres. I contributi poi pervenuti mostrano la stessa divisione emersa all’inizio: da una parte un atteggiamento cartesiano, il desidero di conoscere, capire i meccanismi, la possibile evoluzione di questa rivoluzione nei processi della comunicazione; dall’altra, un atteggiamento apocalittico, la paura che il cambiamento in corso finisca con l’emarginare il fattore umano, rendendolo prigioniero delle macchine.  Nell’insieme prevalgono una serie di perplessità, l’attenzione è maggiormente rivolta ai problemi che alle opportunità, ai pericoli che ai vantaggi legati alla rivoluzione della comunicazione. Emerge nei poeti, negli scrittori un timore arcaico “che le macchine finiscano per uccidere la creatività e la poesia”, è presente una profonda diffidenza a compiere il primo passo nell’universo digitale, al momento in gran parte sconosciuto, lontano dai sentieri tradizionali, dove è difficile trovare punti di riferimento familiari.








          Luciano Valentini, componente storico della redazione, ha parlato dell’anniversario della rivista L’area di Broca che celebra, con Salvo imprevisti – titolo presente  all’inizio dell’esperienza editoriale - cinquant’anni di vita. La rivista  Salvo imprevisti-L’area di Broca fu fondata da Silvia Batisti e da Mariella Bettarini come quadrimestrale di poesia, organizzato per fascicoli monografici, a tema, autofinanziata, interdisciplinare.  Oltre quattrocento autori, fra i quali Fortini, Pasolini, Manacorda, Zagarrio, Marco Marchi, Asor Rosa, hanno contribuito alla vita della rivista, che si pone come un patrimonio significativo nel mondo letterario e culturale contemporaneo. I testi dei 74 fascicoli pubblicati e gli indici dettagliati per autore sono disponibili agli indirizzi: www.emy.it/salvoimprevisti, www.emt.it/broca.



          Franco Margari ha svolto una breve relazione sul tema dell’Intelligenza Artificiale e l’Arte, argomento oggi di grande interesse, sul quale il Circolo degli Artisti “Casa di Dante” si è molto impegnato e intende impegnarsi nel prossimo futuro.

          Sono poi intervenuti alcuni degli autori che hanno portato il loro contributo al numero della rivista: Massimo Acciai Baggiani (Teorie curiose del centesimo secolo dell’era digitale), Paolo Carnevali (Riflessione sulla rivoluzione digitale), Giusy Frisina ( La strada che porta al domani), Nicoletta Manetti (Liberaci dal male), Roberto Mosi (Macchine apprendono), Aldo Roda (Verso l’ignoto artificiale); Graziano Dei ha letto il componimento poetico di Loretto Mattonai: Un ospite del Metaverso.

          È stato ricordato, infine, che nelle ultime pagine  del volume si rende  omaggio a Maria Pia Moschini scomparsa il 31 ottobre 2023, “collaboratrice preziosa, scrittrice raffinata e persona squisita”. L’ultima sua poesia affidata a facebook, al mondo digitale: Il fumo:

 Il fumo avvolge

i tetti delle case,

crea un alone

di mistero.

Il silenzio

nasconde un

cuore fragile,

il pensiero si fa strada

tra le rovine

del giorno:

tutto tace

nella quiete

serale, tutto

tace.

 Il cuore dorme

sopra una

nuvola.

lunedì 5 febbraio 2024

Rivista "l'area di Broca" - "Poesia e mondo digitale" : ne parla "la TOSCANA nuova" di febbraio - I 50 anni della Rivista - Il ricordo di Maria Pia Moschini


I poeti hanno paura del mondo digitale?

La rivista L’area di Broca, n. 116-117

 

          Nella copertina di Graziano Dei per l’ultimo numero de L’area di Broca, un poeta guarda dall’alto il mondo digitale, l’universo dei numeri. La rivista che celebra, con Salvo imprevisti – titolo presente  all’inizio dell’esperienza editoriale - cinquant’anni di vita, esamina questa volta un tema ritenuto di notevole ed attuale interesse dalla redazione e proposto ai collaboratori, letterati e poeti. Il fascicolo esce in ritardo perché Mariella Bettarini, direttrice della rivista, ha dovuto prendere un lungo periodo di riposo e ci si augura che possa tornare prossimamente  al suo posto di direzione. Paolo  Pettinari parla, nell’editoriale, del bilancio di questa iniziativa, a partire dalla iniziale discussione da parte della redazione, divisa fra l’entusiasmo per la proposta del tema (“Tema bellissimo”, “Pieno di spunti”) e lo sgomento (“Ma che si può dire?”, “E’ quanto di meno letterario, di meno poetico ci sia”); il fascicolo poi pubblicato, disponibile anche online all’indirizzo: www.emt.it/broca , comprende dieci poesie, sette racconti, tre saggi: Teoria dell’informazione di Franco Lever, Arte e intelligenza artificiale di Donato Nitti, Rivoluzione in atto : un mondo disumanizzato? di Elda Torres.

          L’editoriale rileva che i contributi pervenuti mostrano la stessa divisione emersa all’inizio: da una parte un atteggiamento cartesiano, il desidero di conoscere, capire i meccanismi, la possibile evoluzione di questa rivoluzione nei processi della comunicazione; dall’altra, un atteggiamento apocalittico, la paura che il cambiamento in corso finisca con l’emarginare il fattore umano, rendendolo prigioniero delle macchine.  Nell’insieme prevalgono una serie di perplessità, l’attenzione è maggiormente rivolta ai problemi che alle opportunità, ai pericoli che ai vantaggi legati alla rivoluzione della comunicazione. Emerge nei poeti, negli scrittori un timore arcaico “che le macchine finiscano per uccidere la creatività e la poesia”, è presente una profonda diffidenza a compiere il primo passo nell’universo digitale, al momento in gran parte sconosciuto, lontano dai sentieri tradizionali, dove è difficile trovare punti di riferimento familiari.

          Anch’io ho portato un piccolo contributo alla composizione del numero della rivista: tenendo conto della divisione sopra illustrata, mi schiero con i “cartesiani”, ho scritto, in altri tempi, poesie sul calcolo binario ( Bit byte bit byte/ zero uno zero uno/ uno zero//acceso spento spento acceso/ locale globale globale locale/ … da “Nonluoghi”); questa volta, per il tema del digitale, ho pubblicato questo testo poetico: Le macchine che apprendono, sognano/ decidono …. ; sono strumenti a fianco dell’uomo, lo salvano dalla morte: Prometeo, ladro del fuoco, porge/ la fiamma delle tecniche digitali/ alla scienza: luci sempre accese/ nei laboratori, si alza la diga/ dell’immunità contro il contagio/ … p. 17.

          Le ultime pagine del fascicolo sono dedicate ai 50 anni della rivista Salvo imprevisti-L’area di Broca, che fu fondata da Silvia Batisti e da Mariella Bettarini come quadrimestrale di poesia, organizzato per fascicoli monografici, a tema, autofinanziata, interdisciplinare.  Oltre quattrocento autori, fra i quali Fortini, Pasolini, Manacorda, Zagarrio, Marco Marchi, Asor Rosa, hanno contribuito alla vita della rivista, che si pone come un patrimonio significativo nel mondo letterario e culturale contemporaneo. I testi dei 74 fascicoli pubblicati e gli indici dettagliati per autore sono disponibili agli indirizzi: www.emy.it/salvoimprevisti, www.emt.it/broca.

          L’ultimo numero della rivista comprende un omaggio a Maria Pia Moschini scomparsa il 31 ottobre 2023, “collaboratrice preziosa, scrittrice raffinata e persona squisita”. La ricordiamo con affetto, con l’ultima sua poesia affidata a facebook, al mondo digitale: Il fumo// Il fumo avvolge/ i tetti delle case,/ crea un alone/ di mistero./ Il silenzio/ nasconde un/ cuore fragile,/ il pensiero si fa strada/ tra le rovine/ del giorno:/ tutto tace/ nella quiete/ serale, tutto/ tace./ Il cuore dorme/ sopra una/ nuvola.






 

domenica 4 febbraio 2024

"Sinfonia per San Salvi" - Variazioni per paole e musica - Umberto Zanarelli (pianoforte), Roberto Mosi, Nicoletta Manetti - 3 febbraio 2024

 





Sabato 3 febbraio è stato presentato e commentato anche musicalmente il libro Sinfonia per San Salvi - Variazioni per parole musica, Edizioni Il Foglio, con l'interpretazione di Nicoletta Manetti e di Roberto Mosi e la musica al pianoforte di Umberto Zanarelli. I movimenti - o tempi - di una sinfonia classica sono, come è noto, quattro, come quattro sono quelli che dividono il testo presentato al Circolo degli Artisti "Casa di Dante" offrendo quattro visioni della Terra, così articolate:
Primo tempo: Terra Desolata, un luogo reso impersonale dalla frenetica atmosfera del turismo massa e dal commercio e dal consumismo.
Secondo tempo: Terra Follia, nel precipizio della disperazione, nella memoria di quello che è stata la cura "istituzionale" della follia, , nell'ex manicomio di San Salvi, alla periferia di Firenze.
Terzo tempo: Terra Liberata, il tentativo di guardare il nostro mondo con uno sguardo diverso.
Quarto tempo: Terra Riconquistata, la speranza di riconquistare  un diverso destino. 
Come afferma Umberto Zanarelli introducendo il testo, "poesia, parole, racconti e la scansione delle immagini giocano con le forme del mondo della musica poichè come affermava il poeta tedesco Heinrich Heine: "dove finiscono le parole, inizia la musica". 
"Il volume è inoltre corredato di un' Ouverture che , al pari di un brano introduttivo di un'opera, ha il compito qui , grazie anche al contributo della musica, di farci assaporare il clima emotivo nel quale ci immergiamo". Pertanto il programma della serata è stato articolato nel modo seguente:

Ouverture
R. Schumann            Canti dell'Alba  op. 133 n. 1

Terra Desolata  
 R. Schumann            Davidsbundlertanze  op. 6  n.10
E. Satie                    Gnossienne n.1

Terra Follia
A. Skrjabin                Etude  op. 2  n.1

Terra Liberata
D, Sostakovic            Valzer in sol min.
R. Maxwell                Ebb Tide
R. Schumann              Geistrvarationen  WoO 24
                                    (Variazioni degli spiriti op. post.)          




R. Schumann            Davidsbundlertanze  op. 6  n.10
E. Satie                    Gnossienne                n.1

Terra Follia
A. Skrjabin                Etude  op. 2  n.1

Terra Liberata
D, Sostakovic            Valzer in sol min.
R. Maxwell                Ebb Tide
R. Schumann              Geistrvarationen  WoO 24
                                    (Variazioni degli spiriti op. post.)







                                      

                                 Recensione del libro di Annalisa Macchia 

ROBERTO MOSI, Sinfonia per San Salvi – Variazioni per parole e musica  “Litania su Piombino”, Piombino (LI), Edizioni Il Foglio, 2020, pp. 128, euro 12,00.

Interventi di Gordiano Lupi e Nicoletta Manetti – Progetto di Roberto Mosi e Nicoletta Manetti


          Con questo ultimo libro la poesia di Roberto Mosi sembra avviarsi ad una svolta definitiva del suo percorso. Già in molte precedenti opere si nota quanto l’orizzonte artistico del poeta, avvertendo i limiti dalla sola espressione in versi, cerchi di allungare sul mondo uno sguardo capace di includere, oltre la magia delle parole, anche quella delle immagini e dei suoni. Appassionato fotografo (sue anche le fotografie presenti tra queste pagine), amante della pittura e della musica, ha arricchito molti suoi testi con tavole, illustrazioni e strutturando i suoi versi sul modello di schemi musicali.

          “Sinfonia”, una parola che non a caso dà inizio a questa nuova opera, è un termine che va considerato attentamente. Nella storia della musica ha avuto, con il tempo, vari significati, indicando soprattutto forme musicali, strutture legate all’armonia dei suoni.  Oggi designa soprattutto un brano orchestrale composto da più movimenti; con riferimento alla musica classica questi sono generalmente quattro.

          Sinfonia per San Salvi si apre con una Ouverture ed è per l’appunto orchestrato in quattro distinti tempi, seguiti da una postfazione, Sogno di Robert Schumann (a firma dei figli di Carmelo Pellicanò, cui il libro è dedicato), ribadendo, a lavoro ultimato, l’ideale aspirazione del libro di fondersi in una composizione armoniosa sconfinando nel meraviglioso mondo musicale e dell’arte in genere. Carmelo Pellicanò, psichiatra ed ultimo Direttore del Manicomio di San Salvi, ha avuto molto care queste tematiche. L’alternanza tra normalità e follia, l’inconsistenza di quella linea discriminante che alcuni vorrebbero separasse nettamente i due concetti, il desiderio di attenuare feroci sofferenze umane con gli armoniosi segreti della musica e del sogno, erano per lui problematiche quotidiane da affrontare. 

          I tempi di questa sinfonia ripercorrono le stesse tematiche, molto sentite dall’autore e peraltro da lui già affrontate in precedenti lavori. Stavolta, però, la sua opera è stata affiancata dagli interventi di Gordiano Lupi e di Nicoletta Manetti, autrice di alcune liriche presenti nel libro e ideatrice, con lui, del progetto editoriale.

          Il primo tempo è Terra desolata, di chiara ispirazione eliotiana, ma abbondantemente nutrito da rielaborazioni di precedenti opere poetiche dell’autore. Ritornano frequentemente i temi dei non luoghi, cari a Mosi: Periferie, Mercati ospedali, Porti ciminiere altiforni.

          Il secondo tempo è Terra Follia, in cui si evidenzia il rapporto tra Follia e Arte. I riferimenti letterari sono numerosi; s’impone la poesia di quel genio folle che fu Dino Campana, ma anche l’opera dell’autore, da sempre intrigato dal tema della follia, fonte d’ispirazione di molti suoi lavori.

          Il terzo tempo, Terra Liberata, si apre con la Festa per l’apertura di San Salvi, tra il 25 aprile e il primo maggio 1978, in un giorno prossimo ormai all’approvazione della legge 180, conosciuta come legge Basaglia – Franco Basaglia fu lo psichiatra promotore di questa riforma - che dette inizio al processo di chiusura dei manicomi. Con La città, una bella poesia di Pablo Neruda dedicata a Firenze, si inneggia alla libertà “nel riverbero ancora vivo della Resistenza”. Alcune poesie dell’autore sono riprese dal suo Navicello Etrusco. Per il mare di Piombino.  Il terzo tempo termina con il movimento Litania su Piombino di Gordiano Lupi, di ispirazione caproniana, abilmente riadattata all’amata, toscana Piombino.

          La sinfonia si chiude con il quarto tempo, Terra Riconquistata, in cui esplodono poesie e ritmi dai molteplici riferimenti letterari e musicali. Tra gli altri Ti regalerò una rosa, testo di una struggente canzone di Simone Cristicchi (vincitrice del 57° festival di Sanremo) sul tema della follia e della solitudine.

          Quando un libro termina il lettore deve sempre chiedersi cosa gli ha lasciato. Una testimonianza preziosa come questo percorso poetico invita a guardare con occhi nuovi i nostri orizzonti, ad accogliere ogni forma d’arte con gratitudine. Aiuta a non dimenticare.    

Memorie 

Come dare un’anima alle vite

naufragate nel padiglione

delle Agitate,

avvolgere il filo della memoria?

 .

Disteso fra le erbe del giardino

respiro il profumo delle zolle

ascolto il battito della terra

l’eco delle leggende, delle voci

dei personaggi che hanno abitato

questo luogo, immagino la rotta

prossima della nave dei folli.

Oltre il muro foderato di muschio,

al centro del fascio dei binari

sibilano Frecce Rosse

in rappresentanza del futuro.

 (Terra Follia - secondo tempo) 

Annalisa Macchia