sabato 27 febbraio 2021

L'incontro con il libro di Mario Cortese "La Bibbia Antica". "La sintesi di un comune lettore". Gazebo Edizioni, Firenze 2020


      E' veramente emozionante l'incontro con il libro di Mario Cortese, recentemente pubblicato dalla casa editrice Gazebo diretta da Mariella Bettarini. 

Importante la nota biografica dell'autore, presente nel libro. Mario Nicastro è nato a Nicastro, in Calabria, nel Golfo di SantaEufemia. Dal 1958 vive a Firenze, dove ha esercitato per anni attività di pubblico funzionario e poi di avvocato tributarisa. "Ha marurato il costante e vivo interesse ... per le tematiche che riguardano l'incessante lotta di uomini e donne per affermare e realizzare principi di giustizia sociale, economica e politica e per contrastare intolleranze ideologiche e pregiudizi di ogni genere".


            Nella Premessa al libro la risposta alla prima domanda che ci si pone: perchè una sintesi della "Bibbia Antica"  da parte di "un comune lettore" - quale si ritiene l'autore - ossia da parte di chi non è mosso alla lettura da motivi religiosi o di studio? 

            Mario Cortese parte dal fatto che la Bibbia è un'opera di grande interesse sia nel contenuto principale di opera essenzialmente religiosa e di "storia" del popolo ebraico, sia nei contenuti di vario genere (filosofico, letterario, di vita pratica) che si intrecciano con quello religioso e storico: è un' opera molto vasta e approfondire i suoi molteplici aspetti, comporta, come ha sperimentato l'autore, un lavoro molto impegnativo in termini di tempo e di "energie fisiche e mentali". Dichiara che il suo intento  è stato quello "di sintetizzarla al massimo cercando però di non sacrificare l'essenziale, avendo tra l'altro come obiettivo quello di rendere prima di tutto il significato leterale del testo biblico". 


    Nella Introduzione sono messe a fuoco le varie problematiche di carattere generale e sono poste in risalto le tematiche che "fanno l'intrinseca unità del racconto biblico", non sempre di facile evidenza.

    Segue a questa parte iniziale una Post-Introduzione, di grande interesse che offre alcune "riflessioni sull'attualità che scaturiscono dalla lettura della Bibbia". L'attenzione è dunque rivolta ai temi: a. La Bibbia e la Shoah; b. La Bibbia e lo Stato d'Israele; c. La Bibbia, il Dio unico e le diverse religioni. 

    L'ampio volume, di 250 pagine, è arricchito da un Indice finale descrittivo, molto particolereggiato, specialmente per le parti più complesse, che offre un' utile visione d'insieme.

    Non resta, dunque, che esprimere la nostra gratitudine all'autore e alla Casa Editrice Gazebo,  per il dono  prezioso di conoscenza e di interpretazione che ci è stato fatto, con la pubblicazione della "sintesi di un comune lettore" della "Bibbia Antica".




venerdì 26 febbraio 2021

Ricordare Mario Luzi nel tempo della pandemia - Anniversario della scomparsa - Collegamento a Literary

 

Disegno di Enrico Guerrini

Collegamento a Literary 1 marzo

L’anno passato fu possibile ricordare con manifestazioni pubbliche largamente partecipate, l’anniversario dei quindici anni dalla scomparsa del poeta Mario Luzi, nato a Sesto Fiorentino il 20 ottobre 1914 e deceduto a Firenze il 28 febbraio 2005. Mario Luzi ci ha donato in settanta anni di lavoro un’ampia produzione poetica, drammaturgica, critica. È stato candidato al Premio Nobel per la Letteratura; nel 2004 è stato nominato senatore a vita.

Ricordiamo due delle iniziative prese nel 2020.



La prima, venerdì 28 febbraio 2020. Nella Biblioteca “Mario Luzi” del Quartiere 2, si tenne un incontro molto partecipato, dal titolo Camminare il paesaggio della poesia. Incontro con i luoghi del poeta. L’iniziativa nacque da un progetto di Roberto Mosi dedicato ai paesaggi cari al poeta, con un programma di escursioni alla scoperta delle poesie dedicate da Luzi alla sua terra. Portarono il loro contributo alla serata Caterina Trombetti, Simonetta Lazzerini di Florio, Arrighetta Casini e Roberto Mosi. Angiolo Pergolini accompagnò con la chitarra la lettura delle poesie e il pittore Enrico Guerrini, fissò con il disegno all’impronta le immagini delle escursioni di cui si compone il progetto. 




Roberto Mosi ricordò come la memoria del poeta – definito “un maestro del paesaggio” da V. Gonzalez Martin - fosse viva nel quartiere e nella città. Iltesto del progetto, corredato delle poesie e delle immagini fotografiche, è riportato nel sito della rivista “Semicerchio” all’indirizzo: http://www3.unisi.it/semicerchio/upload/Trekking%20Luzi.pdf .







La seconda iniziativa, sabato 29 febbraio 2020. Nella casa di via Bellariva 20, dove ha vissuto – nell’attico, dell’ultimo piano, aperto sul paesaggio della città - gli ultimi trenta anni della sua vita con una significativa cerimonia, fu una lapide, a cura del condominio. Fu ricordata la sua figura a nome del Quartiere 2, da Enrico Ricci presidente della Commissione Cultura e dalla poetessa Caterina Trombetti. 





Nei giorni ora ricordati, le notizie riguardo al diffondersi del contagio incominciavano a diffondersi, fra ignoranza e incredulità. Nei giorni precedenti a quella data del 28 febbraio, ci si chiedeva, con qualche ansia, se era opportuno tenere le manifestazioni pubbliche programmate. A distanza di un anno sembra naturale richiamare passaggi ormai indelebili nella nostra memoria, della storia della pandemia.

Nel gennaio del 2020 la scoperta che il virus si trasmette da uomo a uomo, Wuhan in Cina entra in lockdown, due turisti cinesi positivi al virus in Italia.

Nel febbraio 2020 la notizia dell’ospedale di Wuhan costruito in dieci giorni; in Italia il primo caso a Codogno. In evidenza la notizia che “Milano non si ferma” e degli aperitivi sui Navigli. Il 19 febbraio si gioca a San Siro Atalanta-Valencia, partita di Champions League. Il presidente americano Donald Trump spiega che il virus è una “bufala dei democratici”.

Il 4 marzo l’Italia annuncia la sospensione delle attività scolastiche in tutto il territorio; il 9 marzo il governo estende le misure di contenimento a tutta l’Italia, l’intero Paese è in lockdown.

Si arriva dunque al nuovo anno della scomparsa del poeta fiorentino, il 28 febbraio 2021, con un anno difficile trascorso nella pandemia, con prospettive ancora problematiche, in attesa di una vaccinazione di massa che tarda ad arrivare. In questo scenario il passaggio possibile, di una certa emozione, è stato quello di riportare – e diffondere – in un video le immagini delle due manifestazioni sopra citate, con i protagonisti, alle quali abbiamo partecipato, poche ore prima delle misure di restrizione adottate per il diffondersi del virus. Il video “Il ricordo di Mario Luzi. 28 febbraio 2020”, è all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=9ZRs7JEmgkY

Pensiamo che il video aiuti a coltivare la speranza per giorni migliori nel prossimo futuro, sapendo che le fonti della poesia, a cominciare da quelle dell’amato poeta Mario Luzi, ci sono vicine, in un periodo nel quale la nostra attenzione è rivolta anche all’anniversario per 700 anni dalla scomparsa di Dante. Nel video segnalato di seguito, si può ascoltare ancora il suono della campana della Badia Fiorentina:


ond’ella toglie ancora e terza e nona

Paradiso XV, v. 98


La ripresa del video “Il ritorno di Dante a casa. A Firenze” – indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=Y6g9FvmITj4 -

è di sera, per le strade del Sestiere di Dante, nel centro di Firenze, solitarie per le misure imposte dalla pandemia, immerse nel buio della sera ma l’eco ancora oggi del suono della campana della Badia, ci apre alla speranza, ai sogni che abitano il mondo della poesia, di ieri e di oggi.






mercoledì 24 febbraio 2021

Dante di carta, in libreria, ebook - versione digitale, in prestito, in biblioteca, per "Sette passeggiate con il poeta"

 


di carta, in libreria

 

Roberto Mosi, OGNI SERA DANTE RITORNA A CASA.

Sette passeggiate con il poeta, Edizioni Il Foglio, 2021, p. 110, e. 12.

 

 

Sette passeggiate di un gruppo di amici per le strade di Firenze per riscoprire insieme a pagine emozionanti di poesia, i luoghi che videro Dante crescere come uomo, affermarsi come politico e poeta, fino alla condanna all’esilio. Si percorrono strade dall’antico selciato, a fianco di antiche chiese, case torri che si innalzano ancora nel paesaggio dall’impronta medievale, luoghi carichi di memorie. Per il gruppo di amici sono momenti di serenità, che sollevano, nei tempi della pandemia, dall’atmosfera da incubo che pervade la vita quotidiana.

Si riscopre la città del Medioevo, dell’epoca violenta e straordinariamente ricca di Dante: le voci degli amici, nei commenti, nella lettura corale della poesia, si alzano in alto per le strade strette, in alcuni tratti, cupe, seguendo la musica delle terzine della Divina scandito da oltre trenta lapidi con incise nel marmo parole emozionanti del viaggio del poeta nell’Oltretomba. Le lapidi furono poste dal Comune di Firenze, in varie parti del centro cittadino, agli inizi del Novecento.

Il percorso parte dalla Casa di Dante con i versi ”Io fui nato e cresciuto/ sovra ‘l bel fiume d’Arno alla gran villa. Inferno XXIII, 94-95 e termina al bel San Giovanni con riferimento ai primi versi del Canto XXV  Paradiso, alla speranza di Dante, exul immeritus, di tornare al bello ovile e per una pubblica incoronazione a Firenze. E noi a distanza di tanti secoli dalla sua scomparsa, viviamo di questa speranza, siamo certi che ogni sera Dante ritorna a casa.

 

I n d i c e

Premessa

 


Sette passeggiate

1. Domenica 8 novembre

    Le origini

2. Domenica 15 novembre

    La borsa degli usurai

3. Domenica 22 novembre

    Corso Donati, il nemico

4. Domenica 29 novembre

    La scelta:Buondelmonte

5. Domenica 6 dicembre

    L’incontro con Beatrice

6. Domenica 13 dicembre

    Il vicolo dello Scandalo

7. Dom. 20: “ritornerò poeta..”

Cronologia


Roberto Mosi - mosi.firenze@gmail.com – cell. 340 3878 503

Distributori: Libro Co. Italia s.r.l. – Via Borromeo 48, San Casciano – Firenze

                     Casalini Libri - Firenze

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Ebook, versione digitale

Ogni sera Dante ritorna a casa : sette passeggiate con il poeta
2021 - Il foglio letterario,88 p. : ill.

  • Un gruppo di amici per le strade di Firenze per riscoprire insieme a pagine emozionanti di poesia, i luoghi che videro Dante crescere come uomo, affermarsi come politico e poeta, fino alla condanna all'esilio. Si percorrono strade dall'antico selciato, a fianco di antiche chiese, case torri che si innalzano ancora nel paesaggio dall'impronta medievale, luoghi carichi di memorie. Per il gruppo di amici sono momenti di serenità, che sollevano, nei tempi della pandemia, dall'atmosfera da incubo che pervade la vita quotidiana. EURo 6,73
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Dante in prestito, SDIAF di Firenze

Biblioteca Buonarroti


Mosi, Roberto
Ogni sera Dante ritorna a casa : sette passeggiate con il poeta / Roberto Mosi. - Piombino : Il Foglio, 2021. - 102 p. : ill. ; 21 cm

ISBN 9788876068447
Titolo uniforme: Ogni sera Dante ritorna a casa / Roberto Mosi
Soggetti: Alighieri, Dante . Divina Commedia - Riferimenti [:] Firenze
Classificazione: 914.55110493 [D] [D]

 BibliotecaCodiceCollocazioneInventarioPrestitoDisponibilità 
 
Biblioteca Filippo BuonarrotiRT10AL914.511 MOS285856AmmessoMateriale in biblioteca 











venerdì 19 febbraio 2021

All'ombra del Campanile di Badia "dentro la cerchia antica,/ ond'ella toglie ancora e terza e nona,"


Il campanile della Badia Fiorentina e la statua del conte Ugo

      Fiorenza dentro da la cerchia antica,
ond'ella toglie ancora e terza e nona,
si stava in pace,  sobria e pudica.


Il ritorno di Dante


Ogni sera Dante ritorna a casa


















 



 

giovedì 18 febbraio 2021

Corso Donati, il nemico di Dante Alighieri - "Literary"


Corso Donati. Disegno di Enrico Guerrini.

Collegamento Literary 22 febbraio 2021


Nell’incontro online di lunedì 15 febbraio, Roberto Mosi ha illustrato la figura di Corso Donati, l’acerrimo nemico di Dante Alighieri, uno dei personaggi ai quali è dedicata una delle sette passeggiate che sono descritte dal libro, recentemente pubblicato, Ogni sera Dante ritorna a casa, Il Foglio Edizioni. L’ incontro è stato registrato dalla casa editrice.


 ( https://www.facebook.com/groups/65808867039/?multi_permalinks=10158935608602040&notif_id=1613410331900512&notif_t=feedback_reaction_generic&ref=notif ).



Sono le “Sette passeggiate” di un gruppo di amici per le strade di Firenze per riscoprire insieme a pagine emozionanti di poesia, i luoghi che videro Dante crescere come uomo, affermarsi come politico e poeta, fino alla condanna all’esilio. Si percorrono strade dall’antico selciato, a fianco di antiche chiese, case torri che si innalzano ancora nel paesaggio dall’impronta medievale, luoghi carichi di memorie. Per il gruppo di amici sono momenti di serenità, che sollevano, nei tempi della pandemia, dall’atmosfera da incubo che pervade la vita quotidiana. 


Si riscopre la città del Medioevo, dell’epoca violenta e straordinariamente ricca di Dante: le voci degli amici, nei commenti, nella lettura corale, a piena voce, della poesia, si alzano in alto per le strade strette, in alcuni tratti, cupe, seguendo la musica delle terzine della Divina scandito da oltre trenta lapidi con incise nel marmo parole emozionanti del viaggio del poeta nell’Oltretomba. Le lapidi furono poste dal Comune di Firenze, in varie parti del centro cittadino, agli inizi del Novecento.

Il percorso parte dalla Casa di Dante con i versi: Io fui nato e cresciuto/ sovra ‘l bel fiume d’Arno alla gran villa. Inferno XXIII, 94-95 e termina al bel San Giovanni con riferimento ai primi versi del Canto XXV Paradiso, alla speranza di Dante, exul immeritus, di tornare al bello ovile e per una pubblica incoronazione a Firenze. E noi a distanza di tanti secoli dalla sua scomparsa, viviamo di questa speranza, siamo certi che ogni sera Dante ritorna a casa.





Roberto Mosi ha ricordato che la figura di Corso Donati è presentato nel corso della terza passeggiata. Il gruppo degli amici protagonista nel racconto del libro, si trova in via del Corso, davanti alla lapide di marmo posta proprio sulla torre della famiglia dei Donati, che così recita:


però che ‘l loco u’ fui a viver posto,

di giorno in giorno più di ben si spolpa,

e a trista ruina par disposto”.

Or va’; diss’ el; “che quei che più n’ha colpa,

vegg’ ïo a coda d’una bestia tratto

inver’ la valle ove mai non si scolpa.

Purg. XXIV, 79-84



Le parole sono di Forese Donati, amico di Dante, con il quale aveva gareggiato in prove di sonetti scherzosi e satirici. L’amico predice la tragica morte del fratello Corso, capo dei Neri. Uno dei personaggi del libro, Elisa, parla di Corso Donati:

Corso Donati, detto il Barone, cugino di Gemma Donati, fu descritto nella Cronica di Dino Compagni come uno cavaliere della somiglianza di Catellina romano, passato alla storia per crudeltà, ambizione e mancanza di scrupoli. Di bella figura, abile oratore attirava dalla sua parte il popolo, arrivava a intimidire gli avversari con la violenza, a piegare giudici e governanti con la corruzione. Combatté a Campaldino al comando della riserva della cavalleria e il suo intervento nella battaglia fu decisivo per la vittoria. Nello scontro fra la fazione dei Neri e dei Bianchi, la spregiudicatezza di Corso, gli episodi di violenza, sono rimasti memorabili. Anche dopo la sconfitta dei Bianchi – e l’esilio di Dante – continuarono le violenze dei Neri nella città e l’arroganza di Corso riprese a manifestarsi in vari episodi, fino a quando si arrivò all’ottobre del 1308: una coalizione di cittadini si schierò contro di lui. Corso, in un primo momento, si asserragliò nelle torri dei Donati, assediate dal popolo, con i suoi ultimi fidi. Messer Corso per paura di cadere nelle mani dei suoi nemici e d’esser giustiziato dal popolo, fuggì di tetto in tetto, di torre in torre, arrivò alla piazza di San Pier Maggiore dove si trovava il complesso della celebre chiesa e del convento delle Benedettine, per lasciare la città dalla porta di San Piero”.



Corso saltò con un gran balzo sul cavallo che uno dei suoi seguaci – ricorda il libro - aveva portato nella piazza, poi la fuga, il rimbombo degli zoccoli nel passaggio sotto la volta della Porta di San Piero, il disperato incitamento con gli sproni ai fianchi della bestia, per il Borgo dei Pinti. Poco dopo, dietro di lui apparve a breve distanza, un drappello di soldati catalani a cavallo, armati di lance, al servizio del Comune.”


L’episodio si conclude con la fuga di Corso per i campi della Piagentina, per il sentiero del bosco verso San Salvi: “I soldati ormai gli sono addosso – si legge sul libro - mentre è lancinante il dolore, per la gotta di cui soffre, alle mani e ai piedi. Ecco fra gli alberi s’intravede il campanile, appare la chiesa di San Salvi: Corso scivola giù dal cavallo, è nella polvere della piazza, lo raggiunge alla gola la lancia scagliata da uno dei cavalieri catalani.”


Questa scena drammatica anima dunque queste pagine del racconto dedicato alla passeggiata dal centro di Firenze alla periferia della città, alla antica chiesa di San Salvi: catturano la nostra attenzione e sono un caldo invito a compiere anche noi questo percorso, alla ricerca di testimonianze di altri tempi sulla scia della poesia di Dante.