martedì 28 luglio 2020

Gustav Mahler a Dobbiaco, nelle Dolomiti - La casetta di composizione nel bosco -Literary 3 agosto 2020

Gustav Mahler in Val Fiscalina, 2008, dal libro curato dal Comune

Link Literary 3 agosto 2020

La scorsa settimana ho dedicato alcuni giorni della mia vacanza sulle Dolomiti per conoscere il luogo dove soggiornò Gustav Mahler, insieme alla moglie Alma, nelle stagioni estive dal 1908 al 1910. Il musicista, in quel momento all’apice di una luminosa carriera, che era nato in Boemia il 7 luglio 1860, prese alloggio nella località di Carbonin Vecchia, non lontano a Dobbiaco, in Val Pusteria, presso il maso dei coniugi Trenker.
Dobbiaco
Nel bosco si fece costruire “la casetta di composizione”, una capanna che lo accoglieva ogni giorno, in un profondo silenzio.
La casetta di composizione nel bosco - Fotografia presso il Maso
Il paese aveva una posizione strategica per la scoperta del paesaggio dolomitico e per soddisfare la sua passione di escursionista, con la vicinanza di sentieri meravigliosi nella Val Fiscalina, presso il lago di Dobbiaco, per raggiungere la visione delle Tre Cime di Lavaredo, ecc.


Sala al primo piano - Da una fotografia presso il Maso
Nel periodo delle sue vacanze in Val Pusteria compone la nona sinfonia e una parte sostanziale della decima sinfonia, l’opera rimasta incompiuta per la morte prematura (Vienna, 18 maggio 1911). 

Lago di Dobbiaco
Le Tre Cime di Lavaredo
Val Fiscalina
Prima delle due sinfonie, dette vita al capolavoro “Il Canto della Terra”, opera per voce e orchestra, una delle composizioni più originali dell’artista, che appartiene sia al genere dei Lieder che della Sinfonia, considerata come un ponte diretto verso “la nuova musica” che i critici riconoscono come uno dei lavori più originali e innovativi all’inizio del nuovo secolo.  Scrivendo ad un amico in quella estate del 1908, Mahler afferma che nella sua “casetta” andava componendo “la cosa più personale che ho fatto finora, nell’isolamento creativo della casetta di composizione di Carbonin Vecchia”.
L'organo della Chiesa Parrocchiale
La statua di Mahler nel centro di Dobbiaco
I movimenti dell’opera sono sei e i contenuti principali riguardano il fluire dei ricordi, la caducità dell’esistenza umana, l’addio alla vita. Nella parte finale dell’ultimo movimento, del “Congedo”, si respira l’aria del bosco, della montagna, dell’incontro con l’eterno ciclo della natura:

Dove vado, vado a vagare tra i monti,
a cercare pace per il mio cuore solitario
vado verso la mia terra, vado verso i miei luoghi (trad. it. Q. Principe)

In questo passaggio, e in altri, emergono le esperienze reali di Mahler nella natura, vissute nella capanna nel bosco e nella sua veste di escursionista, si legano a questioni esistenziali.
La visita ai nostri giorni a Carbonin Vecchia evoca le suggestioni di un tempo e ci avvicina allo spirito dell’opera del compositore boemo, al ricordo del suo passaggio in questa terra di straordinaria bellezza, ricordo che la comunità locale tiene vivo ai nostri giorni in più modi, con la statua a lui dedicata nel centro di Dobbiaco, con la creazione del Centro Culturale Mahler e l’apertura di una Sala Musicale, con le Settimane che ogni anno sono dedicate alla memoria del musicista.



Il Centro Culturale Gustav Mahler a Dobbiaco
Nel nostro caso la vacanza è stato il momento magico per la scoperta della suggestione di un luogo della musica di notevole significato per la cultura della nostra epoca. Ci piace cogliere questo motivo della “suggestione dei luoghi”, per richiamare recenti passaggi della nostra ricerca poetica e fotografica, dedicati a luoghi particolari, unici per le emozioni che suscitano. Il primo riferimento è al paesaggio delle colline a sud di Firenze, ricco di storia e di beni naturalistici, che abbiamo “cantato” con il poemetto“Orfeo in Fonte Santa” (Giuliano Ladolfi Editore) e illustrato per immagini con un video (https://www.youtube.com/watch?v=vIr8cLJC-fk ).

Il secondo riferimento è per la suggestione che suscita un luogo “abbandonato”, “sconvolgente” come quello dell’ex-Manicomio di San San Salvi a Firenze, al quale sono dedicate la raccolta “Sinfonia per San Salvi” (Il Foglio Edizioni) e le riprese video effettuate recentemente fra i resti di uno degli edifici (https://www.youtube.com/watch?v=QuIQYxszkDk ).


Memorie, ricordi, emozioni che segnano percorsi d’incontro con le nostre storie di uomini e con la natura, di grande suggestione.  

domenica 26 luglio 2020

Marcel Proust "Pandemia a Combray"




L’antologia “Pandemia a Combray” per ricordare Proust

Le edizioni LaRecherche.it hanno invitato, come da tradizione, scrittori poeti, fotografi a proporre un contributo per la formazione di un’antologia dedicata a Marcel Proust nella ricorrenza del 10 luglio, il giorno della nascita (Parigi, 10 luglio 1871 – Parigi, 18 novembre 1922). In questo anno particolare del 2020, la pubblicazione non poteva non ricordare il flagello della pandemia: infatti è stato scelto il titolo “Pandemia a Combray”.
Nell’invito de LaRecherche.it si leggeva:
“Per comprendere più a fondo la proposta di questa antologia pensiamo alla stanza foderata di sughero in cui Proust si era auto isolato in una sorta di quarantena volontaria a causa della cagionevolezza della sua salute. Tutta Combray nasce sì dai ricordi ma dai ricordi di una persona in quarantena. Adesso che siamo tutti passati da una esperienza simile vediamo se, come Proust, siamo capaci di costruire una “Combray” e se siamo stati capaci di reinventare gli spazi, in cui siamo stati confinati, usando memoria e fantasia. Siccome nulla va perduto e niente accade una volta sola, la quarantena 2020 ha dato la possibilità a ciascuno di tornare con la mente a Combray e vivere quegli aspetti con lo sguardo attuale e il ricordo dell’immensa Opera proustiana”.


Hanno risposto all’invito 58 autori e il 10 luglio, come da proposta, era disponibile online, liberamente accessibile, una Antologia di 270 pagine, come al solito, di grande interesse: indirizzo: https://www.larecherche.it/librolibero_ebook.asp?Id=250 .
Le proposte degli autori sono raccolte secondo le seguenti parti: Prolegomeni, La lanterna magica, I piatti delle mille e una notte, Il padre, I libri amati, Il giardino, La madre e la nonna, La stanza della zia Léonie, La cucina con Françoise, Il mondo esterno attraverso le finestre, La tazza di tè, La stanza dei barometri, Epilogo.
Il mio contributo all’antologia è stato inserito nel capitolo “La tazza da tè”. La riflessione poetica che anima il testo che ho inviato a LaRecherche, è nato nel periodo dell’isolamento, in pratica nella terrazza della mia abitazione, al quarto piano di un condominio non lontano dal centro di Firenze. Mi ha fatto compagnia la macchina fotografica con la quale ho fotografato lo “spessore” del silenzio, la solitudine delle strade, le scene, eccezionali, delle code delle persone davanti ai negozi, il volo degli uccelli da un tetto all’altro. Il prodotto è stato una raccolta di immagini, alcune delle quali sono state unite alle diverse parti di un testo di poesie “Combray. Lontana, vicina”.
È stato il mio modo di partecipare al progetto de LaRecherche.it, nello spirito di una ricerca personale legata al mondo del grande scrittore francese:


Sinfonia: “Combray. Lontana e vicina”

I)  La terrazza

Lentamente la bolla d’aria si è gonfiata
sulla terrazza sopra la città sgomenta.

La bolla mi ha inghiottito, lo sguardo
vaga dalla Torre d’Arnolfo alla Ferrovia.

Con me i ricordi di Combray, il campanile
un’unghia che graffia stridendo il cielo.

Il tempo si dilata, lo spazio sconfinato
abitato da infiniti frammenti di vita.

Il clamore del silenzio, la somma
di essere soli, in fuga l’uno dall’altro.

Invidio le rondini, leggere sfiorano
la terrazza in una scia di stridii.

La sera m’assale il gelo delle ombre
che dalla terra salgono al cielo.


II) Solitudine

 Nella città devastata nessun
pensiero per la sua solitudine.

Arriva all’angolo della strada
sfila sotto la mia terrazza
sussurrando piano piano.

Si ferma al semaforo rosso
riparte pensoso per il Centro
alle fermate sale il silenzio
in vestaglia da camera verde.

Compie il giro per le vie mute
sfila ancora sotto la terrazza
per la nuova corsa nella città
con la sua inutile solitudine.


III) Straniero fra gli uomini

I giorni passano lenti sulla terrazza
aperta su uno spicchio di periferia,
gocce d’acqua sulle stalattiti della grotta.

Lo sguardo curioso insegue voli
nell’aria tiepida di primavera.

Ora lontani sullo sfondo delle case
raccolte sotto la Torre D’Arnolfo
o delle dolci colline di Fiesole

ora vicini alla balaustra di ferro
piena di fiori, gerani e garofani.

Ora conosco il nome di ogni specie
la veste delle loro piume, maschi
e femmine, il modo di far la corte

ora distinguo i loro versi di saluto
e di richiamo, il mattino e la sera.

Ora so come si alzano in volo
l’ondeggiare della traiettoria
nel vento, il fermarsi improvviso

ora non mi sorprende lo scontro
per primeggiare sul rosso dei tetti.

Ormai sono uno di loro sopra
la terrazza invasa dallo stridio
dei voli nel silenzio della città

ormai straniero tra gli uomini
ammutoliti dall’epidemia.


III) Moltitudini

Moltitudini di angeli celesti
a Natale sopra la grotta, vestiti
di oro di lino bianco e puro.

Corrono nel mondo a svegliare
chi dorme, per cantare in coro
l’amore per il nuovo nato.

Quando si spengono le luci
rimangono sulla terra,
per le strade
giacca e cravatta, gonne tweed.

Moltitudini di corpi infetti
portati via da camion militari
alla guida angeli in divisa.

Colonne di camion, la luce
blu lampeggiante in testa
chiedono strada a noi vivi.


Moltitudini di topi ovunque
piccoli odiati perseguitati
escono dalle discariche.

Moltitudini di topi corrono
nel giorno per i muri bianchi
impazziti cercano l’uscita.


Da oltre dieci anni sono presenti i miei contributi nelle antologie dedicate a Marcel Proust, in occasione dell’anniversario del 10 luglio: alcune sono riportate nella III parte della raccolta R. Mosi, Poesie 2009-2016, Ladolfi Editore ( si veda: https://www.youtube.com/watch?v=FuSecM_Ox8E).

Sembra infine di rilievo la ricerca compiuta per immagini e disegni – con il contributo del pittore Enrico Guerrini - sul mondo evocato, seguendo episodi e personaggi della Recherche:

















giovedì 9 luglio 2020

Ti regalerò una rosa rossa per "Sinfonia" per l'ex- Manicomio di San Salvi



Santa Fiora - Cristicchi e il Coro dei Minatori

Video per l’ex-Manicomio San Salvi. Metafore e memoria

È stato diffuso all’inizio della settimana, il video “Sinfonia per l’ex-manicomio San Salvi di Firenze. Metafore e memoria”, accessibile liberamente da YouTube all’indirizzo:  https://youtu.be/QuIQYxszkDk .
Il video è realizzato presso uno dei padiglioni dell’ex-Manicomio di San Salvi, a Firenze, da Roberto Mosi e Nicoletta Manetti, con la collaborazione di Angiolo Pergolini per la ripresa e la musica.
Il riferimento è all’ultimo libro di Roberto Mosi “Sinfonia per San Salvi”, Edizioni Il Foglio. La pubblicazione, con il sottotitolo “Variazioni per parole e musica. “Litania per Piombino”, è dedicato a Carmelo Pellicanò, ultimo direttore dell’ospedale psichiatrico di Firenze ed è illustrato da 28 fotografie in bianco e nero che ritraggono padiglioni della vecchia struttura ospedaliera. L’opera nasce da un progetto sviluppato con Nicoletta Manetti, poetessa e scrittrice, la quale interviene nel libro con più contributi insieme a quello di Gordiano Lupi, “Litania su Piombino”.  
         Roberto Mosi, poeta e fotografo, è attratto ancora una volta dalla storia e dalle memorie di un non-luogo particolare, il parco di San Salvi, legato a processi di resistenza contro la disumanità dell’uomo, occupato oggi dai vecchi edifici dell’ex ospedale psichiatrico.
I quattro tempi della Sinfonia per San Salvi sono dedicati a quattro visioni della “Terra” – Desolata, Follia, Liberata, Riconquistata – e alternano ricostruzioni di vicende individuali e di comunità umane. Il motivo conduttore è quello dell’interrogarsi intorno alla follia, ai segni che l’uomo imprime nella città, nel suo incerto, drammatico, procedere fra follia e ragione, ora manifestazione di libera scelta, ora costrizione di regole imposte da istituzioni totali. E tanto più lo sguardo porta a scoprire passaggi di sconfitte e di disperazione, tanto più sono forti i tentativi di guardare verso l’alto, verso orizzonti di speranza, di liberazione, di riconquista della terra delle origini, dell’età dell’oro. Seguire questi percorsi così variegati, può dare come un senso di libertà nel passaggio da uno strumento espressivo all’altro, dalla poesia al racconto, alla fotografia, al canto; nel passaggio del testimone fra un autore e l’altro, come avviene nella presente esperienza compositiva, con l’intervento di Nicoletta Manetti, padrona di una capacità nel racconto che incanta e con quello di Gordiano Lupi che propone, da poeta, la commovente “Litania su Piombino”, testimonianza di un amore appassionato per la sua città straordinaria di mare.
Roberto Mosi dunque con Nicoletta Manetti e Angiolo Pergolini hanno realizzato con il video presentato nei giorni passati, un percorso suggestivo fra quelle che sono le testimonianze di un recente passato e la parola poetica scandita ad alta voce, ha rievocato “sul luogo” memorie che ancora colpiscono nel profondo, hanno richiamato metafore di fronte alla forza della vegetazione che sta conquistando i vecchi ruderi, raccogliendo su più versanti, ragioni di speranza.
Si è dimostrata questa, come dimostrano le immagini del video e le fotografie scattate nel percorso compiuto dai tre protagonisti – nel silenzio incredibile di questo non-luogo - un’esperienza intrigante e, per certi aspetti divertente. È un approccio forse nuovo oggi alla presentazione di un libro, denso di argomenti e di poetica, proprio in un periodo nel quale è difficile l’incontro con un pubblico.
Nel nostro caso, l’incontro è stato con la storia unica del luogo e con l’energia incredibile che mostrano le “erbacce” che circondano il posto, metafora della ricerca di riscatto e di libertà.

venerdì 3 luglio 2020

Video - Sinfonia per l'ex-Manicomio San Salvi di Firenze - Metafore e memoria




Video per l’ex-Manicomio San Salvi. Metafore e memoria

È stato diffuso all’inizio della settimana, il video “Sinfonia per l’ex-manicomio San Salvi di Firenze. Metafore e memoria”, accessibile liberamente da YouTube all’indirizzo:  https://youtu.be/QuIQYxszkDk .
Il video è realizzato presso uno dei padiglioni dell’ex-Manicomio di San Salvi, a Firenze, da Roberto Mosi e Nicoletta Manetti, con la collaborazione di Angiolo Pergolini per la ripresa e la musica.
Il riferimento è all’ultimo libro di Roberto Mosi “Sinfonia per San Salvi”, Edizioni Il Foglio. La pubblicazione, con il sottotitolo “Variazioni per parole e musica. “Litania per Piombino”, è dedicato a Carmelo Pellicanò, ultimo direttore dell’ospedale psichiatrico di Firenze ed è illustrato da 28 fotografie in bianco e nero che ritraggono padiglioni della vecchia struttura ospedaliera. L’opera nasce da un progetto sviluppato con Nicoletta Manetti, poetessa e scrittrice, la quale interviene nel libro con più contributi insieme a quello di Gordiano Lupi, “Litania su Piombino”.  
         Roberto Mosi, poeta e fotografo, è attratto ancora una volta dalla storia e dalle memorie di un non-luogo particolare, il parco di San Salvi, legato a processi di resistenza contro la disumanità dell’uomo, occupato oggi dai vecchi edifici dell’ex ospedale psichiatrico.
I quattro tempi della Sinfonia per San Salvi sono dedicati a quattro visioni della “Terra” – Desolata, Follia, Liberata, Riconquistata – e alternano ricostruzioni di vicende individuali e di comunità umane. Il motivo conduttore è quello dell’interrogarsi intorno alla follia, ai segni che l’uomo imprime nella città, nel suo incerto, drammatico, procedere fra follia e ragione, ora manifestazione di libera scelta, ora costrizione di regole imposte da istituzioni totali. E tanto più lo sguardo porta a scoprire passaggi di sconfitte e di disperazione, tanto più sono forti i tentativi di guardare verso l’alto, verso orizzonti di speranza, di liberazione, di riconquista della terra delle origini, dell’età dell’oro. Seguire questi percorsi così variegati, può dare come un senso di libertà nel passaggio da uno strumento espressivo all’altro, dalla poesia al racconto, alla fotografia, al canto; nel passaggio del testimone fra un autore e l’altro, come avviene nella presente esperienza compositiva, con l’intervento di Nicoletta Manetti, padrona di una capacità nel racconto che incanta e con quello di Gordiano Lupi che propone, da poeta, la commovente “Litania su Piombino”, testimonianza di un amore appassionato per la sua città straordinaria di mare.
Roberto Mosi dunque con Nicoletta Manetti e Angiolo Pergolini hanno realizzato con il video presentato nei giorni passati, un percorso suggestivo fra quelle che sono le testimonianze di un recente passato e la parola poetica scandita ad alta voce, ha rievocato “sul luogo” memorie che ancora colpiscono nel profondo, hanno richiamato metafore di fronte alla forza della vegetazione che sta conquistando i vecchi ruderi, raccogliendo su più versanti, ragioni di speranza.
Si è dimostrata questa, come dimostrano le immagini del video e le fotografie scattate nel percorso compiuto dai tre protagonisti – nel silenzio incredibile di questo non-luogo - un’esperienza intrigante e, per certi aspetti divertente. È un approccio forse nuovo oggi alla presentazione di un libro, denso di argomenti e di poetica, proprio in un periodo nel quale è difficile l’incontro con un pubblico.
Nel nostro caso, l’incontro è stato con la storia unica del luogo e con l’energia incredibile che mostrano le “erbacce” che circondano il posto, metafora della ricerca di riscatto e di libertà.