mercoledì 30 novembre 2016

Mostra Fotografia/Poesia : "il ritmo sopra a tutto"

Mostra Roberto Mosi : Firenze, Foto grafie
Dal Mito ai Nonluoghi / Antologia 2009 - 2016
Firenze con ritmo
La Mostra presenta in forma d’Antologia sette anni di lavoro dedicato a riprendere i diversi volti della città, si potrebbe dire, con ritmo, dalle colline alla periferia, al corso dell’Arno, al centro e alle vie della moda, ai vicoli dei quartieri storici. Prende vita una Firenze non da cartolina ma una città in carne e ossa, ricca di vita quotidiana, scoperta con lo sguardo curioso del flâneur, del fotografo-girovago che porta con sé, a tracolla, ogni volta che esce per le strade – come nel nostro caso - una Lumix e una Nokia D 70.
La prima parte della Mostra è quella dei Nonluoghi: la parola coniata da Marc Augè per gli spazi attraversati da folle d’individui, dove non si costruisce identità. Con la fotografia questi luoghi acquistano  una qualche personalità, tracce di nuove socialità, fili di antiche memorie.
Le due parti successive riguardano le Periferie e i Cantieri, i luoghi oggi sconvolti dai lavori per la tranvia: la ripresa fotografica è rivolta allo sguardo del passante, impegnato a superare marciapiedi dissestati e limitato dal sipario delle reti di recinzione. La Firenze del Mito è stata resa con le immagini di statue classiche, in posizione solenne al centro di paesaggi particolari, affascinanti.
L’attenzione si sofferma poi sul glamour scintillante della moda e delle griffeinternazionali al cospetto delle antiche vestigia, come il Duomo e Palazzo Vecchio, che si riflettono nelle vetrine dei negozi (Firenze riflessa, Moda e oltre). Altri passaggi, Firenze dietro la facciata e Firenze calpestata, con l’inquadratura di personaggi sorpresi in scorci dal basso, nella dinamica degli arti inferiori (il/la turista, i podisti, la studentessa, ecc.). “Una collezione di opere fotografiche che fa dello scatto digitale un’idea-immagine, un dispositivo di senso individuale e collettivo” (vedi S. Ranzi, “Pegaso”, sett. 2014).  Il percorso della Mostra si conclude con L’altra Florentia, con immagini legate alla Firenze della speranza per il futuro e ai suoi caratteri profondi, la geometria delle sue architetture rinascimentali e la bellezza di un paesaggio unico.

“Il ritmo sopra tutto”
La Mostra presenta diversi passaggi legati ai testi poetici dell’autore, a versi ripresi dalle poesie, che  fanno parte, in definitiva, dello stesso progetto creativo. Negli stessi anni considerati dall’esposizione “Firenze, foto grafie”, prendono vita le diverse parti dell’Antologia “Poesie 2009-2016” , Giuliano Ladolfi Editore, che ha al centro Firenze con il suo patrimonio di affetti, di bellezze, di storia, di racconti mitici. Insieme a queste coincidenze, è da sottolineare l’incontro del ritmo, per un verso, delle riprese fotografiche, per l’altro, delle composizioni poetiche.
Si propone in tal modo la visione secondo la quale il poeta Franco Buffoni ha curato la Mostra in corso presso  il Centro d’arte contemporanea di Gallarate (GAMM) – Il ritmo sopra tutto – dedicata alla contaminazione fra i linguaggi delle arti, a partire da quelli delle arti visive e della poesia e a sostenere l’idea, secondo quanto affermava Dylan Thomas, che “Il ritmo è il respiro del’universo”. Mi ha interessato l’idea di coniugare l’arte figurativa, oggetto precipuo del Maga, con la poesia, oggetto precipuo della mia professione, trovando nel concetto di ritmo un denominatore comune». Nella mostra che significato assume la parola «ritmo»? «Il termine vale tanto per le arti figurative quanto per la poesia. Se il poeta trova il ritmo trova il soggetto, cioè trova ciò che sta dicendo; se non lo trova, i versi che sta scrivendo non sono arte. Come è stato detto il ritmo può sussistere di per sé, senza metro; mentre il metro non può sussistere senza ritmo. Il ritmo è un fatto ancestrale, è il primo respiro dell’universo, come diceva Dylan Thomas».
La Mostra è un invito a ricercare le consonanze fra la ricerca poetica e la ricerca fotografica sui diversi volti che rivela la città di Firenze, sul ritmo che presentano i due linguaggi.

Roberto Mosi, impegnato da anni nel campo della fotografia, è attento all’interazione fotografia - poesia. Passaggi importanti le mostre presso biblioteche e gallerie. I titoli dei cicli fotografici: “NONLUOGHI” (2009), “FLORENTIA” (2010),  “ITINERA” (2011), “MITH IN FLORENCE” (2012), “FIRENZE RIFLESSA” (2013), “FIRENZE, CALPESTATA” (2014), “FIRENZE DIETRO LA FACCIATA” (2015), “TRACCE” (2016, dedicata ai cantieri urbani di oggi).
L’e-book “Firenze, foto grafie”, www.laRecherche.it , documenta il lavoro realizzato. Per la poesia ha pubblicato l’Antologia “Poesie 2009-2016”, Ladolfi Editore; nel campo del romanzo e della saggistica, ha pubblicato “Esercizi di volo”, Europa Edizioni, “Non oltrepassare la linea gialla”, Europa Edizioni, “Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone”, Edizioni Il Foglio.      
Blog www.robertomosi.it www.poesia3002.blogspot.it - mosi.firenze@gmail.com


giovedì 24 novembre 2016

Il Mito nella rete delle Arti

Incontro al Circolo delle Arti Casa di Dante


        Sabato 19 novembre nell’ambito della Mostra Collettiva di pittura e fotografia “I Confini del Mito”, a Firenze, Circolo degli Artisti, Casa di Dante, si è tenuto un incontro dedicato ad approfondire i temi e le prospettive di ricerca sul mito. Andrea Simoncini, Vice Presidente del Circolo ha introdotto l’incontro.
        Il primo appuntamento è stato con la musica di Robert Schumann e con la sua opera Waldszenen, Op. 82, nove brani che dipingono con i colori dell’acquerello il mito della natura nel corso di una giornata trascorsa all’aperto, con il desiderio del compositore di immergersi nel verde idilliaco del paesaggio per “placare quel tormento interiore che da tempo lo perseguita”. 

        Al pianoforte il maestro Umberto Zanarelli che ha suonato, molto applaudito, i nove brani e ha illustrato i vari passaggi dell’opera di Schumann, dal “Cacciatore in agguato” al mitico “Uccello profeta” che svela i segreti più reconditi della Natura “con un linguaggio accessibile solo agli esseri più sensibili”. 
        Paolo Tranchina, psicologo e scultore di opere in mostra, ha parlato di Afrodite, “Storia e psicologia di un mito”, riprendendo i risultati di un’approfondita ricerca svolta insieme a Maria Pia Teodori, pubblicati nel libro delle Edizioni Magi (Roma 2011). 
         Roberto Mosi, presente alla Mostra Collettiva con opere di fotografia, si è soffermato sull’argomento “La famiglia dei Medici, miti e psicologia in poesia e pittura”. Nel suo intervento, riportato sul Blog (http://poesia3002.blogspot.it/2016/11/il-nuovo-rinascimento-nell-officina-del.html) , ha fatto riferimento ai miti di Flora e di Venere  (si veda nell’Antologia di R. Mosi “Poesie 2009-2016”, le pagine dedicate al Mito) e ha invitato ad approfondire, nell’ambito dell’impegno per l’ “Officina del Mito”, previsto presso il Circolo degli Artisti, ipotesi di ricerca legate a un “Nuovo Rinascimento”. 


          A Silvia Ranzi, critico d’arte, è spettato infine il compito di tirare le fila dell’esperienza della Mostra Collettiva e della riflessione sviluppata intorno al tema del Mito ( si veda sul Blog:
http://poesia3002.blogspot.it/2016/11/silvia-ranzi-e-lofficina-del-mito.html). Ha così concluso : “Il Mito in ultima analisi è dunque un fenomeno che si verifica su scala globale dall’antichità ad oggi: un linguaggio simbolico attraverso cui l’uomo crea una struttura interpretativa del mondo in tutte le sue sfaccettature  dal punto di vista cosmologico, sociale, politico ed artistico. L’Arte comunque non rinuncia ad una seduzione intrinseca: ovvero interpreta il Mito, lo include, dialettizza con la sua dimensione arcana, elitaria o popolare, antropologica, storico-filosofica, ideale, lo metabolizza e lo reinventa a tal punto da rincorrere l’idea stessa di diventare, essa stessa, Mito. Per attualizzare nella dimensione del cultura di massa  odierna si può affermare, come attesta la citazione di  Joseph Campbell, saggista e storico delle religioni statunitense: I MITI SONO SOGNI PUBBLICI, I SOGNI SONO MITI PRIVATI”.
          Molta soddisfazione hanno espresso  infine i numerosi partecipanti all’incontro, convinti della validità dell’iniziativa e della opportunità di proseguire, presso il Circolo di Firenze, l’esperienza dell’Officina del Mito.




Antologia in Musica e Poesia - 10 dicembre


martedì 22 novembre 2016

Literary parla della Mostra "I Confini del Mito"


Literary: l'inaugurazione della Mostra - LINK


Il Nuovo Rinascimento nell' "Officina del Mito"


INTERVENTO DI ROBERTO MOSI
19 NOVEMBRE presso Il CIRCOLO DEGLI ARTISTI “CASA DI DANTE” OFFICINA DEL MITO
Umberto Zanarelli al pianoforte -Brani di Schuman
Roberto Mosi - Poeta e fotografo -  Miti della famiglia dei Medici
Paolo Tranchina- Psicanalista junghiano : saggio“ Il Mito di Afrodite”
Epilogo: Silvia Ranzi
In occasione della Collettiva “ I CONFINI DEL MITO”. 12, 24-11 ARTISTI PARTECIPANTI:
Valerio Giovannini, Enrico Guerrini, Salvatore Monaco, Roberto Mosi, Simonetta Occhipinti, Margherita Oggiana, Rioberto Orangi, Andrea Simoncini, Paolo Tranchina.


         “Parlerò de "Il Mito e la famiglia dei Medici”, partendo da due capolavori del Botticelli, “La Primavera” e “La Nascita di Venere”.
Si è parlato del primo capolavoro come di “un mirabile messaggio di bellezza”. Non è certo l’anno in cui fu composta l’opera (1478 o 1485 o 1486). Il quadro rappresenta il vertice dell’arte del pittore fiorentino, realizzato in anni non facili. Basti ricordare che il 1478 è l’anno della congiura dei Pazzi, con la morte di Giuliano e il ferimento di Lorenzo il Magnifico. E’ curioso notare che nell’epoca dominata da Lorenzo, Botticelli dipinge i suoi capolavori per un ramo cadetto dei Medici, quello di Pierfrancesco dei Medici.
         Opera enigmatica, con nove personaggi fissati in un ambiente arboreo, ricco di fiori; al centro, in alto, un putto che scocca una freccia, sopra la testa di una figura femminile (Venere? ). Alla sua destra le tre Grazie e la figura di un giovane armato con in mano un bastone, ornato da due serpenti avvinghiati; alla destra una figura adorna di fiori che avanza verso il centro del quadro (Flora?), dietro una donna coperta di un velo, sorretta da una figura alata. E’noto che molte sono le interpretazioni date dei simboli che animano il quadro.
         Nella poesia che ho dedicato a questo quadro – “Concerto per Flora” , nell’antologia R. Mosi  “Poesie 2009  - 2016, G. Ladolfi Editore, pp. 165- 180 – ho fatto riferimento alla interpretazione di Cristina Acidini Luchinat (“Botticelli. Allegorie Mitologiche”, Electa 2001): “La Primavera” celebra la riconquista della pace sotto la guida dei Medici, in onore di “Flora”, o di “Fiorenza” che avanza al centro del quadro spargendo fiori. Una posizione importante assume nel quadro la figura del giovane armato, “Mercurio”: “Ecco dunque che col suo caduceo inquieto, in via di pacificazione, il dio tuttora in assetto di guerra dissolve una nube, forse un’ultima nube, residuo di una grande discordia”.
Ecco l’inizio della poesia, la parte dedicata a “Flora”.

Flora

Flora esce con lieta
baldanza dal bosco,
sparge rose recise
raccolte nel grembo.
Nel volto il sorriso
della rinata Fiorenza.

Zefiro al suo fianco
le gote gonfie di vento,
strida di donna, frasche
spezzate, afferra Clori
l’amata ninfa, zampilli
di fiori dalla bocca.

Il vento s’ingorga
nei pepli, li scuote,
li increspa a onde
in un turbinio
continuo di stoffe,
gremite di petali e fiori.

Venere accenna
a un passo di danza
al centro del prato
un tappeto di fiori,
saluta, un breve gesto,
l’arrivo della Primavera.

Riprende l’eterea
danza delle Grazie.
Cupido sta per scoccare
la freccia, bendato.
Un colpo e si accende
il fuoco dell’Amore.

Mercurio nel bosco
profumato d’aranci,
in vesti da guerra,
alza in alto il caduceo
cinto da due feroci
serpenti avvinghiati.

Trafigge l’ultima nube
residuo della discordia,
mostra il tempo della pace.
La tempesta vola via
dalla città di Fiorenza,
dalla terra dei Medici.


         Il quadro “La Nascita di Venere” fa parte della stessa commissione, proposta da Pierfrancesco dei Medici e fu destinato anch’esso alla Villa di Castello. E’ rappresentato un mito classico, con il rinvio ad una folta serie di messaggi simbolici. La dea che sorge dal mare, pare un’allusione al mistero attraverso cui gli uomini apprendono il divino messaggio della bellezza. Venere emersa dal mare, in piedi su una conchiglia, è spinta verso la terra dai Venti, raffigurati in volo tra una pioggia di rose. La dea riceve dalle Ninfe un manto di porpora. Il dipinto è una sinfonia di linee aggraziate e un’armoniosa, poetica ricerca della bellezza pura. Nello studio di Cristina Acidini Luchinat, sopra citato, la dea in piedi sulla conchiglia, è spinta verso la costa della Toscana, la terra dei Medici, per fare dono delle sue ricchezze, della sua bellezza.
In sintonia con questo pensiero, così recita la poesia “Flora” nella parte finale dedicata a Venere.

 Venere

Venere spinta dai venti
giunge alla riva,
ai piedi della Galleria
degli Uffizi, dove
un tempo sorgeva
il porto romano.

Tosca in disparte
dal Ponte Vecchio
osserva l’arrivo
di una nuova stagione,
assapora il profumo
della primavera.

Flora accoglie la dea,
la coperta ricamata
di gigli fra le braccia.
Mano nella mano
salgono la scalinata,
raggiungono gli Uffizi.

L’Alba si annuncia.
C’è ancora il tempo
per intrecciare una danza,
per invitare Mercurio
a rinnovare il rito
per un nuovo Rinascimento.

         I capolavori del Botticelli ci portano al centro dell’Umanesimo e del Rinascimento, al rapporto con il mondo di grandi ingegni, come Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e molti altri. Si afferma, in questa epoca, una nuova visione dell’uomo insieme alla centralità della bellezza.
         Proponiamo che l’espressione “Nuovo Rinascimento” sia ripresa nell’ambito del progetto “Officina del Mito “ – in questa stagione difficile che stiamo attraversando – per coniugarla nelle sue valenze e imparare, ancora oggi,  a “sognare sapendo di sognare” liberando in questa ricerca le energie racchiuse nel mito.


Roberto Mosi

lunedì 21 novembre 2016

Silvia Ranzi e l'Officina del Mito

INTERVENTO 19 NOVEMBRE, Il CIRCOLO DEGLI ARTISTI “ CASA DI DANTE” a FIRENZE

                                                                  OFFICINA “ Mito”
Umberto Zanarelli al pianoforte -Brani di Schuman
Roberto Mosi - Poeta e fotografo -  poesie sul Mito
Paolo Tranchina- Psicanalista junghiano : saggio“ Il Mito di Afrodite”
Epilogo: Silvia Ranzi
In occasione della Collettiva “ I CONFINI DEL MITO”  dal 12 al 24 Novembre

ARTISTI PARTECIPANTI:
Valerio Giovannini, Enrico Guerrini, Salvatore Monaco, Roberto Mosi, Simonetta Occhipinti, Margherita Oggiana, Rioberto Orangi, Andrea Simoncini, Paolo Tranchina.

"Parlare oggi di Mito e farne un motivo ispiratore nella rete delle Arti letterarie e Figurative significa intercettare quei “dispositivi di senso” che i Miti hanno rappresentato da sempre in ogni epoca, ricettacoli di immaginari individuali e collettivi, cristallizzati e divulgati nei processi storici e tecnologici da diventare icone e alvei di significati trasmissibili e credibili per aspettative,  genesi e profezie euristiche in chiave etico-antropologica .
Sono “rilevatori di sistemi simbolici di pensiero” in cui si alternano ritualità, eroicità e socialità esperienziale condivise e proiettate tra caos e cosmo,  umano e divino,  clandestinità e ufficialità, tra pubblico e privato,  permissività e trasgressione. La funzione “eziologica”, o ricerca delle cause originarie, diversifica la poligenesi dei Miti: teogonici, cosmogonici, antropogonici, astronomici, metereologici, agrari, cultuali da analizzare sul piano storico ed allegorico.
Le iconografie mitiche della Classicità greca e latina  vengono rivisitate ad oggi nelle loro valenze emblematiche e metastoriche   in quanto interagiscono con l’esigenza  di  leggere il reale per evidenziare aree semantiche di ricerca sapienziale ed amplificare la direzione sociale  nella ricerca di  utopie percorribili.
Se nell’Età romantica i Fratelli Grimm aprono nuovi orizzonti agli studi mitologici affermando che il Mito non è frutto di una casta di sacerdoti o filosofi , ma sono creazioni  del popolo ( credenze, costumi, motivi narrativi); lo studioso K.O. Muller - grecista, filologo classico, storico ed archeologo tedesco ( 1797 – 1840) -  afferma il postulato della fondamentale identità dello spirito umano nelle sue uniformità tra gruppi lontani nel tempo e nello spazio per approdare al concetto di Animismo.
L’esigenza che ha spinto l’uomo arcaico a creare il MITO ORIGINARIO, dare senso al proprio mondo, non è morta nell’uomo contemporaneo, ma si esprime in forme nuove proprie della società di massa dominata  dalla tecnica  pubblicitaria nella specifica venerabilità dell’immagine fra tradizione ed innovazione.
I linguaggi - letteratura  ed Arti visive - nella loro multidisciplinarietà semiotica e creativa sono “media smart” che  trasformano il reale nell’ aspirazione a congiungere l’uomo a mondi  intellegibili  sul piano fisico o metafisico, sensibile o ideale, nella gamma dei valori etici tra sacro e profano, laicità o religiosità, coordinate che registrano il  clima di un’epoca.

L’uomo esprimendosi nelle Arti sorelle crea universi ereditari per le generazioni successive, abilitando pensieri ed icone utili alla dimensione evoluzionistica di sopravvivenza sul piano euristico ed estetico come la narrazione translogica presente nel Mito : “ La semiologia o scienza dei segni ci ha insegnato che il MITO ha il compito di istituire un’intenzione storica come natura, una contingenza come eternità” ( Roland Barthes: “ MITI DI OGGI”, 1957)  
Innumerevoli sono i capolavori dell’Arte che sono diventati icone del nostro tempo  tra cui :  “ La  Primavera” del Botticelli; “ Il David” di Michelangelo;  “ la Gioconda” di Leonardo ; “Guernica” di Picasso;  “L’urlo” di Munch.
L‘opera d’arte si trasforma in immagine dal successo planetario, impermeabile ai gusti, alle mode, al passare del tempo, raggiungendo uno stato di Culto collettivo.
La mitopoiesi e le mito-dinamiche sono strettamente legate all’aspetto formale perché le Arti visive nel veicolare contenuti inseguono intenti persuasivi, tra cui è privilegiata la Bellezza come fattore che suscita meraviglia, catalizzatrice di attenzione, fruizione contemplativa, condensazione di grammatiche segniche, cromatiche, plastiche nella ricerca ultima dello “Splendore del Vero” secondo la massima di Platone.
Gli effetti o strategie estetiche risultanti attuali sono: i silenzi metafisici, l’inquietudine, lo spaesamento o straniamento quali tecniche per irretire nell’enigma  o plurivalenza psichica del MITO, come ben si evince nella corrente  del Surrealismo  e nella Scuola della Metafisica.
“ Ciò che nei MITI si presenta inverosimile, è proprio quello che ci apre la via alla verità. Infatti, quanto più paradossale e straordinario è l’enigma tanto più pare ammonirci a non affidarci alla nuda parola, ma ad affaticarci intorno alla verità riposta”. IMPERATORE FLAVIO CLAUDIO GIULIANO, filosofo romano: l’ultimo sovrano dichiaratamente pagano che intese difendere la Religione romana dinnanzi all’avvento del Cristianesimo e che si adoperò per la tolleranza fra le Religioni.
Il Mito in ultima analisi è dunque un fenomeno che si verifica su scala globale dall’antichità ad oggi: un linguaggio simbolico attraverso cui l’uomo crea una struttura interpretativa del mondo in tutte le sue sfaccettature  dal punto di vista cosmologico, sociale, politico ed artistico.
L’Arte comunque non rinuncia ad una seduzione intrinseca: ovvero interpreta il Mito, lo include, dialettizza con la sua dimensione arcana, elitaria o popolare, antropologica, storico-filosofica, ideale, lo metabolizza e lo reinventa a tal punto da rincorrere l’idea stessa di diventare, essa stessa, Mito.
Per attualizzare nella dimensione del cultura di massa  odierna si può affermare, come attesta la citazione di JOSEPH CAMPBELL, saggista e storico delle religioni statunitense:

                         “ I MITI SONO SOGNI PUBBLICI, I SOGNI SONO MITI PRIVATI”


                                                                                      SILVIA RANZI, 19 Novembre 2016 

Folhas de poesia

Folhas de poesia

Do caderno de poesia arranquei trinta folhas.
Lanço-as uma a uma aviões de papel rosa, da varanda, parte delas caem pesadas nas pedras da rua, sem
a força da fantasia, outras descem de soslaio por algum verso coxo.
Umas quantas dão voltas largas no ar, palavras leves. Uma folha
sozinha sobe no céu,
nas asas clarões de emoções.
         3 janeiro 2008


Fogli di poesia 
Dal quaderno delle poesie ho strappato trenta fogli. 
Li lancio uno ad uno aeroplani di carta rosa, dalla terrazza, una parte cade pesante sulle pietre della strada, non ha 
la spinta della fantasia, altri vanno giù in tralice per qualche verso zoppo. 
Un gruppo compie giri larghi nell’aria, parole leggere. Un foglio
solo si alza nel cielo,
sulle ali lampi di emozioni. 
            3 gennaio 2008 

Disegno di Valerio Giovannini per l’Antologia “Poesie 2009 – 2016”, di Roberto Mosi, Giuliano Ladolfi Editore, 2016 –
Valerio Giovannini: www.valeriogiovannini.com
Traduzione dal Portoghese a cura di Catarina


martedì 8 novembre 2016

E' uscito il romanzo "Esercizi di volo", Europa Edizioni

      Entrare in queste pagine significa entrare in un mondo strano, talvolta
 leggermente inquietante, ma affascinante, quasi irresistibile. È un mondo
 che ricorda la  concettualità  dell’espressionismo,  quando  la  realtà  era  ancora  vagamente riconoscibile,  ma  filtrata  dall’emotività  della  mente.  
Quella  che  troverete  in
questo racconto è una storia che sembra suddivisa in tanti singoli
 racconti, con una serie di personaggi che osservano la via dell’eroe 
per poi imboccare quella opposta,  mantenendo  il  pensiero  su  ciò  che  sarebbe  giusto.  Come  appare  il mondo se lo si guarda dagli occhi 
di un uomo in evoluzione? Anche il mondo
evolve? Quello che sembra un trauma diventa un appiglio? 
E noi dove siamo in tutto questo? Siamo solo spettatori o l’evoluzione degli eventi fa evolvere anche noi? Probabilmente la scelta migliore è affiancarsi a questa storia, farsi
prendere per mano e lasciare che ci conduca verso le ultime, sconcertanti righe.

domenica 6 novembre 2016

Il libro della settimana per Literary

L'Antologia "Poesie 2009 - 2016", Giuliano Ladolfi Editore, di Roberto Mosi, è proposto come libro della settimana dal Portale Letterario "Literary" .

Presso AMAZON è disponibile la confezione regalo del libro



E' nata l'Officina del Mito

OFFICINA DEL MITO

LINK

E' nata la pagina Facebook "Officina del Mito": 
il mito e la pittura, il disegno, la scultura, la poesia, 
la fotografia, la psicologia, la filosofia, ...




sabato 5 novembre 2016

Antologia Poesie 2009-2016 Giuliano Ladolfi Editore

Roberto Mosi, Antologia Poesie 2009 – 2016, Giuliano Ladolfi Editore
         E’ uscita recentemente l’ ”Antologia Poesie 2009 - 2016” di Roberto Mosi, pubblicata da Giuliano Ladolfi Editore di Borgomanero, Novara.
L’Antologia riporta pagine scelte da sette anni d’impegno per la poesia, che ha visto una serie di presentazioni di raccolte poetiche – dai Nonluoghi ai Luoghi del mito, da Florentia ad Aquiloni e Itinere, da L’Invasione degli Storni a Concerto (Populonia, Flora, Il Golfo di Baratti), alla Cena all’Hotel Ritz ispirata alla Recherche di Marcel Proust – presso il Consiglio Regionale, il Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, Le Giubbe Rosse, la Libreria Salvemini, la Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa.

          A ogni incontro, compagne fedeli le voci di Giulia Capone Braga e di Renato Simoni, i disegni del pittore Enrico Guerrini realizzati all’impronta. Fedeli testimonianze poi di questi eventi, le pagine del portale nazionale “Literary”, in particolare la rubrica “Occhio all’autore” (http://www.literary.it/autore_occhio.asp?id_autore=2707): oggi sono riportati oltre ottanta resoconti. Alcuni incontri sono stati registrati anche con video, riportati in parte su youtube.    

         Il libro si presenta con una copertina ripresa da una fotografia dell’autore, scattata nel cuore di Firenze all’angolo di via del Purgatorio e di via del Limbo: sulla fotografia il graffito di un writer con al centro un palloncino rosso. La copertina riprende il senso del libro: un omino risale dal basso e si affida al palloncino rosso – alla poesia, in definitiva - che tiene per un filo, per volare alla scoperta del mondo.  Nella parte alta della copertina, a destra, una finestrella nera, misteriosa dalla quale è appena uscito un altro piccolo personaggio.

         Fra i colori della copertina prevale il marrone antico con toni accennati dal celeste al verde, al grigio della pietra. Sono gli stessi colori che ritroviamo nei quadri di Ottone Rosai, quando nel 1922 dipinge la strada delle sue origini in San Frediano, via Toscanella e che Mosi ha cercato di evocare nella mostra fotografica di Mosi “Firenze, dietro la facciata”, richiamata nell’e-book pubblicato da www.laRecherche.it “Firenze,   foto grafie”.


         L’ ”Antologia Poesie 2009 – 2016” riporta tre parti, la prima  Nonluoghi, Viaggi, Luoghi del Mito, Florentia, Aquiloni, Migrare, la Pace; la seconda parte L’Invasione degli Storni, Flora, Golfo di Baratti, Populonia. La terza parte è un dialogo poetico con Marcel Proust: La cucina di Proust, I Campanili di Martinville, Il silenzio dipinto delle pagine, Il profumo del biancospino, La rosa d’argento (Cena all’Hotel Ritz), L’ansimare della locomtiva, La veduta di Delft”. Con l’Antologia gli altri campi di impegno dell’autore riguardano la fotografia e il rapporto con la pittura, illustrati nei Blog www.robertomosi.itwww.poesia3002.blogspot.it

venerdì 4 novembre 2016

Il leone con la parrucca


Il leone con la parrucca

Il leone ruggisce
dalla maglietta bianca,
sopra la parole: “Per me
è possibile tutto”.

Le leonesse intorno,
lo sguardo stupito.
Sulla criniera bianca
una folta parrucca bionda.

Roberto Mosi

martedì 1 novembre 2016

"I confini del mito" Mostra Collettiva "Casa di Dante" dal 12 novembre



Società delle Belle Arti - Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze
Sabato 12 novembre – Giovedì 24 novembre 2016

MOSTRA  COLLETTIVA

I  C O N F I N I  D E L  M I T O

Valerio Giovannini
Enrico Guerrini
Salvatore Monaco
Roberto Mosi
Simonetta Occhipinti
Margherita Oggiana
Roberto Orangi
Andrea Simoncini
Paolo Tranchina

Sabato 12 novembre, ore 16,30, Inaugurazione, Perfomance

19 novembre, sabato ore 17, Incontro: “Il Mito nella rete delle Arti” Concerto del pianista Umberto Zanarelli 
       

        Sono presenti nella Mostra vari contributi, pittura, scultura, video, fotografia, musica, opere a stampa. Ci si propone di ricercare “i confini” fra i diversi racconti del mito, le loro origini e la loro natura,cogliere profili di continuità e discontinuità fra il mondo dei diversi miti, porre in risalto le possibilità interpretative del presente. Si evidenziano quindi il ruolo della ricerca e dell’espressività dell’arte, le capacità degli artisti di intessere trame di dialogo per promuovere empatie e conoscenze, per superare i drammatici “confini” della nostra epoca fra i popoli e i loro miti.