Mostra
Roberto Mosi : Firenze, Foto grafie
Dal
Mito ai Nonluoghi / Antologia 2009 - 2016
Firenze con ritmo
La Mostra presenta in forma d’Antologia
sette anni di lavoro dedicato a riprendere i diversi volti della città, si
potrebbe dire, con ritmo, dalle colline alla periferia, al corso dell’Arno, al
centro e alle vie della moda, ai vicoli dei quartieri storici. Prende vita una
Firenze non da cartolina ma una città in carne e ossa, ricca di vita
quotidiana, scoperta con lo sguardo curioso del flâneur, del fotografo-girovago
che porta con sé, a tracolla, ogni volta che esce per le strade – come nel
nostro caso - una Lumix e una Nokia D 70.
La prima parte della Mostra è quella dei Nonluoghi: la
parola coniata da Marc Augè per gli spazi attraversati da folle d’individui,
dove non si costruisce identità. Con la fotografia questi luoghi acquistano
una qualche personalità, tracce di nuove socialità, fili di antiche
memorie.
Le due parti successive riguardano le Periferie e
i Cantieri, i luoghi oggi sconvolti dai lavori per la tranvia:
la ripresa fotografica è rivolta allo sguardo del passante, impegnato a
superare marciapiedi dissestati e limitato dal sipario delle reti di
recinzione. La Firenze del Mito è stata resa con le immagini
di statue classiche, in posizione solenne al centro di paesaggi particolari,
affascinanti.
L’attenzione si sofferma poi sul glamour scintillante
della moda e delle griffeinternazionali al cospetto delle antiche
vestigia, come il Duomo e Palazzo Vecchio, che si riflettono nelle vetrine dei
negozi (Firenze riflessa, Moda e oltre). Altri passaggi, Firenze
dietro la facciata e Firenze calpestata, con
l’inquadratura di personaggi sorpresi in scorci dal basso, nella dinamica degli
arti inferiori (il/la turista, i podisti, la studentessa, ecc.). “Una
collezione di opere fotografiche che fa dello scatto digitale un’idea-immagine,
un dispositivo di senso individuale e collettivo” (vedi S. Ranzi, “Pegaso”,
sett. 2014). Il percorso della Mostra si conclude con L’altra
Florentia, con immagini legate alla Firenze della speranza per il
futuro e ai suoi caratteri profondi, la geometria delle sue architetture rinascimentali
e la bellezza di un paesaggio unico.
“Il ritmo sopra tutto”
La Mostra presenta diversi passaggi
legati ai testi poetici dell’autore, a versi ripresi dalle poesie, che
fanno parte, in definitiva, dello stesso progetto creativo. Negli stessi anni
considerati dall’esposizione “Firenze, foto grafie”, prendono vita le diverse
parti dell’Antologia “Poesie 2009-2016” , Giuliano Ladolfi Editore, che ha al
centro Firenze con il suo patrimonio di affetti, di bellezze, di storia, di
racconti mitici. Insieme a queste coincidenze, è da sottolineare l’incontro del
ritmo, per un verso, delle riprese fotografiche, per l’altro, delle
composizioni poetiche.
Si propone in tal modo la visione
secondo la quale il poeta Franco Buffoni ha curato la Mostra in corso presso
il Centro d’arte contemporanea di Gallarate (GAMM) – Il ritmo sopra
tutto – dedicata alla contaminazione fra i linguaggi delle arti, a
partire da quelli delle arti visive e della poesia e a sostenere l’idea,
secondo quanto affermava Dylan Thomas, che “Il ritmo è il respiro
del’universo”. Mi ha interessato l’idea di coniugare l’arte figurativa, oggetto
precipuo del Maga, con la poesia, oggetto precipuo della mia professione,
trovando nel concetto di ritmo un denominatore comune». Nella mostra che significato
assume la parola «ritmo»? «Il termine vale tanto per le arti figurative quanto
per la poesia. Se il poeta trova il ritmo trova il soggetto, cioè trova ciò che
sta dicendo; se non lo trova, i versi che sta scrivendo non sono arte. Come è
stato detto il ritmo può sussistere di per sé, senza metro; mentre il metro non
può sussistere senza ritmo. Il ritmo è un fatto ancestrale, è il primo respiro
dell’universo, come diceva Dylan Thomas».
La Mostra è un invito a ricercare le
consonanze fra la ricerca poetica e la ricerca fotografica sui diversi volti
che rivela la città di Firenze, sul ritmo che presentano i due linguaggi.
Roberto Mosi, impegnato da anni nel
campo della fotografia, è attento all’interazione fotografia -
poesia. Passaggi importanti le mostre presso biblioteche e gallerie. I titoli
dei cicli fotografici: “NONLUOGHI” (2009), “FLORENTIA” (2010), “ITINERA”
(2011), “MITH IN FLORENCE” (2012), “FIRENZE RIFLESSA” (2013), “FIRENZE,
CALPESTATA” (2014), “FIRENZE DIETRO LA FACCIATA” (2015), “TRACCE” (2016,
dedicata ai cantieri urbani di oggi).
L’e-book “Firenze, foto grafie”,
www.laRecherche.it , documenta il lavoro realizzato. Per la poesia ha
pubblicato l’Antologia “Poesie 2009-2016”, Ladolfi Editore; nel campo del romanzo e
della saggistica, ha pubblicato “Esercizi di volo”, Europa
Edizioni, “Non oltrepassare la linea gialla”, Europa Edizioni, “Elisa Baciocchi
e il fratello Napoleone”, Edizioni Il Foglio.
Blog www.robertomosi.it www.poesia3002.blogspot.it - mosi.firenze@gmail.com
“Il ritmo sopra tutto”
RispondiEliminaLa Mostra presenta diversi passaggi legati ai testi poetici dell’autore, a versi ripresi dalle poesie, che fanno parte, in definitiva, dello stesso progetto creativo. Negli stessi anni considerati dall’esposizione “Firenze, foto grafie”, prendono vita le diverse parti dell’Antologia “Poesie 2009-2016” , Giuliano Ladolfi Editore, che ha al centro Firenze con il suo patrimonio di affetti, di bellezze, di storia, di racconti mitici. Insieme a queste coincidenze, è da sottolineare l’incontro del ritmo, per un verso, delle riprese fotografiche, per l’altro, delle composizioni poetiche.
Si propone in tal modo la visione secondo la quale il poeta Franco Buffoni ha curato la Mostra in corso presso il Centro d’arte contemporanea di Gallarate (GAMM) – Il ritmo sopra tutto – dedicata alla contaminazione fra i linguaggi delle arti, a partire da quelli delle arti visive e della poesia e a sostenere l’idea, secondo quanto affermava Dylan Thomas, che “Il ritmo è il respiro del’universo”. Mi ha interessato l’idea di coniugare l’arte figurativa, oggetto precipuo del Maga, con la poesia, oggetto precipuo della mia professione, trovando nel concetto di ritmo un denominatore comune». Nella mostra che significato assume la parola «ritmo»? «Il termine vale tanto per le arti figurative quanto per la poesia. Se il poeta trova il ritmo trova il soggetto, cioè trova ciò che sta dicendo; se non lo trova, i versi che sta scrivendo non sono arte. Come è stato detto il ritmo può sussistere di per sé, senza metro; mentre il metro non può sussistere senza ritmo. Il ritmo è un fatto ancestrale, è il primo respiro dell’universo, come diceva Dylan Thomas».
La Mostra è un invito a ricercare le consonanze fra la ricerca poetica e la ricerca fotografica sui diversi volti che rivela la città di Firenze, sul ritmo che presentano i due linguaggi.