martedì 10 aprile 2012

"Sinfonia per Populonia" mercoledì 11 aprile, ore 17. Casa di Dante - E-book LaRecherche Ilflautodi Pier Lugi Mencarelli


Link  "Sinfonia Populonia", LaRecherche


Circolo degli Artisti di Firenze – “Casa di Dante” 11 aprile 2012

Sinfonia per Populonia
Quattro tempi: Inverno, Primavera, Estate, Autunno
Raccolta di Roberto Mosi
Presenta Severino Saccardi
Musica Piero Mencarelli, flauto
Letture: Giulia Capone Braga, l’autore
Scatola teatrale e disegni: Enrico Guerrini
*
Programma dell’incontro
*
Presentazione
*
Luciano Berio, Sequenza

Inverno / origini, caos

*
Wolfang Amadeus Mozart, Andantino

Primavera / germogli, nascita

*
Wolfang Amadeus Mozart, Allegro Aperto

Estate / gioco, crescita

*
Riflessioni sulla “Sinfonia per Populonia”
*
Christoph Willibald Gluck, Lento

Autunno / tramonto, parole in fuga

*
Claude Debussy, Sirinx

Autunno / tramonto, ombre
* * *

La Sinfonia per Populonia pone particolare attenzione al suono e al ritmo della poesia, scandita in strofe di otto versi, e a un ideale collegamento con la forma della sinfonia (della forma-sonata, in particolare: esposizione del motivo, sviluppo, ripresa). La ricerca che anima Sinfonia per Populonia parte da un intreccio di linguaggi, quello della poesia, della musica e delle immagini, in sequenza, del disegno.

Per lo Zingarelli “intrecciare” vuol dire “unire in treccia”. “La treccia è una composizione di tre lunghe ciocche di capelli accavallate alternativamente, tipica acconciatura di bambini e ragazze”. La domanda: la treccia che prende forma, è più “interessante” della singola ciocca di capelli? A noi pare di sì, com’è avvenuto nell’esperienza fiorentina degli anni ’60 per la “poesia visiva”. O è tutta un’illusione?
Al centro della narrazione vi sono, per un verso, la terra di Populonia e l’eco lontana della civiltà etrusca, per l’altro, il mondo quotidiano degli affetti. Gli elementi: il mare, il variare della luce durante il giorno, l’alternarsi delle stagioni, nella natura e nella vita dell’uomo.
La narrazione rappresenta, in definitiva, un viaggio nell’esistenza dell’uomo, scandito, come nella Sinfonia, da quattro tempi, dall’alba al tramonto.

La prima parte della Sinfonia, l’Inverno: il caos delle origini, dell’ esistere, i moti della passione, per emergere, o perdersi, nella conquista del mito, incontro dell’individuo con il senso comune, condiviso, che può dare conforto alla solitudine, alla fragilità dell’io.
Sono Tagete, figlio
di Genio e di Terra.
Sono tra voi per mostrare
i segni del Cielo.” Si allontana
verso Populonia, scompare
tra le zolle. (….)

Successivamente la stagione della Primavera e il tema della rinascita della natura.
Con l’Estate il tema della crescita, della scoperta della parola e dell’’affermazione dell’io.
I girasoli circondano
la casa del mare.
Dalla loggia ascolto
il silenzio dei girasoli,
i grandi occhi gialli (…)


Infine l’Autunno, in un contrasto di luci e di ombre che si allungano sulla terra nelle ore del tramonto, rischiarate a tratti dalla ricerca della bellezza.
Ombra della Sera
figura d’uomo, nuda
allungata nella luce
del sole al tramonto. (…)


Si può dire che la Sinfonia per Populonia si distingue per l’incontro di forme e suoni di origine diversa, per il contrappunto di segni e significati di valenza diversa, nel movimento perenne, circolare della vita.

giovedì 5 aprile 2012

Marcel Proust e il viaggio

"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre,
ma nell'avere nuovi occhi."
Marcel PROUST

Una Pasqua serena e felice a tutti voi .

BLOG poesia3002.

mercoledì 4 aprile 2012

Roberto Carifi per "L'invasione" - "Poesia", aprile 2012


" Roberto Mosi vive a Firenze. E’ stato dirigente per la Cultura alla Regione Toscana. Ha pubblicato diverse raccolte di versi, molti articoli e ioere di saggistica. E’ redattore della rivista fiorentina “Testimonianze”, fondata da Ernesto Balducci.
Ora Roberto Mosi ha dato alle stampe L’invasione degli storni (Gazebo), un bel libro preceduto dalla prefazione del filosofo e poeta Giuseppe Panella che scrive: “La vita è fatta di illusioni e di sogni ,
l’altra faccia della Luna. Il Paradiso è perdersi in essa e ritrovarsi dall’altra parte. Mosi prova a raccontarci come è andato il suo viaggio dall’Inferno al Paradiso, dal mare dell’immondizia allo schermo translucido della coscienza: la sua poesia è tutta qui, resa immobile e, pur tuttavia, agitata dalla forza del desiderio di volare”.
La poesia di Mosi è alta e sublime, e L’invasione degli storni è un libro da non dimenticare.

L’ultimo chiarore scompare
l’ombra sale dalle strade,
sommerge le cupole,
le tegole dei tetti,
inghiotte il volo delle piume.
Nei nidi appesi alle grondaie
riposano i racconti del mondo,
la testa sotto le ali.

Roberto Carifi in “Poesia”, aprile 2012, pag. 77.

Libreria “LibriLiberi”, via S. Gallo 25r, Firenze.
Libreria “Edison”, piazza della Repubblica, Firenze.

domenica 1 aprile 2012

Anelli dei poeti: l'Oltrarno (e oltre). Seconda passeggiata


E quando in Palazzo Vecchio,
bello come un’agave di pietra,
salii i gradini consunti …

.
Con la lettura corale di questi versi di Pablo Neruda, ripresi dalla poesia “La città”, scritta in occasione della sua visita a Firenze nel 1951, è terminata la seconda passeggiata dedicata alla scoperta dei luoghi della poesia, organizzata da Roberto Mosi per i soci dell’Associazione ambientalista Trekking - Italia di Firenze. I versi furono dipinti su un vecchio edificio dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Salvi -– come si vede nella fotografia - da un gruppo di ricoverati.
Le tracce della storia della poesia – e dei poeti – sono vive in tanti luoghi della città ed è quanto mai suggestivo “scoprirle” e ricordarle insieme ad altri amici di avventura.


Nello stesso spazio di San Salvi, prima ci eravamo fermati presso la ex sede della Direzione sanitaria dell’Ospedale dove nel 1918 fu visitato Dino Campana e fu presa la decisione di internarlo nel manicomio di Castel Pulci, dove rimase fino alla morte. In questa sosta, è sembrato appropriato leggere: “In un momento /sono sfiorite le rose/ …” dal libro “Un viaggio chiamato amore”.

La lunga passeggiata era iniziata nel cuore del quartiere di San Frediano, presso Casa Guidi, piazza S. Felice, dimora dal 1845 della poetessa inglese Elizabeth Barrett ( “In quanti modo ti amo? Fammeli contare./..”) e del marito Robert Browning.

E’proseguita in via dei Serragli fino al Teatro degli Artigianelli per ricordare la presenza di Umberto Saba a Firenze nei giorni della Liberazione della città (“Il Teatro degli Artigianelli”: “Falce martello e la stella d’Italia/ ornano nuovi la sala. Ma quanto/ dolore per quel segno sul muro!/ ..).




Si è poi attraversato il Giardino di Boboli per arrivare al Forte di Belvedere, a Porta San Niccolò e al Giardino delle Rose arricchito di recente dalle statue dell’artista belga Jean-Michel Folon. Nel giardino, con una splendida vista sulla città, sono state lette alcune poesie dedicate a Firenze, scelte dai partecipanti, di Alexander Blok, Pablo Neruda, Dino Campana, ecc.
La seconda passeggiata per i luoghi della poesia, se per un verso è stata impegnativa, per l’altro, è stata ricca di ricordi ed emozioni.