mercoledì 27 ottobre 2021

Sulla rivista francese "Voix": "Orfeo in Fonte Santa", Ladolfi Editore - Autrice Marilyne Bertoncini





 Voci d'Italia

 Marilyne Bertocini, autrice introduzione e traduzione

 pag. 66 della Rivista ”Voix”

 Merci Mireille Diaz-Florian et François Minod pour cet espace offert à la poésie italienne, dans lequel je présente les voix de Daniele Beghè , Luca Ariano , Giancarlo Baroni Poeta , Roberto Mosi et Roberto Rivaroli.

 Grazie Mireille Diaz-Florian e Fran çoisois Minod per questo spazio offerto alla poesia italiana, nel quale presento le voci di Daniele Beghè, Luca Ariano, Giancarlo Baroni Poeta, Roberto Mosi e Roberto Rivaroli

  “Introduzione alle voci dall’Italia”

 “Cinque poeti – Luca Ariano, Roberto Mosi, Alessandro Rivali, Daniele Beghè, Giancarlo Baroni - sono lungi dal rappresentare il paesaggio della lingua italiana in questo primo quarto del 21° secolo – tutt’al più le similitudini fra le opere scelte dicono qualche cosa della scelta che ha fatto la traduttrice: tre di questi poeti sono legati alla città di Parma, tutti vivi e attivi nel nord della penisola, fra Milano Genova e Firenze. E si può supporre che nell’universo poetico di ciascuno si ritrovi l’impronta di questa situazione geografica molto urbanizzata, storicamente segnata dalla guerra, dalla resistenza, dalle violente lotte sociali degli anni di piombo, …

(In queste opere si avverte) il gusto amaro di una disfatta, della perdita di una sorta di “età dell’oro” del mondo operario, delle sue regole e dei suoi sogni. La stessa nostalgia abita l’universo di Roberto Mosi, il cui “Orfeo in Fonte Santa” dà al ricordo di un combattente della Resistenza, grazie alla profondità dei miti, la possibilità di sopravvivere nel poema. … “

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Roberto Mosi

Estratto da “Orfeo in Fonte Santa”, Ladolfi Editore

 

“IN RICORDO DI DAVID, PARTIGIANO IN FONTE SANTA”

 

II

Le chant me prend, me pousse

à chanter le passage du temps

dans le bois sacré de Fonte Santa.

J’accorde ma voix au son

des eaux, au souffle du vent,

au frémissement des feuilles, guidé

par la musique de la flûte d’or.

 

Il brille le tourbillon du silence,

arbres, pierres enchantées, bras

de lumière glissant à travers les branches,

se reflétent dans le miroir de la source

figures, mythes colorés.

 

L’illusion s’unit

à la connaissance, apparaissent

des images inconnues:

la source ignore qu’elle contemple

elle-même et le reflet d’un dieu.

 

(Traduzione di Marilyne Bertoncini; Rivista “Voix”, n. 6/2021)

 

II.

Il canto mi prende, mi porta

a cantare lo scorrere del tempo

nel bosco sacro di Fonte Santa,

accordo la mia voce al suono

delle acque, al respiro del vento,

al vibrare delle foglie, guidato

dalla musica del flauto d’oro.

 

Brilla il vortice del silenzio,

alberi, pietre incantate, braccia

di luce scivolano per i rami,

riflettono nello specchio della fonte

figure, miti colorati.

 

L’inganno si congiunge

alla conoscenza, appaiono

immagini sconosciute:

la fonte non sa di contemplare

sé stessa e il riflesso di un dio.



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Video presentazione - Link

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Recensione di Sonia Salsi di “Orfeo in Fonte Santa”

pubblicata da “La Toscana. Nuova”, novembre 2019, n. 10, pag. 19

 

ORFEO IN FONTE SANTA di ROBERTO MOSI: incontro di Mito, Storia, Poesia

 

Orfeo in Fonte Santa: Poemetto, Stanze per la celebrazione del Mito che si fa Storia, della Storia che diventa Mito, della circolarità dell'acqua della fonte in cui tutto scorre e tutto ritorna; per la celebrazione della Poesia (1).

Una “narrazione”, questa di Roberto Mosi, che segue una cronologia distesa nel tempo, ma al di fuori del Tempo: alla fonte sostarono popoli antichi, per mercatura e per transumanza, genti del nostro tempo che fuggivano dal vortice della guerra o che hanno portato la morte:” Incredibile la morte/ fra i castagni, in file parallele. Dalla fonte passa gente dell'oggi, gente inconsapevole che non si sofferma, come era- invece- costume dei Pastori Antellesi: sostavano “le allegre brigate” alla Fonte dei Baci, la Fonte dai tanti nomi, testimoni della sua presenza in un luogo, in uno spazio della Toscana, che si fa luogo del Mito: Fonte Santa è a Delfi, è l'omphalos della Poesia, è il luogo di Orfeo. Da Orfeo muove la musica della parola, da Orfeo muove, storicamente, il melodramma con l'Euridice di Caccini, con l'Orfeo di Monteverdi e di Gluck; musiche che ci sembra di ascoltare, in sottotraccia, nei versi di Michelangelo Buonarroti il Giovane, nei versi di Roberto Mosi.

Fonte Santa, luogo della sacralità, dell'incontro fra l'umano e il divino, fra il passato e il presente: “Offrirò il suono dei ricordi per il canto dell'esistenza”. Esistenza-assenza che si trasforma in tante realtà storicamente individuabili, ma increspata nel tempo sospeso del mito: “Una bandiera rossa David nascose/ fra i muri del rifugio/ a Fonte Santa. Rossa sventola/ dalla finestra della casa/ per la libertà ritrovata.” Nascondimento e rinascita: epica che si fa mito, la Brigata di David che ci riporta alle brigate dei Pastori Antellesi, in una sorta di atemporale sincretismo.

 

Le immagini fotografiche coronano le parole della Poesia, mostrano i luoghi, le atmosfere che essa celebra. Tra contrasti cromatici e nuances appaiono due figure: Orfeo e la Fonte, novella Flora, si incontrano, nell'incontro fra tecnologia contemporanea e Simboli senza tempo. Il bosco di Fonte Santa li avvolge; in lontananza “le geometrie magiche della Cupola”, pernio perfetto dell’“anello delle colline”.

“La fonte non sa di contemplare/ sé stessa e il riflesso di un dio”. Il poeta è il riflesso di un dio, come Ovidio, come Rilke, poeti cantori di Orfeo. Le sue parole non sono altisonanti, scorrono pianamente, in fluido ritmo, in spontanea e coltivata musicalità, aulica e quotidiana insieme. Poesia consapevole di sé; altamente intellettuale, non intellettualistica, non ostentatrice di cultura, ma scaturita da una sapienza che trova nell'Antico le chiavi di interpretazione della Contemporaneità.

Parole dell’oggi irrompono ogni tanto (bombe, aerei, moto...) e subito entrano in un ritmo atemporale: i “gruppi sgranati sul sentiero” riuniti per una gara sportiva a Fonte Santa hanno “in bocca il sapore della rosa canina”, come i mercanti e i pellegrini etruschi. Come noi lettori.

 

Riuniti insieme all'Autore, in una recente iniziativa, da lui promossa presso il Circolo Culturale Antella, abbiamo “incontrato”, in condivisa armonia, Orfeo e David, “partigiano in Fonte Santa”, dedicatario del poemetto, legato da affetto e parentela a Roberto Mosi.

Fu David a nascondere la bandiera rossa nel rifugio partigiano di Fonte Santa; la sua storia di antifascista, rievocata dalla figlia Giovanna, le sue vicende, trasposte in una dimensione mitica, sono diventate humus di ispirazione poetica per Mosi.  L'autore stesso, insieme a Daniele Torrini, ne ha letto un florilegio, mentre il pittore Enrico Guerrini ne traduceva in immagini le parole.

Le belle foto di Mosi stesso, scattate in Fonte Santa, scorrevano, insieme a riferimenti preraffaelliti di acque, ninfe e pastori, e insieme a “frammenti “dei sonetti, nel filmato introduttivo “Con Orfeo sulla via delle Maremme” a cura di Virginia Bazzechi.

Lo studioso  Massimo Casprini ha dato spessore storico, ai Pastori Antellesi evocati nel primo sonetto, che hanno veramente vissuto nel territorio, testimoni del passaggio tra Manierismo e Barocco.

 Il Mito, la Storia, il tempo si sono uniti nel Tempo della Poesia di Roberto Mosi.

                                Sonia Salsi




 

 

martedì 26 ottobre 2021

Il progetto “Promethéus”, poesia, arte di strada, scienza

        

Prometeo Incatenato - Opera di Enrico Guerrini

        Merita visitare il murale del pittore Enrico Guerrini, street artist, a metà del giorno, quando i raggi del sole si sollevano dal verde degli alberi sulle rive dell’Arno: i colori prendono una luce squillante, portano l’eco delle voci delle ragazze e dei ragazzi della Scuola Media Maltoni di Pontassieve che con il pittore hanno lavorato al progetto di questo grande racconto pittorico, approfondendo gli argomenti, raccogliendo preziose testimonianze, esprimendo emozioni e riflessioni.



       Il tema dei murales, del loro diffondersi e accendere di colori le città di tutto il mondo, ci interessa particolarmente e lo stiamo approfondendo con il progetto “Promethéus”, come vedremo più avanti.

Nell’incontro con le classi, dunque, Enrico Guerrini ha fissato i primi bozzetti, ha raccolto commenti, frasi, che poi hanno trovato vita, respiro nel murale del Parco Fluviale sull’Arno. L’autore ha detto, in occasione dell’inaugurazione, che aveva tenuto a dare una particolare luce ai colori per rendere ancora più ravvicinato il dialogo e le emozioni degli studenti.

L’opera abbraccia venti metri del muro che fa da contrafforte alla strada a scorrimento veloce a fianco del Parco Fluviale.





Questo lavoro, che va ad arricchire la civile comunità di Pontassieve, conferma la maturità di espressione dell’autore, impegnato in un percorso di ricerca personale dai caratteri originali, capace di consegnarci un’opera “fragile”, esposta come ogni murale all’aria e all’intemperie ma “solida” nel comunicare con forza i valori della solidarietà e della salvaguardia dei diritti umani, partendo dall’incontro con i cittadini più giovani.











L'opera è stata inaugurata il 3 ottobre dal sindaco di Pontassieve, con la partecipazione degli studenti e degli insegnanti, delle famiglie, in occasione del giorno della solidarietà e del ricordo del naufragio di 368 immigrati nelle acque dell'isola di Lampedusa: in maniera significativa e commovente, al termine dell'incontro un giovane immigrato residente nella cittadina toscana, in un punto dove si incontrano l'Arno e la Sieve, ha fatto scendere nelle acque una corona di fiori.




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Il Prometeo Incatenato di Eschilo


Personalmente ho consegnato al pittore Enrico Guerrini la mia poesia

sulla tragedia di Lampedusa, tratta dalla Raccolta “Navicello Etrusco” (Il Foglio), che oggi fa parte del depliant che illustra il murale di Pontassieve:


                                                        Il traghetto per Lampedusa

Parte a mezzanotte il traghetto

da Trapani per Lampedusa

il mare dei 305 figli annegati

.

Stabat Mater dolorósa

iuxta crucem lacrimósa,

dum pendébat Fílius.

.

Cerco dalla nave 305 stelle

sul cielo dell’Africa,

le parole della preghiera

.

Vidit suum dulcem natum

moriéntem desolátum,

dum emísit spíritum.

.

Sono sul camion, quindici giorni

da Tamara a Misurata

tempesta di sabbia, violenze

.

Eia, mater, fons amóris,

me sentíre vim dolóris

fac, ut tecum lúgeam.

.

Sono nascosto fra le dune

in attesa del barcone

bagliori lancinanti di speranza

.

Sancta Mater, istud agas,

crucifíxi fige plagas

cordi meo válide.

.

Sono sul barcone carico di esistenze

da Misurata a Lampedusa

odore di nafta, paura, fame

.

Fac me vere tecum pie flere,

Crucifíxo condolére

donec ego víxero.

.

Sono nell’urlo dei disperati

le onde mi sbattono contro il relitto

sprofondo, conquisto la pace.

.

Sul silenzio del mare

il bisbiglio di mille preghiere

l’urlo assordante dei tamburi.

.

    Con il progetto “Prometheus”, al quale abbiamo prima accennato, facciamo riferimento al mito di Prometeo e del dono del fuoco agli uomini, alla quale si sono ispirati i lavori presenti alla Mostra dell'Officina del Mito, aperta nell'ottobre 2020, in una delle pause concesse dall'imperversare della pandemia. Ci sembra che questo passaggio sia ben illustrato da “Literary”, alla pagina:

http://www.literary.it/occhio/dati/mosi_rob/2020/39-il%20fuoco%20di%20prometeo/il_fuoco_di_prometeo.html

Il progetto è animato dal pensiero ripreso dalla tragedia di Eschilo “Prometeo incatenato” : il dono del titano agli uomini è rappresentato dai “segni intrecciati” e dal “calcolo”, che nei termini di oggi traduciamo dell' “arte” - dell'arte di strada , in particolare, che colora di colori brillanti tante parte delle nostre città – e della “scienza” , così decisiva oggi per vincere la catastrofe della pandemia. 




        Al centro del progetto si pone il nostro libro di poesia “Promethéus. Il dono del fuoco” (Ladolfi Edizioni, 2021): il racconto poetico illustra percorsi alla scoperta dei murales nelle città e all'incontro con la storia della scienza. Una pagina di “Literary” illustra il recente incontro alla “Casa di Dante” di Firenze, per presentare il libro e illustrare questa visione poetica:

http://www.literary.it/occhio/dati/mosi_rob/2021/36-ptometheus/prometheus%20il%20dono%20del%20fuoco.html

Il prossimo passaggio del progetto dedicato di Prometeo prevede, infine, la realizzazione di uno spettacolo dedicato alle suggestioni del mito, animato da molteplici forme espressive, dalla poesia, all' “arte di strada” di Enrico Guerrini, 













alle canzoni del giovane cantautore, Francesco Rainero, 

un nuovo argonauta sulla nave diretta all' isola che non c'è.




















martedì 19 ottobre 2021

Sinfonia per “la Città della Follia” - L' ex Ospedale di San Salvi - Literary Link

 


Literary link

Domenica mattina, 18 ottobre, siamo ritornati a visitare l’area dell’ex Ospedale psichiatrico di San Salvi spinti dallo sviluppo del progetto legato al libro “Sinfonia per San Salvi. Variazioni per parole e musica“, “Litania su Piombino”, 


    di Roberto Mosi, interventi di Gordiano Lupi e Nicoletta Manetti, Progetto di Nicoletta Manetti e Roberto Mosi, Edizioni Il Foglio, Piombino 2020; un libro ricco di trenta immagini fotografiche in bianco e nero, dedicato a Carmelo Pellicanò, l’ultimo direttore dell’Ospedale Psichiatrico. 



    Diversi i motivi per questo ritorno in un luogo di memoria viva e dolente per la città, fortemente articolato con edifici storici che risalgono al medioevo - la chiesa di San Salvi e la lapide all’ingresso che riporta i versi di Dante sulla tragica fine di Corso Donati, il capo dei Guelfi Bianchi (Purg. XXIV, 82-87) – vecchi edifici destinati oggi a servizi sanitari (con aree riservate recentemente agli interventi contro la pandemia), sociali, scolastici, ricreativi, accanto a padiglioni degli antichi servizi manicomiali, circondati da transenne, che, in parte, stanno andando in malora, con crolli parziali e l’assalto vigoroso della vegetazione, delle erbacce.



    Ci ha sorpreso l’aria di festa della domenica mattina, la pacifica invasione dei viali, degli spazi verdi, per lo più ben curati, degli abitanti del quartiere che passeggiano, giocano con i bambini, corrono, vanno in bicicletta, portano a spasso i loro cani. Abbiamo poi scoperto la novità della segnaletica storica posta su ogni edificio dalla ASL grazie ad un progetto finanziato dal Ministero della Cultura, con cartelli che aiutano ad orientarsi nella mappa della “città della follia”: c'è da dire che ora San Salvi “parla”, rende possibile orientarsi nei suoi intricati percorsi storici, anche se da parte di molti è stato osservato che si tratta di una lingua fredda, asettica. 



E' da riprendere la polemica che si è sviluppata sui giornali questa estate ( si veda: https://www.pressreader.com/italy/corriere-fiorentino/20210805/281749862404772 ) e soffermarci sulle parole dell'antropologo Pietro Clemente: “Gli ospedali psichiatrici non erano carceri né campi di concentramento ma ne condividevano alcuni tratti. Dov'è tutto questo in quelle scritte asettiche, senza odore di umanità, che sembrano elogiare le architetture e nascondere la vita? Spero vivamente che una critica pubblica porti a sostituirle prima possibile con testi più profondi e adeguati.”



    Ad ogni ritorno a San Salvi, ci portiamo dietro l’eco delle ricerche che abbiamo fatto sul passato di questi luoghi, ci ritornano alla mente, pressanti, ad ogni incontro con qualche particolare delle presenze di oggi, le diverse parti del libro Sinfonia per San Salvi, dai temi della Terra Desolata, al dolore vivo espresso dalla Terra Follia, al respiro nuovo della Terra Liberata, alle speranze della Terra Riconquistata - con il profumo del mare che ci portano i versi di Gordiano Lupi Sinfonia su Piombino; alla parte finale Sogno di Robert Schumann, dedicato a Carmelo Pellicanò dai figli Gianna, Rosaria, Pierluigi ed Emanuele.



    Un nuovo passaggio, dunque, del progetto legato a Sinfonia per San Salvi, è illustrato da Umberto Zanarelli, musicista, direttore artistico dei programmi del Museo CAD - Amalia Ciardi Duprè di via degli Artisti 54r a Firenze, nel foglio trimestrale dell’istituto:

Uno dei prossimi impegni assieme a Roberto Mosi, sarà quello di mettere in scena, con la collaborazione della poetessa e scrittrice Nicoletta Manetti, uno degli ultimi libri scritti da Mosi Sinfonia per San Salvi. Variazioni per parole e musica. Litania su Piombino, opera questa nella quale Mosi ci coinvolge all’interno dell’ex manicomio di Firenze in un non-luogo legato ai processi di resistenza contro la disumanità dell’uomo” (Dal Trimestrale del Museo CAD, ott. - dic. 2021). 


    Una componente importante poi del progetto è rappresentata dalle analisi critiche, dalle recensioni che più commentatori hanno formulando sui contenuti del libro. Ci ha colpito particolarmente il recente scritto di Sylvia Zanotto, artista e critico letterario, riportato da Literary 11-10-2021, che si presenta con il titolo:

IO LEGGO DI TUTTO, DAPPERTUTTO E SEMPRE.

E TU?

Sinfonia per San Salvi

Consiglio di Sylvia Zanotto


    Ci ha fatto piacere nella nostra visita di domenica mattina a San Salvi, portare con noi il testo della recensione di Sylvia, raggiungere all'estremità del parco il Padiglione delle “Agitate” e leggerlo, con voce sommessa, ancora una volta, davanti all'edificio in disfacimento, nel giardino invaso dalle erbacce, con l'agave piegata su se stessa per il freddo precoce della stagione:



"Ci sono luoghi che richiedono parole speciali. Abitate dalla magia. Dagli alberi. Noi siamo esseri vegetali al settanta percento, dicono alcuni. E con questa sapienza ci avventuriamo nel parco di San Salvi. La follia è stata qui. Ha colorato le sue piante con pensieri e parole senza casa. Solo un luogo di passaggio. Lontano dai familiari che si vergognano della pazzia. Ma chi è il vero folle? Cosa nasconde nelle sue lettere questa parola? Fantasia? Orizzonti? Luce? Lava? Emozioni? Sto divagando? Può darsi. Anche “Sinfonia per San Salvi” divaga. È un dolce modo di allontanarsi dal comune buonsenso. Quello che Roberto Mosi chiama ‘poesia aumentata’. Poeta e fotografo, Roberto Mosi ci propone un’opera davvero originale. Inclassificabile. Di rara bellezza. Il titolo stesso invoca arte e purezza. “Sinfonia per San Salvi”, con il sottotitolo “Variazioni per parole e musica. Litania per Piombino”; è dedicata a Carmelo Pellicanò, ultimo direttore dell’ospedale psichiatrico di Firenze ed è illustrato da 28 fotografie in bianco e nero. Le foto si focalizzano su uno dei padiglioni della vecchia struttura ospedaliera. L’opera non nasce a caso. È il frutto di una collaborazione con Nicoletta Manetti, poetessa e scrittrice e Gordiano Lupi, direttore della casa editrice, Il Foglio. Nicoletta, con eleganza e sapienza ricostruisce legami poetici con la storia o la polvere, Giordano con la sua “Litania su Piombino” si affaccia sul nostro mare Tirreno. Una sinfonia d’altronde si avvale di più mani. Che vibrano. Che fanno vibrare. 



Così non ci stupiamo se la poesia ‘aumenta’ con T. S. Eliot, con Neruda, con Alda Merini, Dino Campana, Giorgio Caproni. La Genova città intera, diventa Piombino città ferriera. La terra desolata di Eliot, che ha messo in crisi la poesia del dopoguerra, è qui un pretesto per parlare di follia, di magia, di sogni, di piani che si sovrappongono, si completano, si compenetrano. Roberto Mosi per non dimenticare un pezzo della nostra storia, decide di ricordare in termini poetici oltre ogni limite e confine. Con l’ausilio della fotografia. Della musica. Della commistione di generi. Dell’aumento. Sì. Quando si mescolano i generi, si richiamano i poeti dal passato, si scrivono nuovi versi ispirati al vecchio frammisto di noi, si fotografano luoghi del dolore, luoghi dell’abbandono. Si palesa una dimensione in più. Difficile da contenere nelle parole. Ecco perché Roberto Mosi dilata essere e emozioni e cerca di spiegarlo con quello che definisce ‘poesia aumentata’. E va oltre: cosa di meglio di una sinfonia? Sinfonia deriva dal greco e all’origine designava l’accordo dei suoni, il che implicava la capacità dei musicisti di suonare insieme. L’orchestra per produrre la sinfonia deve saper ascoltare gli altri strumenti, saper prevedere condivisione, inclusione dell’altro, senso di comunione d’intenti. Tutto questo diventa sinfonia. Come sappiamo la sinfonia è fra le forme musicali più complete. Eppure non è perfetta. Porta in sé i germi della follia, dell’unicità. Della sua capacità in trasformarsi in opera unica. D’arte. Un vero e proprio bijou. 



Questo scopriamo nello splendido libro che mescola tutto quello che può, con arte e maestria, trasformandolo poi in poesia. Mi ritrovo a leggere a voce alta brani del libro. Il suono apre a nuove visioni, laddove l’essenza delle vite non incluse si manifesta oltre il ricordarle. È un dolce tornare. Un dolce andare. E intanto la sinfonia si snoda in tutti i suoi movimenti. Portando il senso del dolore, della follia in ogni gesto quotidiano che si tinge grossolanamente di normalità. Scopriamo l’errore che commettiamo ancora: allontanare il diverso. Non essere diverso. La forma perfetta non esiste e anche se rimane un sogno, noi amiamo sognare. Con Roberto. Con Nicoletta. Con Giordano. I poeti. Ma anche con i medici come Carmelo Pellicanò, ultimo direttore di San Salvi, che tanto ha dato ai suoi ospiti, mai da lui considerati gli ultimi. Un non-luogo. Un respiro in quattro tempi. Con Ouverture. E una carezza al cuore. Peccato che chi un tempo era qui, ai margini di una società perbenista non possa sentirne la musicalità. Noi ci adoperiamo con gioia a interpretare il senso della parola ‘aumentata’ e ci piace sognare che questa sua qualità arrivi anche laddove l’umano diventa altro. Quell’altro sconosciuto. Che richiama l’altro. In continua vibrazione. Respiro felice l’aria ‘aumentata’. Richiudo il libro del non-luogo, ma ormai sono come lievitata in luoghi che non esistono forse nel mondo reale, ma che sanno accogliere l’anima."

E' sembrato naturale affidare il suono di queste parole al silenzio e alle ombre del padiglione e del giardino che lo circonda, per rendere ancora una volta omaggio alla sofferenza di tante vite che qui si sono incrociate. E' da notare che sono state pubblicate varie recensioni sul libro Sinfonia per San Salvi (vedi: http://www.literary.it/autori/dati/mosi_rob/roberto_mosi.html); fra gli interventi, quelli di Franca Alaimo, Flavia Buldrini, Mariagrazia Carraroli, Luigi Fontanella, Annalisa Macchia, Luciano Nanni, Silvia Ranzi; 











sono stati realizzati video di presentazione del libro, fra i quali: Variazioni per parole e musica - Immagini da San Salvi (https://www.youtube.com/watch?v=auVpkFhoSzw ); Sinfonia per l'ex-Manicomio San Salvi di Firenze - Metafore e memoria, a cura di Angiolo Pergolini (https://www.youtube.com/watch?v=QuIQYxszkDk ); Una rosa rossa, da "Sinfonia per l'ex-Manicomio di San Salvi (https://www.youtube.com/watch?v=GRnB9a3qF-k ); Litania su Piombino (https://www.youtube.com/watch?v=TKX777M9Wf4 ).  


Nicoletta Manetti, co - protagonista del progetto Sinfonia per San Salvi, ha svolto queste considerazioni sul lavoro già realizzato e le nostre aspettative:


    "Già il progetto iniziale, grazie all’invito di Roberto Mosi a collaborare in “Sinfonia per San Salvi”, è stato magico: un’immersione profonda in un mondo fino allora sfiorato troppo distrattamente, immaginato. Rileggere Campana, la Merini, Tobino. Scoprire “L’elogio delle erbacce” di Richard Mabey che ti stravolge l’ottica, ti spiazza. E i documenti. La “corrispondenza negata”. Realtà irreale. O irrealtà realmente esistita? E poi è stato il tempo del lavoro condiviso, le fotografie di Roberto (i murales sui padiglioni, le sbarre penetrate dalla vegetazione spontanea che reclama sempre e comunque vita, addobbi natalizi dimenticati affissi a un chiodo), la scelta dei testi, lo scrivere i nostri. Immedesimandosi, quasi in preghiera." 



    "Quella mattina che minacciava pioggia fu perfetta per registrare il nostro video: Angiolo Pergolini colse anche il respiro dell’erba, l’abbaiare lontano dei cani, il monito puntuto dell’agave a guardia, vicino alla rete che separa dalla ferrovia. Avevamo i brividi. E non di freddo. Emozione pura.

    Come quella di un mattino nella Pinacoteca della Casa di Dante, a scambiarci la pelle col Maestro Umberto Zanarelli, seduto al pianoforte. Noi le parole, lui la musica. Fu uno scambio veloce, ma profondo. Sentii l’elettricità dello scambio, di quando incontri chi ha capito tutto e te lo rende, lo plasma, lo traduce in altra forma.

    Poi ci è stata imposta, aimè, una sosta. Ma a volte l’attesa infiamma ancora di più. E io davvero non vedo l’ora di poter condividere “Sinfonia per San Salvi” tutti e tre insieme, Roberto, Umberto ed io, con chi ha voglia di entrare con noi in questo mondo che non è solo dolore. Ma spesso solo natura prorompente che non conosce argini. Tre voci, le nostre, in omaggio a centinaia, a migliaia di voci".



    Il progetto dunque di approfondire e divulgare i temi del libro Sinfonia per San Salvi sta facendo passi in avanti e auspichiamo che presto “vada in scena” al Museo CAD - Amalia Ciardi Duprè, la presentazione del libro con la regia dell'amico musicista Umberto Zanarelli, sul filo di un impegno per continuare a tessere un importante tassello della nostra memoria collettiva.