venerdì 30 agosto 2013

E' morto Séamus Heaney, Premio Nobel per la Letteratura

 
 
DUBLINO - Lutto nel mondo della cultura internazionale: è morto il grande poeta irlandese Séamus Heaney, premio Nobel per la Letteratura nel 1995, tra i massimi esponenti del rinascimento poetico irlandese.
 
Nato il 13 aprile del 1939 a Castledawson, nell'Irlanda del Nord, da una famiglia cattolica, studia a Belfast e si laurea in lettere. Nel 1976 si stabilisce a Dublino dove insegna letteratura inglese fino al 1984, quando si trasferisce all'Università di Harvard. Nel 1989 vince la cattedra di poesia a Oxford.

"Scavando nella cultura, nel paesaggio e nei miti irlandesi, Heaney ne fa materia per quello che è stato definito il Rinascimento poetico irlandese. E "Scavando" è il titolo di uno dei suoi componimenti più famosi:
 "Ma io non ho la vanga per seguire uomini così
Tra l'indice e il pollice
Ho la penna.
Scaverò con quella".
Autore di North, considerato il suo capolavoro, Heaney pubblica la sua prima raccolta poetica, Morte di un naturalista, nel 1966. Fra gli altri suo titoli Electric light, District and Circle e Catena Umana del 2011, pubblicato sempre da Mondadori che sta lavorando a un Meridiano sulla sua opera completa."
 
Nel 1995 vince il Nobel. Il comitato di Stoccolma lo premia con la seguente motivazione: "Bellezza lirica e profondità morale, che esalta i miracoli quotidiani e il passato vivente". Heaney è stato il terzo irlandese a vincere il Nobel per la letteratura, dopo Yeats e Samuel Beckett.
 
 
District e Circle
 
"Motivetti da uno zufolo nella metropolitana
s'avvoltolavano su per il corridoio che avrei sceso
per ritrovare, come sempre,
lui a osservarmi, sulle piastrelle, berretto di lato,
le dita levate, gli occhi nei miei occhi,
uno sguardo senza accusa che non avrei evitato,
o non ancora, dacchè entrambi eravamo lì
per vedere da noi stessi.
                                        Tra i saltelli e i ghirigori della musica ... "


venerdì 23 agosto 2013

Proust e la pittura dei Salon alla Casa di Dante

 

    Circolo degli Artisti "Casa di Dante"  - 8 ottobre 2013

R. Mosi: La Recherche di Marcel Proust

La pittura dei Salon, le passeggiate di Combray, la cucina di Françoise

 

E' di grande fascino la figura dello scrittore francese Marcel Proust più diffuso e tradotto nel mondo ed uno dei più importanti della letteratura del ‘900, nato a Parigi nel 1871 e morto nella stessa città nel 1922.

Uno dei passaggi importanti della sua esistenza, la morte della madre, nel 1905: l’autore cambia vita, l’asma lo tortura sempre più, si isola, fodera la stanza dove lavora, di sughero, contro il rumore. Inizia a scrivere il grande affresco narrativo Alla ricerca del tempo perduto, composto da sette libri. Fino alla morte vive praticamente relegato, dice lui, “come nell’arca di Noè”. Il primo libro, Dalla parte di Swann, è pronto nel 1911 ma nessuno editore vuole pubblicarlo. E’ stampato nel 1913 a sue spese. Il secondo libro, All’ombra delle fanciulle in fiore, ottiene il premio Goncourt.

Per Proust la memoria involontaria, o sensoriale, a differenza di quella volontaria, cattura con una sensazione l’essenza della vita. Questo passaggio, porta alla vittoria sul tempo e ad affermare la coscienza come unico elemento che vince la materia e porta alla verità e alla felicità. Ricordare è creare. L’arte, rappresentata nel romanzo dalla scrittura del narratore che parla della propria esperienza, fissa quel risveglio di sensazioni che permette alla memoria di riandare al passato.

 Rinchiuso nella sua camera, “nell’arca di Noè”, Proust ascolta meglio le voci interne dell’io: “Più tardi mi ammalai molto spesso e per molti giorni dovetti rimanere nell’ “arca”. Capii allora che mai Noè potè vedere il mondo così bene come dall’arca, nonostante che fosse chiusa e che facesse notte in terra.”

Solo all’artista sarà possibile conoscere la verità, conoscere il segreto e solo all’arte esprimerlo. Ne Il tempo ritrovato, l’ultimo libro del romanzo, il narratore scopre infine la verità e il suo significato grazie all’arte, che fissa il passato che altrimenti sarebbe condannato alla distruzione.

All’incontro al Circolo degli Artisti dell'8 ottobre, Roberto Mosi ha illustrato queste considerazioni e si è soffermato sugli approfondimenti dell’opera di Marcel Proust già svolti, nella forma di un “racconto poetico”, in occasione dei periodici contributi presentati alla Rivista online www.laReccherche.it , raccolti ogni anno in uno specifico eBook, alla ricorrenza del 10 luglio, data della nascita dello scrittore francese. 
 


La cucina di Françoise

 Wunderkammer
….

Cucina miraggio
per la memoria della gola,
il sapore della lettura
mischiata al gusto dei sapori,
i lamponi del Signor Swann
la torta alle mandorle
la crema al cioccolato
l’impasto per la petite madeleine.
 

Anno 2012  “Da Illiers a Cabourg. L’impronta di Marcel Proust nel cuore della Francia”
 

Le passeggiate di Combray
I campanili di Martinville
….
Erano lontani, irraggiungibili.
D’improvviso eravamo davanti
alla Chiesa di Martinville.
Riprendemmo il cammino
e scorsi per l’ultima volta
i campanili ad una curva
della strada: le loro linee
e superfici illuminate dal sole,
quasi fossero una scorza:
si squarciarono, mi apparve
qualcosa che era nascosto.
…..
 

Anno 2013 “Salon Proust”
 

La pittura dei Salon
Il silenzio dipinto delle pagine

….

Silenzio seducente del quadro
nel rumore di folla del Salone.
Scopro metafore fissate
tra le frasi delle immagini,
pittore senza arte, compongo
dall’arte di più pittori
da un frammento del mondo
                                                         da artifici di immagini
da prospettive inattese.
Comprendo, trasformo
catturo la mia pittura
penetrando  nei quadri.
Dipingo con la parola
per pennello la parola
per trama la tela della parola
per colore il suono della parola.


 

 

 

 

sabato 17 agosto 2013

LA VITA FA RUMORE, a La Citè




Corteo del  5 luglio



Silenzio, ombre sedute
sugli scaffali de La Citè
nelle pagine del Cafè
Libreria, sul pianoforte
fra divani e abat-jour.
Salva la pubblica quiete. 

Il proclama del giudice:
“Chiuso: nove della sera
sette del mattino.
Disturbo alla quiete.”
Buonanotte Firenze!
Un colpo alla cultura. 

La cultura è nell’aria
suono delle voci
musica, fruscio di idee.
Non porta degrado
confonde facce di pietra
i devoti degli schermi.



Viva nel cuore di Firenze
per la passione, gli occhi
sfrontati dei giovani.
Si spalanca la porta:
in corteo. Si parla dell’essere
alla città dell’avere. 

Rabbia, lavoro che muore
oltre il progetto di anni
oltre l'atmosfera oggi
vincente. Senza vetture
Ferrari in mostra
sul Ponte Vecchio.



S'inchiodano cartelli
sul sagrato del Carmine
nell’afa di luglio:
“No alla città vetrina”
“La noia modella la normalità”
“Adotta un libraio”.



Si muove il corteo :
l’altoparlante
canta Brazil Brazil.
Il corteo ondeggia, ritmo
di samba, le carrozzine
avanti a zig zag.
                  


Riprende il ritmo la ragazza
sul tetto dell’Ape,
il trampoliere sulla bici,
i cani al guinzaglio.
Si distende l’orchestra,
cappelli di paglia.
                       
Al centro la tromba
in basso, in alto
teste, braccia, cartelli,
il risciò a pedali,
di nappe e bandiere,
seguono il movimento.




San Frediano alle finestre,
danzano ragazze,
ragazzi a torso nudo
al ritmo dell’orchestra,
si sbracciano, saluti
i pollici in alto.




Piazze, vie tra ali di folla,
blocca il traffico la polizia
ronzano le radio.
Piazza della Passera:
recitano due ragazze
sul tavolo del ristorante. 

Le parole al giudice:
“Escono nella notte
da La Citè e ridono.
Che hanno da ridere?
Chiudano alle ventidue,
musica di Bach, di Mozart!” 

Urla, fischi: “La vita
fa rumore, fa rumore!”
Il corteo avanza,
Santo Spirito: “La piazza
che vive il degrado”,
ironia dell’altoparlante.



Sara al centro,
una figura del Botticelli,
parla di libri, musica,
incontri, concerti.
Ferrari al Ponte Vecchio?
No a un caffè libreria?                      
                    

Due gitane, vestiti rossi
battono le mani,
musica, flamenco
sul sagrato della Chiesa.
La facciata apre le ali
nell’armonia delle volute. 

Roberto Mosi, 10 agosto 2013

domenica 4 agosto 2013

"La principessa Elisa Baciocchi" - Teatro - Racconto per nove azioni teatrali e musica

 A Casa del Vento, nei pressi di Pratolino, non lontano da Firenze, si è tenuto lo spettacolo “La principessa Elisa Baciocchi” tratto dal libro di Roberto Mosi Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone (Ed. Il Foglio, 2013). Interprete un gruppo di amiche appassionate di teatro, Giulia, Eliana, Gabriella, Emanuela, Simonetta. Renato ha svolto il ruolo di voce narrante.
Lo spettacolo si è tenuto all’aperto, ai margini di un prato incorniciato dalle stelle. Il racconto teatrale si è unito al respiro delle musiche di Berlioz, Lully, Paganini, Mendelssohn Bartholdy, Beethoven e Malher.
Le scene sono legate alle vicende della principessa Elisa, donna intraprendente e appassionata, alla quale Napoleone affidò il governo dei principati di Lucca e Piombino, di Massa e, poi, dell’intera Toscana.  
Lo spettacolo parla della sua passione per il teatro, per le arti, della sua intraprendenza nelle vicende dell’amore, dei cambiamenti civili, economici – da moderna imprenditrice – amministrativi, che introdusse nei territori governati.

Lo spettacolo parla anche del periodo triste della sconfitta e della perdita del potere – nel momento in cui il fratello è travolto in tutta Europa dagli eserciti alleati – periodo nel quale sono messi a dura prova il suo coraggio. Riuscirà a ricrearsi una vita a Trieste , a Villa Vicentina,  con la figlia, gli amici,  le passioni per le arti e il teatro, fino al bagno fatale nelle acque termali di Monfalcone.
 
L’ultima scena dello spettacolo la vede ancora - come all’inizio, quando si apre il sipario – recitare con grande passione la storia d'amore di “Fedra”, da Racine: 

« Un poison que Médée apporta dans Athènes.
Déjà jusqu’à mon coeur le venin parvenu
Dans ce coeur expirant jette un froid inconnu;
Déjà je ne vois plus qu’à travers un nuage
Et le ciel et l’époux que ma présence outrage;
Et la mort, à mes yeux dérobant la clarté,
Rend au jour, qu’ils souillaient, toute sa pureté. »