Link Notte della Follia LUCCA
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Roberto Mosi, "Esercizi di volo", Europa Edizioni, o della Festa dellaFollia LINK
Con “Esercizi di volo” si
riprende il percorso intrapreso con Non oltrepassare la linea gialla. Il
rapporto del protagonista – impegnato in “Esercizi di volo” – con la sua
terapeuta, mette in scena l'espediente dell potere curativo della scrittura. In
una fascinosa ambientazione sulle sponde dell'Adige, si sviluppano i
preparativi per “La festa della follia”; in questo contesto, non mancano i
riferimenti a classici del pensiero (Erasmo da Rotterdam), della letteratura
(Ariosto, Cervantes, Rabelais) e della poesia (Dino Campana). Un piccolo libro
per dimensioni, ma che fa esplodere un immaginario potente ed evocativo.
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“Una follia splendida”
Recensione di Annalisa Macchia
Chi conosce Roberto Mosi, la sua vasta cultura orientata in
vari settori dell’arte e il suo grande impegno speso per diffonderla, segni
inequivocabili di una mente rigorosa e aperta, stenterà a ritrovare nello
strampalato e tormentato personaggio principale di quest’opera, un suo
riconosciuto alter ego.
Ricorrendo a una terapeutica scrittura, suggerita da
un’analista per vincere le sue ossessioni, questo personaggio dà il via a uno
stravagante e interessante mondo interiore, gradualmente formando la vera
storia di questo libro, tutta incentrata sulla celebrazione della “Follia”, il
cuore centrale e pulsante del racconto.
Fin dall’inizio ci troviamo così coinvolti in un vortice
tumultuoso, depositati a ogni capitolo in territori abitati da luoghi e
personaggi oltre le righe, come ogni Follia che si rispetti comanda, ma dotati
di incredibile fascino, di una sostanza liberatoria e talmente deliziosa che
anche i crimini che visi compiono a suo nome non spaventano, anzi attraggono e
intrigano. Una sarabanda di fantastiche e pittoresche figure dà vita a questa
scrittura, che sarebbe limitato confinare nella definizione “racconto”, poiché
si sviluppa su una molteplicità di piani narrativi e, in misura non
indifferente, anche quelli della fiaba e della favola. Parole, queste ultime,
erroneamente e troppo di frequente scambiate per sinonimi, in realtà differenti
per modalità, luoghi e personaggi. Se la fiaba mette in scena storie senza
tempo né luogo in cui i personaggi sono solitamente rappresentati da uomini e
donne, la favola, di genere più giocoso, ha spesso per protagonisti gli
animali, alle prese talvolta con situazioni paradossali. In forma scherzosa e
ironica vuole trasmettere insegnamenti e ammonimenti utili alla società.
Questo lungo racconto Esercizi di volo, o comunque lo si
voglia definire, mette efficacemente in risalto una follia splendida e
desiderabile, seppure costretta a misurarsi con una più problematica e
difficile realtà. Roberto Mosi gioca proprio su questa alternanza, sul continuo
confronto, sul ricorrente anelare al perfetto e gioioso stato della follia fino
al raggiungimento dei miti estremi della stessa, poiché sembra assicurare ogni
felicità a che lo abbraccia.
La storia si svolge fra le montagne di Bolzano. Gli abitanti
sono in procinto di celebrare la grande festa della Follia, con riferimento
alle reali feste che intorno a Ferragosto, si svolgono in questa zona, tra il Castello
e la Stazione di Salorno. Oltre al luogo geografico, descritto con gli occhi
appassionati di chi bene conosce e ama la montagna e, forse, questi luoghi in
particolare, di attinente al reale c’è però ben poco di altro nel libro.
Tra i personaggi che si alternano e si accavallano, spiccano
figure ispirate a uomini e donne famosi, alcune ben conosciute dall’autore,
come la sorella di Napoleone, Elisa Baciocchi. Si fa allusione a grandi
pensatori, a cominciare da Erasmo da Rotterdam e al suo Elogio della Follia,
saggio dedicato all’amico Tommaso Moro, nato con intenzioni di divertissement
ma lucido nel colpire i costumi dell’epoca. Immancabile l’accenno a poeti come
Dino Campana, a letterati illustri come Rabelais, Cervantes, Ariosto, autori di
creature e opere indimenticabili, più vere della realtà stessa nel loro
fantastico, folle territorio e, naturalmente, non mancano musicisti e artisti.
Tutti quanti legati in qualche modo al filo di una follia che potremmo definire
“creativa”, capace di ispirare e produrre grandi capolavori.
Altri personaggi, invece, prendono inaspettatamente vita dal
mondo animale e da quello inanimato, ma, proprio come accade nelle migliori
fiabe e favole, interagiscono con grande naturalezza con quelli umani. Turri
quanti tesi e uniti nell’unico obiettivo di celebrare al meglio la prevista
Festa della Follia.
Il fragile e ossessionato alter ego dell’autore, assegnato o,
meglio, rassegnato alle cure di un essere ancora più fragile di lui, si trova
inaspettatamente avviato alla meravigliosa scoperta della scrittura, fantastico
volo della mente, e salutare alternativa al suo più pericoloso impulso di
volare gettandosi nel vuoto. Sarà utile per la guarigione il suggerimento
dell’analista?
Lascio il nostro Icaro alle prese con il terribile sole della
sua (e nostra) società, intorpidita da un’inflazione di paure, soffocate da
farmaci e ansiolitici, dispersa in un proliferare di falsi profeti (argutamente
si sottolinea nel testo anche il recente moltiplicarsi delle scuole di
scrittura …), facilmente arresa a impotenza e indifferenza, dove diventa arduo
riconoscere le voci autentiche e riuscire ad accettare gli altri e se stessi,
follie incluse.
Il tocco fiabesco, visionario e la leggerezza di cui ogni
pagina si nutre, disegnano non soltanto un libro ricreativo e divertente, ma
suggeriscono riflessioni profonde, invitando al ripensamento di tanti, comuni,
superficiali atteggiamenti e suscitando nel lettore domande positivamente
inquietanti. Esercizi di volo preziosi per il lettore attento.