domenica 29 dicembre 2019

Alla storica S.M.S. di Rifredi "Il profumo dell'iris", Gazeboi, in onore a Firenze - Da "Literary"















Link - Literary 30 dicembre 2019


 “Il profumo dell’iris” alla storica S.M.S. di Rifredi

Per gli appuntamenti del “Lunedì in Biblioteca: un autore, un libro”, il 16 dicembre, in piena atmosfera natalizia, è stata presentata la raccolta di Roberto Mosi “Il profumo dell’iris”, Gazebo Edizioni. L’appuntamento è stato nella Biblioteca della Società di Mutuo Soccorso di Rifredi, nel quartiere della tradizione operaia di Firenze, Società fondata nel 1883.



L’incontro è stato aperto dal video di presentazione della raccolta curato dal criticod’arte Virginia Bazecchi G. C., che si apre con il fragoroso rullare dei tamburi del corteo del Calcio in Costume e con la poesia Via Larga, che celebra i nuovi “signori” della città (indirizzo: https://youtu.be/RBxsN5TNLAo ).

Il corteo dei Magi lascia
l’affresco della Cappella,
scende solenne le scale

lascia il Palazzo, appare
in vesti sontuose nella via,
sulle cavalcature i sovrani
della città, della provincia,
il grasso sceriffo: in dono
portano la stizza, il genio
fiorentino e l’arroganza.


Clara Vella ha introdotto l’incontro, Arrighetta Casini e Simonetta Lazzerini di Florio hanno commentato le diverse parti della raccolta “Il profumo dell’iris”. L’accompagnamento musicale alla lettura delle poesie è stato a cura di Giuseppe Oliverio, con la chitarra.
Enrico Guerrini ha illustrato all’impronta, alcune composizioni di particolare significato, fra l’ammirazione del pubblico, riferite allo sguardo ammirato e con toni proustiani, che il poeta rivolge alle piazze, alle strade, alle colline di Firenze. La prima poesia illustrata L’erta dei Catinai, che celebra il profumo dell’iris:

Dopo l’erta dei Catinai
si apre la vista su Firenze,
città di bellezza elegante
preziosa come il profumo
dell’iris, dal tono austero,
riservato. Si concede solo
a chi la ama, la sa apprezzare. 



L’altra poesia illustrata, Rifredi, legata al ricordo del padre dell’autore, ferroviere:

Il treno arriva veloce,
lo stridio dei freni
annuncia Firenze,
dai finestrini scorre
la stazione di Rifredi.

Cerco come ogni volta
di sorprendere nella stazione
che fugge l’ombra
di Bruno, trent’anni
di notti e di sole.

Infine la festosa visione, Tramvie, dei nuovi mezzi di trasporto che oggi invadono il quartiere e la città:

Tram invadono la città
crescono tram in città,

da Scandicci a Careggi
passano leggeri, cadenzati,
il battito del cuore della città

l’occhio di ciclope sulla fronte,
il corpo snodato, un millepiedi,
alle curve l’urlo di un cantautore

La presentazione della raccolta Il profumo dell’iris nella storica Società di Mutuo Soccorso di Rifredi, ha avuto dunque lo spirito della festa alla vigilia della ricorrenza di Natale, con il suono della poesia e della chitarra, le sapienti parole di commento, i colori caldi della pittura.




Blog "poesia3002": 70.000 accessi (http://poesia3002.blogspot.com )

Il Blog "poesia3002 (http://poesia3002.blogspot.com) ha superato 70.000 - settantamila - accessi, il 28 dicembre 2019.

L'ultima fotografia pubblicata: "Mareggiata nel golfo di Baratti"


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Il Blog "poesia3002" è stato aperto l'11 dicembre 2011.

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domenica 8 dicembre 2019

Prometeo e la Poesia passeggiano per i Lungarni di Pisa

Link Prometeo a Pisa Literary 9 dicembre





L’incontro a Pisa con il mito di Prometeo e con la poesia.

A Pisa si torna sempre volentieri come ho fatto una settimana fa, sabato 23 novembre, dopo le preoccupanti notizie dell’onda di piena dell’Arno che ha minacciato la città e ha costretto ad innalzare le paratie di ferro e di sabbia lungo gli argini del fiume. Per me, in particolare, ogni incontro con Pisa è il richiamo alla memoria degli anni di studi umanistici, per un verso, e dell’informatica, dall’altro; l’emergere di ricordi fissati in questa poesia, ripresa dalla raccolta “Itinera” (si veda: https://www.larecherche.it/librolibero_ebook.asp?Id=51):

La città piazza

Piazza dei Miracoli.
Disteso sull’erba
seguo lo slancio
dei marmi in fiore.
Sui vicini banchi
la Torre Pendente
emerge dalla neve
nelle sfere di cristallo.
Riscalda le mie ossa
un tepore diffuso.
.
Piazza dei Miracoli.
Evaporano nella mente
fili di storie lontane
il ricordo di Bruno
in fuga dalla caserma,
dalla guerra d’Etiopia,
la strage di Kindu
nel Congo, dei piloti
italiani e il mesto
ricordo all’aeroporto.
.
Piazza dei Miracoli.
Mi giunge l’eco lontana
degli studenti in rivolta
nel cortile della Sapienza,
il ticchettio delle schede
perforate, il ronzio
dei computer a Santa Maria.
.
Piazza dei Miracoli.
Alla fine di ogni giorno
la corsa alla stazione
per lasciare Pisa e il freddo
silenzio della notte.

A Pisa, poi, è vicino l’eco della poesia di Giacomo Leopardi, nello scenario affascinante dei Lungarni: l’ampia curva del fiume è esaltata dalla scenografia delle architetture dei palazzi e, fra Sette e Ottocento, andò in scena il rito quotidiano, al tiepido calore dei raggi del sole che investono la riva destra del fiume, del passeggio al quale partecipava il nutrito gruppo di forestieri che risiedevano a Pisa, nella stagione invernale. Fra gli ospiti più illustri Giacomo Leopardi che qui scrisse l’ode A Silvia (1828). I primi versi:

Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?

Per le strade di Pisa, città della scienza e della tecnica, sembra, d’altra parte, rivivere per molti versi, nel tempo e nello spazio, il mito di Prometeo. È il mito dei miti: Prometeo che sfidò gli dei rubando alle sfere di appartenenza il fuoco e la tecnica per donarli agli uomini, scatenando le ire dell'Olimpo. Perlustrando un mondo popolato di miti ed eroi, il personaggio di Prometeo è il più ricco di carattere simbolico e filologico.
Nella città sull’Arno molte sono le occasioni di incontro con il mito di Prometeo, con le manifestazioni dedicate alla scienza e alla tecnica. A questo riguardo merita, in particolare, la visita della mostra “Hello World! Dall’aritmometro allo smartphone”, curata dal Museo degli Strumenti per il Calcolo di Pisa, presso il Polo Universitario delle Benedettine – piazza San Paolo a Ripa d’Arno - che rimarrà aperta per tutto il prossimo mese di gennaio.
La mostra si colloca all’interno delle celebrazioni di Informatica 50, per il cinquantesimo anniversario dall’istituzione, a Pisa, del primo corso di laurea italiano in Informatica, prosecuzione di una storia che comincia negli anni cinquanta del secolo scorso. Proprio in quel periodo pionieristico fu progettato infatti dall’Università di Pisa il primo calcolatore scientifico italiano e uno dei primi in Europa, la CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana), grazie anche alla sinergia con il Laboratorio di Ricerche Elettroniche Olivetti. Un’azione combinata lungimirante che vide scienziati, politici e industriali dare, a Pisa, l’avvio all’informatica italiana.
La mostra, che prende il nome dal primo esercizio di programmazione (stampare a video la scritta Hello World!), illustra l’evoluzione degli strumenti per il calcolo, dalle prime macchine meccaniche, ai modelli di Apple e di smartphone, un affascinante viaggio nel tempo che va dalla seconda metà dell’ottocento fino a primi anni duemila, passando per oggetti iconici come la Olivetti Programma 101 ed Enigma. Enigma fu una macchina elettro-meccanica per cifrare e decifrare messaggi. Nata da un tentativo di commercializzazione poi fallito, fu ampiamente utilizzata dal servizio delle forze armate tedesche durante il periodo nazista e della seconda guerra mondiale.
I colori e i suoni immergono il visitatore nell’epoca delle macchine in mostra, richiamate persino dai rumori che queste emettevano quando erano in funzione. L’esperienza immersiva è ulteriormente amplificata dalla presenza di pannelli interattivi, video in virtual reality a 360 gradi, proiezioni e interazioni con alcuni strumenti per il calcolo.
È la storia di un’epoca e di un’avventura, avviata già̀ negli anni Cinquanta da un gruppo di scienziati, politici e industriali capaci di immaginare un futuro dove la tecnologia, la formazione e la ricerca in informatica fossero la chiave per il cambiamento sociale, economico e culturale del Paese. La mostra è suddivisa in 5 sezioni (Il calcolo meccanico, I computer Mainframe: i Pionieri, I primi personal computer, Il Pc e la società̀ di massa, Il Pc e il Design) precedute dalla ricostruzione della CEP, il primo calcolatore elettronico italiano, realizzato a Pisa, grazie alla preziosa sinergia tra il laboratorio di ricerca Olivetti, il Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (CNUCE) del CNR e il primo corso di laurea in Informatica, avviato nel 1969. Un’azione combinata che fece di Pisa la culla dell’informatica made in Italy.
Ad accompagnare i visitatori lungo il viaggio, un particolare percorso cromatico, “soundscapes” elettronici, esperienze in VR360°, proiezioni di filmati e foto d’epoca e pannelli interattivi dai quali scaturiscono alcuni personaggi che hanno fatto la storia dell’informatica, pronti a interagire con il pubblico, attraverso una serie di racconti, ma anche rispondendo ad alcune domande.

La Mostra Informatica 50 riserva dunque un percorso entusiasmante nella scienza e nella tecnica che accresce le nostre conoscenze, da compiere, come è stato da parte mia, con lo sguardo rivolto anche alle bellezze e alla storia umanistica della città di Pisa.





mercoledì 4 dicembre 2019

Il fascino della poesia del lavoro: "La vita fa rumore"




Per gli appuntamenti della Libreria Salvemini di Firenze lunedì 30 novembre Roberto Mosi ha presentato “Poesia del lavoro”, un incontro con la lettura di poesie dal libro “La vita fa rumore”, Edizioni Teseo, Collana Dedali Liberi 2015, e dalle riviste “Semicerchio” (n. 58-59, “Poesia del lavoro”) e “L’area di Broca” (n. 90-91, “Lavoro”).
Ha introdotto l’incontro Caterina Bigazzi curatrice della Collana Dedali Liberi, che dopo aver parlato del valore e dell’attualità sociale del tema, ha dato lettura del saluto inviato da Mariella  Bettarini: “Prefato ottimamente da Giuseppe Panella, che parla di una poesia che “si distende tra i due poli (a lui consueti) del pathos duro e veemente della partecipazione e dell’ironica verifica degli stilemi di un passato divenuto eterno nell’immaginario collettivo”, questo recente libro di versi di Roberto Mosi dal titolo La vita fu rumore, in una trentina di testi elabora un vastissimo excursus, una ricchissima indagine su varie attività lavorative, dalle trecciaiole ai lavavetri, dalla raccolta delle arance a quella dei pomodori, da una vita da ferroviere all’impiegato delle pompe funebri, dalla guida turistica al dramma dei migranti, dall’infermiera presso il manicomio alla pulizia a bordo del treno Alta Velocità, dal lavoro del pittore a quello del poeta, e così via. Il libro (che porta il sottotitolo “Noi viviamo di lavoro”) è dedicato “A Firenze e ai suoi giovani che stanno cercando il lavoro”.
“ Grazie, caro amico Roberto – così si conclude la lettera inviata da Mariella Bettarini - per questa tua viva testimonianza umana e poetica, e per aver fatto riferimento al fascicolo della nostra rivista “L’area di Broca” dedicato al tema “LAVORO”.
nno collaborato alla presentazione dei testi, con vivaci e appassionate letture, Simonetta Cartoni e Renato Simoni.
Il pittore Enrico Guerrini ha interpretato magistralmente con i suoi disegni, tre poesie di grande rilievo.
La prima poesia alla quale ha dedicato un disegno, ripresa dalla rivista “Semicerchio” è un testo di Philip Levine, un poeta americano che ha conosciuto l’esperienza della fabbrica, vincitore di un premio Pulitzer.

Cos’è il lavoro
In piedi nella pioggia in una lunga fila
in attesa a Ford Highland Park. Di lavoro.
Sai cos’è il lavoro – se sei
grande abbastanza da legger qui sai cos’è
il lavoro, anche se forse non lavori.
Lasciamo perdere te. Qui si parla d’attesa,
cambiando posa da un piede all’altro.
Di pioggia sottile che senti cadere come nebbia …
Il secondo riferimento per un disegno, è stato ripreso dalla Rivista “L’area di Broca”, una poesia dedicata al lavoro dei bambini, di Maria Grazia Cabras che fa parte della redazione della Rivista.

Quasi fotogrammi
… lustra le scarpe il ragazzo
all’ingresso della metropolitana
arnesi i pensieri
spazzole stracci vernici
attendono l’ora il passo
si posa pesante una scarpa
poi l’altra
leste le mani lucidano
spazzolano
depongono vita
se ne vanno i piedi …
Infine il pittore Enrico Guerrini ha dedicato il terzo disegno al libro “La vita fa rumore” di Roberto Mosi, alla poesia che introduce al tema della raccolta:
Libreria Cafè
… Oggi si spalanca la porta:
si va in corteo, si parla
dell’essere alla città dell’avere.
Rabbia, lavoro che muore
sepolto il progetto di anni
fuori dal senso comune.
Sul sagrato del Carmine
s’inchiodano cartelli
nell’afa della sera di luglio:
“No alla città vetrina”
“La noia è normalità”
“Adotta un libraio”.
Si muove il corteo,
musica: dal furgone
il suono Brazil Brazil.
Il corteo ondeggia, ritmo,
samba, carrozzine
avanzano a zig zag ..
Un appuntamento dunque importante, partecipato, quello alla Libreria Salvemini dedicato al lavoro, un tema urgente, vivo che la ricerca poetica aiuta a comprendere e a cogliere il senso d’infiniti sacrifici, delusioni per la nostra epoca.
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