giovedì 19 ottobre 2017

"Il nonno poeta", da Erato terapia











"Il nonno lavora?"
"Sì". "Che lavoro fa?"
"Fa il poeta".

Non è colpa mia
se Anna crede questo,
del nonno.

E' nell'età
dell'innocenza, le si può
concedere tutto.

Avrà pazienza, la poesia,
se la credono presente

in un centro per anziani.

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Raccolta "Eratoterapia", Ladolfi Editore 2017


mercoledì 18 ottobre 2017

"Finestrini del vino": passeggiata in S. Croce


"Il silenzio dipinto delle pagine"


Silenzio seducente del quadro
nel rumore di folla del Salone.
Scopro metafore fissate
tra le frasi delle immagini,
pittore senza arte, compongo
dall’arte di più pittori
da un frammento del mondo
da artifici di immagini
da prospettive inattese.
Comprendo, trasformo
catturo la mia pittura
penetrando nei quadri.
Dipingo con la parola
per pennello la parola
per trama la tela della parola
per colore il suono della parola.
  .
Silenzio sonoro del porto.
Multiforme, potente unità
nessun confine, terra e mare
l’acqua penetra le case, oltre
i tetti gli alberi dei battelli.
Uomini spingono alla spiaggia
barche tra i flutti, la sabbia
bagnata riflette le chiglie,
specchio lucido d’acqua.
Una nave lontana nascosta
ora dagli edifici, sembra
avanzare in mezzo alla città.
Alla bocca del porto le onde
battono contro gli scogli,
uomini governano le barche
piegate ad angolo acuto,
al galoppo, veloci sul mare.
Altrove specchi d’acqua
calmi, in una bella mattina
dopo il temporale, i riflessi
degli scafi accavallati
sul profilo delle chiese.
Più lontano tratti neri,
bianchi di spume, di nebbia
compongono la carreggiata
dell’erta impennata
di una nave verso il cielo,
una carrozza che scrolla via
l’acqua all’uscire dal guado.
 . 
Silenzio ambiguo del ritratto.
Acquerello pieno d’incanto,
soggetto singolare, seducente
fascino da scoprire di giovane
donna non bella, il copricapo
simile a un cappello duro
orlato dal nastro color ciliegia,
la sigaretta accesa
nella mano coperta dal guanto.
Sul tavolo un vaso di rose.
Travestimento per il ballo?
Un’attrice di altri tempi
a mezzo vestita da uomo?
Tratti mascolini del volto,
forse un giovane effeminato.
Tristezza nello sguardo
posa piccante, provocante
da personaggio del teatro.
Libertà dalla normalità?
 . 
Silenzio d’acqua delle ninfee.
Cinque, sei tele per dipingere
passo dall’una all’altra
inseguendo l’attimo
la sorpresa dell’inatteso.
Punti d’osservazione diversi
per le stagioni dell’anno
il mese, il giorno, l’ora.
Una tela, un pennello diversi
al variare dei brandelli di cielo
il passare di una nuvola
l’improvvisa folata di vento
l’arrivo della tempesta.
La superficie s’increspa
s’infrange in piccole onde
si sgualcisce il telo di seta,
i colori si accendono vivi
si spengono, ombre di morte.
 . 
Silenzio simbolo di seduzione.
Danza il corpo segnato
da simboli misteriosi,
danza una rosa in mano
in attesa del carnefice,
danza davanti ad Erode
gli occhi accesi di brace,
danza per la decapitazione
sorreggendo il vassoio,
danza per la testa che brilla
di un’aureola di gloria.
Dipinti, acquerelli, disegni
si moltiplicano: la danzatrice
torna a sollevare il braccio,
a muovere i passi fatali.
 .
Silenzio della pagina scritta.
Regno della lenta cognizione
per l’occhio educato alla pittura,
si stacca dal ritmo usuale
del tempo dello spazio,
nel laboratorio aperto
per la nuova creazione,
conquista una folla
d’immagini cospiranti,
convergenti in mille rivoli,
allontana di pagina in pagina
il soffio silenzioso della morte.

Roberto Mosi


(Poesia ispirata allo studio di Eltsir,"Lefanciulle in fiore" , Marcel Proust)

mercoledì 11 ottobre 2017

35.5 Latitudine Nord -12.6 Longitudine Est


       

Parte a mezzanotte il traghetto
da Trapani a Lampedusa
il mare dei 366 figli annegati

Stabat Mater dolorósa
iuxta crucem lacrimósa,
dum pendébat Fílius

Cerco dalla nave 366 stelle
sul cielo dell’Africa
le parole della preghiera

Vidit suum dulcem natum
moriéntem desolátum,
dum emísit spíritum

Sono sul camion, giorni
da Tamara a Misurata
tempeste di sabbia violenza

Eia, mater, fons amóris,
me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam


Sono nascosto fra le dune
in attesa del barcone
bagliori lancinanti di speranza

Sancta Mater, istud agas,
crucifíxi fige plagas
cordi meo válide

Sono sul barcone carico
da Misurata a  Lampedusa
nafta paura fame



Fac me vere tecum flere,
Crucifíxo condolére
donec ego víxero

Sono nell’urlo dei disperati
sprofondo nell’acqua
conquisto il silenzio la pace


Iuxta crucem tecum stare,
te libenter sociáre
in planctu desídero

Sul silenzio del mare
il bisbiglio di mille preghiere
l’urlo assordante dei tamburi
.
Roberto Mosi
Disegni di Enrico Guerrini

martedì 10 ottobre 2017

La spiaggia della Sterpaia


La spiaggia della Sterpaia

La capanna, tronchi e rami
d’albero portati dal mare
tegole, embrici di un naufragio
sulla spiaggia della Sterpaia,
bagno del Nano Verde.
Il falò di sterpi illumina
il bambino  la mamma, Maria
appena giunti dalla Palestina
su un barcone di migranti.

Intorno il villaggio di sabbia
il disegno di strade e capanne
di animali in cammino
nel profumo di alghe e conchiglie
di pini e macchie sempre verdi.
Lontano le luci affacciate
sul golfo, stelle comete il volo
degli aerei in arrivo da oriente.

Spente le fiamme dell’alto forno.
Davanti a noi un ammasso nero
scheletri e antenne rugginose.
Siamo il popolo del nonlavoro
portiamo in dono al bambino
la rabbia per le sconfitte
per la vita ai margini del villaggio.


Dal largo del mare le orate
guardano stranite, costrette
nelle vasche d’allevamento
sospese sul gelo delle acque.

Il Nano Verde la giacca
sonante di sonagli
sorride dalla cima dei pini. 

Roberto Mosi - Il Foglio Letterario, ott. 2017


Alberta Bigagli per "Non oltrepassare": "Prosa e poesia o musica?"


Prosa e poesia o musica?
Racconto o pezzo teatrale?
Forse una sceneggiatura filmica.
Certe automobili e semafori parlanti.
Poche figure umane e insolite.
Due cani come creature sacrificali.
E luoghi strade linee direttrici.
In alto il sole in basso il vino.
Parla il metallo e vive vivace
come fosse la fine di tutti noi
noi riscattati da Marco Cavallo
in idea e cartapesta arte corale.
E’ la pazzia l’ordine nuovo.
E io per dire te amico mio
che esco da me poiché questo
dolore e sconcerto mi scuote
e mi spinge e scoprire spazi espressivi.
Che caldamente saranno il luogo
tra questa vita e quella futura.
.
Alberta Bigagli 

(Presentazione:“Non oltrepassare la linea gialla”Le Murate)

lunedì 9 ottobre 2017

La cura della poesia, sulle tracce di Eratoterapia

Il sentiero

Roberto Mosi: "Eratoterapia", Ladolfi Editore 2017 - Link Video

Eratoterapia

Lettera dell’autore alla nipote Marta, sulla poesia

            Cara Marta,
ti scrivo questa lettera nel momento in cui cominci a comporre i primi versi.

Credo che sia possibile curarsi con la poesia, per vincere le paure, stati di sofferenza,  per stringere sogni che passano in volo, per divertirsi. La voce della poesia arriva dal dentro, potente nelle ore della notte, debole e distratta il giorno. Porta sollievo, se non guarigione, dolcezza di ricordi, sapori tenui di malinconia.

Fai in modo che il tuo comporre sia una voce essenziale, senza fronzoli, che navighi in mezzo al vero della vita, giocando, a volte, se credi, con i riflessi  che brillano dagli specchi del mito. Nella ricerca dei toni della voce, fatti guidare dall’equilibrio, lontano da accenti eccessivi o sbiaditi, tieni la barra del timone sul quadrante della leggerezza, la vela aperta sui venti che spirano dal mondo degli affetti, dell’emozione, dell’amore.

La  voce  risuoni  di  un  timbro  autentico,  non oscuro, lascia passare lontano la nostalgia del passato, indossa, se credi, a volte, la giubba del giullare pronto a sorprendere, a sorridere con gli altri, lontano dalla solitudine. Evita, poi, i cascami ammuffiti delle vecchie stagioni della poesia, che hanno fatto il loro tempo.

Prendi, dunque, con presa leggera la mano della poesia e cammina con lei oltre il presente, lancia lo sguardo, con quello che di bello e sensibile c’è in te, ai tempi prossimi che stanno per arrivare,  saggia la loro consistenza, crea percorsi coinvolgenti per te e per gli altri.

I tesori di Erato, della poesia, possono essere la tua medicina, garantirti la salute,  salvarti dalle sfere opache della nostra epoca, distillare per te gocce di felicità.

Felici poesie,
            Nonno Roberto
Passi sulla neve
 
Lupo solitario 
Labirinto
 
Erato
Le stanze della memoria

Disegni di Enrico Guerrini