giovedì 28 giugno 2018

giovedì 20 settembre 2018 -Il Navicello alla Camerata dei Poeti

La Camerata dei Poeti - Fondazione CR Firenze

Auditorium della Fondazione CR, via Folco Portinari 5

Giovedì 20 settembre 2018, ore 17

Presentazione della Raccolta di  poesia

Roberto Mosi

"Navicello Etrusco. Per il mare di Piombino"
Ed. Il Foglio, 2018

Segnalazione speciale Premio Casentino; segnalato rosa finalisti Premio Camaiore

LINK Literary




martedì 26 giugno 2018

Recensione di Michele Brancale


Il 'navicello etrusco' di Mosi approda alla Casa di Dante

La Nazione
15/06/2018

Firenze, 15 giugno 2018 - Roberto Mosi conduce il 'Navicello etrusco' (Il foglio editore), Premio Giuria 'Casentino' selezionato al Premio letterario Camaiore, lungo 52 tappe, 21 nella sezione 'Lo specchio di Turan', sotto lo sguardo della dea etrusca dell'amore e altrettante nella seconda parte del libro, 'L'ombra della sera'.
Il volume è stato presentato a Firenze, alla'Casa di Dante', a cura del Circolo degli artisti. Mosi predilige il verso breve, definendo così un ritmo per il protagonista di questa sua nuova prova, una persona avanti negli anni che ha la grazia di poter accompagnare vite nascenti, che si sono come “intrufolate” nella sua, lontano dalla fragilità della debolezza fisica decifrata ne 'L'invasione degli storni' (2012). Uscito da quel percorso, da quella valle in cui la figura di una sorella bambina lo accompagnava senza lasciarlo solo, “il mondo sospeso/ ha ritrovato la vita” grazie a una nascita inaspettata. Ora, nel 'Navicello etrusco', il protagonista descrive una stagione estiva a Piombino, descrivendola nella sua solarità e nelle sue vestigia etrusche, per cercare un senso di vita con gli altri anche quando, a Ferragosto, ma non solo, “ci si affanna immemori/ coi cellulari in mano”.
Mosi canta la città nave,la città libro e la città lanterna e al tempo stesso guarda con curiosità al “terzo paesaggio”, identificato da Gilles Clement “come l'insieme dei luoghi abbandonati dall'uomo” dove la vita si rigenera in un'apparente, periferica, confusione. La solarità della prima sezione non sparisce ne 'L'ombra della sera', quanto illumina alcuni scenari, antropologici e sociali, che Mosi ha negli anni studiato e sentito più suoi, avvertendone la decisività. Se gli etruschi lo spingono a indicare la mitologia e i suoi significati “Il sangue nutre la vita del mito”, la visione cristiana ne rivela, con un procedimento caro a Girard, i meccanismi violenti svelati dal Vangelo che puntano sempre a trovare un capro espiatorio su cui scaricare cause e responsabilità delle paure e delle tensioni.
Appaiono allora gli immigrati, nuovi capri espiatori del presente, di cui Mosi ha scritto anche in precedenti raccolte, parte delle quali confluite in 'Poesie 2009-2016' (Ed. Ladolfi): "E' arrivato dai paesi dell'est/ lo stormo di uccelli migratori,/ la notte dormono in stazione./ All'alba raccolgono gli averi,/ nascondono i cenci fra i rami/ in mezzo ai nidi dei piccioni,/ sopra i chioschi delle aranciate./ Uccelli vestiti da spazzino/ al mattino afferrano i sacchi./ La sera si cerca un altro riparo/ più vicino ai nidi delle rondini”. C'è una stella cometa da seguire e per Mosi si ferma su piazza Stazione, a Firenze: “E' forse simile/ a un dio l'uomo/ che dorme in piedi/ alla porta della stazione/ discosto dal muro/ i ginocchi piegati/ la testa in avanti./ Intorno la folla/ del mattino”. Le mani e gli sguardi dei bambini profughi trasformano in nuove Betlemme le città in cui appaiono in cerca di adozione.


mercoledì 13 giugno 2018

Libro d'Artista "Navicello Etrusco" di Enrico Guerrini - Roberto Mosi



Link 1 "Il viaggio del Navicello Etrusco"

Link 2  "Il viaggio del Navicello Etrusco 

per il mare di Piombino"

link 3 Alla Camerata dei Poeti

 link 4  Alla Camerata dei Poeti (2)

link 5 Alla Camerata dei Poeti (3)




lunedì 4 giugno 2018

Literary parla delle "Pagine della nostra vita"

Il portale della Letteratura "Literary" parla dell'incontro sulle "Pagine della nostra vita".LINK. 
Alla Sala Oriana Fallaci del’Area Metropolitana Fiorentina, presso il Palazzo Medici Riccardi, l’Associazione Culturale “Sguardo e Sogno”, diretta da Paola Lucarini, giovedì 24 maggio ha tenuto il secondo appuntamento degli incontri dedicati a “Pagine della nostra Vita”.
 Dopo il saluto di Michele Brancale per l’istituzione,  Paola Lucarini ha illustrato le novità dell’iniziativa che ha suscitato molto interesse, dal momento che permette ad ogni autore di “raccontarsi”, parlare del suo rapporto vita-scrittura, leggere i testi che più ama, dialogare con i presenti nella Sala.
Quattro sono stati gli autori che hanno partecipato.
 Anna Balsamo, scrittrice e poetessa, è nata a Pisa e vive a Firenze, vice presidente emerita dal 2003 della “Camerata dei Poeti”, scrive fin da giovanissima.
Corinna Norma, vive a Firenze, ha studiato presso la Facoltà di Giurisprudenza e da alcuni anni si dedica, con grande passione alla poesia: l’appuntamento della sua vita è stato l’incontro con l’Associazione “Sguardo e Sogno”. 

Maurizio Bastianoni, nato a Firenze, giornalista pubblicista da oltre vent’anni, si è occupato di cinema e sport. Ha collaborato a quotidiani, riviste specializzate, ha condotto trasmissioni tv. E’ un viaggiatore appassionato. Sul piano letterario, oltre a partecipare con le sue opere ad alcuni premi letterari e a frequentare alcune associazioni di scrittori e poeti, dal 2006 è socio della sezione italiana del “Pen Club Internazionale”. 
L’ospite d’onore della serata è stata – si può dire – Daniela Quieti, scrittrice e giornalista, vive a Pescara.
E’ direttore del periodico Logos Cultura e presidente dell’omonima associazione. Ha partecipato attivamente, fra l’altro, alle maggiori rassegne editoriali (Torino, Roma, Verona, Londra, New York, Francoforte), a delegazioni internazionali (tra cui il gemellaggio culturale con il Premio “Città di Penne-Mosca”, Mosca 2010, nella cui occasione è stata edita la raccolta Poesie che include sue liriche tradotte in russo). Daniela Quieti ha incantato i presenti parlando delle fonti della sua scrittura, legate alla meravigliosa cultura delle sue terre,  e con la lettura di alcune straordinarie poesie.
Dopo la presentazione delle “Pagine” delle proprie vite da parte degli autori, piene di sincerità ed emozioni, è seguito un approfondito, partecipato dibattito, con riconoscimenti e soddisfazione per l’incontro “unico” con personalità del mondo della poesia e della scrittura. Ancora una volta la formula dell’incontro con gli autori, promosso da “Sguardo e Sogno”, ha confermato la sua validità.


venerdì 1 giugno 2018

"Itinera", il successo dell'e-Book de LaRecherche

E-BOOK  

LINK A  ITINERA



PREFAZIONE di SILVIA RANZI
E-book n. 48 “Itinera” - Pubblicato da LaRecherche.it

I viaggi di ogni tempo iniziano
dalla corte della mia infanzia
Il titolo “Itinera” rivela l’intima struttura di una parabola
lirica che abbraccia la dimensione del “sogno”, antidoto
invocato dall’incontaminata età dell’infanzia per mantenere
viva quella speranza che permette al poeta di credere nel
cambiamento e disinquinare una società complessa e caotica
dai profili consumistici fagocitanti, dalle profonde solitudini
individuali, dallo spettro di guerre incombenti all’orizzonte.
Messa da parte la pratica del linguaggio referenziale, dopo
una lunga attività di Funzionario nell’Amministrazione
Pubblica, Roberto Mosi riscopre “l’esercizio” della scrittura
quale esperienza “iniziatica” per dare libero sfogo alla facoltà
creativa, affidandosi alle parole per rivestire le emozioni sul
piano fonico e semantico nel gioco allusivo di segrete
analogie.
Nell’avvicendarsi di passato-presente-futuro si dipana la
preziosa dinamica dei componimenti poetici in una
poliedrica varietà di “occasioni esistenziali”, da cui emerge il
profilo di una personalità che intende superare i limiti del
reale verso una completezza della propria identità, nella
dimensione incoercibile del “Viaggio”:
 “Peregrinare”, come dimensione dell’esistenza “in fieri”,
non per mania di evasione, né per dimenticare, ma per
conoscersi nel confronto con l’ambiente circostante vicino o
lontano, passato o presente, purché viva nel ricordo,
assaporandolo come parte di noi.
Incondizionata è l’affezione per la propria terra, la
Toscana, nei suoi felici segmenti di vita campestre; con
predilezione per Firenze, le piazze cittadine, le antiche
vestigia di un passato glorioso, “Città cupola”, vertice
armonico e prospettico nella verdeggiante valle coronata da
dolci colline. Irrinunciabili i soggiorni estivi nella tersa
solarità del litorale Versiliese, cullati dal mare al cospetto
delle solenni Alpi Apuane.
Cadenzato è il delinearsi di un filone lirico trasversale, di
ascendenza “Calviniana”, in cui si configura l’estro icastico di
conferire “denominazioni metaforiche” alla fisionomia di
città nel loro tessuto territoriale, ambientale, commerciale:
insediamenti dell’abitare, luoghi di incontro, di scambio
morale e culturale, cari per soggiorni abituali o visionati
attraverso soste turistiche: “La città piazza”, “La città nave”,
“La città porto”, “La città luna”, “La città dispensa”.
Preziosa per connotazioni visive è la sezione dedicata ad
affascinanti viaggi nel Vicino-Oriente, in cui si alternano
trasalimenti estatici a momenti di richiamo alla cruda realtà:
dalla Tunisia meridionale, nella regione sahariana al confine
con l’Algeria, fino al porto d’Aqaba sul Mar Rosso, crocevia
di popoli confinanti e nemici:
L’acqua è torbida nel mare
di Aqaba, attraversata
da grigie navi da guerra
A contatto con queste civiltà esotiche, diverse per etnia, di
fronte ad economie di sussistenza, esplorando entroterra
montuosi con villaggi alveari dal fascino arcano, il poeta
alimenta la sua esperienza umana e riscopre un salutare
respiro d’infinito dinnanzi alla vastità della zona desertica
con le sue spettacolari volte stellate:

Nella notte di stelle disteso
sulla stuoia, mi sento felice
vicino al cuore della terra
Una parentesi di italianità mediterranea il soggiorno in
Basilicata, l’antica Lucania, visitando paesi situati sulle
pendici del Monte Sirino nella valle del fiume Noce, foriero
di nuovi incontri nella cornice di un’anedottica del
peregrinare, avvicinando usi, costumi e problemi di
integrazione sociale.
A chiusura della Raccolta, si spalancano i vertiginosi
scenari di Capo Nord, in Lapponia, ai confini del mondo
dove il sole tramonta a mezzanotte, in cui il poeta avverte la
sproporzione tra la consapevolezza della precarietà
dell’esistenza umana e l’esigenza di eternità insondabile: /una
fredda paura m’invade/….
Lo smarrimento si attenua a contatto con il popolo “Sami”
che conserva le ascendenze dell’antica spiritualità sciamanica,
il cui fascino ridimensiona la sofferenza individuale in
partecipazione cosmica:

Nel viaggio raccolgo
i dolori del mondo…
nel viaggio raccolgo
le speranze del mondo
... per non rinunciare ad inseguire /sogni iridati di pace/.
Stupore, malinconia, fertilità di immagini, sentimento
individuale e corale connotano il linguaggio poetico di
Roberto Mosi in un ritmo lirico limpido, lineare e simbolico,
aderente e travalicante il vero: disamina incisiva dei moti
interiori, rituale nella rimembranza, ironico e riflessivo
quando entrano in gioco tematiche sociali dell’etica
quotidiana nelle contraddizioni dell’oggi, ma costantemente
aperto alla possibilità di rendere “ideale” l’utopia attraverso
“il sogno”.

Silvia Ranzi