mercoledì 31 gennaio 2018

Lo spazio nel labirinto: quale Paese all'origine?

 III. Lo spazio del labirinto 


Per Teseo lo spazio
è abitato dalla memoria

delle sue origini, sentieri

aperti nel paesaggio
dell’olio e del vino,
delle viti e degli ulivi.

  Il labirinto è fra terre
rossastre, fra il fumo
delle fornaci, lingue 

di fuoco della cottura,
fra orci  e vasi e conche, 

fra tegole e mattoni.
  
 Si prolunga nella campagna
costellata di tabernacoli
e cappelle, con la Madonna    

in processione dall’Impruneta
a Firenze, per scongiurare
guerre, pestilenze, calamità.

Immagini riposte ancora 

vive nella biblioteca
fra preghiere salmodianti
fra canti della vendemmia
del lavoro nelle fornaci,

per tenere lontano il mostro. 
                                            

Com'è la "pelle" del labirinto?

 IV. La pelle del labirinto

Il labirinto all’interno
ha i colori dell’arcobaleno,
la pelle diversa ad ogni 

passo, si gonfia e
si sgonfia al pari del
respiro del Minotauro.

Ora irsuta di scaglie,
ora liscia come specchio
e lucente e opaca,
cosparsa di vernice
a linee verticali
a linee orizzontali.

Teseo cattura immagini, 

la forma del quadrato
la forma del rettangolo,
le dispone in ordine
sugli scaffali delle celle
esagonali della biblioteca.
Il Minotauro, lontano,
sobbalza nel sonno,
tremano gli scaffali.
Le immagini in subbuglio
ai piedi di Teseo, assetato

del sangue della bestia.

martedì 30 gennaio 2018

Dov'è Il Minotauro? Quale Borgo Medievale lo nasconde?

V. Il Minotauro nel labirinto

Teseo si avvicina lento
alla tana del mostro,
fra i passaggi più riposti,




fra i meandri del labirinto,
la spada sguainata,
in mano il filo di Arianna.

Il cuore batte impazzito. 
Il Minotauro può arrivare
ad ogni momento,
all’improvviso, nei passaggi
tortuosi, le volte basse
                       
 grondanti terrore.





Risuonano, rimbombano

rumori, il battere
degli zoccoli furiosi.
L’angoscia si veste
delle forme dell’animale,
del toro e dell’uomo.

Teseo conosce la ferocia
della bestia dai racconti
dei libri della biblioteca.
Altri libri sono ancora
da leggere, per il colpo finale.


Uccidere il Minotauro.





sabato 27 gennaio 2018

Poesia per "Daedalus & Borges & Tim Berners-Lee"




I. Il labirinto e il filo di Arianna
      Daedalo, famosissimo per il suo talento nell’arte dell’architettura, costruisce presso la reggia di Minosse, il labirinto scompigliando i punti di riferimento e inducendo l’occhio in errore con i rigiri tortuosi di molte vie. Come nelle campagne di Frigia il limpido Meandro si diverte a scorrere in su e in giù con curve che confondono … “ Metamorfosi, Libro VIII, Ovidio.

      “L'universo (che altri chiama la Biblioteca) si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, orlati di basse ringhiere. Da qualsiasi esagono si vedono i piani superiori e inferiori, interminabilmente. La distribuzione degli oggetti nelle gallerie è invariabile. Venticinque vasti scaffali, …” La Biblioteca di Babele, Jorge Luis Borges.
     
      “Il nostro destino è tragico perché  siamo, irreparabilmente, individui imprigionati dal tempo e dallo spazio; ma nulla, di conseguenza, è più lusinghiero di una fede che elimina le circostanze e che dichiara che ogni uomo è tutti gli uomini e che non c’è nessuno che non sia l’universo.”  Il Libro, Jorge Luis Borges.

Teseo s’incammina
nel labirinto del mio io
verso la tana del mostro,
il filo rosso nelle mani
a passi lenti, per corridoi
convergenti, divergenti
specchi alle pareti.

Teseo attraversa mondi
diversi, circostanze
da esperire, recuperare
catalogare, da riporre
fotografate per immagini,
nella biblioteca divisa
per spazi esagonali.

Teseo s’illumina
di memorie, vestite
dei colori del tempo,
dello spazio, della pelle
del labirinto, impregnate
dell’eco rimbombante
degli zoccoli del Minotauro.

Daedalo fugge da Teseo,
si veste delle ali di Icaro,
rimbalza fra i nodi
della rete, fra le immagini
degli specchi virtuali.
L’ombra urla di terrore
inseguita per la biblioteca
dalla bestia uomo-toro.



II. Il tempo del labirinto

Teseo porta gocce del suo
tempo nel labirinto,
memorie di viaggi fissate
in diapositive slavate
dai giorni, poste ognuna
in riquadri di cartone,
riposte, per cinquanta,
in venticinque cassette.

Teseo con l’aiuto
di Arianna, paziente,
ha passato le immagini
nella pancia del computer:
un nuovo labirinto,
un racconto digitale
per file, per serie di zero
uno zero, bit byte.

Nel nuovo labirinto
il viaggio a Canterbury,
a Stonehenge, foto spente
di colore azzurro. Alla fine
l’incontro con le Torri
Gemelle a Manhattam,
prima che si sciogliessero
nella polvere della caduta.

Memorie afferrate, salvate,
recuperate, riposte in ordine
negli scaffali della biblioteca
aperti a vista sulle pareti
delle stanze esagonali.
Il caos ha preso forma
nella dimensione del cosmos.
Si allontana il terrore del mostro.





III. Lo spazio del labirinto

Per Teseo lo spazio
è abitato dalla memoria
delle sue origini, sentieri
aperti nel paesaggio
dell’olio e del vino,
delle viti e degli ulivi.

Il labirinto è fra terre
rossastre, fra il fumo
delle fornaci, lingue
di fuoco della cottura,
fra orci  e vasi e conche,
fra tegole e mattoni.

Si prolunga nella campagna
costellata di tabernacoli
e cappelle, con la Madonna
in processione dall’Impruneta
a Firenze, per scongiurare
guerre, pestilenze, calamità.

Immagini riposte ancora
vive nella biblioteca
fra preghiere salmodianti
fra canti della vendemmia
del lavoro nelle fornaci,
per tenere lontano il mostro.



IV. La pelle del labirinto

Il labirinto all’interno
ha i colori dell’arcobaleno,
la pelle diversa ad ogni
passo, si gonfia e
si sgonfia al pari del
respiro del Minotauro.

Ora irsuta di scaglie,
ora liscia come specchio
e lucente e opaca,
cosparsa di vernice
a linee verticali
a linee orizzontali.

Teseo cattura immagini,
la forma del quadrato
la forma del rettangolo,
le dispone in ordine
sugli scaffali delle celle
esagonali della biblioteca.

Il Minotauro, lontano,
sobbalza nel sonno,
tremano gli scaffali.
Le immagini in subbuglio
ai piedi di Teseo, assetato
del sangue della bestia.






V. Il Minotauro nel labirinto

Teseo si avvicina lento
alla tana del mostro,
fra i passaggi più riposti,
fra i meandri del labirinto,
la spada sguainata,
in mano il filo di Arianna.

Il cuore batte impazzito.
Il Minotauro può arrivare
ad ogni momento,
all’improvviso, nei passaggi
tortuosi, le volte basse
                        grondanti terrore.

Risuonano, rimbombano
rumori, il battere
degli zoccoli furiosi.
L’angoscia si veste
delle forme dell’animale,
del toro e dell’uomo.

Teseo conosce la ferocia
della bestia dai racconti
dei libri della biblioteca.
Altri libri sono ancora
da leggere, per il colpo finale.
Uccidere il Minotauro.

Roberto Mosi