lunedì 10 febbraio 2014

La ragazza dall'orecchino di perla











Lontano il rumore,
il trionfante barocco.
Il pittore di Delft
vive l’atmosfera
castamente medievale
bagnata di silenzio,
del mistero della morte.

Il raggio del sole cattura
l’attimo del trapasso
nell’angolo della stanza,
nello scorcio del paesaggio.
Fissa l’aneddoto del giorno
nell’ossessiva ricerca
del bello soffuso di silenzio.

La mutevole luce degli alti
cieli ventosi  d’Olanda
respira di metafisica fissità,
unisce tempo e spazio,
incontra le case schierate
di Delft, contrappunto
al cielo di nuvole.

Disegna chiaroscuri
d’acqua davanti
alla striscia di sabbia,
il primo piano in ombra
nel grigio delle nubi,
per  sfondo tetti interrotti
da torri e campanili.

Vive il silenzio del cortile
la stradina  di Delft
nella luce del cielo
sui tetti delle case
sul colore rosso dei mattoni
sul bianco dei muri
sulle faccende del giorno.

La luce accende
il bianco del latte
versato dalla caraffa,
la fascia dei capelli.
Incontra il colore:
il vero, metafisico,
diventa immutabile.

L’orecchino di perla
illumina la fanciulla
avvolta di silenzio,
le labbra socchiuse,
lo sguardo rivolto
al lavoro del pittore.
L'anima, sta per afferrare.

                        Roberto Mosi

Nota
Il pittore olandese Jan Vermeer nacque a Delft nel 1635.
Morì a Delft nel 1675.
Nel testo della poesia si fa cenno ai quadri di Vermeer:
- La veduta di Delft, 1660
- La stradina di Delft, 1657
- Lattaia, 1669
- Fanciulla con l’orecchino di perla, 1665

TESTIMONIANZE - Avere vent'anni (50 anni fa)


"La prima sensazione che mi riaffiora alla memoria è di stare bene, al compimento dei vent’anni, nel 1962, con la mia città, per un insieme di motivi. Ricordo dell’anno prima un avvenimento particolare: è ritrovata nel letto dell’Arno la testa della Primavera, una delle quattro statue poste ai piedi del Ponte di Santa Trinita, fatto saltare in aria nel 1944 dai tedeschi in ritirata. L’antiquario Bruschi aveva posto un premio di cinquemila dollari. La testa fu finalmente ritrovata dai renaioli e rimessa a posto sulla statua, che insieme con le altre aveva ripreso il suo posto sul ponte ricostruito a metà degli anni ’50."

Da "Testimonianze", Roberto Mosi