domenica 27 giugno 2021

Mariella Bettarini per "Promethéus. Il dono del fuoco", Giuliano Ladolfi Editore

                                     

            

                                                                                                      24 giugno 2021

                        Roberto carissimo,

 

                                eccomi finalmente a te, dopo l’emozionante lettura del tuo “Promethéus”. Un libro davvero straordinario, di cui ho apprezzato pagina dopo pagina, nelle sue varie sezioni e relativi Movimenti e Tempi.

                               Come fare a “sintetizzare” questa così intensa tua scrittura, densa di Mito greco. Scienza, Arti Visive, e così via? Ha perfettamente ragione Giuliano Ladolfi quando parla di “una ricchezza di ispirazione,un vasto bagaglio culturale e una opportuna gamma di strumenti poetici”.

Non si poteva dire meglio di così per sintetizzare questo tuo lavoro.

                           Amico carissimo, i miei più vivi complimenti per questo tuo “dono del fuoco” e non solo: Dono di poesia, di scienza, di dipinti murali, di speranza, e così via.

                       A presto risentirci, ...

                  Auguri di cuore a te e alle tue care/cari, con un saluto affettuoso da

 

                               Mariella  

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ROBERTO MOSI, Promethéus. Il dono del fuoco

Giuliano Ladolfi Editore, Borgomanero 2021, € 10


Prefazione di Giuliano Ladolfi


«Incontro Prometeo / e il tempo del Covid»


Il mito è «lo schema di un fatto avvenuto una volta per tutte, e trae il suo valore da questa unicità assoluta che lo solleva fuori del tempo e lo consacra rivelazione. Per questo esso avviene sempre alle origini, come nell’infanzia» (Cesare Pavese).

Uno dei più suggestivi e sempre attuali miti riguarda il furto del fuoco come dono agli uomini da parte di Prometeo (“colui che riflette prima”)... Soggetto di tragedia di Eschilo, viene ripreso da Roberto Mosi in chiave di stretta attualità mediante due significati fondamentali: l’arte e la scienza, testimonianze dell’intelligenza, della coscienza, dell’innato desiderio di conoscere e di creare da parte dell’essere umano. L’azione del semidio si configura come ribellione allo strapotere di Zeus, qui indicata come esercizio di libertà nel momento storico in cui la pandemia l’ha necessariamente limitata. Il poeta-fotografo si aggira per le strade mondo alla scoperta dell’arte di strada con l’occhio di chi intende scoprire entro la raffigurazione il significato profondo delle opere. Si affrontano temi capitali del genere umano, come la follia, gli orizzonti della sperimentazione scientifica, la pace, la libertà, la povertà, l’ecologia. Lo sguardo dell’autore, quindi, viene attratto dalla sofferenza provocata dalla pandemia e dai suoi tragici rituali e protagonisti. Nell’ultima sezione tramite personaggi letterari, storici e mitologici si raffigurano i principali sentimenti umani, quali la speranza, l’angoscia e la salvezza, sottoposti al vaglio della scienza. 5 209 Mosi.qxp_Layout 1 28/04/21 15:50 Pagina 5Ci troviamo di fronte a un testo di grande intensità creativa, in cui il mondo interiore dell’autore si attua in situazioni concrete che di esso divengono “significato”. Attraverso uno stile “nudus ac venustus” si crea una vera e propria epopea dell’umanità, che dalle raffigurazioni presenti nelle grotte di Lascaux giunge ai giorni nostri come celebrazione dell’ingegno umano, portatore di una scintilla divina. Arte e scienza vengono celebrati come suprema espressione della nostra stirpe, bisogno insopprimibile dell’essenza umana, foscolianamente apportatrici di civiltà e di progresso. Il tema affrontata da Roberto Mosi farebbe “tremar le vene e i polsi” a chiunque; egli lo affronta con il piglio di chi possiede una ricchezza di ispirazione, un bagaglio culturale e una vasta gamma di strumenti poetici che gli permettono di evitare sia la facile tentazione della retorica sia il pericolo di un’intellettualizzazione della tematica. La forza dei versi fa colta soprattutto nell’aspetto “visivo” che si innesta senza soluzione di continuità sulle diverse rappresentazioni: Il dio, ladro del fuoco, porge ad Antigone la fiamma della scienza Antigone sfida le leggi di Creonte La suggestione del testo non permette di raggiungere inquadrature interpretative definitive, il lettore viene, pertanto, invitato a proseguire in un’analsi personale ’analisi per comprenderne la ricchezza.

Giuliano Ladolfi

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Dal Sito di Mariella Bettarini

Vivo e lavoro a Firenze (dove fino al ’92 ho insegnato nelle scuole elementari), città dove sono nata il 31 gennaio 1942.
Dopo una parentesi torinese negli anni dell’infanzia e un doloroso soggiorno di tredici anni a Roma, e dopo corroboranti esperienze nella mia città natale (la città di La Pira e di don Milani, di padre Balducci e dell’Isolotto: le mie radici), nel 1973, in un postsessantotto colmo di disperate speranze, con alcuni amici scrittori diedi vita a “Salvo imprevisti”, quadrimestrale autogestito e autofinanziato sempre, e che ha sempre pubblicato fascicoli monografici dedicati a temi come “Cultura e meridione”, “Donne e cultura”, “Dopo il sessantotto”, Pasolini, “Poesia e inconscio”, “I bambini/la poesia”, “Poesia e teatro”, “Poesia e follia”, “Del tradurre”, ecc: Ho, infatti, sempre sentito strettissimamente connessa la mia ricerca etico-estetica con il rovello, la ricerca, l’esperienza etico-culturale di altre persone (prima che poeti/scrittori), in una comunitaria, non competitiva passione insieme letteraria e sociale.






 

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venerdì 25 giugno 2021

Il commento di Mariagrazia Carraroli: Promethèus, "come rappresentazione teatrale"

 


ROBERTO MOSI, Promethéus. Il dono del fuoco, Giuliano Ladolfi Editore,

Borgomanero 2021, € 10

Librerie Salvemini, Alzaia di Firenze - Presente online

Appunti di Lettura di Mariagrazia Carraroli

Pubblicata sul Blog “poesia3002”, 25 giugno 2021


Mariagrazia Carraroli

Come rappresentazione teatrale


Promethéus- il dono del fuoco- è il titolo del dramma in due tempi alla cui rappresentazione scenica sono invitata da Roberto Mosi, il colto amico poeta, regista di quest’opera, dove la parola poetica dialoga con la musica, la pittura e l’arte tutta, affannosamente cercando luce e risposta alla fatica del vivere.

La prima parola che, appena alzato il sipario, si affaccia emblematica sul proscenio, è “Cerco,,”: parola-voce in costante movimento tra cartelli stradali, murales di periferia, muraglie lontane e tatuaggi, tutta arte povera, tribale o modaiola, espressione variegata dell’uomo d’oggi, erede del troglodita di Lascaux:


I quadri vivono dell’aria/delle strade, dei muri bagnati/ dalla pioggia, del lento disfarsi//Mostrano l’anima del quartiere/ di quelli che l’abitano, volano/ poi via come gli angeli custodi (p.37)


La parola della poesia, proseguendo nella sua ricerca, incontra e ci fa incontrare la nave dei folli e poi un’altra follia che arresta la sua ansia distruttiva e arretra di fronte alla bellezza:


Nel Cenacolo si ferma la furia/ davanti all’arte di Andrea del Sarto (p.44)


E ancora il N.O.F.4 Nannetti, graffittaro ante litteram che graffia sul muro del manicomio di Volterra le inascoltate parole di libertà e di volo della sua anima, e che immagina di salire su un’astronave per toccare le stelle, quelle stesse, forse, sognate e catturate ad Arcetri da Galileo. Sì, perché poesia e follia sono amiche e insieme concimano la terra della scienza, aprendo sotterranei sentieri alle sue più ardite scoperte.


Nel secondo tempo del dramma l’autore/ regista ci accompagna nei tempi e nei luoghi del mito, dove Prometeo campeggia con i suoi doni, mentre Beethoven suona: la poesia, infatti, può generare il miracolo quantico della soppressione dello spaziotempo, dando origine a un luogo dove possono convivere speranza e angoscia, salvezza e perdizione, Fibonaci e David Bowie, scienza e bellezza e dove un virus che ha falcidiato un’umanità sgomente e imbavagliata, entra in scena, per poi esserne scalzato dalla forza che fin dai primordi guida l’uomo e dona luce alla sua intelligenza:


Prometeo e Antigone illuminano/ la via all’uomo per riprendere a vivere/ per riconquistare l’amore

(p. 55)


Qui cala il sipario, e mentre lo spettatore/lettore resta sospeso, due parole seguitano a rimanere accese ai suoi occhi: la prima (Cerco) e l’ultima (amore) in scena, rivelando, dopo il tragitto tra città, dolori, conquiste, storie e storia dell’uomo, l’essenziale, ineludibile anelito di ciascun essere sulla terra, la cui anima grida con il poeta: Cerco amore! Un Amore che l’autore ha rappresentato con la sua bella foto di copertina, amore spesso messo in croce dall’uomo, ma che sempre risorge dopo ogni individuale o collettiva pandemia.


C.B. 22 giugno 2021

                                      Mariagrazia Carraroli


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MARIAGRAZIA CARRAROLI

Nata a Verona nel 1940, vive a Campi Bisenzio. Il suo incontro con la poesia risale agli anni

della maturità.

Ha collaborato con la rivista pedagogica CEM‐Mondialità con “Note di vita vissuta” che

sono state poi pubblicate, assieme a sue liriche, in diverse raccolte e Antologie edite da La

Scuola, Le Stelle, S.E.I., De Agostini…Molti i riconoscimenti e i premi nazionali e

internazionali ricevuti, dei quali gli ultimi sono stati: nel dicembre 2006, il Fiorino

d’Argento del Premio Firenze‐Europa per l’opera edita “E nella sera un’ombra”, nel

maggio 2007, la medaglia d’oro del Premio Il Litorale all’opera edita “Coniugazioni”,

nell’aprile 2008, il Primo Premio all’Atto Unico “N.O.F.4 Nanetti Oreste Fernando”

, opera ancora inedita in poesia, del Concorso Nazionale Sarah Ferrati e il Primo Premio

per una silloge inedita al Premio Inedito Città di Chieri e colline di Torino, nel maggio

2009. È alla sua decima pubblicazione col libro di poesia “MAI PIU’ “con le immagini di

Luciano Ricci, libro dedicato ai martiri di Sant’Anna di Stazzema, FlorenceArtEdizioni.

L’inedito ha ricevuto il Premio Speciale L’erisipela “Poesia per la Pace”2008

Collabora con Franco Maniscalchi, presidente di Pianeta Poesia, curando la

presentazione di autori nelle Librerie e alla Biblioteca Marucelliana di Firenze.

Hanno scritto di lei giornali, riviste settimanali e mensili a larga diffusione e sue poesie

sono state lette in radio e tv private, Radio della Svizzera Italiana, Radio Montecarlo, RAI

Uno e RAI Tre.

Il suo lavoro creativo trova completamento e stimolo dalla feconda collaborazione con

Luciano Ricci, suo marito, pittore e fotografo.


MARIAGRAZIA CARRAROLI

 Nata a Verona nel 1940, vive a Campi Bisenzio. Il suo incontro con la poesia risale agli anni  della maturità. Ha  collaborato  con  la  rivista  pedagogica  CEM‐Mondialità  con  “Note  di  vita  vissuta”  che  sono state poi pubblicate, assieme a sue liriche, in diverse raccolte e Antologie edite da La  Scuola,  Le  Stelle,  S.E.I.  ,  De  Agostini…Molti  i  riconoscimenti  e  i  premi  nazionali  e  internazionali  ricevuti,  dei  quali  gli  ultimi    sono  stati:  nel  dicembre  2006,    il  Fiorino  d’Argento  del  Premio    Firenze‐Europa  per  l’opera  edita  “E  nella  sera  un’ombra”,    nel  maggio  2007,  la  medaglia  d’oro  del  Premio  Il  Litorale  all’opera  edita  “Coniugazioni”, nell’aprile  2008,  il  Primo  Premio  all’Atto  Unico    “N.O.F.4  Nannetti  Oreste  Fernando” ,opera ancora inedita in  poesia,  del  Concorso Nazionale Sarah Ferrati e il  Primo  Premio  per  una  silloge  inedita  al  Premio  InediTO  Città  di  Chieri  e  colline  di  Torino,  nel  maggio  2009 . E’ alla sua decima pubblicazione col libro di poesia “ MAI PIU’  “ con le immagini di  Luciano  Ricci,  libro dedicato  ai  martiri  di  Sant’Anna  di  Stazzema ,  FlorenceArtEdizioni  .  L’inedito ha ricevuto il Premio Speciale LericiPea “Poesia per la Pace”2008 Collabora  con  Franco  Manescalchi,  presidente  di  Pianeta    Poesia,  curando  la  presentazione di autori nelle Librerie e alla Biblioteca Marucelliana di Firenze. Hanno scritto di lei giornali,  riviste settimanali e mensili a larga diffusione  e sue poesie  sono state lette in radio e tv private, Radio della Svizzera Italiana, Radio Montecarlo , RAI  Uno e RAI Tre. Il  suo lavoro  creativo  trova   completamento e  stimolo  dalla  feconda  collaborazione  con  Luciano Ricci, suo marito, pittore e fotografo.

mercoledì 16 giugno 2021

"Ogni anno Napoleone ritorna all'isola d'Elba", Enrico Guerrini e Roberto Mosi - E BOOK - Edizione il Foglio, € 3,99


Ogni anno Napoleone ritorna all’isola d’Elba - E-BOOK -
Edizioni Il Foglio - 9788876068638 -
Prezzo: € 3,99
Amazon , Kindle € 2,79

Presentazione

Un gruppo di amici si ritrova davanti alla “Casa di Dante”, a Firenze, prima delle celebrazioni per i duecento anni dalla scomparsa di Napoleone Bonaparte. Discutono sul personaggio così controverso e si affidano, nel periodo della pandemia, a escursioni con il treno per raggiungere la Costa Etrusca, da Piombino a Populonia, che guarda l'isola d’Elba, dove l'imperatore regnò per otto mesi. Si ricorda l'arrivo a Portoferraio, prigioniero sulla fregata inglese Undauted, l'incontro con Maria Walenska nella “reggia sotto le stelle”, la fuga in Francia e l'avventura dei “cento giorni”. All’ultimo incontro, il 5 maggio, cercano di dare un giudizio finale sul personaggio ma non si mettono d’accordo, scoppia una rissa: per un giudizio sereno, si aspetteranno le future celebrazioni.

VIDEO

sabato 12 giugno 2021

La recensione di Nicoletta Manetti: "Promethéus. Il dono del fuoco", Ladolfi, di R. Mosi



PROMETEO DI ROBERTO MOSI

"Ormai lo sappiamo, Roberto Mosi, ad ogni suo nuovo libro, spiazza. Mai banale, mai monotematico. Sempre eclettico. Stavolta è il mito di Prometeo a travolgerlo e, di conseguenza, a travolgerci. Prometeo che si sacrifica per donare all’umanità il fuoco, il lume della scienza, del calcolo e dei segni, ci accompagna dove non immagineremmo mai.

Fu mio il sistema dei segni tracciati” dice. E noi, con Mosi e Prometeo, partiamo alla ricerca dei “segni tracciati”, che in definitiva hanno la stessa anima di quelli di ventimila anni fa sulle pareti della grotta di Lescaux, percorriamo le strade della nostra città, con i suoi “segni”, i poster, i cartelli interpretati dal Giullare, l’arte di strada, i murales che invocano l’abbattimento dei muri.

Un percorso in cui l’evocazione visiva, pittorica, si intreccia con quella musicale. Passeggiando ascoltiamo Musorgskij, la Suite per pianoforte Quadri di un’esposizione, ispirata agli acquarelli dell’amico Hartmann, in cui ciascun pezzo è preceduto, per l’appunto, da una promenade.

Fino ad arrivare alla Grande Porta sul Fiume, l’Arno, immaginata dal Poggi e mai realizzata (è rimasta al suo posto la caserma ad impedire quella vagheggiata prospettiva), omaggio alla Grande Porta di Kiev. Una porta che chiude un percorso, ma si apre ad un altro: al futuro.

Fu mia a loro bene - l’idea del calcolo” dice ancora Prometeo. E allora si riparte, ci incamminiamo su, verso il colle della scienza, per dialogare con Galileo ad Arcetri “sul destino dei pianeti e delle stelle”. E incrociamo Eschilo che “canta la generosità di Prometeo”, Leopardi, Jorie Graham. La speranza e l’angoscia. Musiche di Mozart, Puccini e David Bowie.

Infine Antigone che, dopo aver sfidato la legge in nome dell’amore, insieme a Prometeo, col sottofondo della Music of Change di John Cage, illumina la via all’uomo per riprendere a vivere dopo la pandemia. La salvezza della scienza.

Ancora una volta profondità e leggerezza caratterizzano l’opera di Mosi che con eleganza e nessun compiacimento, anzi con un garbo spesso ironico, ci porge cultura e umanità. 

                                                                                                                    Nicoletta Manetti

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ROBERTO MOSI, Promethéus. Il dono del fuoco, Giuliano Ladolfi Editore, Borgomanero 2021, € 10

Librerie Salvemini, Alzaia - Presente online

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Nicoletta Manetti: nata a Firenze, avvocato, si dedica con passione alla scrittura. Ha pubblicato per la poesia la silloge “Confidenze a un canarino” (Teseo 2013) e partecipato a varie antologie, tra cui “Gigli di mare”(Il Foglio 2018), “Sinfonia per San Salvi” (Il foglio 2020) ottenendo diversi premi e riconoscimenti. 

Per la narrativa con il romanzo “VICO” (SoleOmbra 2015) è stata finalista al Giovane Holden 2017 e Rive Gauche 2017. Ha inoltre partecipato a varie antologie, tra cui “Confessioni e battaglie” (SoleOmbra 2019) e “La scia nera” a cura di Marco Vichi (TEA 2019). 

Fa parte dell’Associazione Semicerchio, rivista di poesia comparata, e del Gruppo Scrittori Firenze.