sabato 12 giugno 2021

La recensione di Nicoletta Manetti: "Promethéus. Il dono del fuoco", Ladolfi, di R. Mosi



PROMETEO DI ROBERTO MOSI

"Ormai lo sappiamo, Roberto Mosi, ad ogni suo nuovo libro, spiazza. Mai banale, mai monotematico. Sempre eclettico. Stavolta è il mito di Prometeo a travolgerlo e, di conseguenza, a travolgerci. Prometeo che si sacrifica per donare all’umanità il fuoco, il lume della scienza, del calcolo e dei segni, ci accompagna dove non immagineremmo mai.

Fu mio il sistema dei segni tracciati” dice. E noi, con Mosi e Prometeo, partiamo alla ricerca dei “segni tracciati”, che in definitiva hanno la stessa anima di quelli di ventimila anni fa sulle pareti della grotta di Lescaux, percorriamo le strade della nostra città, con i suoi “segni”, i poster, i cartelli interpretati dal Giullare, l’arte di strada, i murales che invocano l’abbattimento dei muri.

Un percorso in cui l’evocazione visiva, pittorica, si intreccia con quella musicale. Passeggiando ascoltiamo Musorgskij, la Suite per pianoforte Quadri di un’esposizione, ispirata agli acquarelli dell’amico Hartmann, in cui ciascun pezzo è preceduto, per l’appunto, da una promenade.

Fino ad arrivare alla Grande Porta sul Fiume, l’Arno, immaginata dal Poggi e mai realizzata (è rimasta al suo posto la caserma ad impedire quella vagheggiata prospettiva), omaggio alla Grande Porta di Kiev. Una porta che chiude un percorso, ma si apre ad un altro: al futuro.

Fu mia a loro bene - l’idea del calcolo” dice ancora Prometeo. E allora si riparte, ci incamminiamo su, verso il colle della scienza, per dialogare con Galileo ad Arcetri “sul destino dei pianeti e delle stelle”. E incrociamo Eschilo che “canta la generosità di Prometeo”, Leopardi, Jorie Graham. La speranza e l’angoscia. Musiche di Mozart, Puccini e David Bowie.

Infine Antigone che, dopo aver sfidato la legge in nome dell’amore, insieme a Prometeo, col sottofondo della Music of Change di John Cage, illumina la via all’uomo per riprendere a vivere dopo la pandemia. La salvezza della scienza.

Ancora una volta profondità e leggerezza caratterizzano l’opera di Mosi che con eleganza e nessun compiacimento, anzi con un garbo spesso ironico, ci porge cultura e umanità. 

                                                                                                                    Nicoletta Manetti

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ROBERTO MOSI, Promethéus. Il dono del fuoco, Giuliano Ladolfi Editore, Borgomanero 2021, € 10

Librerie Salvemini, Alzaia - Presente online

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Nicoletta Manetti: nata a Firenze, avvocato, si dedica con passione alla scrittura. Ha pubblicato per la poesia la silloge “Confidenze a un canarino” (Teseo 2013) e partecipato a varie antologie, tra cui “Gigli di mare”(Il Foglio 2018), “Sinfonia per San Salvi” (Il foglio 2020) ottenendo diversi premi e riconoscimenti. 

Per la narrativa con il romanzo “VICO” (SoleOmbra 2015) è stata finalista al Giovane Holden 2017 e Rive Gauche 2017. Ha inoltre partecipato a varie antologie, tra cui “Confessioni e battaglie” (SoleOmbra 2019) e “La scia nera” a cura di Marco Vichi (TEA 2019). 

Fa parte dell’Associazione Semicerchio, rivista di poesia comparata, e del Gruppo Scrittori Firenze.



 

1 commento:

  1. Ormai lo sappiamo, Roberto Mosi, ad ogni suo nuovo libro, spiazza. Mai banale, mai monotematico. Sempre eclettico. Stavolta è il mito di Prometeo a travolgerlo e, di conseguenza, a travolgerci. Prometeo che si sacrifica per donare all’umanità il fuoco, il lume della scienza, del calcolo e dei segni, ci accompagna dove non immagineremmo mai.

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