sabato 26 febbraio 2022

"Le Sconfinate. Da Antigone ad Amy Winehouse", Carmignani Editrice - Antologia di quattordici autrici e autori - A cura di Nicoletta Manettii

 


È una notte magica e non voglio rimanere sola. Si sta

alzando la luna d’argento sopra il bosco sacro. (…) Ci

siete? E le altre? Sì, sono tante le sconfinate. Siete tante.

Chi di voi mi raggiunge?


Il testo si afferma per la sua spiccata originalità,

distinguendosi dal panorama letterario attuale.

Un’antologia che molti lettori vorrebbero

leggere” .

Gabriella Bardaro, Scheda critica Premio 

Città di Como 2021


Disubbidienti, figlie di Antigone.

Per amore, per vendetta, per una

passione tale da scompaginare ogni

regola. Donne fuori e oltre ogni

schema, che hanno rotto i vetri

della convenzione, non importa

se nel bene o nel male. Sconfinate,

letteralmente “senza confini”

capaci di contenerle. Donne in cui,

la passione, il carattere, il fuoco

dell’arte, la follia hanno rotti gli

argini, tanto cari ai benpensanti

di ogni epoca e paese. Un coro di

quindici voci femminili diverse,

senza freni né pudori, che si

incontrano. È Antigone, maestra

della disubbidienza, che invita altre

sconfinate” a raggiungerla nel

bosco sacro, perché si raccontino.

Donne libere nel profondo, che

hanno accolto la verità del proprio sé,

degli ideali, delle passioni, del corpo,

raggiungendo consapevolezze spesso

dolorose, donne il cui l’“andare oltre

i confini” ha lasciato aperture di

pensiero e di strade, ha fatto scaturire

versi, dipinti, ha urlato diritti civili.

(Dalla nota della curatrice, Nicoletta Manetti)


Indice dell'Antologia

Nota critica, di Gabriella Bardaro

Nota della curatrice, di Nicoletta Manetti

Antigone, di Roberto Mosi

Cleopatra, di Caterina Perrone

L’immortale, di Fabrizio De Sanctis

Mary, di Cristina Gatti

Florence, di Antonella Cipriani

Marie, di Andrea Zavagli

Camille, di Marco Tempestini

Suzanne, di Nicoletta Manetti

Marina, di Gabriella Tozzetti

Leonarda, di Nicola Ronchi

Tina, di Andrea Zurlo

Frida e Artemisia, di Gabriella Becherelli

Violette, di Sylvia Zanotto

Forugh, di Manna Parsì

Amy, di Saimo Tedino

Cenni biografici

Note biografiche di autrici e autori



* * * * *


"Antigone"

Video-presentazione "Antigone, figlia di Edipo re di Tebe":  Youtube (Premiére - martedì 1° marzo): indirizzo:  https://www.youtube.com/watch?v=krOSIhEPsYA

“Antigone, figlia di Edipo re di Tebe” – Autore: Roberto Mosi
    Video ispirato al racconto-monologo “Antigone” di Roberto Mosi presente nella antologia “Le Sconfinate”, Carmignani Editrice 2022, curata da Nicoletta Manetti. Il racconto è ispirato alla tragedia di Sofocle, rappresentata ad Atene per la prima volta alle Grandi Dionisie del 442 a.C.
    Un gruppo di studenti del Liceo Classico “Galileo Galilei” di Pisa sta per mettere in scena questa tragedia nella loro città, in piazza dei Cavalieri, davanti al palazzo della Carovana, o dei Cavalieri, dove ha sede la Scuola Normale Superiore. Sulla bianca scalinata di marmo a doppio rampa del palazzo, saranno rappresentate le scene della tragedia animate dal coro e da Antigone con gli altri protagonisti; la scena finale, però, dopo la condanna di Antigone, da parte del re Creonte, a morire di fame nella grotta fuori della città di Tebe, sempre nella piazza dei Cavalieri, ai piedi della torre Gualandi – o della Muta, dal fatto che in passato venivano rinchiuse le aquile allevate dal comune di Pisa durante il periodo della muta delle penne – dove furono imprigionati e lasciati morire di fame il conte Ugolino della Gherardesca e i suoi figli e nipoti, episodio di cui parla Dante Alighieri nel XXXIII canto dell’Inferno: La bocca sollevò dal fiero pasto/ quel peccator ...
    Nel racconto-monologo si immagina che i giovani pisani compiono un viaggio di studio in Greca, a Tebe, per incontrare Antigone e prendere ispirazione per il loro spettacolo che andrà in scena nella piazza della loro città, fra il palazzo della Carovana e la torre della Muta.
Le immagini che compaiono nel video “Antigone, figlia di Edipo re di Tebe” sono state riprese durante un viaggio dell’autore in Grecia nel 1984.
    L’incipit del racconto-monologo di Antigone:
“Tebe, primavera 2021
Benvenuti a Tebe. Vi accolgo ai piedi del ponte sul fiume Cefiso, presso la fontana di Edipo. È qui che mio padre si lavò le mani sporche di sangue dopo avere ucciso Laio, il suo genitore, mio nonno, sulla strada che porta alla città. Da qui con un solo sguardo possiamo abbracciare tutta la collina di Tebe fino alla parte alta della città, dove una volta era l’acropoli. Sono rimaste tracce delle antiche mura, del palazzo di Creonte e della Rocca Cadmea. In basso, sopra l’argine del fiume, verso occidente, intravedete la cavità della caverna rocciosa nella quale Creonte mi condannò a morire di consunzione. È da questa fonte che voglio iniziare a raccontarvi la mia storia e quella della mia famiglia, da Cadmo, fondatore di Tebe, fino alla mia condanna. Sono felice di potervi incontrare finalmente di persona, dopo che tante volte ci siamo collegati in videoconferenza anche per discutere il progetto che vi ha portato dalla vostra città di Pisa fino a qui, a Tebe, in questo periodo di pandemia che sta colpendo tutti i paesi della terra ... “.

Così termina il racconto-monologo di Antigone:

La vostra visita a Tebe è terminata. Vi saluto qui, alla Stazione Ktel degli autobus. Presto il vostro mezzo partirà per Delfi, l’antica città dell’Oracolo. Aspetto da voi notizie felici. Questo vostro viaggio in Grecia è un pellegrinaggio alle radici della nostra storia e della cultura. Dare nuovamente vita nello spettacolo a me, l’eroica ragazza di Tebe, non è qualcosa di meccanico, una semplice trasposizione di un testo nella scena, è piuttosto il comprendere, misurarsi con scelte di vita. Una prova che lascia il segno, che richiederà a ognuno di voi di prendere partito, di non rimanere indifferenti riguardo alla storia di questa ragazza che, nel dipanarsi delle generazioni, torna a ribellarsi al tiranno in nome della pietà e di una giustizia superiore. Sono certa che la vostra Antigone sarà diversa da tutte le Antigoni del passato, sarà un successo, vi darà soddisfazione, la sentirete profondamente vostra. L’augurio che vi faccio è di non risparmiarvi nel vostro impegno, siate “sconfinati”, andate oltre i confini! Immaginate, nel progettare e vivere lo spettacolo, il futuro che volete conquistare, con tutta la passione e la disubbidienza di cui siete capaci. 

 




L'autore







sabato 12 febbraio 2022

Omaggio a Mariella Bettarini per il compleanno



L’omaggio a Mariella Bettarini per gli ottant’anni


Alla Biblioteca delle Oblate di Firenze si è svolto il 31 gennaio scorso un incontro per festeggiare il compleanno di Mariella Bettarini. L’iniziativa è stata promossa dal Laboratorio Nuova Buonarroti e dalla Rivista Semicerchio. Il titolo “Amorosa persona, omaggio a Mariella Bettarini per i suoi ottant’anni”. Ha coordinato l’incontro Rosaria Lo Russo e sono intervenuti poeti e critici che hanno letto suoi testi. Fra gli intervenuti, davanti ad un folto pubblico di ammiratori: Luca Baldoni, Elisa Biagini, Tommaso Lisa, Paolo Maccari, Nicoletta Manetti, Roberto Mosi, Marco Simonelli, Francesco Stella, Caterina Verbano.






Mariella Bettarini, una poetessa, saggista, scrittrice e traduttrice italiana, è nata a Firenze il 31 gennaio del 1942. Le sue opere sono state recensite, fra gli altri, da Mario Luzi, Dario Bellezza, Giuliano Manacorda, Sergio Pautasso, Roberto Roversi. Nel 1973 ha fondato il quadrimestrale di poesia autogestito e autofinanziato “Salvo imprevisti”, sottotitolato “quadrimestrale di poesia e altro materiale di lotta”; in seguito, dal numero 19/20, gennaio-agosto 1980, semplicemente “quadrimestrale di poesia”. “Salvo imprevisti” ha spesso pubblicato numeri monografici dedicati a temi che collegano cultura, poesia e problemi sociali; dal 1993 ha continuato le pubblicazioni col nuovo nome “L'area di Broca, semestrale di letteratura e conoscenza”. La rivista prende nome dalla omonima parte dell'emisfero sinistro del cervello coinvolte nella elaborazione e comprensione del linguaggio. Mariella Bettarini ha curato, sulla rivista Poesia (Crocetti) una rassegna dal titolo “Donne e poesia”, antologia di poesie di circa cento autrici italiane dal '63 al '99; nel 1996, insieme ai genitori di Alice Sturiale, si è occupata della composizione del best seller “Il libro di Alice”. Ha collaborato con svariate riviste, quotidiani e periodici. Dal 1984 ha curato, con Gabriella Maleti (1942-2016), le Edizioni Gazebo.

“Donne Parità Alterità” è il tema dell’ultimo numero dell’“area di Broca”. La parte grafica è curata da Graziano Dei; sulla copertina la figura di Simone de Beauvoir, scrittrice, saggista, filosofa, insegnante e femminista francese. Il numero può essere direttamente consultato sul sito www.emt.it/broca .







Intervengono sul tema “Donne, parità e alterità”, trentacinque autori con poesie, racconti, saggi. All’inizio della raccolta di contributi, un invito perentorio della direttrice a porre attenzione a “tre recenti “spunti” di realtà”: - l’Italia è agli ultimi posti in Europa per il tasso di occupazione femminile; - le donne sindaco in Italia sono soltanto il 15% di tutti i sindaci; - le donne avrebbero raggiunto la “parità di genere” nel 2120 ma, dopo la pandemia, questo avverrà ne 2171”.





Il numero della rivista dedicato al tema “Donne, parità e alterità” appare, dunque, una raccolta preziosa di analisi critiche, di idee, di contributi poetici, con il carattere di una molteplicità di voci e di prospettive. Il contributo di Mariella Bettarini, nella forma dell’acrostico, che apre il numero dell’“area di Broca” - riportato di seguito - rende bene la complessità, i problemi, le speranze che agitano oggi il pianeta donna.


Donne Parità Alterità (acrostico)


Donne – oh donne – voi/noi donne – quanto (conquistato)

Orgoglio (?) – quanti problemi da sempre immobili e –

Nonostante questo – da sempre in movimento – in

Nostra evoluzione – soprattutto a seconda delle zone del globo

E dunque delle primarie condizioni di nascita – delle


Più svariate condizioni di vita – ossia politiche – di

Annose–secolari imparità sociali – familiari – di studio – di

Ruolo sino a che in certi Continenti –

In certe aree “privilegiate” la nostra (di noi donne)

Tentata parità è finalmente apparsa – anche se mai con unit-

A’ – mai con durata sicura – mai stabilmente


A causa di infiniti motivi di (illusoria) superiorità maschile – di nostre

Libertà mancanti – di infauste leggi. Disparità secolare? No –

Talmente antica/arcaica da esser persino millenaria (insormontabile?)

E sino a che la folle misoginia maschile comprende d’esser

Rarità – sempre più donne valendosi di ormai

Insormontabili Diritti – anche se questo troppo spesso è (per loro) un

Tremendo Diritto che la maschilità non ama né accetter-

A’ mai (forse…)