Roberto Mosi si interessa di poesia e fotografia. Per la poesia ha pubblicato Sinfonia per San Salvi (Il Foglio 2020), Orfeo in Fonte Santa (Ladolfi 2019), Il profumo dell’iris (Gazebo 2018), Navicello Etrusco (Il Foglio 2018), Eratoterapia (Ladolfi 2017), Poesie 2009-2016 (Ladolfi 2016). L’autore ha realizzato mostre di fotografia presso caffè letterari, biblioteche, sale di esposizione. Cura i Blog: www.robertomosi.it e www.poesia3002.blogspot.it .
mercoledì 30 aprile 2014
giovedì 17 aprile 2014
200 ANNI DALL'ARRIVO DI NAPOLEONE ALL'ELBA
Nelle acque della rada di Portoferraio, davanti al porto, la sera
del 3 maggio 1814 arrivò dalla Francia, e gettò le
ancore, la fregata inglese Undauted:
portava Napoleone verso il suo
nuovo regno insieme con alcuni fedeli
compagni, il generale Bertrand,
il conte Drouot, il tesoriere Peyrusse.
Alla luce ancora del sole
Napoleone poté vedere dalla nave le
possenti
fortificazioni: Forte Stella,
Forte Falcone, Fronte di terra,
Forte della Linguella,
incastonati in un paesaggio dai colori tipici di
un’isola del mediterraneo.
Dalla bocca del porto alzando poi lo
sguardo in alto dalla parte del
mare aperto, scorse il basso profilo
della Palazzina dei Mulini,
posta in una posizione incantevole e allo
stesso tempo strategica, nella
verde sella che la collina forma fra il
Forte Stella e il Forte
Falcone.
Dopo il Castello di
Fontainebleau, in Francia, che aveva lasciato
tredici giorni prima rivolgendo
un accalorato saluto ai suoi soldati,
sarebbe stata la sua prossima
residenza. Quando arrivò poi l’oscurità,
la notte fu rischiarata da un’infinità
di luci, piccole e grandi, appese
alle finestre delle case per
significare l’eccezionalità dell’evento.
Il giorno successivo fu
innalzata la nuova bandiera sul Forte
Stella, bianca divisa in due
triangoli da una striscia rossa, ognuno ornato
da tre api d’oro. Nel primo
pomeriggio Napoleone scese dall’Undauted,
salutato dai colpi di cannone
della fregata e dagli hurrah
dei marinai inglesi. Un
corteo di barche con le bandiere sventolanti,
fra grida festanti e il suono
degli strumenti musicali di alcuni, fece
da scorta alla sua
imbarcazione. Quando giunse alla bocca del porto,
gli apparve lo spettacolo della
folla di cittadini esultanti assiepata
sui moli, tutto intorno
all’ovale dell’antica darsena. Le grida di saluto
e gli evviva l’Imperatore erano
ripetuti dall’eco sonora delle mura
del porto. Era ad attenderlo il
maire Pietro Traditi, che gli fece dono
delle chiavi della città, con
le autorità dell’isola. L’intero clero dell’isola
lo scortò poi sotto un gran
baldacchino fino al Duomo, la chiesa
intitolata alla Natività di
Maria, dove fu celebrato un solenne Te
Deum di ringraziamento.
Terminata la cerimonia, si diresse al palazzo
municipale, scelto
provvisoriamente per sua residenza fra due
file di guardia nazionale, con
i balconi e le finestre delle case addobbate
con drappi e tappeti.
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