giovedì 17 aprile 2014

200 ANNI DALL'ARRIVO DI NAPOLEONE ALL'ELBA


Nelle acque della rada di Portoferraio, davanti al porto, la sera del 3 maggio 1814 arrivò dalla Francia, e gettò le ancore, la fregata inglese Undauted:
portava Napoleone verso il suo nuovo regno insieme con alcuni fedeli
compagni, il generale Bertrand, il conte Drouot, il tesoriere Peyrusse.
Alla luce ancora del sole Napoleone poté vedere dalla nave le
possenti fortificazioni: Forte Stella, Forte Falcone, Fronte di terra,
Forte della Linguella, incastonati in un paesaggio dai colori tipici di
un’isola del mediterraneo. Dalla bocca del porto alzando poi lo
sguardo in alto dalla parte del mare aperto, scorse il basso profilo
della Palazzina dei Mulini, posta in una posizione incantevole e allo
stesso tempo strategica, nella verde sella che la collina forma fra il
Forte Stella e il Forte Falcone.

Dopo il Castello di Fontainebleau, in Francia, che aveva lasciato
tredici giorni prima rivolgendo un accalorato saluto ai suoi soldati,
sarebbe stata la sua prossima residenza. Quando arrivò poi l’oscurità,
la notte fu rischiarata da un’infinità di luci, piccole e grandi, appese
alle finestre delle case per significare l’eccezionalità dell’evento. 
Il giorno successivo fu innalzata la nuova bandiera sul Forte
Stella, bianca divisa in due triangoli da una striscia rossa, ognuno ornato
da tre api d’oro. Nel primo pomeriggio Napoleone scese dall’Undauted,
salutato dai colpi di cannone della fregata e dagli hurrah
dei marinai inglesi. Un corteo di barche con le bandiere sventolanti,
fra grida festanti e il suono degli strumenti musicali di alcuni, fece
da scorta alla sua imbarcazione. Quando giunse alla bocca del porto,
gli apparve lo spettacolo della folla di cittadini esultanti assiepata
sui moli, tutto intorno all’ovale dell’antica darsena. Le grida di saluto
e gli evviva l’Imperatore erano ripetuti dall’eco sonora delle mura
del porto. Era ad attenderlo il maire Pietro Traditi, che gli fece dono
delle chiavi della città, con le autorità dell’isola. L’intero clero dell’isola
lo scortò poi sotto un gran baldacchino fino al Duomo, la chiesa
intitolata alla Natività di Maria, dove fu celebrato un solenne Te
Deum di ringraziamento. Terminata la cerimonia, si diresse al palazzo
municipale, scelto provvisoriamente per sua residenza fra due
file di guardia nazionale, con i balconi e le finestre delle case addobbate
con drappi e tappeti.