domenica 27 gennaio 2019

La Fiorentina su Literary (e Umberto Saba)


LINK A LITERARY

















 Goal

Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non vedere l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce,
con parole e con la mano, a sollevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla - unita ebbrezza- par trabocchi
nel campo: intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questi belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
- l’altro- è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch’io son parte.

                      Umberto Saba








sabato 19 gennaio 2019

Giuseppe Baldassarre: "una visione tridimensionale" - Raccolta "Il profumo dell'iris", Gazebo Edizioni


Recensione di Giuseppe Baldassarre dal Blog “Pianeta Poesia”
Associazione Novecento Poesia – Centro di Studi e Documentazione
Gennaio 2019
Roberto Mosi, Il profumo dell’iris, Gazebo 2018, pagg. 88, euro 8
Libreria Salvemini, p. Salvemni 18
“Il libro raccoglie poesie dedicate alla città dove l’autore vive, alcune inedite, altre riprese da precedenti raccolte, a partire da Florentia 2008. La visione della città è scandita secondo la trama delle piazze, le strade, le colline. La raccolta si presenta come un invito a seguire il poeta nella visita di luoghi ben conosciuti, per cogliere con lui un gamma di sensazioni, condividere immagini che emergono dal profondo, ricordi legati alla vita personale e a quella di una comunità dal carattere particolare. (dalla prefazione)”
“Dopo Florentia del 2008 Roberto Mosi dedica un nuovo volume all’amata Firenze. Non tanto un ripetersi quanto un confrontarsi con temi carichi di significato per l’autore, spostandosi in un intinerario elicoidale, con una visione in progress.
Non un album di cartoline o fotografie artistiche: c’è la scelta visiva, il punto di vista che mette in risalto il soggetto. Ma nell’architettura, nello scorcio urbano, nel paesaggio descritto si inserisce la soggettività dell’autore, il quotidiano necessario, il sentimento dell’uomo. Ed entra anche, quasi spontaneamente la Storia, con la iniziale maiuscola. Si crea un effetto sincronico e armonioso, che il linguaggio nitido riesce a rendere in modo efficace. Una visione tridimensionale, direi: le linee della città e del suo territorio, la storia del quotidiano e dell’io, la Storia con la maiuscola. E in questa costruzione a tre dimensioni vive una forte tensione etica, un’anima da uomo planetario, come lo definiva padre Balducci.”



(Un testo del libro)
L’omino della pioggia
.
Dalla rotonda al centro della piazza
l’omino della pioggia accoglie
le macchine arrivate a Firenze.
.
Ai piedi dell’omino di Folon
una valigia blu piena di sguardi,
di occhiali per la visita alla città.
.
Si vedono con lo stupore dei bambini
chiese e palazzi galleggiare
in una luce tenue color pastello,
.
l’arcobaleno fra i cipressi delle colline,
due grandi mani schiudersi in alto.
Liberano in volo colombe della pace.
.
Notizia
“Il libro è stato  presentato alla Società delle Belle Arti – Circolo degli Artisti – Casa di Dante,  a Firenze,  il 17 gennaio 2019.
All’inizio ha portato il suo saluto il Presidente della Società delle Belle Arti – Circolo degli artisti, prof. Riccardo Carapelli.
Sono seguiti gli interventi critici di  Mariella Bettarini e Giuseppe Baldassarre.
Poi ci sono state letture di Giulia Capone Braga, di Renato Simoni e dello stesso Roberto Mosi.
Musiche sono state eseguite da Franco Margari e Angiolo Pellegrini (chitarre) e Umberto Zanarelli (pianoforte).
Un omaggio singolare è stato un componimento in ottava rima, ispirato dal libro di Mosi, composto e cantato da Renato Simoni.
Durante lo svolgimento della presentazione il pittore Enrico Guerrini ha realizzato su un cartoncino con i gessi colorati il disegno che appare sulla copertina del libro.”

venerdì 11 gennaio 2019

Il video e la poesia, la poesia e il video




 L’inizio dell’anno 2019 appare il momento giusto per fare il bilancio in merito al rapporto fra poesia e video e, più in generale, con la fotografia: un tema al quale stiamo lavorando anche in questo periodo con la presentazione della nuova raccolta “Il profumo dell’iris” e la preparazione di prossimo video da parte del critico d’arte Virginia Bazzechi.
      
   Un argomento che nel corso dell’anno passato, abbiamo approfondito con il contributo pubblicato sul numero speciale della rivista fiorentina “Testimonianze” (nn. 518-519) “Con gli occhi dei poeti”: il titolo dell’articolo “L’intrigante relazione fra poesia e fotografia”, a pag. 167. Si afferma che “poeta e fotografo interagiscono e si incontrano nella forma espressiva della “poesia visiva”, o si completano, arrivando a scoprire la somiglianza dei loro mezzi espressivi. ” L’immagine che riesce a cogliere l’umanità dietro un volto o una storia racchiusa in uno scatto si fa poesia e la poesia si fa immagine quando coglie il lampo irripetibile e lo ricerca in ritmo e parole.


Un’educazione reciproca quella tra fotografo e poeta, figure che alle volte convivono nella stessa persona. Per rimanere sullo stesso versante, è stato preparato recentemente un video per YouTube (
https://www.youtube.com/watch?v=AoQjxgacGao)  che dà ragione in forma visiva di questi elementi, dal titolo “L’affascinante relazione fra poesia e fotografia, di R. Mosi”. 


         Il lavoro complessivo che abbiamo svolto fino ad oggi è raccolto, in via principale, nella lista (in inglese, Playlist) della piattaforma YouTube, denominato “Felicità”, all’indirizzo:   
https://www.youtube.com/playlist?list=PLKs0dokJPvpjRmTI67DjY7a_uDzyC9NEF
    Comprende 40 video, per lo più di breve durata, che possono essere visti in sequenza o in maniera casuale.
Un breve commento, con alcune impressioni personali. Al centro poniamo il video, realizzato dalla Bazzechi, dedicato alla Antologia “Poesia 2009-2016 – Ladolfi Editore” (n. 12 della Playlist), che illustra in maniera incisiva il lavoro poetico di dieci anni. L’Antologia divisa in tre parti: 1. Le Raccolte poetiche; 2. I Poemetti: “L’invasione degli storni”, “Flora”, “Golfo di Baratti”, “Populonia”; 3. Le cinque composizioni dedicate all’opera di Marcel Proust. 

Il video, poi, con maggiore carica creativa: “Therapy”: la poesia della strada. Opera 5. Pittopoesia” (n. 1 della Playlist).  Il video, per noi, più suggestivo perché all’inizio della nostra ricerca fra poesia e fotografia, nell’anno 2009.: “Non luoghi” (n. 15 della Playlist).
          In sintesi, infine, nei 40 video in mostra su YouTube, si svolgono i temi presenti nella nostra composizione poetica, del viaggio, del mito, dell’incontro con la bellezza della città di Firenze, della cultura etrusca (Navicello Etrusco), della scrittura come conforto personale (Eratoterapia), l’incontro con Marcel Proust, con il lavoro della pittura (in primis, la pittura di Enrico Guerrini), con la follia (si veda “Esercizi di volo”). A questo è da aggiungere la registrazione di alcuni video, in occasione di presentazioni pubbliche e dell’intervista con l’Archivio dei Poeti.
           Questa rassegna comprende infine le nostre opere poetiche (8) illustrate da immagini fotografiche e da disegni, pubblicate nella forma di e-Book nella collana Libri Liberi delle edizioni www.larecherche.itwww.larecherche.it. Merita di essere indicata per prima “Firenze, foto grafie” (e-Book n. 180), con la rassegna dei manifesti delle 10 mostre fotografiche realizzate e il testo poetico del viaggio di un “Giullare” per la città di Firenze, con la macchina fotografica a tracolla. Sono poi da aggiungere gli e-Book “Mito” (n. 165), “L’invasione degli storni” (n.152), “Sinfonia per Populonia” (n. 130), “Florentia” (110), “Itinera” (n. 48), “Aquiloni” (n. 33), “Non luoghi”
(n. 28). 

              È interessante notare che, secondo le indicazioni, al mese di gennaio 2019, delle edizioni www.larcherche.it, quasi 8 mila visitatori hanno scaricato gli e-Book ora segnalati e che il primato spetta a “Itinera”, la raccolta dedicata al tema del viaggio, con l’accesso di oltre 2500 visitatori. Il viaggio di Ulisse, di ieri e di oggi, è sempre al centro delle nostre passioni.

         La corte

I viaggi di ogni tempo iniziano
dalla corte della mia infanzia
magico quadrato di terra tra case
cadenti, chiuso da un cancello
di ferro aperto sul mondo.

Nel magico quadrato si scioglie
il racconto dei viaggi: affiorano
per primi i ricordi dei padri
di ritorno dalle guerre sofferte
in ogni parte del mondo.

Il racconto infinito si confonde
con i miti, le scoperte di Ulisse,
le spedizioni nel Bengala, all’isola
di Mompracen. Nella scatola
da scarpe, cartoline e foto sgualcite.

Con la scatola dei sogni in mano
ho superato il cancello di ferro.

Roberto Mosi, Itinera, e-Book LaRecherche.it 2010



martedì 8 gennaio 2019

"Il profumo dell'iris" alla Casa di Dante, giovedì 17 gennaio -- Il programma


Roberto Mosi, Il profumo dell’iris, Gazebo, Firenze 2018, pp. 88, euro 8
Libreria Salvemini, piazza Salvemini Firenze - Tel. 055 2466302
Profumeria “Bottega Bedeschi”, via delle Belle Donne, Firenze - Cell. 334 8041523
* * *
Commento di Nicoletta Manetti
Caro Roberto,
dopo aver finito di leggere il tuo libro, l’ho riletto ancora, per capire se quella che provavo era solo la piacevole suggestione che ti rimane quando leggi dei bei versi oppure se c’era qualcosa in più.
E alla fine della seconda lettura ho capito cosa è quel di più: la tua ricetta è particolare.
Tu sai intrecciare cultura, sentimento e ironia. “Cultura” che non è mai uno sfoggio compiaciuto, “sentimento” che non è mai sentimentalismo (è la tenerezza del familiare che ti avvicina molto al lettore), “ironia” che non ha mai eccessi, ma arriva a spiazzarti quando non te l’aspetti.
Il sublime e il quotidiano infilati come perle in una collana.  E le molte anafore che spesso evocano un narrare da favola.
Complimenti Roby!
Nicoletta
* * *
Programma del 17 gennaio “Il profumo dell’iris
Letture: Giulia Capone Braga, Renato Simoni, Roberto Mosi
Musica: Franco Margari e Angiolo Pergolini (chitarra),
Umberto Zanarelli (pianoforte)
Le piazze di Firenze
- Santo Spirito, pag 14: Giulia
- Le Murate, pag 15: Giulia
- La Cupola, pag 27: Roberto
- Piazzale Michelangelo, pag 28: Roberto
- Ponte Vecchio, pag 31: Roberto
(Canzone in ottava rima di Renato Simoni: Leggendo Il profumo dell’iris)
Le strade di Firenze
- Vicolo delle Brache, pag 35: Renato
- La fabbrica della Fiat, pag 47: Renato
- L’erta dei Catinai, pag 48: Giulia
- Peretola, pag 60: Giulia
- Quartiere popolare, pag 63: Giulia
- Via dei Gergofili, pag 54: Roberto
- Uno strano convoglio, pag 51: Roberto
Le colline e oltre
( La musica al pianoforte segue la lettura della poesia)
- L’anello delle colline , pag. 70: Renato
1. Strauss jr. Voci di primavera op. 410
- Oltre l’Appennino, pag 77: Renato
1. Chopin – Prelude op. 28 n. 20
- Sulla via Francigena, pag.79: Giulia
1. Vivaldi – Largo dal Concerto in fa min. N. 25
- Amo le parole, pag 81: Roberto
1.Schumann – Eusebius da Carnaval op. 9








martedì 1 gennaio 2019

Roberto Benigni: "Firenze è una pacchia/ non segue le mode/ lo voglio urlar forte/ che a Firenze si gode/ ... A FIRENZEEE!!! ...."



Nell’ accogliente casa di Angela e Sandro, a San Giovenale, un favoloso inizio dell’anno di canzoni e poesia, dedicato a pensieri di amicizia, di amore per Firenze. Fra queste, alcune riportate di seguito.
.














Inno a Firenze
.
E singhiozzando
gli dissi al medico son triste e son scontento
mi rispose “Lei Benigni ha proprio un bell’esaurimento”
”Medicine non ne prendo, né antibiotici o ignezioni.
Soprattutto  c’ho paura delle controindicazioni”
”Se un si stanca giri il mondo guardi i fiori e le fanciulle…a Casablanca”
”Ci son stato e torno ora da Istanbulle.
Son tornato e son tanto triste e pien di sofferenze”
”Eh ma ha sbagliato” disse lui “per godere vada a vivere
.
A FIRENZEEE!!!
.
Firenze è una pacchia non segue le mode
lo voglio urlar forte che a Firenze si gode
si campa cent’anni nessuno s’abbacchia
lo voglio urlar forte che a Firenze è una pacchia.
Le donne a Firenze non hanno la “porsce”
ma vedessi che gambe vedessi che cosce.
Si vestano bene chissà chi è i su’ sarto
e a vedelle gnude ti viene un infarto.
Capaci di bere anche cinque o sei grappe,
e se po’ s’ignudano madonna che chiappe.
Lo voglio urlar forte fino a piazza di’ Dòmo,
la donna a Firenze l’è meglio dell’omo,
perché si sta bene, davvero è un mistero
chi dice un ci credo chi dice unn’è vero.
A me un m’interessa un vo’ fa prepotenze
continuo a urlar forte
si gode 
.
a FIRENZEE!!!
.
E poi cosa dire della popolazione
che pensa in continuo alla rivoluzione.
Lavorano tutti qui la gente sgobba,
se passa Andreotti gl’addrizzan la gobba.
Se vien De Michelis per lui non c’è scampo
lo spogliano gnudo gni fanno uno shampoo.
Si ferma Martelli con la macchina ‘n panne
gni mettano n’ bocca 7 - 8 canne.
Se viene Fanfani, un c’è Cristo o San Pietro,
gni tirano i collo, l’allungan d’un metro.
E se ne potrebbe salvar solo uno,
Forlani perché un se n’accorge nessuno.
Se poi passa Craxi, i grullo più grosso,
di certo a Firenze gni pisciano addosso.
Insomma ministri le vostre scemenze
voi ditele a Roma,
ma un venite. 
.
A FIRENZEEE!!!
.
Lo dico stasera ventuno d’agosto
da qui non mi mòvo non cambio più posto.
Ho trovato du’ stanze me l’hanno affittate
Cinquecentomila  pero ‘mobiliate.
Gni piaccio a una donna, tutta la mattina
s’è fatto all’amore alla fiorentina.
Ci s’è chiusi in casa giù sotto a’ lenzoli
ci voglio fa ‘nsieme 18 figlioli;
che tanto a Firenze, un so chi l’ha scritto,
si more a 100 anni co’ i’ pisello ritto.
Ma i’ mio pe’ Firenze è un amore modello
come si vo’ bene a una mamma o un fratello,
e di stare qui e’ l’è i mio destino
se va via Craxi e’ va bene anche Bogiankino
insomma finisco e dico Firenze
do un bacio d’amore
a tutta 
.
FIRENZEEE!!!
.
Roberto Benigni
——
.

Vieni a Firenze
.
Oggi giorno di canzoni se ne scrivono a milioni
tutti vantano e questo si sa, le bellezze della propria città
Non si parla che di popolane che si gettan nel Tevere in piena
poi ti vengon le napoletane “Marechiaro”, “Sorrento” “Ohi Mari’”
Se di Firenze nessuno parlò, io sol così canterò.
.
Ma vieni un po’ a Firenze, vieni a veder che bambine,
quelle che vedi passare son tutte fiorentine.
Nelle notti divine e stellate passan gaie le mandolinate,
ogni bimba ha un sussulto nel cuore
e ascolta fremente quel canto d’amore.
Chi viene qui a Firenze non sa spiegar cosa sia,
quando ritorna lontano ha in cuor la nostalgia.
.
Van le belle fiorentine ogni sera alle Cascine
co’ ‘i su’ damo per fare all’amor e la luna sorride a ogni cuor
Ogni bimba, sia bruna, sia rossa, se vuol farti provare la scossa
sorridendo si mette a cantar lo stornello che il cuor fa tremar.
Ogni balcone è di glicini in fior, ovunque regna l’amor.
.
Ma vieni un po’ a Firenze, vieni a veder che bambine,
quelle che vedi passare son tutte fiorentine.
La sartina con l’innamorato, la servetta abbracciata al soldato,
il viveur con la bionda nel cuore
si scambiano entrambi promessa d’amore.
Se vieni qui a Firenze, sopra i lungarni ogni sera
udrai una voce che canta “Io son la primavera”
.
Se vieni qui a Firenze, sopra i lungarni ogni sera
udrai una voce che canta “Io son la primavera”
.
di Adriano Cecconi
———— 

Da “Il profumo dell’iris”, Gazebo, 2018
.
Palazzo Vecchio
.
Oggi
ho salito le scale del Palazzo,
Costanza al mio braccio,
con noi la poesia
di Pablo Neruda, il poeta
giunto dalle Ande cilene:
.
E quando in Palazzo Vecchio,
bello come un‘agave di pietra,
salii i gradini consunti …
uscì a ricevermi un operaio
capo della città”, *
.
Il sindaco sessanta anni fa,
Fabiani, la semplicità
in persona, in armonia
con lo splendore di Firenze:
.
con l’arte “che da queste
strade contorte venne a mostrare
il cuore della bellezza
a tutte le strade del mondo”.
.
Oggi
l’incontro si rinnova:
la bellezza dell’amore,
la semplicità degli sposi,
gioielli splendenti fra noi,
.
nella nostra “vecchia città
di pietra e d’argento”.
.
* Pablo Neruda “La città”, 1951
.


L’erta dei Catinai
.
“L’odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime,
a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto,
portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare,
l’immenso edificio del ricordo.” Marcel Proust, Dalla parte di Swann.
.
Un mazzo di fiori
sulla mensola del tabernacolo
della Madonna dei Ricci
ai piedi dell’erta dei Catinai.
Un mondo di sensi ritorna.
La folla sale e scende,
carri, barrocci carichi
di terrecotte, catini, orci.
Cavalli, coppie di muli,
asini incespicano per la salita.
.
Tra la folla, le lavandaie
portano cesti di biancheria
lavata nelle acque dell’Ema,
profumata dai fiori dell’iris.
.
Iride, una madonna fiorentina,
promise amore al giovane
che dipinse un fiore così perfetto
da ingannare una farfalla.
Da lei ebbe nome iris,
il simbolo di Firenze.
.
Dopo l’erta dei Catinai
si apre la vista su Firenze,
città di bellezza elegante
preziosa come il profumo
dell’iris, dal tono austero,
riservato. Si concede solo
a chi la ama, la sa apprezzare.

Sulla via Francigena
.
La mattina frizzante si scioglie
nel tepore terso del sole,
mi segue il gruppo d’amici
disteso in un’allegra rete
di lievi parole, per la via
antica dei pellegrini che sale
su leggere colline ondulate
a San Miniato, serpeggiante
di case e torri sul crinale
di fronte. La strada bianca
è un balcone sospeso
sul cuore antico della Toscana
nel paesaggio circondato
dall’azzurro lontano dei monti.
.
È un ponte sospeso
tra passato e presente.
La pieve appartata di Coiano,
corolla di rossi mattoni,
la Torre imperiale di Federico,
la finestra della “Notte di San Lorenzo” illuminata da stelle cadenti
dove si rinnova il racconto
di genti in cerca della libertà.

Il rifugio di Fonte Santa
.
Una bandiera rossa
nascose nonno David
fra i muri del rifugio
nel bosco a Fonte Santa.
.
Una bandiera rossa
sventola dalla finestra
fra i canti e l’euforia
della libertà ritrovata.
.
Una bandiera rossa
sulle spalle di Costanza
nel corteo di compagni
per le strade di Milano.
.
Una bandiera rossa
sullo scaffale più alto
avvolta dal silenzio
del triste tramonto.