sabato 29 aprile 2023

"EROS" : immagini da "MitoMosi", disegno, fotografia e poesia

 















Promemoria Fotografia (e poesia)

Roberto Mosi

 

- Mostra “Nonluoghi”, fotografia (e poesia), Palagio di Parte Guelfa – Sala dei Consoli  - 17 settmbre-17 ottobre 2009

- Pubblicazione della Mostra, Comune di Firenze 2009

- e-Book “Nonluoghi”, foto e poesia, www.larecherche.it, 2009

 

- e-Book “Itinera”, poesie e foto, www.larcherche.it, 2010

 

- e-Book “Florentia”, poesie e foto, www.larecherche.it, 2012

 

- Mostra Fotografia “MitoMosi – Si può parlare del mito con la fotografia?” , 20 giugno- 20 luglio 2011, Biblioteca Palagio di Parte Guelfa

 

- Mostra Fotografia “Nonluoghi”, 1-31 luglio 2011, Hotel Cellai

 

- Mostra Fotografia “Myth in Florenze”, 1-31 marzo 2012 Hotel Cellai

 

-“Tracce- La Galleria fotografica sulla strada” – 8 fotografie per i segnalibri – marzo aprile 2013 , Biblioteca Palagio Parte Guelfa Firenze

 

- Mostra Fotografia “Firenze riflessa”, luglio 2013, Hotel Cellai

 

- Mostra Fotografia –Poesia “Firenze, dalle vetrine alle periferie”, 3-30 ottobre 2013, Caffè Serafini

 

- Mostra Fotografia – Poesia  “Firenze, Contrasti”, Rivista Semicerchio e Quartiere Due, Villa Arrivabene

 

- Mostra Fotografia – Poesia , “Firenze calpestata”, settembre 2014 , Hotel Cellai

 

- Mostra Fotografia-Poesia, “Riflessi di Firenze”, Estate Eclettica, Bivigliano, 23 agosto- 6 settembre 2014

 

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Informazioni;

www.poesia3002.blogspot.com

www.larecherche.it

www.robertomosi.it

www.literary.it

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Allegato

"MITOMosi”, fotografie per cogliere l’aura

Firenze. Si è aperta oggi presso la Sala dei Consoli della Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa (piazza di Parte Guelfa) la mostra fotografica «MitoMosi. Si può parlare del mito con la fotografia?», dedicata al poeta-fotografo Roberto Mosi e al suo «viaggio» attraverso il mondo delle immagini e il mito, la poesia e la fotografia in primo luogo. «Il primo passo per ogni incontro è muoversi intorno all’opera (statue, di solito, in posizione solenne, eretta) e cogliere un punto “magico”, quello che rende meglio il modo di porsi da parte del “personaggio mitico” rispetto al mondo, il suo sguardo al paesaggio circostante.


L’obiettivo è ogni volta conquistare l’aura che circonda l’opera e il suo contesto, che la rende unica nel suo essere hic et nunc», così l’autore della mostra che, nel parafrasare Walter Benjamin, induce a riflettere su come la fotografia ci aiuti a liberare le energie racchiuse nel mito e a darne forma e significato. La mostra fiorentina rimarrà aperta fino al 23 luglio.

 

 parola nonluoghi è stata coniata dall’antropologo Marc Augè per gli spazi attraversati da folle d’individui per spostarsi, fare acquisti e altro, dove “non si costruiscono identità”. Nelle fotografie di Roberto Mosi questi luoghi acquistano, tuttavia, la natura di soggetti attraverso la sensibilità di un nuovo sguardo. L’elemento posto in risalto, è la capacità della fotografia - come sostiene C. Cotton in “La fotografia come arte contemporanea” – “di trasformare anche i soggetti più inconsistenti in un unico immaginativo di grande importanza”. La scommessa è di creare identità, seguendo “una nuova sensibilità per interpretare il mondo, conformato, caotico e indecifrabile che ci sta dinanzi” (cfr. G. Basilico, Architettura, città, visioni).
Roberto Mosi nel suo avventurarsi a piedi per la città – Firenze e Roma – coltiva nello scatto fotografico, in bianco e nero, una visione normale, contemplativa, con uno sguardo lento, che s’impossessa e rende protagonista il soggetto, collocato nel suo spazio. Anche il mezzo è normale, senza le dilatazioni del grandangolo o altro.
E’ legato alla narrazione e alla ricerca fotografica di Mosi, l’interesse per la poesia: i suoi versi sono pieni d’immagini. Le ultime raccolte di poesia sono “Nonluoghi” (e-Book in www.larecherche.it), “Luoghi del mito”, “L’invasione degli storni”.
Silvia Ranzi, critico d’arte, così commenta la Mostra:
“Roberto Mosi, poeta affermato nell’ambito della cultura fiorentina contemporanea ama corredare le sue “macrotematiche liriche” di immagini fotografiche che acquistano il valore aggiunto di autonome equivalenze figurative nella resa interpretativa del sostrato cognitivo ed emozionale alla base dell’intento ispirativo.
La Mostra “Nonluoghi” ci offre una significativa campionatura di foto in digitale da lui scattate, a supporto della silloge omonima, in cui sono esplorati i “transiti” della vita moderna secondo silenti inquadrature di paesaggi urbani nelle contraddizioni sociali di ricerca o assenza di identità.
L’alternanza descrittiva del bianco e nero nei suoi documentaristici e rigorosi orditi si presta alla narrazione contemplativa, assorta ed esistenziale degli spazi-habitat dell’uomo del III millennio, homo sapiens e viator, nella dimensione tecnologica universale di un capitalismo globale in via di ridefinizione nelle sue criticità consumistiche: dalla decrescita all’ecosostenibilità verso nuove spinte di democrazia politica e culturale.”
Roberto Mosi vive a Firenze; ha diretto il settore Cultura della Regione Toscana. Saggista, poeta, ha tenuto mostre di fotografia presso biblioteche, librerie, caffè letterari. Ha curato mostre nel campo della Poesia visiva.

Inaugurazione della Mostra: venerdì 1° luglio, ore 17

 

n sono un fotografo. Sono un “viaggiatore” curioso che si misura con forme di espressione che lo affascinano, la poesia e la fotografia in primo luogo. Su questo percorso l’incontro con il tema del mito e la ricerca intorno ad una domanda: si può parlare del mito attraverso la fotografia? E’ nata da qui la Mostra che si apre alla Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa. La premessa della Mostra è nella mia partecipazione al simposio del Gruppo di Fotografia la Camera chiara di Palagio.e nel continuo vagabondare per la città. Negli scatti fotografici, in bianco e nero, ho ricercato il “dialogo” fra il soggetto e lo spazio che lo circonda attraverso una visione “normale”, contemplativa, con uno sguardo lento che se ne impossessa e lo rende protagonista, con un mezzo normale, semplice, una macchinetta digitale.


Il primo passo per ogni incontro è muoversi intorno all’opera – statue, di solito, in posizione solenne, eretta – e cogliere un punto “magico”, quello che rende meglio il modo di porsi da parte del “personaggio mitico” rispetto al mondo, il suo sguardo al paesaggio circostante. L’obiettivo è ogni volta conquistare l’ ”aura” che circonda l’opera e il suo contesto, che la rende unica nel suo essere hic et nunc (W. Benjamin). L’immagine fotografica che viene colta, è come il racconto di una narrazione infinita intorno al mito. Mi soccorrono in questa impostazione, riflessioni culturali più generali sul tema. Il filologo classico W. F. Otto indica nella narrazione la funzione essenziale del mito: mettere ordine, con i racconti del mito, al caos che ci minaccia e costruire possibili orizzonti di senso. Un percorso di ricerca frequentato, come è noto, da molte forme espressive. Un esempio per tutti. T. S. Eliot nella sua recensione all’Ulisse di Joyce, rileva che il mito è “semplicemente un modo di controllare, ordinare, dare forma e significato, all’immenso panorama di futilità e anarchia che è la storia contemporanea”.

Il sistema di relazioni fra linguaggi che emerge, mi affascina; personalmente cerco di coglierlo nella sua ricchezza, coltivando anche il versante della poesia. L’ultima raccolta che ho curato è dedicata ai “Luoghi del mito” (Ed. LietoColle, 2010), che ha fatto seguito alla raccolta “Nonluoghi” (Catalogo della Mostra presso la Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa, settembre 2009), dedicata, come per contrasto, agli spazi della città dove non si incontrano i racconti del mito.
La mostra che si apre alla Biblioteca del Palagio dunque non è altro che una tappa di un viaggiatore che attraverso il mondo delle immagini, invita a riflettere come la fotografia ci aiuta a liberare le energie racchiuse nel mito, a capire come sono fatti i sogni sul destino dell’uomo.

Roberto Mosi

 

 

cora il tempo della Poesia visiva? Pensiamo, crediamo di sì. Sappiamo che il tema affonda le radici in un terreno nobile, coltivato intensamente negli anni Sessanta e Settanta e ripreso recentemente in più occasioni, come nella mostra tenuta nel complesso La Ginestra di Montevarchi (si veda “Il Sole – 24 Ore” del 24 aprile 2009). “Trasformare la pubblicità in poesia. Elevare la cultura di massa attraverso la forma d’arte più nobile. Erano gli obiettivi del Gruppo 70, uno dei movimenti più originali della seconda metà del Novecento.” Fra le intenzioni, quella di incidere sui codici della cultura di massa, per dar vita a una lingua nuova.

Colpiscono le parole di Eugenio Miccini, uno dei più autorevoli componenti del Gruppo: “Noi siamo dei fuggischi o degli evasi dalla letteratura e dalla storia dell’arte, abbiamo cercato di vedere quali erano i linguaggi reali che sono effettivamente parlati nella società […] il nostro scopo era quello di parlare veramente, di vomitare contro i padroni della parola e quelli dell’immagine”.

Se in questa direzione incontriamo le esperienze della Poesia visiva, da parte nostra ci stiamo impegnando su un terreno analogo con la nostra ricerca, che si avvale degli strumenti espressivi della poesia e della fotografia, del disegno e della pittura.

La prima occasione di ricerca comune è stata la Mostra “Nonluoghi”, tenuta nel settembre 2009 alla Biblioteca fiorentina del Palagio di Parte Guelfa, partendo dai versi della omonima raccolta ( R. Mosi, Nonluoghi, Comune di Firenze, 2009; successivamente, e-book pubblicato dalle Edizioni www.laRecherche.it ). Di questa occasione, e delle altre che sono seguite, pagine web documentano in passaggi, i risultati in progress, ad iniziare dalle pagine del sito www.literary.it . Vari locali fiorentini hanno accolto questi incontri, dal Circolo degli artisti–Casa di Dante, alla libreria “Libri Liberi”, ai Caffè letterari Cuculia e La Citè, aperti nel quartiere di San Frediano. Al tema dei nonluoghi è seguito quello del mito (dalla Raccolta R. Mosi, Luoghi del mito, Lieto Colle 2010). L’illustrazione degli stessi libri è parsa l’occaione utile per fissare i passi di questa ricerca, come nel caso del Catalogo realizzato per la Mostra Nonluoghi, tenuta al CaffèLibreria La Citè, gennaio 2011. Ed ora “L’invasione degli storni”. alla Sala della Mimosa, Palazzo Pretorio si Sesto Fiorentino.

L’ultimo appuntamento è con L’invasione degli storni, la Mostra che si tiene nel mese di maggio al Palazzo Pretorio di Sesto Fiorentino e l’illustrazione di questo libro, sul quale riportiamo la presente nota. La scommessa è sempre quella di riuscire a dilatare il potere di comunicazione della parola con lo scambio ad armi pari tra modalità espressive diverse, partendo dalla poesia e dalla pittura.

Enrico Guerrini Roberto Mosi

 parola nonluoghi è stata coniata dall’antropologo Marc Augè per gli spazi attraversati da folle d’individui per spostarsi, fare acquisti e altro, dove “non si costruiscono identità”. Nelle fotografie di Roberto Mosi questi luoghi acquistano, tuttavia, la natura di soggetti attraverso la sensibilità di un nuovo sguardo. L’elemento posto in risalto, è la capacità della fotografia - come sostiene C. Cotton in “La fotografia come arte contemporanea” – “di trasformare anche i soggetti più inconsistenti in un unico immaginativo di grande importanza”. La scommessa è di creare identità, seguendo “una nuova sensibilità per interpretare il mondo, conformato, caotico e indecifrabile che ci sta dinanzi” (cfr. G. Basilico, Architettura, città, visioni).
Roberto Mosi nel suo avventurarsi a piedi per la città – Firenze e Roma – coltiva nello scatto fotografico, in bianco e nero, una visione normale, contemplativa, con uno sguardo lento, che s’impossessa e rende protagonista il soggetto, collocato nel suo spazio. Anche il mezzo è normale, senza le dilatazioni del grandangolo o altro.
E’ legato alla narrazione e alla ricerca fotografica di Mosi, l’interesse per la poesia: i suoi versi sono pieni d’immagini. Le ultime raccolte di poesia sono “Nonluoghi” (e-Book in www.larecherche.it), “Luoghi del mito”, “L’invasione degli storni”.
Silvia Ranzi, critico d’arte, così commenta la Mostra:
“Roberto Mosi, poeta affermato nell’ambito della cultura fiorentina contemporanea ama corredare le sue “macrotematiche liriche” di immagini fotografiche che acquistano il valore aggiunto di autonome equivalenze figurative nella resa interpretativa del sostrato cognitivo ed emozionale alla base dell’intento ispirativo.
La Mostra “Nonluoghi” ci offre una significativa campionatura di foto in digitale da lui scattate, a supporto della silloge omonima, in cui sono esplorati i “transiti” della vita moderna secondo silenti inquadrature di paesaggi urbani nelle contraddizioni sociali di ricerca o assenza di identità.
L’alternanza descrittiva del bianco e nero nei suoi documentaristici e rigorosi orditi si presta alla narrazione contemplativa, assorta ed esistenziale degli spazi-habitat dell’uomo del III millennio, homo sapiens e viator, nella dimensione tecnologica universale di un capitalismo globale in via di ridefinizione nelle sue criticità consumistiche: dalla decrescita all’ecosostenibilità verso nuove spinte di democrazia politica e culturale.”
Roberto Mosi vive a Firenze; ha diretto il settore Cultura della Regione Toscana. Saggista, poeta, ha tenuto mostre di fotografia presso biblioteche, librerie, caffè letterari. Ha curato mostre nel campo della Poesia visiva.

Inaugurazione della Mostra: venerdì 1° luglio, ore 17

 

Recensione DeaPress

Firenze Riflessa

Mercoledì 26 Giugno 2013 17:49 alessandro meini

E-mailStampaPDF

Arteincasa/Cellai Botique Hotel, Firenze via 27 Aprile 14- 055489221

 Mostra di fotografia di Roberto Mosi, dal 1 al 31 luglio 2013

 

 

L'autore Roberto Mosi vive a Firenze. È stato dirigente per la Cultura alla Regione Toscana. Ha realizzato mostre di fotografia presso caffè letterari, biblioteche, sale di esposizione. La sua ricerca è rivolta al rapporto fra l'immagine fotografica, la pittura e testi di poesia. L'ultima mostra realizzata: Passaggi presso il Caffè Letterario La Citè (febbraio 2013). La mostra Firenze Riflessa è la terza curata da Roberto presso Arteincasa/Cellai Botique Hotel; le precedenti mostre: MitoFirenze Nonluoghi. Mosi ha pubblicato le raccolte di poesia: Concerto (Gazebo 2013), L'Invasione degli storni (Gazebo 2013), Luoghi del mito (Lieto Colle, 2010), Nonluoghi (Comune di Firenze, 2009), Florentia (Gazebo 2008). Nella collana Libri Liberi di www.a.Recherche.it sono pubblicati gli eBook di poesia: Aquiloni, Itinera, Sinfonia per Populonia, Nonluoghi. Nel 2013 ha pubblicato il saggio-guida Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone (Il Foglio). Cura i Bolg www.robertomosi.it e www.poesia3002.blogspot.it .

La mostra presenta fotografie, in bianco e nero: il volto delle strade della città, partendo dal Centro dove regna la luce delle vetrine e dove la moda propone stili di vita e sogni. La macchina fotografica di una persona curiosa – anche un poeta, nel nostro caso – fissa una serie di immagini. “Il fotografo ha paura che i personaggi – i manichini delle vetrina – possano scappare all'alba con il furgone delle pulizie.

La sua ambizione è di regalare con la Mostra, riflessi ed emozioni e, per ogni protagonista della scena, un piccolo sciame di versi di poesia.” La ricerca, nata andando in giro per il Centro di Firenze, ha portato a fissare dodici immagini, pronte, ora, a salutare i visitatori della Mostra insieme agli ospiti internazionali dell'Hotel Cellai di Firenze.

L'autore Roberto Mosi vive a Firenze. È stato dirigente per la Cultura alla Regione Toscana. Ha realizzato mostre di fotografia presso caffè letterari, biblioteche, sale di esposizione. La sua ricerca è rivolta al rapporto fra l'immagine fotografica, la pittura e testi di poesia. L'ultima mostra realizzata: Passaggi presso il Caffè Letterario La Citè (febbraio 2013). La mostra Firenze Riflessa è la terza curata da Roberto presso Arteincasa/Cellai Botique Hotel; le precedenti mostre: MitoFirenze e Nonluoghi.

 

 

 


domenica 16 aprile 2023

"Barbari": un incontro molto partecipato alla Biblioteca di Fiesole - Grande interesse per la epica vittoria, l'ultima dell'Impero romano




Sul Sentiero di Silicone, cartello per Vetta Le Croci, luogo
di sepoltura, secondo la tradizione, degli invasori sconfitti nella battaglia



"


Giorgio Vasari: la Battaglia di Fiesole, Salone dei Cinquecento

Il Campanile di Fiesole visto dal Teatro Romano

La presentazione di Jacopo Chiostri

Il saluto del Sindaco Anna Ravoni e del responsabile della Biblioteca Vanni Bertini

L'intervento di Michele Bueno, archeologo funzionario della Soprintendenza

L'autore Roberto Mosi





Recensione al libro di Jacopo Chiostri


BARBARI

Dalle Steppe a Florentia alla porta Contra Aquilonem

Roberto Mosi - Masso delle Fate Edizioni, 2022, pagg.90, 12

info@massodellefate.it ; t. 055 8734952

 

Sono arrivati i barbari a migliaia e migliaia dai lontani confini dell’Impero romano, comandati dal re Radagaiso!

Hanno invaso l’Italia del nord devastando e depredando e si stanno per muovere verso Roma per infliggere un colpo mortale alla potenza più grande che l’umanità abbia mai conosciuto. Sulla strada per Roma si trova Florentia, centro importante della Tuscia.

Rufo, il protagonista del libro, parla dei momenti di terrore che sta vivendo la città; ha combattuto a fianco di famosi comandanti romani, come il generale Stilicone, e ha presto parte a prestigiose ambascerie presso altri popoli. Nell’anno 405 d.C., quando i barbari irrompono in Italia, si è già ritirato dall’esercito, partecipa alla vita politica di Florentia e dedica gran parte del suo tempo alla cura dei suoi possedimenti sulle colline di Fiesole.

Al centro del racconto di Rufo l’arrivo di Radagaiso davanti a Florentia, la resistenza eroica dei cittadini nelle lunghe, infinite settimane dell’assedio in attesa dell’arrivo dell’esercito romano comandato da Stilicone e la sanguinosa battaglia nella valle del Mugnone, presso la città di Fiesole, nella quale il re Radagaiso è sconfitto e fatto prigioniero. E’ l’ultima vittoria di Roma contro i barbari, prima del crollo finale dell’impero!

Nelle parole di Rufo si coglie la nostalgia per il mondo del passato legato alla gloria di Roma e nel contempo sono messi in evidenza argomenti che sentiamo ancora attuali, di rilievo per la nostra epoca: lo scontro fra religioni, il crollo di grandi potenze, la migrazione di interi popoli. Un aspetto questo che rende particolarmente interessante il romanzo.

 

Libreria Feltrinelli, via de’ Cerretani 4 Firenze

Libreria Salvemini, piazza Salvemini 18 (Arco di San Pierino), Fi



                                            "La Nazione" 14  4  2023

                                         
                                              "La Battaglia di Fiesole", disegno di Enrico Guerrini

sabato 15 aprile 2023

"Concerto", Gazebo Libri, Roberto Mosi - "Concerto appunto di suoni, voci, suadenti parole: musica che inneggia il sole, la luna, le stelle, la terra, l’acqua e il vento"

 



"Concerto" di Roberto Mosi, Gazebo Libri, 2013

Scrive Nicla Morletti in MANUALE DI MARI, 2014

"Intellettuale di rara sensibilità, dotato di una profonda cultura umanistica, Roberto Mosi racchiude nel suo animo doti di grande capacità espressiva ed un infinito senso di amore teso alla suprema elevazione del cuore e della mente. Ne è una testimonianza questo libro di sublimi poesie, armoniche, ritmiche, quasi un ditirambo greco, un “Concerto” appunto di suoni, voci, suadenti parole. Musica che inneggia il sole, la luna, le stelle, la terra, l’acqua e il vento. Questo prezioso florilegio di poesie si apre con una sinfonia dedicata alla città etrusca di Populonia, luogo di incanti e magie. Segue l’inno dedicato alla ninfa Flora, il mitico personaggio che richiama la meravigliosa Firenze con il suo antico appellativo “Fiorenza” che per la sua bellezza scioglie il cuore, ammalia e incanta, tocca e commuove. Il flusso delle emozioni che scivola pian piano durante la lettura di queste meravigliose pagine, tra frammenti di memoria, simbologie e tanto sentimento nel raccontare e descrivere luoghi e personaggi, penetra nell’animo del lettore e lo eleva spiritualmente alle più alte vette della conoscenza e del sapere. Il tutto è coronato da un gioco di richiami, metafore, allegorie in una fusione completa tra sogno e realtà, desiderio e ricordo. Questa raccolta è un vero e proprio canto anche per la primavera, l’estate, l’autunno, l’inverno, con i loro colori, sfumature e toni. Versi soavi che comunicano al lettore un senso di pace ed armonia. Poesie che catturano per la loro intensità emotiva, per la melodiosa linea musicale e per i versi densi di una forte carica espressiva. Nicla Morletti

Anteprima del libro

I. Inverno

Caos

Labirinto caos
domato da Dedalo
misura finita circondata
dal mare infinito.

Scrosci d’acqua
sciolgono la notte,
Populonia è muta
aggrappata alla costa,
ruscelli di melma
uccidono il mare,
le scorie galleggiano
precipitano sul fondo.

A trecento chilometri
il treno per la città.
L’incontro da “Mimi
alla Ferrovia”, gli amici.
Sulla tovaglia tracce
di vino, la città di Gomorra.
Nove cerchi rossi
del nostro Inferno.

Al centro il porto
intorno Secondigliano,
Scampia e Forcella,
Torre Annunziata.
“La gente, vermi della terra,
rimangono vermi, sempre”,
la voce d’aspide
della Camorra.

“Sono cinque giorni
che mangiamo arance
nascosti nell’aranceto.”
La faccia appare
al telegiornale.
Per le strade di Rosarno
la furia della gente,
ronde di bianchi in giro.

Seduti nell’ombra
aspirano crack,
fiammelle per la dose,
uomini e donne
di Castel Volturno.
Sopravvissuti alla droga,
la pelle di cenere.
Morti gli altri, senza nome.

Osservo l’andare
alla via Domiziana
per prostituirsi,
e il ritorno per la droga.
Chiuderanno gli occhi
tra monti di spazzatura,
sono solo immigrati
e, peggio, neri africani.

***

Passione

Labirinto passione
di Teseo per Arianna
il filo teso
nei rossi meandri.

Ogni sera m’affaccio
alla terrazza Mascagni:
i gabbiani guidano
le navi. Alla Meloria
si accende l’occhio rosso.
Si allontana l’ombra
della Moby Prince
per il destino di fuoco.

“Aiuto”, l’eco rimbomba,
dilata la paura. Intorno
ossa biancheggianti
infisse nella grotta.
Avanzo a fatica, le onde
padrone del corpo.
Vespero si affaccia,
vedetta, in attesa.

Euridice alla guida
della pala ruotante,
nell’Inferno, l’elmetto
sopra i capelli biondi.
Orfeo implora Ade
di lasciarla partire.
“Alla fine dello scavo,
al passaggio del treno”.

Brillano gli sguardi
nell’ombra, un fuoco sottile
affiora rapido alla pelle *
“Lasciateci amare
come vogliamo”  ha scritto
sul muro della scuola.
La dolce-ridente Saffo
coronata di viole **.

* Saffo, fr. 2. (trad. S. Quasimodo)
** Alceo, fr. 63. (trad. S. Quasimodo)

Venere, l’impiegata
più bella dell’ufficio,
ha lasciato Efesto,
placido e triste.
Adone il nuovo
compagno. La sera
frusta l’Alfa Romeo
per arrivare da lui.

Bolle la pentola
il sogno d’Europa
ballano le fiamme
le streghe agitano il brodo.
Il dito del banchiere
l’occhio di un rom
il sorriso di un nero.
Le vecchie gettano dentro.

***

Mito

Labirinto mito
al centro la vampa
dell’Io, in volo
con ali di cera.

È forse uguale
a un dio l’uomo
senza ombra
che dorme in piedi
alla porta di Populonia?
I ginocchi piegati
la testa in avanti.

Ogni notte l’Eroe
raggiunge la reggia.
Penelope dorme stizzita,
Arturo saluta, la coda ritta.
Apre la posta, ordina le armi,
si distende sul letto,
il risveglio vicino.
Ulisse toma sempre a Itaca.

Sono giunto alle terre
degli Etruschi. Le navi
passano il Bosforo,
bandiere al vento.
Inseguo Giasone
alla conquista del vello
d’oro, le carovane
sulla via della seta.

Striscio nel bosco,
in mano il pugnale:
il Santuario di Diana,
fra le colonne, al centro,
l’albero dal Ramo d’oro.
Spio i passi del sacerdote,
il vento intona un lugubre,
continuo lamento.

Scatto, un serpente.
Il pugnale si abbassa,
una lotta furiosa
per il Ramo d’oro.
Ritorno sui miei passi.
Appendo il Ramo alla porta
di Populonia. La luce
rischiara i nostri tempi.

Un gemito. Dal solco
scavato si è alzata
tra le zolle rimosse
la testa di un bambino.
“Sono Tagete, arrivato
tra voi per mostrare
i segni del Cielo.”
E nel silenzio scompare.

***
Concerto
di Roberto Mosi
2013, pag. 75
Gazebo Libri