sabato 29 aprile 2023

"EROS" : immagini da "MitoMosi", disegno, fotografia e poesia

 















Promemoria Fotografia (e poesia)

Roberto Mosi

 

- Mostra “Nonluoghi”, fotografia (e poesia), Palagio di Parte Guelfa – Sala dei Consoli  - 17 settmbre-17 ottobre 2009

- Pubblicazione della Mostra, Comune di Firenze 2009

- e-Book “Nonluoghi”, foto e poesia, www.larecherche.it, 2009

 

- e-Book “Itinera”, poesie e foto, www.larcherche.it, 2010

 

- e-Book “Florentia”, poesie e foto, www.larecherche.it, 2012

 

- Mostra Fotografia “MitoMosi – Si può parlare del mito con la fotografia?” , 20 giugno- 20 luglio 2011, Biblioteca Palagio di Parte Guelfa

 

- Mostra Fotografia “Nonluoghi”, 1-31 luglio 2011, Hotel Cellai

 

- Mostra Fotografia “Myth in Florenze”, 1-31 marzo 2012 Hotel Cellai

 

-“Tracce- La Galleria fotografica sulla strada” – 8 fotografie per i segnalibri – marzo aprile 2013 , Biblioteca Palagio Parte Guelfa Firenze

 

- Mostra Fotografia “Firenze riflessa”, luglio 2013, Hotel Cellai

 

- Mostra Fotografia –Poesia “Firenze, dalle vetrine alle periferie”, 3-30 ottobre 2013, Caffè Serafini

 

- Mostra Fotografia – Poesia  “Firenze, Contrasti”, Rivista Semicerchio e Quartiere Due, Villa Arrivabene

 

- Mostra Fotografia – Poesia , “Firenze calpestata”, settembre 2014 , Hotel Cellai

 

- Mostra Fotografia-Poesia, “Riflessi di Firenze”, Estate Eclettica, Bivigliano, 23 agosto- 6 settembre 2014

 

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Informazioni;

www.poesia3002.blogspot.com

www.larecherche.it

www.robertomosi.it

www.literary.it

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Allegato

"MITOMosi”, fotografie per cogliere l’aura

Firenze. Si è aperta oggi presso la Sala dei Consoli della Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa (piazza di Parte Guelfa) la mostra fotografica «MitoMosi. Si può parlare del mito con la fotografia?», dedicata al poeta-fotografo Roberto Mosi e al suo «viaggio» attraverso il mondo delle immagini e il mito, la poesia e la fotografia in primo luogo. «Il primo passo per ogni incontro è muoversi intorno all’opera (statue, di solito, in posizione solenne, eretta) e cogliere un punto “magico”, quello che rende meglio il modo di porsi da parte del “personaggio mitico” rispetto al mondo, il suo sguardo al paesaggio circostante.


L’obiettivo è ogni volta conquistare l’aura che circonda l’opera e il suo contesto, che la rende unica nel suo essere hic et nunc», così l’autore della mostra che, nel parafrasare Walter Benjamin, induce a riflettere su come la fotografia ci aiuti a liberare le energie racchiuse nel mito e a darne forma e significato. La mostra fiorentina rimarrà aperta fino al 23 luglio.

 

 parola nonluoghi è stata coniata dall’antropologo Marc Augè per gli spazi attraversati da folle d’individui per spostarsi, fare acquisti e altro, dove “non si costruiscono identità”. Nelle fotografie di Roberto Mosi questi luoghi acquistano, tuttavia, la natura di soggetti attraverso la sensibilità di un nuovo sguardo. L’elemento posto in risalto, è la capacità della fotografia - come sostiene C. Cotton in “La fotografia come arte contemporanea” – “di trasformare anche i soggetti più inconsistenti in un unico immaginativo di grande importanza”. La scommessa è di creare identità, seguendo “una nuova sensibilità per interpretare il mondo, conformato, caotico e indecifrabile che ci sta dinanzi” (cfr. G. Basilico, Architettura, città, visioni).
Roberto Mosi nel suo avventurarsi a piedi per la città – Firenze e Roma – coltiva nello scatto fotografico, in bianco e nero, una visione normale, contemplativa, con uno sguardo lento, che s’impossessa e rende protagonista il soggetto, collocato nel suo spazio. Anche il mezzo è normale, senza le dilatazioni del grandangolo o altro.
E’ legato alla narrazione e alla ricerca fotografica di Mosi, l’interesse per la poesia: i suoi versi sono pieni d’immagini. Le ultime raccolte di poesia sono “Nonluoghi” (e-Book in www.larecherche.it), “Luoghi del mito”, “L’invasione degli storni”.
Silvia Ranzi, critico d’arte, così commenta la Mostra:
“Roberto Mosi, poeta affermato nell’ambito della cultura fiorentina contemporanea ama corredare le sue “macrotematiche liriche” di immagini fotografiche che acquistano il valore aggiunto di autonome equivalenze figurative nella resa interpretativa del sostrato cognitivo ed emozionale alla base dell’intento ispirativo.
La Mostra “Nonluoghi” ci offre una significativa campionatura di foto in digitale da lui scattate, a supporto della silloge omonima, in cui sono esplorati i “transiti” della vita moderna secondo silenti inquadrature di paesaggi urbani nelle contraddizioni sociali di ricerca o assenza di identità.
L’alternanza descrittiva del bianco e nero nei suoi documentaristici e rigorosi orditi si presta alla narrazione contemplativa, assorta ed esistenziale degli spazi-habitat dell’uomo del III millennio, homo sapiens e viator, nella dimensione tecnologica universale di un capitalismo globale in via di ridefinizione nelle sue criticità consumistiche: dalla decrescita all’ecosostenibilità verso nuove spinte di democrazia politica e culturale.”
Roberto Mosi vive a Firenze; ha diretto il settore Cultura della Regione Toscana. Saggista, poeta, ha tenuto mostre di fotografia presso biblioteche, librerie, caffè letterari. Ha curato mostre nel campo della Poesia visiva.

Inaugurazione della Mostra: venerdì 1° luglio, ore 17

 

n sono un fotografo. Sono un “viaggiatore” curioso che si misura con forme di espressione che lo affascinano, la poesia e la fotografia in primo luogo. Su questo percorso l’incontro con il tema del mito e la ricerca intorno ad una domanda: si può parlare del mito attraverso la fotografia? E’ nata da qui la Mostra che si apre alla Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa. La premessa della Mostra è nella mia partecipazione al simposio del Gruppo di Fotografia la Camera chiara di Palagio.e nel continuo vagabondare per la città. Negli scatti fotografici, in bianco e nero, ho ricercato il “dialogo” fra il soggetto e lo spazio che lo circonda attraverso una visione “normale”, contemplativa, con uno sguardo lento che se ne impossessa e lo rende protagonista, con un mezzo normale, semplice, una macchinetta digitale.


Il primo passo per ogni incontro è muoversi intorno all’opera – statue, di solito, in posizione solenne, eretta – e cogliere un punto “magico”, quello che rende meglio il modo di porsi da parte del “personaggio mitico” rispetto al mondo, il suo sguardo al paesaggio circostante. L’obiettivo è ogni volta conquistare l’ ”aura” che circonda l’opera e il suo contesto, che la rende unica nel suo essere hic et nunc (W. Benjamin). L’immagine fotografica che viene colta, è come il racconto di una narrazione infinita intorno al mito. Mi soccorrono in questa impostazione, riflessioni culturali più generali sul tema. Il filologo classico W. F. Otto indica nella narrazione la funzione essenziale del mito: mettere ordine, con i racconti del mito, al caos che ci minaccia e costruire possibili orizzonti di senso. Un percorso di ricerca frequentato, come è noto, da molte forme espressive. Un esempio per tutti. T. S. Eliot nella sua recensione all’Ulisse di Joyce, rileva che il mito è “semplicemente un modo di controllare, ordinare, dare forma e significato, all’immenso panorama di futilità e anarchia che è la storia contemporanea”.

Il sistema di relazioni fra linguaggi che emerge, mi affascina; personalmente cerco di coglierlo nella sua ricchezza, coltivando anche il versante della poesia. L’ultima raccolta che ho curato è dedicata ai “Luoghi del mito” (Ed. LietoColle, 2010), che ha fatto seguito alla raccolta “Nonluoghi” (Catalogo della Mostra presso la Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa, settembre 2009), dedicata, come per contrasto, agli spazi della città dove non si incontrano i racconti del mito.
La mostra che si apre alla Biblioteca del Palagio dunque non è altro che una tappa di un viaggiatore che attraverso il mondo delle immagini, invita a riflettere come la fotografia ci aiuta a liberare le energie racchiuse nel mito, a capire come sono fatti i sogni sul destino dell’uomo.

Roberto Mosi

 

 

cora il tempo della Poesia visiva? Pensiamo, crediamo di sì. Sappiamo che il tema affonda le radici in un terreno nobile, coltivato intensamente negli anni Sessanta e Settanta e ripreso recentemente in più occasioni, come nella mostra tenuta nel complesso La Ginestra di Montevarchi (si veda “Il Sole – 24 Ore” del 24 aprile 2009). “Trasformare la pubblicità in poesia. Elevare la cultura di massa attraverso la forma d’arte più nobile. Erano gli obiettivi del Gruppo 70, uno dei movimenti più originali della seconda metà del Novecento.” Fra le intenzioni, quella di incidere sui codici della cultura di massa, per dar vita a una lingua nuova.

Colpiscono le parole di Eugenio Miccini, uno dei più autorevoli componenti del Gruppo: “Noi siamo dei fuggischi o degli evasi dalla letteratura e dalla storia dell’arte, abbiamo cercato di vedere quali erano i linguaggi reali che sono effettivamente parlati nella società […] il nostro scopo era quello di parlare veramente, di vomitare contro i padroni della parola e quelli dell’immagine”.

Se in questa direzione incontriamo le esperienze della Poesia visiva, da parte nostra ci stiamo impegnando su un terreno analogo con la nostra ricerca, che si avvale degli strumenti espressivi della poesia e della fotografia, del disegno e della pittura.

La prima occasione di ricerca comune è stata la Mostra “Nonluoghi”, tenuta nel settembre 2009 alla Biblioteca fiorentina del Palagio di Parte Guelfa, partendo dai versi della omonima raccolta ( R. Mosi, Nonluoghi, Comune di Firenze, 2009; successivamente, e-book pubblicato dalle Edizioni www.laRecherche.it ). Di questa occasione, e delle altre che sono seguite, pagine web documentano in passaggi, i risultati in progress, ad iniziare dalle pagine del sito www.literary.it . Vari locali fiorentini hanno accolto questi incontri, dal Circolo degli artisti–Casa di Dante, alla libreria “Libri Liberi”, ai Caffè letterari Cuculia e La Citè, aperti nel quartiere di San Frediano. Al tema dei nonluoghi è seguito quello del mito (dalla Raccolta R. Mosi, Luoghi del mito, Lieto Colle 2010). L’illustrazione degli stessi libri è parsa l’occaione utile per fissare i passi di questa ricerca, come nel caso del Catalogo realizzato per la Mostra Nonluoghi, tenuta al CaffèLibreria La Citè, gennaio 2011. Ed ora “L’invasione degli storni”. alla Sala della Mimosa, Palazzo Pretorio si Sesto Fiorentino.

L’ultimo appuntamento è con L’invasione degli storni, la Mostra che si tiene nel mese di maggio al Palazzo Pretorio di Sesto Fiorentino e l’illustrazione di questo libro, sul quale riportiamo la presente nota. La scommessa è sempre quella di riuscire a dilatare il potere di comunicazione della parola con lo scambio ad armi pari tra modalità espressive diverse, partendo dalla poesia e dalla pittura.

Enrico Guerrini Roberto Mosi

 parola nonluoghi è stata coniata dall’antropologo Marc Augè per gli spazi attraversati da folle d’individui per spostarsi, fare acquisti e altro, dove “non si costruiscono identità”. Nelle fotografie di Roberto Mosi questi luoghi acquistano, tuttavia, la natura di soggetti attraverso la sensibilità di un nuovo sguardo. L’elemento posto in risalto, è la capacità della fotografia - come sostiene C. Cotton in “La fotografia come arte contemporanea” – “di trasformare anche i soggetti più inconsistenti in un unico immaginativo di grande importanza”. La scommessa è di creare identità, seguendo “una nuova sensibilità per interpretare il mondo, conformato, caotico e indecifrabile che ci sta dinanzi” (cfr. G. Basilico, Architettura, città, visioni).
Roberto Mosi nel suo avventurarsi a piedi per la città – Firenze e Roma – coltiva nello scatto fotografico, in bianco e nero, una visione normale, contemplativa, con uno sguardo lento, che s’impossessa e rende protagonista il soggetto, collocato nel suo spazio. Anche il mezzo è normale, senza le dilatazioni del grandangolo o altro.
E’ legato alla narrazione e alla ricerca fotografica di Mosi, l’interesse per la poesia: i suoi versi sono pieni d’immagini. Le ultime raccolte di poesia sono “Nonluoghi” (e-Book in www.larecherche.it), “Luoghi del mito”, “L’invasione degli storni”.
Silvia Ranzi, critico d’arte, così commenta la Mostra:
“Roberto Mosi, poeta affermato nell’ambito della cultura fiorentina contemporanea ama corredare le sue “macrotematiche liriche” di immagini fotografiche che acquistano il valore aggiunto di autonome equivalenze figurative nella resa interpretativa del sostrato cognitivo ed emozionale alla base dell’intento ispirativo.
La Mostra “Nonluoghi” ci offre una significativa campionatura di foto in digitale da lui scattate, a supporto della silloge omonima, in cui sono esplorati i “transiti” della vita moderna secondo silenti inquadrature di paesaggi urbani nelle contraddizioni sociali di ricerca o assenza di identità.
L’alternanza descrittiva del bianco e nero nei suoi documentaristici e rigorosi orditi si presta alla narrazione contemplativa, assorta ed esistenziale degli spazi-habitat dell’uomo del III millennio, homo sapiens e viator, nella dimensione tecnologica universale di un capitalismo globale in via di ridefinizione nelle sue criticità consumistiche: dalla decrescita all’ecosostenibilità verso nuove spinte di democrazia politica e culturale.”
Roberto Mosi vive a Firenze; ha diretto il settore Cultura della Regione Toscana. Saggista, poeta, ha tenuto mostre di fotografia presso biblioteche, librerie, caffè letterari. Ha curato mostre nel campo della Poesia visiva.

Inaugurazione della Mostra: venerdì 1° luglio, ore 17

 

Recensione DeaPress

Firenze Riflessa

Mercoledì 26 Giugno 2013 17:49 alessandro meini

E-mailStampaPDF

Arteincasa/Cellai Botique Hotel, Firenze via 27 Aprile 14- 055489221

 Mostra di fotografia di Roberto Mosi, dal 1 al 31 luglio 2013

 

 

L'autore Roberto Mosi vive a Firenze. È stato dirigente per la Cultura alla Regione Toscana. Ha realizzato mostre di fotografia presso caffè letterari, biblioteche, sale di esposizione. La sua ricerca è rivolta al rapporto fra l'immagine fotografica, la pittura e testi di poesia. L'ultima mostra realizzata: Passaggi presso il Caffè Letterario La Citè (febbraio 2013). La mostra Firenze Riflessa è la terza curata da Roberto presso Arteincasa/Cellai Botique Hotel; le precedenti mostre: MitoFirenze Nonluoghi. Mosi ha pubblicato le raccolte di poesia: Concerto (Gazebo 2013), L'Invasione degli storni (Gazebo 2013), Luoghi del mito (Lieto Colle, 2010), Nonluoghi (Comune di Firenze, 2009), Florentia (Gazebo 2008). Nella collana Libri Liberi di www.a.Recherche.it sono pubblicati gli eBook di poesia: Aquiloni, Itinera, Sinfonia per Populonia, Nonluoghi. Nel 2013 ha pubblicato il saggio-guida Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone (Il Foglio). Cura i Bolg www.robertomosi.it e www.poesia3002.blogspot.it .

La mostra presenta fotografie, in bianco e nero: il volto delle strade della città, partendo dal Centro dove regna la luce delle vetrine e dove la moda propone stili di vita e sogni. La macchina fotografica di una persona curiosa – anche un poeta, nel nostro caso – fissa una serie di immagini. “Il fotografo ha paura che i personaggi – i manichini delle vetrina – possano scappare all'alba con il furgone delle pulizie.

La sua ambizione è di regalare con la Mostra, riflessi ed emozioni e, per ogni protagonista della scena, un piccolo sciame di versi di poesia.” La ricerca, nata andando in giro per il Centro di Firenze, ha portato a fissare dodici immagini, pronte, ora, a salutare i visitatori della Mostra insieme agli ospiti internazionali dell'Hotel Cellai di Firenze.

L'autore Roberto Mosi vive a Firenze. È stato dirigente per la Cultura alla Regione Toscana. Ha realizzato mostre di fotografia presso caffè letterari, biblioteche, sale di esposizione. La sua ricerca è rivolta al rapporto fra l'immagine fotografica, la pittura e testi di poesia. L'ultima mostra realizzata: Passaggi presso il Caffè Letterario La Citè (febbraio 2013). La mostra Firenze Riflessa è la terza curata da Roberto presso Arteincasa/Cellai Botique Hotel; le precedenti mostre: MitoFirenze e Nonluoghi.

 

 

 


1 commento:

  1. MITOMosi”, fotografie per cogliere l’aura

    Firenze. Si è aperta oggi presso la Sala dei Consoli della Biblioteca del Palagio di Parte Guelfa (piazza di Parte Guelfa) la mostra fotografica «MitoMosi. Si può parlare del mito con la fotografia?», dedicata al poeta-fotografo Roberto Mosi e al suo «viaggio» attraverso il mondo delle immagini e il mito, la poesia e la fotografia in primo luogo. «Il primo passo per ogni incontro è muoversi intorno all’opera (statue, di solito, in posizione solenne, eretta) e cogliere un punto “magico”, quello che rende meglio il modo di porsi da parte del “personaggio mitico” rispetto al mondo, il suo sguardo al paesaggio circostante.


    L’obiettivo è ogni volta conquistare l’aura che circonda l’opera e il suo contesto, che la rende unica nel suo essere hic et nunc», così l’autore della mostra che, nel parafrasare Walter Benjamin, induce a riflettere su come la fotografia ci aiuti a liberare le energie racchiuse nel mito e a darne forma e significato. La mostra fiorentina rimarrà aperta fino al 23 luglio.



    parola nonluoghi è stata coniata dall’antropologo Marc Augè per gli spazi attraversati da folle d’individui per spostarsi, fare acquisti e altro, dove “non si costruiscono identità”. Nelle fotografie di Roberto Mosi questi luoghi acquistano, tuttavia, la natura di soggetti attraverso la sensibilità di un nuovo sguardo. L’elemento posto in risalto, è la capacità della fotografia - come sostiene C. Cotton in “La fotografia come arte contemporanea” – “di trasformare anche i soggetti più inconsistenti in un unico immaginativo di grande importanza”. La scommessa è di creare identità, seguendo “una nuova sensibilità per interpretare il mondo, conformato, caotico e indecifrabile che ci sta dinanzi” (cfr. G. Basilico, Architettura, città, visioni).
    Roberto Mosi nel suo avventurarsi a piedi per la città – Firenze e Roma – coltiva nello scatto fotografico, in bianco e nero, una visione normale, contemplativa, con uno sguardo lento, che s’impossessa e rende protagonista il soggetto, collocato nel suo spazio. Anche il mezzo è normale, senza le dilatazioni del grandangolo o altro.
    E’ legato alla narrazione e alla ricerca fotografica di Mosi, l’interesse per la poesia: i suoi versi sono pieni d’immagini. Le ultime raccolte di poesia sono “Nonluoghi” (e-Book in www.larecherche.it), “Luoghi del mito”, “L’invasione degli storni”.
    Silvia Ranzi, critico d’arte, così commenta la Mostra:
    “Roberto Mosi, poeta affermato nell’ambito della cultura fiorentina contemporanea ama corredare le sue “macrotematiche liriche” di immagini fotografiche che acquistano il valore aggiunto di autonome equivalenze figurative nella resa interpretativa del sostrato cognitivo ed emozionale alla base dell’intento ispirativo.
    La Mostra “Nonluoghi” ci offre una significativa campionatura di foto in digitale da lui scattate, a supporto della silloge omonima, in cui sono esplorati i “transiti” della vita moderna secondo silenti inquadrature di paesaggi urbani nelle contraddizioni sociali di ricerca o assenza di identità.
    L’alternanza descrittiva del bianco e nero nei suoi documentaristici e rigorosi orditi si presta alla narrazione contemplativa, assorta ed esistenziale degli spazi-habitat dell’uomo del III millennio, homo sapiens e viator, nella dimensione tecnologica universale di un capitalismo globale in via di ridefinizione nelle sue criticità consumistiche: dalla decrescita all’ecosostenibilità verso nuove spinte di democrazia politica e culturale.”

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