venerdì 29 dicembre 2017

"Navicello Etrusco", Edizioni Il Foglio

GOLFO DI BARATTI - POPULONIA


Il Navicello Etrusco, simbolo della raccolta, percorre il tratto di mare dal golfo di Populonia al promontorio di Piombino, alle spiagge del golfo di Follonica. Attraversa le acque tempestose della storia che separano il mondo degli etruschi dai nostri giorni pieni di ansie e di sconfitte, dall’alto dei quali ci rivolgiamo all’indietro per porre domande al mondo delle nostre origini. Al porto d’arrivo troviamo ragioni di speranza in un luogo ricco di storia, di bellezze naturali e artistiche: il futuro cammino di questa terra.
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Tular Dardanium
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Dardano partì dall’Etruria,
per fondare la città di Troia,
superò ogni confine
sulle rotte del Mediterraneo.
Piantò germogli di vita
fra popoli diversi sul mare,
scenario oggi di morte …
L’eroe Dardano guida
ancora oltre i confini
il suo popolo …
sul mare in tempesta dell’utopia.



"Per il mare di Piombino" sul "Navicello"

Piombino - Piazza Bovio aperta sul mare e le isole

Poesie, ricordi e visioni dedicati a Piombino



A firmare il nuovo libro edito per la casa editrice Il Foglio è Roberto Mosi che dedica alla città la raccolta "Navicello Etrusco"
PIOMBINO — Piombino continua a ispirare registri, scrittori ed artisti che a lei dedicano pensieri ed opere. Dopo il libro presentato da Andrea Fanetti La piazza in mezzo al mare per l'edizione Il Foglio, questa è la volta di Roberto Mosi che scritto una raccolta di poesie dal titolo Navicello Etrusco - Per il mare di Piombino introdotto da Fabio Strinati.
"Il Navicello Etrusco, simbolo della raccolta, percorre il tratto di mare dal golfo di Populonia al promontorio di Piombino, alle spiagge del golfo di Follonica. - si legge nel retro di copertina - Attraversa le acque tempestose della storia che separano il mondo degli etruschi dai nostri giorni pieni di ansie e di sconfitte, dall'alto dei quali ci rivolgiamo all'indietro per porre domande al mondo delle nostre origini. Al porto d'arrivo troviamo ragioni di speranza in un luogo ricco di storia, di bellezze naturali e artistiche: il futuro cammino di questa terra".
Il libro è in uscita per la collana Poesia de Il Foglio, ma Roberto Mosi ha voluto anticipare alcuni versi dedicati a Piombino, alla sua storia e al suo futuro:
Luce calda, riflessi
del mosaico etrusco,
mille tessere di suoni
intrecciati in una melodia.
Guizzano naselli e calamari
mormore e gattucci.
Il naufragio al centro. L’onda
travolge il navicello.


lunedì 18 dicembre 2017

venerdì 15 dicembre 2017

“Terzo Paesaggio” alla Mostra del Circolo “Casa di Dante”


         Si è aperta sabato 9 dicembre al Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze - via S. Margherita 1 - la tradizionale mostra di fine anno dei soci artisti. La manifestazione, che ha visto la partecipazione con le loro opere di ventidue soci, è stata inaugurata dalla presidente del Circolo Graziella Marchini e dal presidente della Commissione artistica, Giuseppe Ciccia. 

         Roberto Mosi ha presentato alla mostra la composizione “Terzo paesaggio”, articolata in otto fotografie a colori con al centro la poesia “Cigli erbosi”, che racchiude il senso dell’opera. Nell’esergo della poesia, il riferimento al “Manifesto del Terzo paesaggio” di Gilles Clément (edizione Quodlibet, Macerata 2014). Con l’espressione “Terzo Paesaggio” Clément indica:
          “i luoghi abbandonati dall’uomo: i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili: le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie; le erbacce al centro di un’aiuola spartitraffico … Sono spazi diversi, accomunati solo dall’assenza di ogni attività umana ma che presi insieme sono fondamentali per la conservazione della diversità biologica”.

         A un lato del quadro presentato da Mosi, il testo della poesia dialoga con le fotografie:
Cigli erbosi

Al margine della città
i cigli erbosi della strada
i bordi dei campi dove nasce
un’erba strana, senza nome
l’aiuola dismessa, indecisa
sulla sua natura,
indefinita sul suo destino.
Zone libere
zone che sfuggono al nostro controllo,
meritano rispetto per la loro verginità
per la loro disposizione naturale all’indecisione.
La diversità
trova rifugio su il ciglio della strada
l’orlo dei campi, un acquitrinio
o un piccolo orto non più coltivato
un piazzale invaso da erbacce
o il margine di un’area industriale
laddove non ci sia l’intervento dell’uomo.
Residui dove nascono cose nuove,
idee nuove, forze nuove. No.
Potrebbero nascere
                            ma non è detto che nascano.



         Le fotografie mostrano i “cigli erbosi” nati lungo i binari della ferrovia e fra le pietre di un antico muro, delle macchie che invadono una vecchia fabbrica, un giardino abbandonato dall’uomo, ecc. 

         In consonanza con il tema della prima opera “Terzo Paesaggio”, Mosi ha presentato la composizione “Autunno in Fontesanta” che segna ancora l’incontro fra poesia e fotografia, nel paesaggio autunnale dei boschi che “invadono” l’affascinante località sulle colline presso Firenze,  e fanno da corona alla “via delle Maremme”, sentiero storico  della transumanza dal Casentino alla costa della Maremma. 





Autunno in Fontesanta

Transumare di greggi
sulla via delle Maremme,
di genti etrusche, romane.
Nel canto dell’autunno
colori, suoni, memorie.

Macchie di rosa canina
sul sentiero di crinale,
ai lati i luminosi castagni,
macchie marroni, lucide
di folgoranti toni rossi.

Passi scricchiolano
sul tappeto di foglie,
frusciano ruote veloci
di biciclette. Sorprende
il galoppo dei cavalli.


Dal bosco traspare
in basso, la Cupola.
La città distesa nei raggi
del sole, signora elegante,
emerge dalla tela dei rami.

Transumare di ricordi
sul sentiero, la costruzione
del Rifugio in tempi aspri,
riparo di giovani nei giorni
della liberazione di Firenze.


Transumanare. Il sapore
in bocca della rosa canina,
la musica perenne della Fonte,
essere felici nel respiro
scricchiolante della natura.










sabato 9 dicembre 2017

"Terzo paesaggio" in mostra alla Casa di Dante











Cigli erbosi

Frammento indeciso del giardino planetario, il Terzo paesaggio è costituito   dall’insieme dei luoghi abbandonati dall’uomo. Questi margini raccolgono
una diversità biologica che non è a tutt’oggi  rubricata come ricchezza.
                      Gilles Clément, “Manifesto del Terzo paesaggio”,  p.11

Al margine della città
i cigli erbosi della strada,
i bordi dei campi dove nasce
un’erba strana, senza nome
l’aiuola dismessa, indecisa
sulla sua natura,
indefinita sul suo destino.
Zone libere
zone che sfuggono al nostro controllo,
meritano rispetto per la loro verginità
per la loro disposizione naturale all’indecisione.
La diversità
trova rifugio su il ciglio della strada
l’orlo dei campi
o un piccolo orto non più coltivato
un piazzale invaso da erbacce
laddove non ci sia l’intervento dell’uomo.
Residui dove nascono cose nuove,
idee nuove, forze nuove. No.
Potrebbero nascere
                                ma non è detto che nascano.

Roberto Mosi


martedì 5 dicembre 2017

Premio Firenze, medaglia di bronzo

Premio Firenze 2017: medaglia per “Poesie 2009-2016”
Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento - Palazzo Medici-Riccardi, Sala Luca Giordano

         Lafesta per il Premio di Letteratura e Arti Visive, alla 35° edizione, ha avuto inizio sabato 2 dicembre nella cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, aperta dai saluti della vicesindaco Cristina Giachi e da una solenne cerimonia, ripresa da “Rete delle Culture – overthesky.it” con il video diffuso online:
- https://www.youtube.com/watch?v=OA-AJuNBMg4&feature=share
        
Dieci le sezioni del Premio fra letteratura e arti visive, alle quali hanno fatto da cornice vari riconoscimenti a istituzioni e personalità della cultura.
Nel corso della cerimonia, nell’ambito della sezione “poesia edita”, è stata assegnata a Roberto Mosi la medaglia di bronzo per il libro “Poesie 2009-2016”, Giuliano Ladolfi Editore, Borgomanero 2016.
         La motivazione da parte della Giuria:
         “Raccolta corposa e personale, che si propone come un vero e proprio iter geografico nei luoghi dell’anima e della vita quotidiana dell’autore. La sua è una poesia forte e vera, attenta ai dettagli dell’ogni giorno, e per questo mai ripetitiva ma anzi capace di trasportare il lettore nel’inimità domestica del poeta, che spazia dai quartieri della sua città alle tematiche dell’impegno sociale”.

        
La festa per il Premio Firenze si è conclusa domenica 3 dicembre presso la Sala Luca Giordano del Palazzo Medici Riccardi. Dopo il saluto del presidente del Premio Marco Cellai, Enrico Nistri, presidente della Giuria Letteraria, ha riferito sui lavori della giuria e sono state lette le poesie premiate, dagli attori Franca Cecchini, Francesca Livia Mangani Camilli e Andrea Pericoli. 

         Dalla raccolta “Poesie 2009-2016” di Roberto Mosi, è stata letta la poesia:

Una piuma

una piuma vola
nella stanza
leggera come un sospiro
.
la prendo
fra le braccia
il battito tenue del cuore
.
la sua pelle
sa di stupore
lungo il taglio degli occhi
.
i pugni stretti
le braccia annaspano nell’aria
giocano con le mie emozioni
.
siamo in sintonia

da lontane stagioni della vita



venerdì 1 dicembre 2017

"Dove vanno le badanti a Ferragosto?"

DISEGNO DI ENRICO GUERRINI

La badante

Dove vanno le badanti
a Ferragosto?

Maria, giunta dall’altra
parte del mare,
profumi di fiori
la pelle lucida d’ambra.

Al tuo braccio,
sicuro, attraverso
il paesaggio
del quartiere, di periferia.

La panchina di legno verde,
il giardino deserto.
Ci  raggiunge un gatto nero,
gli parlo della giornata.

Suona il cellulare.
Dall’altra parte del mondo
le parole ballano
sul registro dell’allegria
della tristezza,
piangi, urli, premi
l’apparecchio dentro di te.

All’ora di pranzo
mi sollevi dalla panchina.
In posizione eretta
lancio in avanti la gamba
sinistra poi la destra.

Al tuo braccio scompare
il tremito delle mani.

Dove vanno le badanti
a  Ferragosto?
---
Dalla Raccolta: R. Mosi, "Eratoterapia", 
Ladolfi Editore, 2017 
Libro in vendita alla Libreria Salvemini, Firenze 
e online (Amazonn, IBS, ecc.)