con il respiro della poesia.
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vestite di pane e di vino.
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nel silenzio assordante dell’io.
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verso l’isola di ogni perché.
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nelle ali i colori della pace.
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Fiorentino di nascita,
già dirigente per la cultura alla Regione Toscana, poeta, fotografo, scrittore,
vive un momento importante del suo impegno. Ha pubblicato il romanzo storico “Barbari.
Dalle Steppe a Florentia alla porta contra Aquilonem”, Masso delle Fate,
2022, e prosegue la sua partecipazione alle attività del Circolo degli Artisti
“Casa di Dante”: nel trascorso mese di febbraio ha preso parte con le sue
fotografie, alla mostra collettiva dell’Officina del Mito: “I mille volti di
Antigone”.
Per la poesia di rilievo
la pubblicazione del libro: “Amo le parole. Poesie 2017-2023”, Ladolfi Editore,
la seconda antologia dell’autore che presenta in quarta di copertina la lirica
sopra riportata. “In questa spettacolare
carrellata filmica – dalla prefazione di Carmelo Consoli - seguiremo le vicende
di una Firenze trasmutata dalla fantasia di un poeta innamorato, ci inoltreremo
per piazze, strade, colline, nelle terre delle sacre fonti e delle contese
partigiane, nei territori delle follie manicomiali di un presidio psichiatrico
come San Salvi, nelle vivificanti viscere di un mitico Prometeo; ed infine
giungiamo alle lacerazioni del mondo contemporaneo, il ritorno della guerra in
Europa, la pandemia, la crisi climatica.” La raccolta Promethéus. Il dono
del fuoco, compresa in questa antologia, è fra le opere segnalate al Premio
Città di Como 2023. La prima antologia di Roberto Mosi, “Poesie 2009-2016”,
Ladolfi Editore, presenta nella quarta di copertina la poesia Eroi e comprende le raccolte Nonluoghi, Luoghi del mito, Florentia,
L’invasione degli storni, Concerto per Flora, Sinfonia per Populonia, Dialoghi
con Marcel Proust; è stata premiata al concorso “Alda Merini” (2016)
e al Premio Casentino (2017).
* + *
Roberto
Mosi, “Amo le parole. Poesie 2017-2023”, Ladolfi Editore, Borgomanero (Novara)
2023. Prefazione di Carmelo Consoli. Pagg. 264, € 14
Prefazione
al libro di Carmelo Consoli
Tutta la poesia di Roberto Mosi è
innestata su un’instancabile attraversata di territori e immagini di un tempo
che dal contemporaneo sconfina nel passato e nell’antico, collegandosi con
disinvoltura al mito che ne sorregge e nobilita tutta l’architettura
costruttiva.
Poeta e fotografo di lungo corso, la
sua parola poetica si affida in prima istanza ad un’emozionante visione dei
luoghi transitati e dei personaggi rappresentati attraverso un’infinita ricerca
della loro segreta e più intima espressione d’anima e di storia. Una calda e
palpitante umanità si affolla nella poetica di Mosi andando incontro agli occhi
incantati del poeta che ne declama i dettagli sia di una quotidiana dinamica
esistenziale che di una ricostruzione storica esaltante e suggestiva. Roberto
non è certo solamente un abile fotografo, da cui nascono emozionanti flash
d’azione e versi densi di vita, non si limita a mettere in scena fotogrammi di
umanità e di vivificanti nature ma, da uomo di elevata cultura e da
appassionato seguace del mondo del mito, arricchisce costantemente i propri versi
di una versione deificante della esistenza umana.
La raccolta di Mosi, una retrospettiva
di ben sette anni di pubblicazioni dal 2017 al 2023, ci mostra come nel tempo il
poeta abbia indirizzato la sua attenzione ed il suo cuore verso un mondo carico
di esaltazioni e sofferenze, di problematiche ambientali e logorii
esistenziali, di fascini e leggende, di sapienza storica e abile
documentazione, confermando di saper fare poesia a tutto tondo e sempre in
modalità di stupore e leggerezza ma anche con profondità dialogiche di tutto
rispetto come nel caso dei suoi Dialoghi con Marcel Proust e con personali gratificazioni emozionali come in Orfeo
in Fonte Santa e Sinfonia per San
Salvi.
Ed allora in questa spettacolare
carrellata filmica seguiremo le vicende di una Firenze trasmutata nei propri
rientri e angoli cittadini dalla fantasia di un poeta innamorato, ci
inoltreremo per piazze, strade, colline, coste leggendarie di una Maremma
carica di divinità e moderne tragedie, nelle terre delle sacre fonti e delle
contese partigiane, nei territori delle follie manicomiali di un presidio
psichiatrico come San Salvi, nelle vivificanti viscere di un mitico Prometeo
con i suoi richiami a territori di passate ed attuali rappresentazioni
esistenziali. Ed infine sintonizzati nel nostro mondo contemporaneo con tutte
le anomalie e distorsioni di un tempo carico di lacerazioni ed inquietudini
nelle due raccolte finali del volume Il nostro giardino globale ed I
nostri giorni.
Davvero spettacolare la visione
d’insieme di questa antologica dove
qualsiasi rappresentazione è completa di dettagli e riferimenti, dove
ogni raccolta si arricchisce di illuminanti incipit, richiami culturali a
grandi personaggi dell’intelletto umano, di spunti e considerazioni preziosi e
dove il linguaggio poetico ha infinite variazioni nella costruzione lessicale e
nelle partiture costruite in movimenti, tempi che creano particolari musicalità
ed effetti semantici oscillanti dalla visione estatica al dialogo, dal racconto
alle interrogazioni. Un volume in cui entreremo nei dettagli con
l’immaginazione e lo stupore dello stesso poeta, un personaggio certamente
animato da un grande amore verso la bellezza e la grazia della vita che nei
secoli e dai secoli ha cercato di estrarre e valorizzare gli aspetti
gratificanti non mancando di sottolineare le disarmonie, le storture, i diritti
e le libertà negate, le lacerazioni di una moderna contemporaneità.
Mi piace immaginare il nostro Roberto,
corredato di macchina fotografica e con il suo
obbiettivo d’anima aperto sul mondo, aggirarsi per le piazze, le strade,
le colline di una Firenze trasudante di chiese, monumenti e palazzi storici,
ampie strade e viuzze che portano a luoghi segreti ma anche ai quartieri
popolari, nonluoghi di anonime storie, di vita palpitante di voci e rumori,
come anche di verdi e accoglienti colline che la circondano, sentieri storici,
terre cariche di sapori e colori della Toscana. Lo osserviamo mentre transita
in piazza Santa Croce, in piazza Santo Spirito o va per vicoli, angoli
suggestivi di una vecchia città, per poi riprendere fiato e respiro sulle verdi
colline di Fiesole, di Bivigliano e in direzione del mare di Calambrone.
Una poesia la sua che dal vivo delle
visioni tramuta in intime riflessioni, si fa miscela di realtà e riferimenti
storici, passa dal dialogo alle interrogazioni con una solarità e leggerezza di
immagini ed espressioni, caratteristiche che mettono in risalto il titolo della
composizione Amo le parole.
Questo è Mosi nella raccolta Il
profumo dell’Iris, edizioni Gazebo del 2018 e nell’avvio di un percorso che
lo porterà subito dopo in una terra privilegiata a cui pone particolare
attenzione e amore, come la selvaggia e profumata Maremma collegata al suggestivo
mondo etrusco. Parliamo allora della raccolta Navicello etrusco del 2018,
edizioni Il Foglio, una vera, palpitante e minuziosa traversata di mari, pianure,
di un territorio che da subito si ammanta di divinità, magiche fonti ed isole
di fascino, antiche transumanze e città favolose come Antiochia e Populonia col
suo castello. Scopriamo un poeta che sostiene la sua poesia attraverso il
ricorso ad una notevole cultura mitologica che si fa minuzioso e prezioso
racconto con la dea dell’amore e della
fertilità Turan, la figura di Febo o Apollo che dir si voglia, e
Tagete la divinità che insegnò
l’arte della divinazione al popolo etrusco, infine l’eroe Dardano; insomma leggende e
stregonerie di un tempo favoloso, tematiche e nature sognanti nelle quali egli si immerge e da cui si risveglia
bruscamente assillato da vicende di scottanti e moderne tragedie come il
disastro della nave Moby Prince, il flusso e la tragedia dei migranti,
come nella bella poesia La spiaggia della Sterpaia. Passato e presente,
come sempre in Mosi, si fanno miscela stupefacente di una vivificante poetica.
Altri territori attirano lo sguardo
poetico del nostro scrittore ed allora è la volta della raccolta Orfeo in Fonte
Santa edita da Ladolfi nell’anno 2019. L’estratto della raccolta si apre
con citazioni da Publio Ovidio Nasone e Rainer Maria Rilke e
ancora una volta sono i territori suggestivi della Toscana verso cui si dirige ed è la Maremma a colpire
il cuore di Mosi che ci presenta storie, leggende, mitologie attorno alla sua Fonte
sacra, o Fonte dei baci, luogo, sosta e transito di pastori , migrazioni, conflitti
e bellezze naturali senza pari a cui unisce il canto magico di Orfeo in un
poemetto suddiviso in diciotto parti o movimenti, fitto di riferimenti alla
storia dei luoghi che come sempre si mescola alle riflessioni sulla
contemporaneità dei fatti. Dunque Fonte Santa è un luogo magico e
magicamente cantato, animato da eroi partigiani come David, la cui
storia ci viene espressamente narrata dall’autore a fine capitolo e che ci
stupisce per come egli riesca a mescolare nel suo canto lirico, cultura, natura,
vicende aspre e dolorose insieme in un narrato estremamente musicale.
Marcel Proust, con la sua infinita e
suggestiva ricerca sul tempo. affascina e trascina Mosi, lo spinge a indagare
sulla sua filosofia poetica e umana, a partecipare ai dibattiti, agli incontri
istituiti per celebrare e riflettere sull’opera del grande scrittore francese.
Da qui nascono i suoi Dialoghi con Proust, riportati in questa sua
antologica: due bellissime poesie in risposta ai temi proposti dalla rivista LaRecherche
per gli anni 2018 e 2019 - Incontri e Amiche e amici - dai
titoli Opus magistri Jocti e Sul fiume di notte.
L’autore nella sua multiforme attività
di ricerca intellettuale e di interesse sulla condizione umana, volge il suo
sguardo verso la terra della follia, immergendosi in quella sponda di San Salvi
(presidio ospedaliero fiorentino psichiatrico fino a poco tempo fa) un po' come
la grande Alda Merini entra nella sua Terra santa ed attacca la sua Sinfonia
per San Salvi, edizioni Il Foglio 2020. Il poeta ci introduce con
modalità simili a quelle dantesche nei padiglioni infernali delle Agitate e
con un fiume di immagini e riferimenti storici, come usa fare, si sofferma su
quelle terre denominate: La nave dei folli, Memorie, La mappa della follia,
Terra fertile, Follia dell’arte, Terra elettrica, quest’ultima con
specifico riferimento al poeta Dino Campana, di cui trascrive una poesia.
Di particolare interesse e partizione
sintattica e musicale è la sezione tratta dal volume Promethèus - Il
dono del fuoco, edito da Ladolfi, 2020. Il poeta prende spunto dalla storia
del titano Prometeo che, trasgredendo agli ordini di Zeus, fece dono agli
uomini del fuoco dando inizio alla loro condizione umana. Un capitolo suddiviso
in due parti più un intermezzo, dedicato alla Grande Porta sul Fiume e
all’omaggio all’architetto e urbanista Giuseppe Poggi, composte a loro volta in
movimenti e tempi di cui la prima parte dedicata a varie tematiche e la seconda
in cui viene personalmente coinvolto Prometeo. Una composizione robusta che
prende a modello la suite musicale I Quadri di un’esposizione di
Modest Petrovič Musorgskij e che ripropone sia il vedutismo di Mosi su
territori e personaggi in cinque movimenti: Quadri, Confini, Metamorfosi, Grotte,
Follia, che il collegamento con l’origine del fuoco e la scienza,
attraverso il mito, la speranza, l’angoscia e la salvezza
ed in cui il poeta fa sfoggio della sua illuminante cultura.
Le altre
parti di questa ampia scrittura sono tratte dai volumi Eratoterapia
edito da Ladolfi, 2017, da Il nostro giardino globale, e-book 2023 per
la mostra del Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze e, per finire,
da I nostri giorni poesie tratte dalla rivista Area di Broca che
contengono liriche di scottante attualità, soprattutto le ultime – Rivoluzione
digitale e Intelligenza artificiale. Eratoterapia è una sorta di
elogio alla cura poetica del corpo e della mente con immagini umane e naturali
proprie del poeta, bella la lettera a Marta per l’incitamento a scrivere
i suoi primi versi e la poesia Amo le Parole che dà il titolo alla
raccolta. Di carattere squisitamente ambientale la raccolta Il nostro
giardino globale dove trovano spazio tematiche di grande attualità contemporanea come il riscaldamento della
Terra, la siccità, l’inquinamento, le plastiche, tutte le varianti di un
inesorabile degrado, mentre nella ultima sezione I nostri giorni sono le
lacerazioni esistenziali tra i popoli e all’interno delle società a dominare
con la loro asprezza e dolorosa contaminazione, dalla pandemia, alle guerre, ai
difficili rapporti nella rete.
Se dunque bisogna trarre una nota
conclusiva per questa vasta antologica che copre ben sette anni di poetica e di
una vita intensa di eventi, studi, presentazioni, socialità, vorrei anche
ricordare le sue molteplici rappresentazioni su Dante Alighieri, le infinite
iniziative di un uomo divenuto nel tempo riferimento intellettuale e testimone
di una Firenze contemporanea dotta, animata da tante competizioni artistiche,
anche attraverso riviste come Testimonianze di cui è redattore.
Dobbiamo concludere che in Roberto
Mosi alberga lo spirito di un grande regista che, dall’alto della sua arte
rappresentativa e dal profondo della sua anima, sa trasmettere emozioni e
riflessioni che ci trascinano attraverso il tempo, dense di visioni e di
cultura, di attori e territori che rappresentano la nostra vicenda di uomini
contemporanei o che hanno rappresentato quella del nostro passato, fin dalle
origini con le infinite e suggestive sfumature della storia.
Carmelo Consoli
* * *
Roberto
Mosi, “Amo le parole. Poesie 2017-2023”, Ladolfi Editore, Borgomanero (Novara)
2023. Prefazione di Carmelo Consoli.
Pagg. 264, € 14
Commento
di Giuliano Ladolfi dalla Posfazione al libro
«La
poesia prende il posto / dei sogni»
Penso
che la concezione poetica di Roberto Mosi sia chiarita dal seguente passo
compreso in questa antologia: «Credo che sia possibile curarsi con la
poesia,
per vincere le paure, stati di sofferenza, per stringere sogni che passano in
volo, per divertirsi. La voce della poesia arriva dal dentro, potente nelle ore
della notte, debole e distratta il giorno. Porta sollievo,
se
non guarigione, dolcezza di ricordi, sapori tenui di malinconia»...
eratoterapia, senza dubbio. Bastano queste righe per depositare nel bidone dei rifiuti
tutte le concezioni avanguardistiche e neoavanguardistiche.
Il
poeta, infatti, assegna la scrittura in versi alla dimensione umana e non a
quella puramente intellettuale o linguistica.
Il
titolo di questa pubblicazione, che raccoglie testi editi da 2017 al 2023,
costituisce un’ulteriore conferma: Amo le parole. E non si può amare
senza collocare questo sentimento nell’intimità dell’essere umano. Si ama
quando tra l’individuo e l’altro-da sé scocca una scintilla destinata a
incendiare il
mondo.
E ciò può avvenire con ogni tipo di realtà, che in questo caso si identifica
con l’esistente, l’esistente che entra in empatia con il poeta.
Le
parole poetiche per lui non sono flatus vocis, ma dichiarazioni d’amore che
trasformano chi le pronuncia e chi le legge. Non si gioca sui significati
quando
il sentimento ha il sopravvento. E questo sentimento è contagioso perché non
permette al lettore di essere indifferente di fronte alla bellezza di Firenze,
alla sua storia, alla sua arte, ai suoi colori, alle sue vie, ai suoi palazzi.
Anche chi la conosce trova in questi versi nuovi occhi per contemplarla non con
lo sguardo dello studioso o del turista, ma con l’entusiasmo di chi la ama come
si ama una madre amorevole e affettuosa.
E
poi il sentimento si espande al mondo intero, anche a situazioni dolorose, come
la guerra o come la devastazione climatica. Se «la poesia prende il posto / dei
sogni», è fondamentale che a tutti sia concesso di sognare tramite
quest’arte,
a tutti sia concesso di ritrovare in essa l’impulso ad approfondire quel senso
dell’esistere che Roberto Mosi propone come un’avventura meravigliosa e
inesauribile.
Giuliano
Ladolfi