Roberto Mosi
Enrico Guerrini
DIALOGHI CON MARCEL PROUST
Poesia
e pittura, dieci anni di incontri
INDICE
Premessa. Incontri felici con
Marcel Proust
1. Il sapore del ricordo
2. Narrare
3. Pittura, la creazione del mondo
4. Il biancospino
5. Incontrarsi all’Hotel Ritz
6. Il viaggio (sognato) a Firenze
7. Il profumo del tempo
8. Incontri
9. Amiche e amici
10. Nella stanza foderata di sughero
11. Narciso
Postfazione. Silvia Ranzi, omaggio a Marcel Proust
Gli autori
PREMESSA
Incontri
felici con Marcel Proust
Le edizioni LaRecherche, con sede a Roma,
invitano ogni anno scrittori, poeti, fotografi, pittori, a proporre un
contributo per la creazione di antologie, nella forma dell’e-book, dedicate a
temi proustiani, nella ricorrenza del 10 luglio, il giorno del 10 luglio, il
giorno della nascita dello scrittore francese (Parigi 10 luglio 1871 – Parigi
18 novembre 1922).
Quest’anno (2021) si celebrano i
centocinquant’anni dalla nascita di Marcel Proust.
Sono dieci anni che noi, Roberto Mosi e
Enrico Guerrini, il poeta e il pittore, rispondiamo all’’invito: la forma è
quella della poesia alla quale segue, in occasione delle presentazioni nelle
librerie, nei circoli, nei caffè letterari, quella del disegno e della pittura.
Al passaggio dei dieci anni di questo
impegno, segnato da una serie infinita di felici appuntamenti, ci è sembrato
naturale raccogliere in una raccolta, i nostri contributi.
Nelle pagine che seguono, per ognuno dei
dieci anni, è riportato il titolo dell’argomento, un passaggio dell’opera di
Marcel Proust, l’Antologia per la quale LaRecherche invitava a
partecipare, la nostra risposta all’invito nella forma della poesia e della
pittura.
È stato, in definitiva, un costante
dialogo con le molte domande che Marcel Proust si pone, e ci pone, nello
svolgersi della sua affascinante ricerca letteraria.
Al lettore
il compito di inserirsi, se lo ritiene, in questo dialogo e di cercare altre
domande, altre risposte.
Incontri
Anno
2018
Dopo
cena, ahimè, ero spesso costretto a lasciare la mamma, che rimaneva a
discorrere con gli altri, in giardino se era bel tempo, nel salottino dove si
ritiravano tutti, se il tempo era cattivo. Tutti, salvo la nonna che pensava
che "in campagna è un delitto starsene rinchiusi" e che aveva con mio
padre discussioni continue, nei giorni di gran pioggia, perché lui mi mandava a
leggere nella mia stanza invece di lasciarmi star fuori. - Non così lo farete
diventare robusto ed energico, - essa diceva tristemente, - soprattutto questo
piccino che ha tanto bisogno di acquistare forza e volontà,
Marcel Proust, La strada di Swann
INVITO: Aa. Vv., a cura di
Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, Cherchez
la femme, www.laRecherche.it, n. 226, Roma 2018.
RISPOSTA: Roberto Mosi, Opus Magistri Jocti.
Opus
Magistri Jocti
Scie impalpabili di aerei sul
cielo
di Firenze
raggi iridescenti dalle vetrate
nella basilica
accarezzano l’Opus Magistri
Jocti
Giulia porge un mazzo di rose
alla Madonna
il capo reclinato, incoronato
da Cristo
gli occhi lunghi nell’ovale
del volto
La veste bianca, trapunta
d’oro
angeli
ai piedi in vesti gialle e verdi
i santi
ai lati, sinfonia di spazi e
colori
Una breve sosta ogni mattina
davanti
alla bellezza
prima di raggiungere la scuola
da sarta
l’eleganza
da dipingere, filo e forbici
Mi fermo ancora una volta
all’altare
della Cappella Baroncelli
riconosco l’ovale del volto
della nonna
le fonti di una vita fiera e
felice
Ascolto ancora la sua voce,
intorno
la maestà della basilica, la
luce delle vetrate
l’Opus Magistri Jocti
*
“Opus Magistri Jocti”, la firma apposta sul Polittico Baroncelli,
dipinto
a tempera e oro su tavola (185x323 cm)
di Giotto e aiuti
di
bottega, databile al 1328 e conservato nella Cappella
Baroncelli della basilica di Santa Croce a Firenze.
+ + +
+ + +
+ + +
+ +
+ + +
Amiche
e amici
Anno
2019
Quel
che avvicina non è la comunanza delle opinioni, è la consanguineità degli
spiriti.
Marcel
Proust, da Aforismi di F. Vasta e G.
Raciti
INVITO:
Aa. Vv., a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, Una notte magica, www.laRecherche.it, n. 235, Roma 2019.
RISPOSTA:
Roberto Mosi, Sul fiume di notte
Sul fiume di notte
…
pensavo che già il Ponte Vecchio era cosparso
a profusione di giacinti e d’anemoni
Marcel Proust, Dalla
parte di Swann,
Parte Terza, Nomi di
paesi: il nome
La barca scivola al centro
del fiume foderato di notte,
la pertica affonda nell’acqua
spinta nel fondo dal
barcaiolo.
Le braccia del Ponte Vecchio
si aprono illuminate di
finestre,
la voce della guida s’infrange
nella volta di pietre
dell’arcata.
Si compie l’incontro sognato
con la città di Giotto, per
dono
il viaggio nella notte con gli
amici
che intendono il respiro
dell’Arte.
La barca taglia lo sfavillio
dei colori accesi dai fanali,
sfiora il cartiglio di marmo,
la testa
di caprone, al Ponte a Santa
Trinita.
Giacinti e anemoni sulle
sponde,
si riflettono i palazzi
nell’acqua,
s’immergono con gli occhi
sgranati
verso di noi, fianco a fianco.
Nell’ombra scintillano
d’emozione
gli sguardi degli amici, le
sciarpe
di seta, i fiori della
“Primavera”,
i tratti della “Madonna del
Magnificat”.
Silenzio, la città è lontana,
sprofondata nel sonno, regala
la visione delle forme più nascoste
come un’amante addormentata.
Un colpo di pertica più
deciso,
la barca si gira rapida, sulla
via
del ritorno, l’“Estate” dal
ponte
sembra sporgersi nel fiume
sullo sfondo la “Giustizia”
in piedi sulla colonna, vola
verso di noi, poi ritorna al
suo
posto, la bilancia che
oscilla.
Stringiamo le mani commossi
dal dono di queste visioni,
unisce il filo della memoria,
lo studio di Eltsir, le
passeggiate.
Davanti all’arco sul Piazzale
degli Uffizi, la barca dirige
verso la riva, Palazzo Vecchio,
altissimo, ci viene incontro
la torre, corolla fiorita di
luci.
Il barcaiolo solleva la
pertica.
Guardiamo con sguardi nuovi
il fiume foderato di
notte.
+ + +
+ + +
+ + +
+ +
+ + +
Nella stanza foderata di sughero
Anno
2020
Per
comprendere più a fondo la proposta di questa antologia pensiamo alla stanza
foderata di sughero in cui Proust si era auto isolato in una sorta di
quarantena volontaria a causa della cagionevolezza della sua salute. Tutta
Combray nasce sì dai ricordi ma dai ricordi di una persona in quarantena.
Adesso che siamo tutti passati da una esperienza simile vediamo se, come
Proust, siamo capaci di costruire una “Combray” e se siamo stati capaci di
reinventare gli spazi, in cui siamo stati confinati, usando memoria e fantasia.
Siccome nulla va perduto e niente accade una volta sola, la quarantena 2020 ha
dato la possibilità a ciascuno di tornare con la mente a Combray e vivere
quegli aspetti con lo sguardo attuale e il ricordo dell’immensa Opera
proustiana.
Dalla
presentazione dell’Antologia 2020
I
suoi libri vegliarono come angeli dalle ali spiegate.
Marcel Proust, La Prigioniera
INVITO:
Aa. Vv., a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, Quarantena a Combray, www.laRecherche.it, n. 244, Roma 2020.
RISPOSTA:
Roberto Mosi, Sinfonia: “Combray. Lontana
e vicina”.
Sinfonia: “Combray. Lontana e vicina”
I) La terrazza
Lentamente la bolla d’aria si
è gonfiata
sulla terrazza sopra la città sgomenta.
La bolla mi ha inghiottito, lo
sguardo
vaga dalla Torre d’Arnolfo
alla Ferrovia.
Con me i ricordi di Combray,
il campanile
un’unghia che graffia
stridendo il cielo.
Il tempo si dilata, lo spazio
sconfinato
abitato da infiniti frammenti
di vita.
Il clamore del silenzio, la
somma
di essere soli, in fuga l’uno
dall’altro.
Invidio le rondini, leggere
sfiorano
la terrazza in una scia di
stridii.
La sera m’assale il gelo delle
ombre
che dalla terra salgono al
cielo.
II) Solitudine
Nella città devastata nessun
pensiero per la sua
solitudine.
Arriva all’angolo della strada
sfila sotto la mia terrazza
sussurrando piano piano.
Si ferma al semaforo rosso
riparte pensoso per il Centro
alle fermate sale il silenzio
in vestaglia da camera verde.
Compie il giro per le vie mute
sfila ancora sotto la terrazza
per la nuova corsa nella città
con la sua inutile solitudine.
III) Straniero fra gli uomini
I giorni passano lenti sulla
terrazza
aperta su uno spicchio di
periferia,
gocce d’acqua sulle stalattiti
della grotta.
Lo sguardo curioso insegue
voli
nell’aria tiepida di
primavera.
Ora lontani sullo sfondo delle
case
raccolte sotto la Torre
D’Arnolfo
o delle dolci colline di
Fiesole
ora vicini alla balaustra di
ferro
piena di fiori, gerani e
garofani.
Ora conosco il nome di ogni
specie
la veste delle loro piume,
maschi
e femmine, il modo di far la
corte
ora distinguo i loro versi di
saluto
e di richiamo, il mattino e la
sera.
Ora so come si alzano in volo
l’ondeggiare della traiettoria
nel vento, il fermarsi
improvviso
ora non mi sorprende lo
scontro
per primeggiare sul rosso dei
tetti.
Ormai sono uno di loro sopra
la terrazza invasa dallo
stridio
dei voli nel silenzio della
città
ormai straniero tra gli uomini
ammutoliti dall’epidemia.
III) Moltitudini
Moltitudini di angeli celesti
a Natale sopra la grotta,
vestiti
di oro di lino bianco e puro.
Corrono nel mondo a svegliare
chi dorme, per cantare in coro
l’amore per il nuovo nato.
Quando si spengono le luci
rimangono sulla terra,
per le strade
giacca e cravatta, gonne
tweed.
Moltitudini di corpi infetti
portati via da camion militari
alla guida angeli in divisa.
Colonne di camion, la luce
blu lampeggiante in testa
chiedono strada a noi vivi.
Moltitudini di topi ovunque
piccoli odiati perseguitati
escono dalle discariche.
Moltitudini di topi corrono
nel giorno per i muri bianchi
impazziti cercano l’uscita.
+ + +
+ + +
+ + +
+ +
+ + +
Incontri
Anno
2018
Dopo
cena, ahimè, ero spesso costretto a lasciare la mamma, che rimaneva a
discorrere con gli altri, in giardino se era bel tempo, nel salottino dove si
ritiravano tutti, se il tempo era cattivo. Tutti, salvo la nonna che pensava
che "in campagna è un delitto starsene rinchiusi" e che aveva con mio
padre discussioni continue, nei giorni di gran pioggia, perché lui mi mandava a
leggere nella mia stanza invece di lasciarmi star fuori. - Non così lo farete
diventare robusto ed energico, - essa diceva tristemente, - soprattutto questo
piccino che ha tanto bisogno di acquistare forza e volontà,
Marcel Proust, La strada di Swann
INVITO: Aa. Vv., a cura di
Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, Cherchez
la femme, www.laRecherche.it, n. 226, Roma 2018.
RISPOSTA: Roberto Mosi, Opus Magistri Jocti.
Opus
Magistri Jocti
Scie impalpabili di aerei sul
cielo
di Firenze
raggi iridescenti dalle
vetrate
nella basilica
accarezzano l’Opus Magistri
Jocti
Giulia porge un mazzo di rose
alla Madonna
il capo reclinato, incoronato
da Cristo
gli occhi lunghi nell’ovale
del volto
La veste bianca, trapunta
d’oro
angeli
ai piedi in vesti gialle e
verdi
i santi
ai lati, sinfonia di spazi e
colori
Una breve sosta ogni mattina
davanti
alla bellezza
prima di raggiungere la scuola
da sarta
l’eleganza
da dipingere, filo e forbici
Mi fermo ancora una volta
all’altare
della Cappella Baroncelli
riconosco l’ovale del volto
della nonna
le fonti di una vita fiera e
felice
Ascolto ancora la sua voce,
intorno
la maestà della basilica, la
luce delle vetrate
l’Opus Magistri Jocti
*
“Opus Magistri Jocti”, la firma apposta sul Polittico Baroncelli,
dipinto
a tempera e oro su tavola (185x323 cm)
di Giotto e aiuti
di
bottega, databile al 1328 e conservato nella Cappella
Baroncelli della basilica di Santa Croce a Firenze.
+ + +
+ + +
+ + +
+ +
+ + +
Amiche e amici
Anno
2019
Quel
che avvicina non è la comunanza delle opinioni, è la consanguineità degli
spiriti.
Marcel
Proust, da Aforismi di F. Vasta e G.
Raciti
INVITO:
Aa. Vv., a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, Una notte magica, www.laRecherche.it, n. 235, Roma 2019.
RISPOSTA:
Roberto Mosi, Sul fiume di notte
Sul fiume di notte
…
pensavo che già il Ponte Vecchio era cosparso
a profusione di giacinti e d’anemoni
Marcel Proust, Dalla
parte di Swann,
Parte Terza, Nomi di
paesi: il nome
La barca scivola al centro
del fiume foderato di notte,
la pertica affonda nell’acqua
spinta nel fondo dal
barcaiolo.
Le braccia del Ponte Vecchio
si aprono illuminate di
finestre,
la voce della guida s’infrange
nella volta di pietre
dell’arcata.
Si compie l’incontro sognato
con la città di Giotto, per
dono
il viaggio nella notte con gli
amici
che intendono il respiro
dell’Arte.
La barca taglia lo sfavillio
dei colori accesi dai fanali,
sfiora il cartiglio di marmo,
la testa
di caprone, al Ponte a Santa
Trinita.
Giacinti e anemoni sulle
sponde,
si riflettono i palazzi
nell’acqua,
s’immergono con gli occhi
sgranati
verso di noi, fianco a fianco.
Nell’ombra scintillano
d’emozione
gli sguardi degli amici, le
sciarpe
di seta, i fiori della
“Primavera”,
i tratti della “Madonna del
Magnificat”.
Silenzio, la città è lontana,
sprofondata nel sonno, regala
la visione delle forme più
nascoste
come un’amante addormentata.
Un colpo di pertica più
deciso,
la barca si gira rapida, sulla
via
del ritorno, l’“Estate” dal
ponte
sembra sporgersi nel fiume
sullo sfondo la “Giustizia”
in piedi sulla colonna, vola
verso di noi, poi ritorna al
suo
posto, la bilancia che
oscilla.
Stringiamo le mani commossi
dal dono di queste visioni,
unisce il filo della memoria,
lo studio di Eltsir, le
passeggiate.
Davanti all’arco sul Piazzale
degli Uffizi, la barca dirige
verso la riva, Palazzo
Vecchio,
altissimo, ci viene incontro
la torre, corolla fiorita di
luci.
Il barcaiolo solleva la
pertica.
Guardiamo con sguardi nuovi
il fiume foderato di
notte.
POSTFAZIONE
GLI AUTORI
Enrico Guerrini
Enrico Guerrini, nato a Firenze nel 1977, attratto
da tutte le espressioni artistiche dal fumetto al graffito, espone regolarmente
in mostre personali. Ha illustrato, in una serie di mostre a Empoli, alcune
opere teatrali di Ferruccio Busoni; ha allestito mostre organizzate da
Giancarlo Marini su importanti personalità del 900: sui cantautori, Fabrizio De
André e Piero Ciampi, e il jazzista Luca Flores. Appassionato di musica classica, ha
collaborato al progetto Dipingendo Bach con il violoncellista Luca Provenzano.
Realizza insieme al poeta Roberto Mosi, performances in cui, all’impronta,
illustra testi poetici e collabora anche con alcune associazioni teatrali
fiorentine come scenografo. Ha illustrato le tre cantiche della Divina Commedia
e i lavori sono stati esposti – una cantica ogni anno, dal 2016 – in mostre
alla Casa di Dante. Nel maggio 2017 organizza una mostra antologica delle sue
opere I miei primi quarant’anni; nel giugno dello stesso anno, realizza Il
murale della scrittura nel cortile delle Muratine a Pontassieve. Dal 2019
espone le sue opere negli spazi allestiti dalla Toraia, nei mesi estivi, sul
Lungarno del Tempio. Recente è la collaborazione con il dantista Massimo
Seriacopi in una serie di opere dedicate al sommo poeta.
Roberto Mosi
Roberto Mosi vive a Firenze, è stato dirigente per
la Cultura alla Regione Toscana. L'ultimo libro pubblicato: Ogni sera Dante
ritorna a casa. Sette passeggiate con il poeta (Il Foglio 2021).
Nell’anniversario delle celebrazioni dantesche, l’autore partendo dal tema del
libro, ha realizzato video, riportati su YouTube, ed ha animato varie
manifestazioni. Mosi si interessa di
poesia, racconti e fotografia. Per la poesia ha pubblicato Promethéus. Il dono
del fuoco (Ladolfi 2021), Sinfonia per San Salvi (Il Foglio 2020), Orfeo in
Fonte Santa (Ladolfi 2019), Il profumo dell’iris (Gazebo 2018), Navicello
Etrusco (Il Foglio 2018), Eratoterapia (Ladolfi 2017), Poesie 2009-2016
(Ladolfi 2016), Concerto (Gazebo 2014). Per la narrativa ha pubblicato Elisa
Baciocchi e il fratello Napoleone (Il Foglio 2013), Esercizi di volo (Europa
Edizioni 2016) e Non oltrepassare la linea gialla (Europa Edizioni 2014). L’autore ha realizzato mostre di fotografia
presso caffè letterari e sale di esposizione. La ricerca è rivolta al rapporto
fra l’immagine fotografica, la pittura e la poesia. Fra le mostre: Firenze,
foto grafie, Passaggi, Firenze Riflessa, Mito Firenze, Nonluoghi. Mosi è fra i
redattori di “Testimonianze”, rivista fondata da Ernesto Balducci, e “L’area di
Broca”, diretta da Mariella Bettarini. Cura i Blog: www.robertomosi.it e
www.poesia3002.blogspot.it.
+ + + + + +
+ + + + +
+ + +
INDICE
Premessa. Incontri felici con
Marcel Proust
1. Il sapore del ricordo
2. Narrare
3. Pittura, la creazione del mondo
4. Il biancospino
5. Incontrarsi all’Hotel Ritz
6. Il viaggio (sognato) a Firenze
7. Il profumo del tempo
8. Incontri
9. Amiche e amici
10. Nella stanza foderata di sughero
11. Narciso
Postfazione. Silvia Ranzi, omaggio a Marcel Proust
Gli autori
Sono dieci anni che noi, Roberto Mosi e Enrico Guerrini, il poeta e il pittore, rispondiamo all’’invito: la forma è quella della poesia alla quale segue, in occasione delle presentazioni nelle librerie, nei circoli, nei caffè letterari, quella del disegno e della pittura.
RispondiEliminaAl passaggio dei dieci anni di questo impegno, segnato da una serie infinita di felici appuntamenti, ci è sembrato naturale raccogliere in una raccolta, i nostri contributi.
Nelle pagine che seguono, per ognuno dei dieci anni, è riportato il titolo dell’argomento, un passaggio dell’opera di Marcel Proust, l’Antologia per la quale LaRecherche invitava a partecipare, la nostra risposta all’invito nella forma della poesia e della pittura.
È stato, in definitiva, un costante dialogo con le molte domande che Marcel Proust si pone, e ci pone, nello svolgersi della sua affascinante ricerca letteraria.
Al lettore il compito di inserirsi, se lo ritiene, in questo dialogo e di cercare altre domande, altre risposte.