giovedì 7 settembre 2023

Storia del murale "Marcel Proust" di Enrico Guerrini davanti alla Biblioteca Luzi - "Dialoghi con Proust"




































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Roberto Mosi

Enrico Guerrini

 

DIALOGHI CON MARCEL PROUST

Poesia e pittura, dieci anni di incontri

 


INDICE

 

Premessa. Incontri felici con Marcel Proust

 

1. Il sapore del ricordo

2. Narrare

3. Pittura, la creazione del mondo

4. Il biancospino

5. Incontrarsi all’Hotel Ritz

6. Il viaggio (sognato) a Firenze

7. Il profumo del tempo

8. Incontri

9. Amiche e amici

10. Nella stanza foderata di sughero

11. Narciso

 

Postfazione. Silvia Ranzi, omaggio a Marcel Proust

Gli autori

 

PREMESSA

 

 

Incontri felici con Marcel Proust

 

     Le edizioni LaRecherche, con sede a Roma, invitano ogni anno scrittori, poeti, fotografi, pittori, a proporre un contributo per la creazione di antologie, nella forma dell’e-book, dedicate a temi proustiani, nella ricorrenza del 10 luglio, il giorno del 10 luglio, il giorno della nascita dello scrittore francese (Parigi 10 luglio 1871 – Parigi 18 novembre 1922).

     Quest’anno (2021) si celebrano i centocinquant’anni dalla nascita di Marcel Proust.

     Sono dieci anni che noi, Roberto Mosi e Enrico Guerrini, il poeta e il pittore, rispondiamo all’’invito: la forma è quella della poesia alla quale segue, in occasione delle presentazioni nelle librerie, nei circoli, nei caffè letterari, quella del disegno e della pittura.

     Al passaggio dei dieci anni di questo impegno, segnato da una serie infinita di felici appuntamenti, ci è sembrato naturale raccogliere in una raccolta, i nostri contributi.

     Nelle pagine che seguono, per ognuno dei dieci anni, è riportato il titolo dell’argomento, un passaggio dell’opera di Marcel Proust, l’Antologia per la quale LaRecherche invitava a partecipare, la nostra risposta all’invito nella forma della poesia e della pittura.

     È stato, in definitiva, un costante dialogo con le molte domande che Marcel Proust si pone, e ci pone, nello svolgersi della sua affascinante ricerca letteraria.

Al lettore il compito di inserirsi, se lo ritiene, in questo dialogo e di cercare altre domande, altre risposte.

 

Incontri

Anno 2018

 

Dopo cena, ahimè, ero spesso costretto a lasciare la mamma, che rimaneva a discorrere con gli altri, in giardino se era bel tempo, nel salottino dove si ritiravano tutti, se il tempo era cattivo. Tutti, salvo la nonna che pensava che "in campagna è un delitto starsene rinchiusi" e che aveva con mio padre discussioni continue, nei giorni di gran pioggia, perché lui mi mandava a leggere nella mia stanza invece di lasciarmi star fuori. - Non così lo farete diventare robusto ed energico, - essa diceva tristemente, - soprattutto questo piccino che ha tanto bisogno di acquistare forza e volontà,

 

                                                               Marcel Proust, La strada di Swann

 

INVITO: Aa. Vv., a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, Cherchez la femme, www.laRecherche.it, n. 226, Roma 2018.

 

RISPOSTA: Roberto Mosi, Opus Magistri Jocti.

 

 

Opus Magistri Jocti

 

 

Scie impalpabili di aerei sul cielo

di Firenze

raggi iridescenti dalle vetrate

nella basilica

accarezzano l’Opus Magistri Jocti

 

Giulia porge un mazzo di rose

alla Madonna

il capo reclinato, incoronato

da Cristo

gli occhi lunghi nell’ovale del volto

 

La veste bianca, trapunta d’oro

angeli

ai piedi in vesti gialle e verdi

i santi

ai lati, sinfonia di spazi e colori

 

Una breve sosta ogni mattina davanti

alla bellezza

prima di raggiungere la scuola da sarta

l’eleganza

da dipingere, filo e forbici

 

Mi fermo ancora una volta all’altare

della Cappella Baroncelli

riconosco l’ovale del volto

della nonna

le fonti di una vita fiera e felice

 

Ascolto ancora la sua voce, intorno

la maestà della basilica, la luce delle vetrate

l’Opus Magistri Jocti

 

* “Opus Magistri Jocti”, la firma apposta sul Polittico Baroncelli,

dipinto a tempera e oro su tavola (185x323 cm) di Giotto e aiuti

di bottega, databile al 1328 e conservato nella Cappella Baroncelli della basilica di Santa Croce a Firenze.

 

 

 

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Amiche e amici

Anno 2019

 

Quel che avvicina non è la comunanza delle opinioni, è la consanguineità degli spiriti.

 

                                        Marcel Proust, da Aforismi di F. Vasta e G. Raciti

 

 

INVITO: Aa. Vv., a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, Una notte magica, www.laRecherche.it, n. 235, Roma 2019.

 

RISPOSTA: Roberto Mosi, Sul fiume di notte

 

 

Sul fiume di notte

 

   … pensavo che già il Ponte Vecchio era cosparso

      a profusione di giacinti e d’anemoni

                        Marcel Proust, Dalla parte di Swann,

                        Parte Terza, Nomi di paesi: il nome

 

La barca scivola al centro

del fiume foderato di notte,

la pertica affonda nell’acqua

spinta nel fondo dal barcaiolo.

 

Le braccia del Ponte Vecchio

si aprono illuminate di finestre,

la voce della guida s’infrange

nella volta di pietre dell’arcata.

 

Si compie l’incontro sognato

con la città di Giotto, per dono

il viaggio nella notte con gli amici

che intendono il respiro dell’Arte.

 

La barca taglia lo sfavillio

dei colori accesi dai fanali,

sfiora il cartiglio di marmo, la testa

di caprone, al Ponte a Santa Trinita.

 

Giacinti e anemoni sulle sponde,

si riflettono i palazzi nell’acqua,

s’immergono con gli occhi sgranati

verso di noi, fianco a fianco.

 

Nell’ombra scintillano d’emozione

gli sguardi degli amici, le sciarpe

di seta, i fiori della “Primavera”,

i tratti della “Madonna del Magnificat”.

 

Silenzio, la città è lontana,

sprofondata nel sonno, regala

la visione delle forme più nascoste

come un’amante addormentata.

 

Un colpo di pertica più deciso,

la barca si gira rapida, sulla via

del ritorno, l’“Estate” dal ponte

sembra sporgersi nel fiume

 

sullo sfondo la “Giustizia”

in piedi sulla colonna, vola

verso di noi, poi ritorna al suo

posto, la bilancia che oscilla.

 

Stringiamo le mani commossi

dal dono di queste visioni,

unisce il filo della memoria,

lo studio di Eltsir, le passeggiate.

 

Davanti all’arco sul Piazzale

degli Uffizi, la barca dirige

verso la riva, Palazzo Vecchio,

altissimo, ci viene incontro

 

la torre, corolla fiorita di luci.

Il barcaiolo solleva la pertica.

Guardiamo con sguardi nuovi

il fiume foderato di notte. 

 

 

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 Nella stanza foderata di sughero

Anno 2020

 

Per comprendere più a fondo la proposta di questa antologia pensiamo alla stanza foderata di sughero in cui Proust si era auto isolato in una sorta di quarantena volontaria a causa della cagionevolezza della sua salute. Tutta Combray nasce sì dai ricordi ma dai ricordi di una persona in quarantena. Adesso che siamo tutti passati da una esperienza simile vediamo se, come Proust, siamo capaci di costruire una “Combray” e se siamo stati capaci di reinventare gli spazi, in cui siamo stati confinati, usando memoria e fantasia. Siccome nulla va perduto e niente accade una volta sola, la quarantena 2020 ha dato la possibilità a ciascuno di tornare con la mente a Combray e vivere quegli aspetti con lo sguardo attuale e il ricordo dell’immensa Opera proustiana.

                                            Dalla presentazione dell’Antologia 2020

 

I suoi libri vegliarono come angeli dalle ali spiegate.

             Marcel Proust, La Prigioniera

 

 

 

INVITO: Aa. Vv., a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, Quarantena a Combray, www.laRecherche.it, n. 244, Roma 2020.

 

RISPOSTA: Roberto Mosi, Sinfonia: “Combray. Lontana e vicina”.

 

 

Sinfonia: “Combray. Lontana e vicina”

 

I)  La terrazza

 

Lentamente la bolla d’aria si è gonfiata

sulla terrazza sopra la città sgomenta.

 

La bolla mi ha inghiottito, lo sguardo

vaga dalla Torre d’Arnolfo alla Ferrovia.

 

Con me i ricordi di Combray, il campanile

un’unghia che graffia stridendo il cielo.

 

Il tempo si dilata, lo spazio sconfinato

abitato da infiniti frammenti di vita.

 

Il clamore del silenzio, la somma

di essere soli, in fuga l’uno dall’altro.

 

Invidio le rondini, leggere sfiorano

la terrazza in una scia di stridii.

 

La sera m’assale il gelo delle ombre

che dalla terra salgono al cielo.

 

 

II) Solitudine

 

 Nella città devastata nessun

pensiero per la sua solitudine.

 

Arriva all’angolo della strada

sfila sotto la mia terrazza

sussurrando piano piano.

 

Si ferma al semaforo rosso

riparte pensoso per il Centro

alle fermate sale il silenzio

in vestaglia da camera verde.

 

Compie il giro per le vie mute

sfila ancora sotto la terrazza

per la nuova corsa nella città

con la sua inutile solitudine.

 

 

III) Straniero fra gli uomini

 

I giorni passano lenti sulla terrazza

aperta su uno spicchio di periferia,

gocce d’acqua sulle stalattiti della grotta.

 

Lo sguardo curioso insegue voli

nell’aria tiepida di primavera.

 

Ora lontani sullo sfondo delle case

raccolte sotto la Torre D’Arnolfo

o delle dolci colline di Fiesole

 

ora vicini alla balaustra di ferro

piena di fiori, gerani e garofani.

 

Ora conosco il nome di ogni specie

la veste delle loro piume, maschi

e femmine, il modo di far la corte

 

ora distinguo i loro versi di saluto

e di richiamo, il mattino e la sera.

 

Ora so come si alzano in volo

l’ondeggiare della traiettoria

nel vento, il fermarsi improvviso

 

ora non mi sorprende lo scontro

per primeggiare sul rosso dei tetti.

 

Ormai sono uno di loro sopra

la terrazza invasa dallo stridio

dei voli nel silenzio della città

 

ormai straniero tra gli uomini

ammutoliti dall’epidemia.

 

 

III) Moltitudini

 

Moltitudini di angeli celesti

a Natale sopra la grotta, vestiti

di oro di lino bianco e puro.

 

Corrono nel mondo a svegliare

chi dorme, per cantare in coro

l’amore per il nuovo nato.

 

Quando si spengono le luci

rimangono sulla terra,

per le strade

giacca e cravatta, gonne tweed.

 

Moltitudini di corpi infetti

portati via da camion militari

alla guida angeli in divisa.

 

Colonne di camion, la luce

blu lampeggiante in testa

chiedono strada a noi vivi.

 

 

Moltitudini di topi ovunque

piccoli odiati perseguitati

escono dalle discariche.

 

Moltitudini di topi corrono

nel giorno per i muri bianchi

impazziti cercano l’uscita.

 

 

 

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Incontri

Anno 2018

 

Dopo cena, ahimè, ero spesso costretto a lasciare la mamma, che rimaneva a discorrere con gli altri, in giardino se era bel tempo, nel salottino dove si ritiravano tutti, se il tempo era cattivo. Tutti, salvo la nonna che pensava che "in campagna è un delitto starsene rinchiusi" e che aveva con mio padre discussioni continue, nei giorni di gran pioggia, perché lui mi mandava a leggere nella mia stanza invece di lasciarmi star fuori. - Non così lo farete diventare robusto ed energico, - essa diceva tristemente, - soprattutto questo piccino che ha tanto bisogno di acquistare forza e volontà,

 

                                                               Marcel Proust, La strada di Swann

 

INVITO: Aa. Vv., a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, Cherchez la femme, www.laRecherche.it, n. 226, Roma 2018.

 

RISPOSTA: Roberto Mosi, Opus Magistri Jocti.

 

 

Opus Magistri Jocti

 

 

Scie impalpabili di aerei sul cielo

di Firenze

raggi iridescenti dalle vetrate

nella basilica

accarezzano l’Opus Magistri Jocti

 

Giulia porge un mazzo di rose

alla Madonna

il capo reclinato, incoronato

da Cristo

gli occhi lunghi nell’ovale del volto

 

La veste bianca, trapunta d’oro

angeli

ai piedi in vesti gialle e verdi

i santi

ai lati, sinfonia di spazi e colori

 

Una breve sosta ogni mattina davanti

alla bellezza

prima di raggiungere la scuola da sarta

l’eleganza

da dipingere, filo e forbici

 

Mi fermo ancora una volta all’altare

della Cappella Baroncelli

riconosco l’ovale del volto

della nonna

le fonti di una vita fiera e felice

 

Ascolto ancora la sua voce, intorno

la maestà della basilica, la luce delle vetrate

l’Opus Magistri Jocti

 

* “Opus Magistri Jocti”, la firma apposta sul Polittico Baroncelli,

dipinto a tempera e oro su tavola (185x323 cm) di Giotto e aiuti

di bottega, databile al 1328 e conservato nella Cappella Baroncelli della basilica di Santa Croce a Firenze.

 

 

 

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 Amiche e amici

Anno 2019

 

Quel che avvicina non è la comunanza delle opinioni, è la consanguineità degli spiriti.

 

                                        Marcel Proust, da Aforismi di F. Vasta e G. Raciti

 

 

INVITO: Aa. Vv., a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani, Una notte magica, www.laRecherche.it, n. 235, Roma 2019.

 

RISPOSTA: Roberto Mosi, Sul fiume di notte

 

 

Sul fiume di notte

 

   … pensavo che già il Ponte Vecchio era cosparso

      a profusione di giacinti e d’anemoni

                        Marcel Proust, Dalla parte di Swann,

                        Parte Terza, Nomi di paesi: il nome

 

La barca scivola al centro

del fiume foderato di notte,

la pertica affonda nell’acqua

spinta nel fondo dal barcaiolo.

 

Le braccia del Ponte Vecchio

si aprono illuminate di finestre,

la voce della guida s’infrange

nella volta di pietre dell’arcata.

 

Si compie l’incontro sognato

con la città di Giotto, per dono

il viaggio nella notte con gli amici

che intendono il respiro dell’Arte.

 

La barca taglia lo sfavillio

dei colori accesi dai fanali,

sfiora il cartiglio di marmo, la testa

di caprone, al Ponte a Santa Trinita.

 

Giacinti e anemoni sulle sponde,

si riflettono i palazzi nell’acqua,

s’immergono con gli occhi sgranati

verso di noi, fianco a fianco.

 

Nell’ombra scintillano d’emozione

gli sguardi degli amici, le sciarpe

di seta, i fiori della “Primavera”,

i tratti della “Madonna del Magnificat”.

 

Silenzio, la città è lontana,

sprofondata nel sonno, regala

la visione delle forme più nascoste

come un’amante addormentata.

 

Un colpo di pertica più deciso,

la barca si gira rapida, sulla via

del ritorno, l’“Estate” dal ponte

sembra sporgersi nel fiume

 

sullo sfondo la “Giustizia”

in piedi sulla colonna, vola

verso di noi, poi ritorna al suo

posto, la bilancia che oscilla.

 

Stringiamo le mani commossi

dal dono di queste visioni,

unisce il filo della memoria,

lo studio di Eltsir, le passeggiate.

 

Davanti all’arco sul Piazzale

degli Uffizi, la barca dirige

verso la riva, Palazzo Vecchio,

altissimo, ci viene incontro

 

la torre, corolla fiorita di luci.

Il barcaiolo solleva la pertica.

Guardiamo con sguardi nuovi

il fiume foderato di notte. 

 

 

 

 


 

 

POSTFAZIONE

 

 

                                       GLI  AUTORI

 

Enrico Guerrini

Enrico Guerrini, nato a Firenze nel 1977, attratto da tutte le espressioni artistiche dal fumetto al graffito, espone regolarmente in mostre personali. Ha illustrato, in una serie di mostre a Empoli, alcune opere teatrali di Ferruccio Busoni; ha allestito mostre organizzate da Giancarlo Marini su importanti personalità del 900: sui cantautori, Fabrizio De André e Piero Ciampi, e il jazzista Luca Flores.  Appassionato di musica classica, ha collaborato al progetto Dipingendo Bach con il violoncellista Luca Provenzano. Realizza insieme al poeta Roberto Mosi, performances in cui, all’impronta, illustra testi poetici e collabora anche con alcune associazioni teatrali fiorentine come scenografo. Ha illustrato le tre cantiche della Divina Commedia e i lavori sono stati esposti – una cantica ogni anno, dal 2016 – in mostre alla Casa di Dante. Nel maggio 2017 organizza una mostra antologica delle sue opere I miei primi quarant’anni; nel giugno dello stesso anno, realizza Il murale della scrittura nel cortile delle Muratine a Pontassieve. Dal 2019 espone le sue opere negli spazi allestiti dalla Toraia, nei mesi estivi, sul Lungarno del Tempio. Recente è la collaborazione con il dantista Massimo Seriacopi in una serie di opere dedicate al sommo poeta.

 

Roberto Mosi

 

Roberto Mosi vive a Firenze, è stato dirigente per la Cultura alla Regione Toscana. L'ultimo libro pubblicato: Ogni sera Dante ritorna a casa. Sette passeggiate con il poeta (Il Foglio 2021). Nell’anniversario delle celebrazioni dantesche, l’autore partendo dal tema del libro, ha realizzato video, riportati su YouTube, ed ha animato varie manifestazioni.  Mosi si interessa di poesia, racconti e fotografia. Per la poesia ha pubblicato Promethéus. Il dono del fuoco (Ladolfi 2021), Sinfonia per San Salvi (Il Foglio 2020), Orfeo in Fonte Santa (Ladolfi 2019), Il profumo dell’iris (Gazebo 2018), Navicello Etrusco (Il Foglio 2018), Eratoterapia (Ladolfi 2017), Poesie 2009-2016 (Ladolfi 2016), Concerto (Gazebo 2014). Per la narrativa ha pubblicato Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone (Il Foglio 2013), Esercizi di volo (Europa Edizioni 2016) e Non oltrepassare la linea gialla (Europa Edizioni 2014).  L’autore ha realizzato mostre di fotografia presso caffè letterari e sale di esposizione. La ricerca è rivolta al rapporto fra l’immagine fotografica, la pittura e la poesia. Fra le mostre: Firenze, foto grafie, Passaggi, Firenze Riflessa, Mito Firenze, Nonluoghi. Mosi è fra i redattori di “Testimonianze”, rivista fondata da Ernesto Balducci, e “L’area di Broca”, diretta da Mariella Bettarini. Cura i Blog: www.robertomosi.it e www.poesia3002.blogspot.it. 

 

 

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INDICE

 

Premessa. Incontri felici con Marcel Proust

 

1. Il sapore del ricordo

2. Narrare

3. Pittura, la creazione del mondo

4. Il biancospino

5. Incontrarsi all’Hotel Ritz

6. Il viaggio (sognato) a Firenze

7. Il profumo del tempo

8. Incontri

9. Amiche e amici

10. Nella stanza foderata di sughero

11. Narciso

 

Postfazione. Silvia Ranzi, omaggio a Marcel Proust

Gli autori

 

 

 

 

 

 














1 commento:

  1. Sono dieci anni che noi, Roberto Mosi e Enrico Guerrini, il poeta e il pittore, rispondiamo all’’invito: la forma è quella della poesia alla quale segue, in occasione delle presentazioni nelle librerie, nei circoli, nei caffè letterari, quella del disegno e della pittura.

    Al passaggio dei dieci anni di questo impegno, segnato da una serie infinita di felici appuntamenti, ci è sembrato naturale raccogliere in una raccolta, i nostri contributi.

    Nelle pagine che seguono, per ognuno dei dieci anni, è riportato il titolo dell’argomento, un passaggio dell’opera di Marcel Proust, l’Antologia per la quale LaRecherche invitava a partecipare, la nostra risposta all’invito nella forma della poesia e della pittura.

    È stato, in definitiva, un costante dialogo con le molte domande che Marcel Proust si pone, e ci pone, nello svolgersi della sua affascinante ricerca letteraria.

    Al lettore il compito di inserirsi, se lo ritiene, in questo dialogo e di cercare altre domande, altre risposte.

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