domenica 8 dicembre 2019

Prometeo e la Poesia passeggiano per i Lungarni di Pisa

Link Prometeo a Pisa Literary 9 dicembre





L’incontro a Pisa con il mito di Prometeo e con la poesia.

A Pisa si torna sempre volentieri come ho fatto una settimana fa, sabato 23 novembre, dopo le preoccupanti notizie dell’onda di piena dell’Arno che ha minacciato la città e ha costretto ad innalzare le paratie di ferro e di sabbia lungo gli argini del fiume. Per me, in particolare, ogni incontro con Pisa è il richiamo alla memoria degli anni di studi umanistici, per un verso, e dell’informatica, dall’altro; l’emergere di ricordi fissati in questa poesia, ripresa dalla raccolta “Itinera” (si veda: https://www.larecherche.it/librolibero_ebook.asp?Id=51):

La città piazza

Piazza dei Miracoli.
Disteso sull’erba
seguo lo slancio
dei marmi in fiore.
Sui vicini banchi
la Torre Pendente
emerge dalla neve
nelle sfere di cristallo.
Riscalda le mie ossa
un tepore diffuso.
.
Piazza dei Miracoli.
Evaporano nella mente
fili di storie lontane
il ricordo di Bruno
in fuga dalla caserma,
dalla guerra d’Etiopia,
la strage di Kindu
nel Congo, dei piloti
italiani e il mesto
ricordo all’aeroporto.
.
Piazza dei Miracoli.
Mi giunge l’eco lontana
degli studenti in rivolta
nel cortile della Sapienza,
il ticchettio delle schede
perforate, il ronzio
dei computer a Santa Maria.
.
Piazza dei Miracoli.
Alla fine di ogni giorno
la corsa alla stazione
per lasciare Pisa e il freddo
silenzio della notte.

A Pisa, poi, è vicino l’eco della poesia di Giacomo Leopardi, nello scenario affascinante dei Lungarni: l’ampia curva del fiume è esaltata dalla scenografia delle architetture dei palazzi e, fra Sette e Ottocento, andò in scena il rito quotidiano, al tiepido calore dei raggi del sole che investono la riva destra del fiume, del passeggio al quale partecipava il nutrito gruppo di forestieri che risiedevano a Pisa, nella stagione invernale. Fra gli ospiti più illustri Giacomo Leopardi che qui scrisse l’ode A Silvia (1828). I primi versi:

Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?

Per le strade di Pisa, città della scienza e della tecnica, sembra, d’altra parte, rivivere per molti versi, nel tempo e nello spazio, il mito di Prometeo. È il mito dei miti: Prometeo che sfidò gli dei rubando alle sfere di appartenenza il fuoco e la tecnica per donarli agli uomini, scatenando le ire dell'Olimpo. Perlustrando un mondo popolato di miti ed eroi, il personaggio di Prometeo è il più ricco di carattere simbolico e filologico.
Nella città sull’Arno molte sono le occasioni di incontro con il mito di Prometeo, con le manifestazioni dedicate alla scienza e alla tecnica. A questo riguardo merita, in particolare, la visita della mostra “Hello World! Dall’aritmometro allo smartphone”, curata dal Museo degli Strumenti per il Calcolo di Pisa, presso il Polo Universitario delle Benedettine – piazza San Paolo a Ripa d’Arno - che rimarrà aperta per tutto il prossimo mese di gennaio.
La mostra si colloca all’interno delle celebrazioni di Informatica 50, per il cinquantesimo anniversario dall’istituzione, a Pisa, del primo corso di laurea italiano in Informatica, prosecuzione di una storia che comincia negli anni cinquanta del secolo scorso. Proprio in quel periodo pionieristico fu progettato infatti dall’Università di Pisa il primo calcolatore scientifico italiano e uno dei primi in Europa, la CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana), grazie anche alla sinergia con il Laboratorio di Ricerche Elettroniche Olivetti. Un’azione combinata lungimirante che vide scienziati, politici e industriali dare, a Pisa, l’avvio all’informatica italiana.
La mostra, che prende il nome dal primo esercizio di programmazione (stampare a video la scritta Hello World!), illustra l’evoluzione degli strumenti per il calcolo, dalle prime macchine meccaniche, ai modelli di Apple e di smartphone, un affascinante viaggio nel tempo che va dalla seconda metà dell’ottocento fino a primi anni duemila, passando per oggetti iconici come la Olivetti Programma 101 ed Enigma. Enigma fu una macchina elettro-meccanica per cifrare e decifrare messaggi. Nata da un tentativo di commercializzazione poi fallito, fu ampiamente utilizzata dal servizio delle forze armate tedesche durante il periodo nazista e della seconda guerra mondiale.
I colori e i suoni immergono il visitatore nell’epoca delle macchine in mostra, richiamate persino dai rumori che queste emettevano quando erano in funzione. L’esperienza immersiva è ulteriormente amplificata dalla presenza di pannelli interattivi, video in virtual reality a 360 gradi, proiezioni e interazioni con alcuni strumenti per il calcolo.
È la storia di un’epoca e di un’avventura, avviata già̀ negli anni Cinquanta da un gruppo di scienziati, politici e industriali capaci di immaginare un futuro dove la tecnologia, la formazione e la ricerca in informatica fossero la chiave per il cambiamento sociale, economico e culturale del Paese. La mostra è suddivisa in 5 sezioni (Il calcolo meccanico, I computer Mainframe: i Pionieri, I primi personal computer, Il Pc e la società̀ di massa, Il Pc e il Design) precedute dalla ricostruzione della CEP, il primo calcolatore elettronico italiano, realizzato a Pisa, grazie alla preziosa sinergia tra il laboratorio di ricerca Olivetti, il Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (CNUCE) del CNR e il primo corso di laurea in Informatica, avviato nel 1969. Un’azione combinata che fece di Pisa la culla dell’informatica made in Italy.
Ad accompagnare i visitatori lungo il viaggio, un particolare percorso cromatico, “soundscapes” elettronici, esperienze in VR360°, proiezioni di filmati e foto d’epoca e pannelli interattivi dai quali scaturiscono alcuni personaggi che hanno fatto la storia dell’informatica, pronti a interagire con il pubblico, attraverso una serie di racconti, ma anche rispondendo ad alcune domande.

La Mostra Informatica 50 riserva dunque un percorso entusiasmante nella scienza e nella tecnica che accresce le nostre conoscenze, da compiere, come è stato da parte mia, con lo sguardo rivolto anche alle bellezze e alla storia umanistica della città di Pisa.





Nessun commento:

Posta un commento