Firenze sta vivendo
una lunga – e al momento, caldissima – estate tra musica, teatro, danza,
impegno sociale e divertimento, secondo un quadro intricato di ben 143 progetti
approvati dal Comune, che si snoderanno nell’arco di sei mesi. Merita
soffermarsi sulla Mostra che il giovane pittore fiorentino Enrico Guerrini, ha
allestito presso lo “spazio culturale della Toraia” sul Lungarno del Tempio,
n.1, non lontano dal ponte a San Niccolò, sul tema della “Commedia umana e
divina”.
L’esposizione di
sedici quadri rappresenta un po’ la sintesi di un lungo lavoro dedicato
all’opera di Dante Alighieri che ha visto la realizzazione di tre mostre,
ognuna dedicata ad una cantica, organizzate con notevole successo, dal 2017 al
2019, presso il Circolo degli Artisti “Casa di Dante”. All’ingresso dello
spazio della Toraia, contraddistinto dalle sagome di tre enormi mucche, simbolo
dell’impresa che gestisce il progetto, ci accolgono le imponenti, figure rese
in squillanti colori di smalto, di Dante e Beatrice, il volto di Cristo,
Virgilio, San Pietro, Minosse, Ulisse e Diomede, Farinata degli Uberti,
Caronte, il Minotauro, la montagna del Purgatorio e le profondità dell’Inferno.
Enrico Guerrini è nato
a Firenze nel 1977, ha studiato all’Accademia, indirizzo di scenografia, “è
pittore e scenografo, attratto da tutte le espressioni artistiche dal fumetto
al graffito”. Espone regolarmente in mostre personali che vanno
dall’illustrazione della Divina Commedia a esposizioni di ricerca pura. Ha
illustrato in una serie di mostre ad Empoli alcune opere teatrali di Ferruccio
Busoni e allestito altre mostre organizzate da Giancarlo Marini su vari temi e
importanti personalità del novecento da citare quelle sui cantautori De André e
Piero Ciampi sul jazzista Luca Flores e una illustrazione pittorica della
Divina Commedia di Dante Alighieri che esplora tutte e tre le cantiche del
poema Inferno, Purgatorio e Paradiso.
I quadri relativi a quest’ultimo impegno,
sono stati il tema di tre mostre tenute presso il Circolo degli Artisti “Casa
di Dante”; sempre presso questo spazio collabora al progetto pluriennale,
“Officina del Mito”. È un appassionato
di musica classica e questo lo ha portato a collaborare al progetto “Dipingendo
Bach” con il violoncellista Luca Provenzani. Collabora con il poeta Roberto
Mosi e con alcune associazioni teatrali fiorentine, come scenografo. Nel 2019
ha curato le scenografie dell’opera “Mistero Buffo” (dal lavoro di Dario Fo)
con la regia di Rita Paganelli. rappresenta anche il frutto dell’impegno
dedicato al tema del mito, presso lo stesso spazio, con il gruppo
dell’“Officina del Mito”.
Nella pittura di
Guerrini è dunque il tratto scenografico che sorprende e avvince, una foga
prorompente nel “raccontare” che lascia a bocca aperta. Il tratto è veloce,
rapido, di grande espressività resa con i colori brillanti dello smalto.
Ci sembra però
riduttivo limitarsi solo a questo versante. Per avvicinarsi all’arte di Enrico
Guerrini, si devono considerare gli aspetti multiformi del suo impegno, come
appare dalla scheda biografica, che non sono giustapposizioni ma interagiscono
fra loro. In questa direzione deve essere considerato il suo costante studio
delle opere delle maggiori personalità del Rinascimento fiorentino e di altri
mondi più recenti della pittura, la capacità e l’interesse per
l’interpretazione dei testi letterari e poetici, che lo portano a dare una
“lettura” dei personaggi rappresentati e dei contenuti, colta, personale e
originale.
Mi ha sempre sorpreso, mi piace sottolineare, nella
lunga collaborazione (di oltre dieci anni, dai tempi della mia raccolta poetica
“Nonluoghi”; si veda le immagini dalla playlist “Felicità”: https://www.youtube.com/playlist?list=PLKs0dokJPvpjRmTI67DjY7a_uDzyC9NEF )
la sua capacità di porsi alla pari con l’impegno
dell’altro, poeta o musicista o regista, e di aprire sempre un dialogo, una
comune “interlocuzione” con l’altro, che gli permette di creare, con la
rapidità del suo tratto, “incroci”,
ricercare “corrispondenze”, che sorprendono e affascinano.
L’arte di Enrico Guerrini è stata paragonata a William
Blake, poeta e pittore inglese della fine del Settecento. Largamente sottovalutato mentre era in vita,
oggi l'opera di Blake è considerata estremamente significativa e fonte di
ispirazione sia nell'ambito della poesia che in quello delle arti visive;
particolarmente interessanti sono le sue rappresentazioni di personaggi della
Divina Commedia. Non sapremmo dire. Forse meglio aprire paragoni con artisti
del Rinascimento fiorentino e con autori che da quella fonte attingono idee e
atteggiamenti. Ci piace, piuttosto, aprire similitudini con protagonisti di
oggi, con l’attore Roberto Benigni, con il suo modo di essere leggero e
profondo, di aprire una meravigliosa opera di cesello intorno, fra l’altro,
alle figure di Dante Alighieri e di saperlo rappresentare con forza al nostro
immaginario.
Merita, dunque, in queste calde serate fiorentine,
fare una passeggiata dalle parti del Lungarno, prendersi una pausa culturale, e
nel fresco delle rive dell’Arno, con un boccale di birra fredda in mano,
fermarsi ad un tavolino a “conversare” con i personaggi di Enrico Guerrini e
cercare di cogliere i tratti sorprendenti della scena artistica da cui sono
balzati fuori.
Merita, dunque, in queste calde serate fiorentine, fare una passeggiata dalle parti del Lungarno, prendersi una pausa culturale, e nel fresco delle rive dell’Arno, con un boccale di birra fredda in mano, fermarsi ad un tavolino a “conversare” con i personaggi di Enrico Guerrini e cercare di cogliere i tratti sorprendenti della scena artistica da cui sono balzati fuori.
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