Recensione
Orfeo in Fonte Santa , poesia
Autore: Roberto Mosi
Edizione: Giuliano
Ladolfi Editore, Borgomanero 2019
In copertina:
Mascherone di Ottaviano Giovannoni nella Grotta di Adamo ed Eva del Giardino di
Boboli, Firenze. Fotografie dell’autore: all’interno del libro sono dedicate al
tema “Autunno in Fonte Santa”, l’ultima “Il Rifugio in Fonte Santa” - pp. 66
prezzo: € 12,00 –
Libreria Salvemini, piazza Salvemini 18, Fi. T. 055 246 6302
Se l’esistenza, quale
si riporta, è un canto ininterrotto, dovremmo applicarlo alla
poesia, che si snoda spesso con una limpidezza di dettato e un’eleganza che
sembra recuperare antiche forme. A volte, è necessario dirlo, incontriamo versi
deliziosi, ma non ingannevoli, poiché comunque la organicità testuale e il suo
evolversi secondo alcuni modelli, non prevarica certo la sostanza,
presente anche nell’oggi e in diversi momenti riferendosi a una realtà non
eludibile; si è indotti a verificare la sensucht, che non appare
quel sottile struggimento tipico della mentalità tedesca, quanto piuttosto una
enunciazione dove il sentimento trova vasta parte e nel suo significato
migliore: sentimento del tempo e delle cose, che l’idea del mito, più che il
mito stesso, vorrebbe rendere fisso, benché il procedere cronologico degli
eventi finisca per proporre nuove dimensioni, del pensiero e dell’immaginario.
Incorporare quindi
versi altrui (ad esempio di Rilke) non è una operazione intellettualistica,
piuttosto un collegarsi al principio generatore per trarne, pur nella società
attuale, delle regole deputate a trasformare il flusso della scrittura – e del
linguaggio – e ricondurlo per l’appunto a una fonte originaria. Dunque i luoghi
e le citazioni storiche o colte non fanno che arricchire la trama di una
poetica ineccepibile sotto i due aspetti di invenzione e coscienza conoscitiva.
Ma tornare alla fonte, in questo caso presso San Donato in Collina, acquista un
valore aggiunto. “Dite mo’, se sia più pura l’acqua che scaturisce dalla viva
fonte” (Eginaldo).
II.
Il
canto mi prende, mi porta
a
cantare lo scorrere del tempo
nel
bosco sacro di Fonte Santa,
accordo
la mia voce al suono
delle
acque, al respiro del vento,
al
vibrare delle foglie, guidato
dalla
musica del flauto d’oro.
.
Brilla
il vortice del silenzio,
alberi,
pietre incantate, braccia
di
luce scivolano per i rami,
riflettono
nello specchio della fonte
figure,
miti colorati.
.
L’inganno
si congiunge
alla
conoscenza, appaiono
immagini
sconosciute:
la
fonte non sa di contemplare
.
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