mercoledì 27 ottobre 2021

Sulla rivista francese "Voix": "Orfeo in Fonte Santa", Ladolfi Editore - Autrice Marilyne Bertoncini





 Voci d'Italia

 Marilyne Bertocini, autrice introduzione e traduzione

 pag. 66 della Rivista ”Voix”

 Merci Mireille Diaz-Florian et François Minod pour cet espace offert à la poésie italienne, dans lequel je présente les voix de Daniele Beghè , Luca Ariano , Giancarlo Baroni Poeta , Roberto Mosi et Roberto Rivaroli.

 Grazie Mireille Diaz-Florian e Fran çoisois Minod per questo spazio offerto alla poesia italiana, nel quale presento le voci di Daniele Beghè, Luca Ariano, Giancarlo Baroni Poeta, Roberto Mosi e Roberto Rivaroli

  “Introduzione alle voci dall’Italia”

 “Cinque poeti – Luca Ariano, Roberto Mosi, Alessandro Rivali, Daniele Beghè, Giancarlo Baroni - sono lungi dal rappresentare il paesaggio della lingua italiana in questo primo quarto del 21° secolo – tutt’al più le similitudini fra le opere scelte dicono qualche cosa della scelta che ha fatto la traduttrice: tre di questi poeti sono legati alla città di Parma, tutti vivi e attivi nel nord della penisola, fra Milano Genova e Firenze. E si può supporre che nell’universo poetico di ciascuno si ritrovi l’impronta di questa situazione geografica molto urbanizzata, storicamente segnata dalla guerra, dalla resistenza, dalle violente lotte sociali degli anni di piombo, …

(In queste opere si avverte) il gusto amaro di una disfatta, della perdita di una sorta di “età dell’oro” del mondo operario, delle sue regole e dei suoi sogni. La stessa nostalgia abita l’universo di Roberto Mosi, il cui “Orfeo in Fonte Santa” dà al ricordo di un combattente della Resistenza, grazie alla profondità dei miti, la possibilità di sopravvivere nel poema. … “

____

 

Roberto Mosi

Estratto da “Orfeo in Fonte Santa”, Ladolfi Editore

 

“IN RICORDO DI DAVID, PARTIGIANO IN FONTE SANTA”

 

II

Le chant me prend, me pousse

à chanter le passage du temps

dans le bois sacré de Fonte Santa.

J’accorde ma voix au son

des eaux, au souffle du vent,

au frémissement des feuilles, guidé

par la musique de la flûte d’or.

 

Il brille le tourbillon du silence,

arbres, pierres enchantées, bras

de lumière glissant à travers les branches,

se reflétent dans le miroir de la source

figures, mythes colorés.

 

L’illusion s’unit

à la connaissance, apparaissent

des images inconnues:

la source ignore qu’elle contemple

elle-même et le reflet d’un dieu.

 

(Traduzione di Marilyne Bertoncini; Rivista “Voix”, n. 6/2021)

 

II.

Il canto mi prende, mi porta

a cantare lo scorrere del tempo

nel bosco sacro di Fonte Santa,

accordo la mia voce al suono

delle acque, al respiro del vento,

al vibrare delle foglie, guidato

dalla musica del flauto d’oro.

 

Brilla il vortice del silenzio,

alberi, pietre incantate, braccia

di luce scivolano per i rami,

riflettono nello specchio della fonte

figure, miti colorati.

 

L’inganno si congiunge

alla conoscenza, appaiono

immagini sconosciute:

la fonte non sa di contemplare

sé stessa e il riflesso di un dio.



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Video presentazione - Link

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Recensione di Sonia Salsi di “Orfeo in Fonte Santa”

pubblicata da “La Toscana. Nuova”, novembre 2019, n. 10, pag. 19

 

ORFEO IN FONTE SANTA di ROBERTO MOSI: incontro di Mito, Storia, Poesia

 

Orfeo in Fonte Santa: Poemetto, Stanze per la celebrazione del Mito che si fa Storia, della Storia che diventa Mito, della circolarità dell'acqua della fonte in cui tutto scorre e tutto ritorna; per la celebrazione della Poesia (1).

Una “narrazione”, questa di Roberto Mosi, che segue una cronologia distesa nel tempo, ma al di fuori del Tempo: alla fonte sostarono popoli antichi, per mercatura e per transumanza, genti del nostro tempo che fuggivano dal vortice della guerra o che hanno portato la morte:” Incredibile la morte/ fra i castagni, in file parallele. Dalla fonte passa gente dell'oggi, gente inconsapevole che non si sofferma, come era- invece- costume dei Pastori Antellesi: sostavano “le allegre brigate” alla Fonte dei Baci, la Fonte dai tanti nomi, testimoni della sua presenza in un luogo, in uno spazio della Toscana, che si fa luogo del Mito: Fonte Santa è a Delfi, è l'omphalos della Poesia, è il luogo di Orfeo. Da Orfeo muove la musica della parola, da Orfeo muove, storicamente, il melodramma con l'Euridice di Caccini, con l'Orfeo di Monteverdi e di Gluck; musiche che ci sembra di ascoltare, in sottotraccia, nei versi di Michelangelo Buonarroti il Giovane, nei versi di Roberto Mosi.

Fonte Santa, luogo della sacralità, dell'incontro fra l'umano e il divino, fra il passato e il presente: “Offrirò il suono dei ricordi per il canto dell'esistenza”. Esistenza-assenza che si trasforma in tante realtà storicamente individuabili, ma increspata nel tempo sospeso del mito: “Una bandiera rossa David nascose/ fra i muri del rifugio/ a Fonte Santa. Rossa sventola/ dalla finestra della casa/ per la libertà ritrovata.” Nascondimento e rinascita: epica che si fa mito, la Brigata di David che ci riporta alle brigate dei Pastori Antellesi, in una sorta di atemporale sincretismo.

 

Le immagini fotografiche coronano le parole della Poesia, mostrano i luoghi, le atmosfere che essa celebra. Tra contrasti cromatici e nuances appaiono due figure: Orfeo e la Fonte, novella Flora, si incontrano, nell'incontro fra tecnologia contemporanea e Simboli senza tempo. Il bosco di Fonte Santa li avvolge; in lontananza “le geometrie magiche della Cupola”, pernio perfetto dell’“anello delle colline”.

“La fonte non sa di contemplare/ sé stessa e il riflesso di un dio”. Il poeta è il riflesso di un dio, come Ovidio, come Rilke, poeti cantori di Orfeo. Le sue parole non sono altisonanti, scorrono pianamente, in fluido ritmo, in spontanea e coltivata musicalità, aulica e quotidiana insieme. Poesia consapevole di sé; altamente intellettuale, non intellettualistica, non ostentatrice di cultura, ma scaturita da una sapienza che trova nell'Antico le chiavi di interpretazione della Contemporaneità.

Parole dell’oggi irrompono ogni tanto (bombe, aerei, moto...) e subito entrano in un ritmo atemporale: i “gruppi sgranati sul sentiero” riuniti per una gara sportiva a Fonte Santa hanno “in bocca il sapore della rosa canina”, come i mercanti e i pellegrini etruschi. Come noi lettori.

 

Riuniti insieme all'Autore, in una recente iniziativa, da lui promossa presso il Circolo Culturale Antella, abbiamo “incontrato”, in condivisa armonia, Orfeo e David, “partigiano in Fonte Santa”, dedicatario del poemetto, legato da affetto e parentela a Roberto Mosi.

Fu David a nascondere la bandiera rossa nel rifugio partigiano di Fonte Santa; la sua storia di antifascista, rievocata dalla figlia Giovanna, le sue vicende, trasposte in una dimensione mitica, sono diventate humus di ispirazione poetica per Mosi.  L'autore stesso, insieme a Daniele Torrini, ne ha letto un florilegio, mentre il pittore Enrico Guerrini ne traduceva in immagini le parole.

Le belle foto di Mosi stesso, scattate in Fonte Santa, scorrevano, insieme a riferimenti preraffaelliti di acque, ninfe e pastori, e insieme a “frammenti “dei sonetti, nel filmato introduttivo “Con Orfeo sulla via delle Maremme” a cura di Virginia Bazzechi.

Lo studioso  Massimo Casprini ha dato spessore storico, ai Pastori Antellesi evocati nel primo sonetto, che hanno veramente vissuto nel territorio, testimoni del passaggio tra Manierismo e Barocco.

 Il Mito, la Storia, il tempo si sono uniti nel Tempo della Poesia di Roberto Mosi.

                                Sonia Salsi




 

 

1 commento:

  1. II

    Le chant me prend, me pousse

    à chanter le passage du temps

    dans le bois sacré de Fonte Santa.

    J’accorde ma voix au son

    des eaux, au souffle du vent,

    au frémissement des feuilles, guidé

    par la musique de la flûte d’or.



    Il brille le tourbillon du silence,

    arbres, pierres enchantées, bras

    de lumière glissant à travers les branches,

    se reflétent dans le miroir de la source

    figures, mythes colorés.



    L’illusion s’unit

    à la connaissance, apparaissent

    des images inconnues:

    la source ignore qu’elle contemple

    elle-même et le reflet d’un dieu.

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