Voci d'Italia
(In
queste opere si avverte) il gusto amaro di una disfatta, della perdita di una
sorta di “età dell’oro” del mondo operario, delle sue regole e dei suoi sogni.
La stessa nostalgia abita l’universo di Roberto Mosi, il cui “Orfeo in Fonte
Santa” dà al ricordo di un combattente della Resistenza, grazie alla profondità
dei miti, la possibilità di sopravvivere nel poema. … “
____
Roberto
Mosi
“IN
RICORDO DI DAVID, PARTIGIANO IN FONTE SANTA”
II
Le
chant me prend, me pousse
à
chanter le passage du temps
dans
le bois sacré de Fonte Santa.
J’accorde
ma voix au son
des
eaux, au souffle du vent,
au
frémissement des feuilles, guidé
par
la musique de la flûte d’or.
Il
brille le tourbillon du silence,
arbres,
pierres enchantées, bras
de
lumière glissant à travers les branches,
se
reflétent dans le miroir de la source
figures,
mythes colorés.
L’illusion
s’unit
à
la connaissance, apparaissent
des
images inconnues:
la
source ignore qu’elle contemple
elle-même et le reflet d’un dieu.
(Traduzione
di Marilyne Bertoncini; Rivista “Voix”, n. 6/2021)
II.
Il
canto mi prende, mi porta
a
cantare lo scorrere del tempo
nel
bosco sacro di Fonte Santa,
accordo
la mia voce al suono
delle
acque, al respiro del vento,
al
vibrare delle foglie, guidato
dalla
musica del flauto d’oro.
Brilla
il vortice del silenzio,
alberi,
pietre incantate, braccia
di
luce scivolano per i rami,
riflettono
nello specchio della fonte
figure,
miti colorati.
L’inganno
si congiunge
alla
conoscenza, appaiono
immagini
sconosciute:
la
fonte non sa di contemplare
sé
stessa e il riflesso di un dio.
Video presentazione - Link
Recensione di Sonia Salsi di “Orfeo in Fonte Santa”
pubblicata da “La
Toscana. Nuova”, novembre 2019, n. 10, pag. 19
ORFEO IN FONTE
SANTA di ROBERTO MOSI: incontro di Mito, Storia, Poesia
Orfeo in Fonte Santa:
Poemetto, Stanze per la celebrazione del Mito che si fa Storia, della Storia
che diventa Mito, della circolarità dell'acqua della fonte in cui tutto scorre
e tutto ritorna; per la celebrazione della Poesia (1).
Una “narrazione”, questa di
Roberto Mosi, che segue una cronologia distesa nel tempo, ma al di fuori del
Tempo: alla fonte sostarono popoli antichi, per mercatura e per transumanza,
genti del nostro tempo che fuggivano dal vortice della guerra o che hanno
portato la morte:” Incredibile la morte/ fra i castagni, in file parallele. Dalla
fonte passa gente dell'oggi, gente inconsapevole che non si sofferma, come era-
invece- costume dei Pastori Antellesi: sostavano “le allegre brigate” alla
Fonte dei Baci, la Fonte dai tanti nomi, testimoni della sua presenza in un
luogo, in uno spazio della Toscana, che si fa luogo del Mito: Fonte Santa è a
Delfi, è l'omphalos della Poesia, è il luogo di Orfeo. Da Orfeo muove la
musica della parola, da Orfeo muove, storicamente, il melodramma con l'Euridice
di Caccini, con l'Orfeo di Monteverdi e di Gluck; musiche che ci sembra di
ascoltare, in sottotraccia, nei versi di Michelangelo Buonarroti il Giovane,
nei versi di Roberto Mosi.
Fonte Santa, luogo della
sacralità, dell'incontro fra l'umano e il divino, fra il passato e il presente:
“Offrirò il suono dei ricordi per il canto dell'esistenza”.
Esistenza-assenza che si trasforma in tante realtà storicamente individuabili,
ma increspata nel tempo sospeso del mito: “Una bandiera rossa David
nascose/ fra i muri del rifugio/ a Fonte Santa. Rossa sventola/ dalla finestra
della casa/ per la libertà ritrovata.” Nascondimento e rinascita: epica che
si fa mito, la Brigata di David che ci riporta alle brigate dei Pastori
Antellesi, in una sorta di atemporale sincretismo.
Le immagini fotografiche coronano
le parole della Poesia, mostrano i luoghi, le atmosfere che essa celebra. Tra
contrasti cromatici e nuances appaiono due figure: Orfeo e la Fonte, novella
Flora, si incontrano, nell'incontro fra tecnologia contemporanea e Simboli
senza tempo. Il bosco di Fonte Santa li avvolge; in lontananza “le geometrie
magiche della Cupola”, pernio perfetto dell’“anello delle
colline”.
“La fonte
non sa di contemplare/ sé stessa e il riflesso di un dio”. Il poeta è il
riflesso di un dio, come Ovidio, come Rilke, poeti cantori di Orfeo. Le sue
parole non sono altisonanti, scorrono pianamente, in fluido ritmo, in spontanea
e coltivata musicalità, aulica e quotidiana insieme. Poesia consapevole di sé;
altamente intellettuale, non intellettualistica, non ostentatrice di cultura,
ma scaturita da una sapienza che trova nell'Antico le chiavi di interpretazione
della Contemporaneità.
Parole dell’oggi irrompono ogni
tanto (bombe, aerei, moto...) e subito entrano in un ritmo atemporale: i
“gruppi sgranati sul sentiero” riuniti per una gara sportiva a Fonte Santa
hanno “in bocca il sapore della rosa canina”, come i mercanti e i
pellegrini etruschi. Come noi lettori.
Riuniti insieme all'Autore, in
una recente iniziativa, da lui promossa presso il Circolo Culturale Antella,
abbiamo “incontrato”, in condivisa armonia, Orfeo e David, “partigiano in
Fonte Santa”, dedicatario del poemetto, legato da affetto e parentela a
Roberto Mosi.
Fu David a nascondere la bandiera rossa nel rifugio
partigiano di Fonte Santa; la sua storia di antifascista, rievocata dalla figlia
Giovanna, le sue vicende, trasposte in una dimensione mitica, sono diventate
humus di ispirazione poetica per Mosi.
L'autore stesso, insieme a Daniele Torrini, ne ha letto un
florilegio, mentre il pittore Enrico Guerrini ne traduceva in immagini
le parole.
Le belle foto di Mosi stesso, scattate in Fonte Santa,
scorrevano, insieme a riferimenti preraffaelliti di acque, ninfe e pastori, e
insieme a “frammenti “dei sonetti, nel filmato introduttivo “Con Orfeo sulla
via delle Maremme” a cura di Virginia Bazzechi.
Lo studioso Massimo
Casprini ha dato spessore storico, ai Pastori Antellesi evocati nel primo
sonetto, che hanno veramente vissuto nel territorio, testimoni del passaggio
tra Manierismo e Barocco.
Il Mito, la Storia, il tempo si sono
uniti nel Tempo della Poesia di Roberto Mosi.
Sonia Salsi
II
RispondiEliminaLe chant me prend, me pousse
à chanter le passage du temps
dans le bois sacré de Fonte Santa.
J’accorde ma voix au son
des eaux, au souffle du vent,
au frémissement des feuilles, guidé
par la musique de la flûte d’or.
Il brille le tourbillon du silence,
arbres, pierres enchantées, bras
de lumière glissant à travers les branches,
se reflétent dans le miroir de la source
figures, mythes colorés.
L’illusion s’unit
à la connaissance, apparaissent
des images inconnues:
la source ignore qu’elle contemple
elle-même et le reflet d’un dieu.