INTERVENTO 19 NOVEMBRE, Il CIRCOLO DEGLI ARTISTI “
CASA DI DANTE” a FIRENZE
OFFICINA “ Mito”
Umberto Zanarelli al pianoforte -Brani di Schuman
Roberto Mosi - Poeta e fotografo - poesie sul Mito
Paolo Tranchina- Psicanalista junghiano : saggio“ Il Mito di
Afrodite”
Epilogo: Silvia Ranzi
In occasione della Collettiva
“ I CONFINI DEL MITO” dal 12 al 24
Novembre
ARTISTI PARTECIPANTI:
Valerio Giovannini, Enrico Guerrini, Salvatore Monaco, Roberto Mosi,
Simonetta Occhipinti, Margherita Oggiana, Rioberto Orangi, Andrea Simoncini,
Paolo Tranchina.
"Parlare oggi di Mito e farne un
motivo ispiratore nella rete delle Arti letterarie e Figurative significa
intercettare quei “dispositivi di senso” che i Miti hanno rappresentato da
sempre in ogni epoca, ricettacoli di immaginari individuali e collettivi,
cristallizzati e divulgati nei processi storici e tecnologici da diventare icone
e alvei di significati trasmissibili e credibili per aspettative, genesi e profezie euristiche in chiave etico-antropologica
.
Sono “rilevatori di sistemi
simbolici di pensiero” in cui si alternano ritualità, eroicità e socialità
esperienziale condivise e proiettate tra caos e cosmo, umano e divino, clandestinità e ufficialità, tra pubblico e
privato, permissività e trasgressione.
La funzione “eziologica”, o ricerca delle cause originarie, diversifica la
poligenesi dei Miti: teogonici, cosmogonici, antropogonici, astronomici, metereologici,
agrari, cultuali da analizzare sul piano storico ed allegorico.
Le iconografie mitiche della Classicità
greca e latina vengono rivisitate ad
oggi nelle loro valenze emblematiche e metastoriche in quanto interagiscono con l’esigenza di
leggere il reale per evidenziare aree semantiche di ricerca sapienziale
ed amplificare la direzione sociale nella
ricerca di utopie percorribili.
Se nell’Età romantica i Fratelli
Grimm aprono nuovi orizzonti agli studi mitologici affermando che il Mito non è
frutto di una casta di sacerdoti o filosofi , ma sono creazioni del popolo ( credenze, costumi, motivi
narrativi); lo studioso K.O. Muller - grecista, filologo classico, storico ed
archeologo tedesco ( 1797 – 1840) -
afferma il postulato della fondamentale identità dello spirito umano
nelle sue uniformità tra gruppi lontani nel tempo e nello spazio per approdare
al concetto di Animismo.
L’esigenza che ha spinto l’uomo
arcaico a creare il MITO ORIGINARIO, dare senso al proprio mondo, non è morta
nell’uomo contemporaneo, ma si esprime in forme nuove proprie della società di
massa dominata dalla tecnica pubblicitaria nella specifica venerabilità
dell’immagine fra tradizione ed innovazione.
I linguaggi - letteratura ed Arti visive - nella loro multidisciplinarietà
semiotica e creativa sono “media smart” che
trasformano il reale nell’ aspirazione a congiungere l’uomo a mondi intellegibili sul piano fisico o metafisico, sensibile o
ideale, nella gamma dei valori etici tra sacro e profano, laicità o religiosità,
coordinate che registrano il clima di
un’epoca.
L’uomo esprimendosi nelle Arti
sorelle crea universi ereditari per le generazioni successive, abilitando
pensieri ed icone utili alla dimensione evoluzionistica di sopravvivenza sul
piano euristico ed estetico come la narrazione translogica presente nel Mito :
“ La semiologia o scienza dei segni ci ha insegnato che il MITO ha il compito
di istituire un’intenzione storica come natura, una contingenza come eternità”
( Roland Barthes: “ MITI DI OGGI”, 1957)
Innumerevoli sono i capolavori
dell’Arte che sono diventati icone del nostro tempo tra cui :
“ La Primavera” del Botticelli; “
Il David” di Michelangelo; “ la
Gioconda” di Leonardo ; “Guernica” di Picasso; “L’urlo” di Munch.
L‘opera d’arte si trasforma in immagine
dal successo planetario, impermeabile ai gusti, alle mode, al passare del tempo,
raggiungendo uno stato di Culto collettivo.
La mitopoiesi e le mito-dinamiche
sono strettamente legate all’aspetto formale perché le Arti visive nel veicolare
contenuti inseguono intenti persuasivi, tra cui è privilegiata la Bellezza come
fattore che suscita meraviglia, catalizzatrice di attenzione, fruizione
contemplativa, condensazione di grammatiche segniche, cromatiche, plastiche
nella ricerca ultima dello “Splendore del Vero” secondo la massima di Platone.
Gli effetti o strategie estetiche
risultanti attuali sono: i silenzi metafisici, l’inquietudine, lo spaesamento o
straniamento quali tecniche per irretire nell’enigma o plurivalenza psichica del MITO, come ben si
evince nella corrente del
Surrealismo e nella Scuola della Metafisica.
“ Ciò che nei MITI si presenta inverosimile, è proprio quello che ci
apre la via alla verità. Infatti, quanto più paradossale e straordinario è
l’enigma tanto più pare ammonirci a non affidarci alla nuda parola, ma ad
affaticarci intorno alla verità riposta”. IMPERATORE FLAVIO CLAUDIO
GIULIANO, filosofo romano: l’ultimo sovrano dichiaratamente pagano che intese
difendere la Religione romana dinnanzi all’avvento del Cristianesimo e che si
adoperò per la tolleranza fra le Religioni.
Il Mito in ultima analisi è dunque
un fenomeno che si verifica su scala globale dall’antichità ad oggi: un
linguaggio simbolico attraverso cui l’uomo crea una struttura interpretativa
del mondo in tutte le sue sfaccettature dal punto di vista cosmologico, sociale,
politico ed artistico.
L’Arte comunque non rinuncia ad
una seduzione intrinseca: ovvero interpreta il Mito, lo include, dialettizza
con la sua dimensione arcana, elitaria o popolare, antropologica,
storico-filosofica, ideale, lo metabolizza e lo reinventa a tal punto da
rincorrere l’idea stessa di diventare, essa stessa, Mito.
Per attualizzare nella dimensione
del cultura di massa odierna si può
affermare, come attesta la citazione di JOSEPH CAMPBELL, saggista e storico
delle religioni statunitense:
“ I
MITI SONO SOGNI PUBBLICI, I SOGNI SONO MITI PRIVATI”
SILVIA RANZI, 19 Novembre 2016
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