mercoledì 20 dicembre 2023

BUON NATALE: alla Camerata dei Poeti: "Amo le parole", Ladolfi Ed.: tornata 14-12-23

 

14-12-23 - Camerata dei Poeti, presentazione  "AMO LE PAROLE"


Collegamento Camerata dei Poeti di Firenze


 Commento critico Carmelo Consoli : "Amo le parole. Poesie 2017-2023", Ladolfi Editore

           Tutta la poesia di Roberto Mosi è innestata su un’instancabile attraversata di territori e immagini di un tempo che dal contemporaneo sconfina nel passato e nell’antico, collegandosi con disinvoltura al mito che ne sorregge e nobilita tutta l’architettura costruttiva.

          Poeta e fotografo di lungo corso, la sua parola poetica si affida in prima istanza ad un’emozionante visione dei luoghi transitati e dei personaggi rappresentati attraverso un’infinita ricerca della loro segreta e più intima espressione d’anima e di storia. Una calda e palpitante umanità si affolla nella poetica di Mosi andando incontro agli occhi incantati del poeta che ne declama i dettagli sia di una quotidiana dinamica esistenziale che di una ricostruzione storica esaltante e suggestiva. Roberto non è certo solamente un abile fotografo, da cui nascono emozionanti flash d’azione e versi densi di vita, non si limita a mettere in scena fotogrammi di umanità e di vivificanti nature ma, da uomo di elevata cultura e da appassionato seguace del mondo del mito, arricchisce costantemente i propri versi di una versione deificante della esistenza umana.

          La raccolta di Mosi, una retrospettiva di ben sette anni  di pubblicazioni  dal 2017 al 2023, ci mostra come nel tempo il poeta abbia indirizzato la sua attenzione ed il suo cuore verso un mondo carico di esaltazioni e sofferenze, di problematiche ambientali e logorii esistenziali, di fascini e leggende, di sapienza storica e abile documentazione, confermando di saper fare poesia a tutto tondo e sempre in modalità di stupore e leggerezza ma anche con profondità dialogiche di tutto rispetto come nel caso dei suoi Dialoghi con Marcel Proust e con  personali gratificazioni emozionali come in Orfeo in Fonte Santa e  Sinfonia per San Salvi.

          Ed allora in questa spettacolare carrellata filmica seguiremo le vicende di una Firenze trasmutata nei propri rientri e angoli cittadini dalla fantasia di un poeta innamorato, ci inoltreremo per piazze, strade, colline, coste leggendarie di una Maremma carica di divinità e moderne tragedie, nelle terre delle sacre fonti e delle contese partigiane, nei territori delle follie manicomiali di un presidio psichiatrico come San Salvi, nelle vivificanti viscere di un mitico Prometeo con i suoi richiami a territori di passate ed attuali rappresentazioni esistenziali. Ed infine sintonizzati nel nostro mondo contemporaneo con tutte le anomalie e distorsioni di un tempo carico di lacerazioni ed inquietudini nelle due raccolte finali del volume Il nostro giardino globale ed I nostri giorni.

          Davvero spettacolare la visione d’insieme di questa antologica dove  qualsiasi rappresentazione è completa di dettagli e riferimenti, dove ogni raccolta si arricchisce di illuminanti incipit, richiami culturali a grandi personaggi dell’intelletto umano, di spunti e considerazioni preziosi e dove il linguaggio poetico ha infinite variazioni nella costruzione lessicale e nelle partiture costruite in movimenti, tempi che creano particolari musicalità ed effetti semantici oscillanti dalla visione estatica al dialogo, dal racconto alle interrogazioni. Un volume in cui entreremo nei dettagli con l’immaginazione e lo stupore dello stesso poeta, un personaggio certamente animato da un grande amore verso la bellezza e la grazia della vita che nei secoli e dai secoli ha cercato di estrarre e valorizzare gli aspetti gratificanti non mancando di sottolineare le disarmonie, le storture, i diritti e le libertà negate, le lacerazioni di una moderna contemporaneità.

          Mi piace immaginare il nostro Roberto, corredato di macchina fotografica e con il suo  obbiettivo d’anima aperto sul mondo, aggirarsi per le piazze, le strade, le colline di una Firenze trasudante di chiese, monumenti e palazzi storici, ampie strade e viuzze che portano a luoghi segreti ma anche ai quartieri popolari, nonluoghi di anonime storie, di vita palpitante di voci e rumori, come anche di verdi e accoglienti colline che la circondano, sentieri storici, terre cariche di sapori e colori della Toscana. Lo osserviamo mentre transita in piazza Santa Croce, in piazza Santo Spirito o va per vicoli, angoli suggestivi di una vecchia città, per poi riprendere fiato e respiro sulle verdi colline di Fiesole, di Bivigliano e in direzione del mare di Calambrone.

          Una poesia la sua che dal vivo delle visioni tramuta in intime riflessioni, si fa miscela di realtà e riferimenti storici, passa dal dialogo alle interrogazioni con una solarità e leggerezza di immagini ed espressioni, caratteristiche che mettono in risalto il titolo della composizione Amo le parole.

          Questo è Mosi nella raccolta Il profumo dell’Iris, edizioni Gazebo del 2018 e nell’avvio di un percorso che lo porterà subito dopo in una terra privilegiata a cui pone particolare attenzione e amore, come la selvaggia e profumata Maremma collegata al suggestivo mondo etrusco. Parliamo allora della raccolta Navicello etrusco del 2018, edizioni Il Foglio, una vera, palpitante e minuziosa traversata di mari, pianure, di un territorio che da subito si ammanta di divinità, magiche fonti ed isole di fascino, antiche transumanze e città favolose come Antiochia e Populonia col suo castello. Scopriamo un poeta che sostiene la sua poesia attraverso il ricorso ad una notevole cultura mitologica che si fa minuzioso e prezioso racconto con la dea dell’amore  e della fertilità Turan, la figura di Febo o Apollo che dir si voglia, e Tagete  la divinità che insegnò l’arte della divinazione al popolo etrusco, infine  l’eroe Dardano; insomma leggende e stregonerie di un tempo favoloso, tematiche e nature sognanti nelle quali  egli si immerge e da cui si risveglia bruscamente assillato da vicende di scottanti e moderne tragedie come il disastro della nave Moby Prince, il flusso e la tragedia dei migranti, come nella bella poesia La spiaggia della Sterpaia. Passato e presente, come sempre in Mosi, si fanno miscela stupefacente di una vivificante poetica.

          Altri territori attirano lo sguardo poetico del nostro scrittore ed allora è la volta della raccolta Orfeo in Fonte Santa edita da Ladolfi nell’anno 2019. L’estratto della raccolta si apre con citazioni da Publio Ovidio Nasone e Rainer Maria Rilke e ancora una volta sono i territori suggestivi della Toscana  verso cui si dirige ed è la Maremma a colpire il cuore di Mosi che ci presenta storie, leggende, mitologie attorno alla sua Fonte sacra, o Fonte dei baci, luogo, sosta  e transito di pastori , migrazioni, conflitti e bellezze naturali senza pari a cui unisce il canto magico di Orfeo in un poemetto suddiviso in diciotto parti o movimenti, fitto di riferimenti alla storia dei luoghi che come sempre si mescola alle riflessioni sulla contemporaneità dei fatti. Dunque Fonte Santa è un luogo magico e magicamente cantato, animato da eroi partigiani come David, la cui storia ci viene espressamente narrata dall’autore a fine capitolo e che ci stupisce per come egli riesca a mescolare nel suo canto lirico, cultura, natura, vicende aspre e dolorose insieme in un narrato estremamente musicale.

          Marcel Proust, con la sua infinita e suggestiva ricerca sul tempo. affascina e trascina Mosi, lo spinge a indagare sulla sua filosofia poetica e umana, a partecipare ai dibattiti, agli incontri istituiti per celebrare e riflettere sull’opera del grande scrittore francese. Da qui nascono i suoi Dialoghi con Proust, riportati in questa sua antologica: due bellissime poesie in risposta ai temi proposti dalla rivista LaRecherche per gli anni 2018 e 2019 - Incontri e Amiche e amici - dai titoli Opus magistri Jocti e Sul fiume di notte.

          L’autore nella sua multiforme attività di ricerca intellettuale e di interesse sulla condizione umana, volge il suo sguardo verso la terra della follia, immergendosi in quella sponda di San Salvi (presidio ospedaliero fiorentino psichiatrico fino a poco tempo fa) un po' come la grande Alda Merini entra nella sua Terra santa ed attacca la sua Sinfonia per San Salvi, edizioni Il Foglio 2020. Il poeta ci introduce con modalità simili a quelle dantesche nei padiglioni infernali delle Agitate e con un fiume di immagini e riferimenti storici, come usa fare, si sofferma su quelle terre denominate: La nave dei folli, Memorie, La mappa della follia, Terra fertile, Follia dell’arte, Terra elettrica, quest’ultima con specifico riferimento al poeta Dino Campana, di cui trascrive una poesia.

          Di particolare interesse e partizione sintattica e musicale è la sezione tratta dal volume Promethèus - Il dono del fuoco, edito da Ladolfi, 2020. Il poeta prende spunto dalla storia del titano Prometeo che, trasgredendo agli ordini di Zeus, fece dono agli uomini del fuoco dando inizio alla loro condizione umana. Un capitolo suddiviso in due parti più un intermezzo, dedicato alla Grande Porta sul Fiume e all’omaggio all’architetto e urbanista Giuseppe Poggi, composte a loro volta in movimenti e tempi di cui la prima parte dedicata a varie tematiche e la seconda in cui viene personalmente coinvolto Prometeo. Una composizione robusta che prende a modello la suite musicale I Quadri di un’esposizione di Modest Petrovič Musorgskij e che ripropone sia il vedutismo di Mosi su territori e personaggi in cinque movimenti: Quadri, Confini, Metamorfosi, Grotte, Follia, che il collegamento con l’origine del fuoco e la scienza, attraverso il mito, la speranza, l’angoscia e la salvezza ed in cui il poeta fa sfoggio della sua illuminante cultura.

      Le altre parti di questa ampia scrittura sono tratte dai volumi Eratoterapia edito da Ladolfi, 2017, da Il nostro giardino globale, e-book 2023 per la mostra del Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze e, per finire, da I nostri giorni poesie tratte dalla rivista Area di Broca che contengono liriche di scottante attualità, soprattutto le ultime – Rivoluzione digitale e Intelligenza artificiale. Eratoterapia è una sorta di elogio alla cura poetica del corpo e della mente con immagini umane e naturali proprie del poeta, bella la lettera a Marta per l’incitamento a scrivere i suoi primi versi e la poesia Amo le Parole che dà il titolo alla raccolta. Di carattere squisitamente ambientale la raccolta Il nostro giardino globale dove trovano spazio tematiche  di grande attualità  contemporanea come il riscaldamento della Terra, la siccità, l’inquinamento, le plastiche, tutte le varianti di un inesorabile degrado, mentre nella ultima sezione I nostri giorni sono le lacerazioni esistenziali tra i popoli e all’interno delle società a dominare con la loro asprezza e dolorosa contaminazione, dalla pandemia, alle guerre, ai difficili rapporti nella rete.

          Se dunque bisogna trarre una nota conclusiva per questa vasta antologica che copre ben sette anni di poetica e di una vita intensa di eventi, studi, presentazioni, socialità, vorrei anche ricordare le sue molteplici rappresentazioni su Dante Alighieri, le infinite iniziative di un uomo divenuto nel tempo riferimento intellettuale e testimone di una Firenze contemporanea dotta, animata da tante competizioni artistiche, anche attraverso riviste come Testimonianze di cui è redattore.

          Dobbiamo concludere che in Roberto Mosi alberga lo spirito di un grande regista che, dall’alto della sua arte rappresentativa e dal profondo della sua anima, sa trasmettere emozioni e riflessioni che ci trascinano attraverso il tempo, dense di visioni e di cultura, di attori e territori che rappresentano la nostra vicenda di uomini contemporanei o che hanno rappresentato quella del nostro passato, fin dalle origini con le infinite e suggestive sfumature della storia.

 

                                                  Carmelo Consoli

  

 






4° TORNATA DEL 94° ANNO ACCADEMICO

LA CAMERATA DEI POETI DI FIRENZE www.lacameratadeipoeti.weebly.com

AUDITORIUM DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO FIRENZE

Via Folco Portinari, 5

GIOVEDI’ 14 DICEMBRE 2023 ore 16,30

Il Presidente CARMELO CONSOLI e SILVIA RANZI presentano ROBERTO MOSI

autore dell’ANTOLOGIA LIRICA: “AMO LE PAROLE” Poesie 2017 2023 , Giuliano Ladolfi Editore, 2023

SORORITA’ FRA LE ARTI a cura di SILVIA RANZI

Cantante lirica: YULIYA TUZAVA

Brani musicali: “Firenze sogna” Cesare Cesarini

“ Io son l’umile ancella” Francesco Cilea

“ The Sea Princess” Aleksandr Porfir’evic Borodin

TRE OPERE IN ESPOSIZIONE dell’artista ENRICO GUERRINI ispirate ai versi dell’amico Poeta.

“ Il profumo dell’Iris”, grafite e pastelli ; “ L’invasione degli storni” grafite ed acquarello ; “ Turan, Dea dell’Amore”, grafite ed intervento digitale


Amo le parole/ che si sollevano dalle strade/ con il respiro della poesia. Amo le parole/ che rotolano per terra / vestite di pane e di vino/. Amo le parole che vagano nella mente/ nel silenzio assordante dell’io/. Amo le parole che navigano sul mare/ verso l’isola di ogni perché. Amo le parole/ che volano nel mondo/ nelle ali i colori della Pace.

Roberto Mosi, noto poeta e fotografo del milieu Fiorentino per il suo alto profilo di Premi conseguiti, ha al suo attivo numerose e carismatiche pubblicazioni che coronano un ventennio di vocazione alla scrittura. Con questa Antologia ci offre una retrospettiva di scelti componimenti tratti da varie sillogi che segnano sette anni del suo intimo e propositivo percorso lirico (www.robertomosi.it; www.poesia3002.blogspot.it). Egli ricopre con passione e dedizione il ruolo di ispirato cantore nel viaggio esplorativo del reale secondo le coordinate di Mito e Storia, natura e tecnologia, ragione e follia; diviene reporter sensibile della cultura del territorio secondo le tradizioni insite nella topografia paesaggistica rivelatrice della Fiorentinità e Toscanità. Si affida all’introspezione, amalgamando gli affetti familiari nelle disamine dell’esistere, per traghettare le valenze etiche, civili e sociali, di resilienza letteraria nel Postmoderno tra identità dei luoghi e non luoghi, omaggiando il culto della memoria. La sua vis umanistica spazia dalla Classicità al Contemporaneo nella tutela degli ecosistemi ambientali. Enrico Guerrini dalla versatile carriera di scenografo, fumettista ed insigne pittore con innumerevoli Personali a tema, partecipazione a Rassegne di rilievo tra cui l’Officina del Mito, fondato dallo stesso Poeta, è da anni il suo ineguagliabile partner pittorico in eventi performativi dove

la parola poetica incontra il parallelismo icastico delle visioni figurative. Nello stretto sodalizio, la resa pittorica del giovane artista si presta, grazie al suo fluido disegno e l’estro espressionistico delle sue ideazioni intrise di vitali cromatismi, ad allinearsi ai motivi ispiratori del verseggiare di R.Mosi, per addentrarsi nei panorami dei vissuti evocati dal contingente con tratti veridici, ma al contempo ancestrali ed archetipici nel dialogo tra passato e presente, secondo una trasfigurazione simbolica sotto l’azione dei nessi interiori. I titoli delle Raccolte da cui sono tratti i componimenti dell’ ANTOLOGIA attestano la diversità dei temi dell’afflato lirico nel decorso degli anni: “Il profumo dell’Iris” dedicato alla città del Giglio; “Navicello etrusco”; “Eratoterapia” Musa del Canto corale e della Poesia amorosa che infonde benessere; “Orfeo in Fonte Santa”; “Dialoghi con Marcel Proust”; “Sinfonia per S. Salvi”; “Prometheus, il dono del fuoco”; “Il nostro giardino globale”; “I nostri giorni” nel caleidoscopio della multisensorialità e rimembranza quale terapia per l’anima.

SILVIA RANZI



Opera di Roberto MOSI

 Commento critico di Carmelo Consoli 

          Tutta la poesia di Roberto Mosi è innestata su un’instancabile attraversata di territori e immagini di un tempo che dal contemporaneo sconfina nel passato e nell’antico, collegandosi con disinvoltura al mito che ne sorregge e nobilita tutta l’architettura costruttiva.

          Poeta e fotografo di lungo corso, la sua parola poetica si affida in prima istanza ad un’emozionante visione dei luoghi transitati e dei personaggi rappresentati attraverso un’infinita ricerca della loro segreta e più intima espressione d’anima e di storia. Una calda e palpitante umanità si affolla nella poetica di Mosi andando incontro agli occhi incantati del poeta che ne declama i dettagli sia di una quotidiana dinamica esistenziale che di una ricostruzione storica esaltante e suggestiva. Roberto non è certo solamente un abile fotografo, da cui nascono emozionanti flash d’azione e versi densi di vita, non si limita a mettere in scena fotogrammi di umanità e di vivificanti nature ma, da uomo di elevata cultura e da appassionato seguace del mondo del mito, arricchisce costantemente i propri versi di una versione deificante della esistenza umana.

          La raccolta di Mosi, una retrospettiva di ben sette anni  di pubblicazioni  dal 2017 al 2023, ci mostra come nel tempo il poeta abbia indirizzato la sua attenzione ed il suo cuore verso un mondo carico di esaltazioni e sofferenze, di problematiche ambientali e logorii esistenziali, di fascini e leggende, di sapienza storica e abile documentazione, confermando di saper fare poesia a tutto tondo e sempre in modalità di stupore e leggerezza ma anche con profondità dialogiche di tutto rispetto come nel caso dei suoi Dialoghi con Marcel Proust e con  personali gratificazioni emozionali come in Orfeo in Fonte Santa e  Sinfonia per San Salvi.

          Ed allora in questa spettacolare carrellata filmica seguiremo le vicende di una Firenze trasmutata nei propri rientri e angoli cittadini dalla fantasia di un poeta innamorato, ci inoltreremo per piazze, strade, colline, coste leggendarie di una Maremma carica di divinità e moderne tragedie, nelle terre delle sacre fonti e delle contese partigiane, nei territori delle follie manicomiali di un presidio psichiatrico come San Salvi, nelle vivificanti viscere di un mitico Prometeo con i suoi richiami a territori di passate ed attuali rappresentazioni esistenziali. Ed infine sintonizzati nel nostro mondo contemporaneo con tutte le anomalie e distorsioni di un tempo carico di lacerazioni ed inquietudini nelle due raccolte finali del volume Il nostro giardino globale ed I nostri giorni.

          Davvero spettacolare la visione d’insieme di questa antologica dove  qualsiasi rappresentazione è completa di dettagli e riferimenti, dove ogni raccolta si arricchisce di illuminanti incipit, richiami culturali a grandi personaggi dell’intelletto umano, di spunti e considerazioni preziosi e dove il linguaggio poetico ha infinite variazioni nella costruzione lessicale e nelle partiture costruite in movimenti, tempi che creano particolari musicalità ed effetti semantici oscillanti dalla visione estatica al dialogo, dal racconto alle interrogazioni. Un volume in cui entreremo nei dettagli con l’immaginazione e lo stupore dello stesso poeta, un personaggio certamente animato da un grande amore verso la bellezza e la grazia della vita che nei secoli e dai secoli ha cercato di estrarre e valorizzare gli aspetti gratificanti non mancando di sottolineare le disarmonie, le storture, i diritti e le libertà negate, le lacerazioni di una moderna contemporaneità.

          Mi piace immaginare il nostro Roberto, corredato di macchina fotografica e con il suo  obbiettivo d’anima aperto sul mondo, aggirarsi per le piazze, le strade, le colline di una Firenze trasudante di chiese, monumenti e palazzi storici, ampie strade e viuzze che portano a luoghi segreti ma anche ai quartieri popolari, nonluoghi di anonime storie, di vita palpitante di voci e rumori, come anche di verdi e accoglienti colline che la circondano, sentieri storici, terre cariche di sapori e colori della Toscana. Lo osserviamo mentre transita in piazza Santa Croce, in piazza Santo Spirito o va per vicoli, angoli suggestivi di una vecchia città, per poi riprendere fiato e respiro sulle verdi colline di Fiesole, di Bivigliano e in direzione del mare di Calambrone.

          Una poesia la sua che dal vivo delle visioni tramuta in intime riflessioni, si fa miscela di realtà e riferimenti storici, passa dal dialogo alle interrogazioni con una solarità e leggerezza di immagini ed espressioni, caratteristiche che mettono in risalto il titolo della composizione Amo le parole.

          Questo è Mosi nella raccolta Il profumo dell’Iris, edizioni Gazebo del 2018 e nell’avvio di un percorso che lo porterà subito dopo in una terra privilegiata a cui pone particolare attenzione e amore, come la selvaggia e profumata Maremma collegata al suggestivo mondo etrusco. Parliamo allora della raccolta Navicello etrusco del 2018, edizioni Il Foglio, una vera, palpitante e minuziosa traversata di mari, pianure, di un territorio che da subito si ammanta di divinità, magiche fonti ed isole di fascino, antiche transumanze e città favolose come Antiochia e Populonia col suo castello. Scopriamo un poeta che sostiene la sua poesia attraverso il ricorso ad una notevole cultura mitologica che si fa minuzioso e prezioso racconto con la dea dell’amore  e della fertilità Turan, la figura di Febo o Apollo che dir si voglia, e Tagete  la divinità che insegnò l’arte della divinazione al popolo etrusco, infine  l’eroe Dardano; insomma leggende e stregonerie di un tempo favoloso, tematiche e nature sognanti nelle quali  egli si immerge e da cui si risveglia bruscamente assillato da vicende di scottanti e moderne tragedie come il disastro della nave Moby Prince, il flusso e la tragedia dei migranti, come nella bella poesia La spiaggia della Sterpaia. Passato e presente, come sempre in Mosi, si fanno miscela stupefacente di una vivificante poetica.

          Altri territori attirano lo sguardo poetico del nostro scrittore ed allora è la volta della raccolta Orfeo in Fonte Santa edita da Ladolfi nell’anno 2019. L’estratto della raccolta si apre con citazioni da Publio Ovidio Nasone e Rainer Maria Rilke e ancora una volta sono i territori suggestivi della Toscana  verso cui si dirige ed è la Maremma a colpire il cuore di Mosi che ci presenta storie, leggende, mitologie attorno alla sua Fonte sacra, o Fonte dei baci, luogo, sosta  e transito di pastori , migrazioni, conflitti e bellezze naturali senza pari a cui unisce il canto magico di Orfeo in un poemetto suddiviso in diciotto parti o movimenti, fitto di riferimenti alla storia dei luoghi che come sempre si mescola alle riflessioni sulla contemporaneità dei fatti. Dunque Fonte Santa è un luogo magico e magicamente cantato, animato da eroi partigiani come David, la cui storia ci viene espressamente narrata dall’autore a fine capitolo e che ci stupisce per come egli riesca a mescolare nel suo canto lirico, cultura, natura, vicende aspre e dolorose insieme in un narrato estremamente musicale.

          Marcel Proust, con la sua infinita e suggestiva ricerca sul tempo. affascina e trascina Mosi, lo spinge a indagare sulla sua filosofia poetica e umana, a partecipare ai dibattiti, agli incontri istituiti per celebrare e riflettere sull’opera del grande scrittore francese. Da qui nascono i suoi Dialoghi con Proust, riportati in questa sua antologica: due bellissime poesie in risposta ai temi proposti dalla rivista LaRecherche per gli anni 2018 e 2019 - Incontri e Amiche e amici - dai titoli Opus magistri Jocti e Sul fiume di notte.

          L’autore nella sua multiforme attività di ricerca intellettuale e di interesse sulla condizione umana, volge il suo sguardo verso la terra della follia, immergendosi in quella sponda di San Salvi (presidio ospedaliero fiorentino psichiatrico fino a poco tempo fa) un po' come la grande Alda Merini entra nella sua Terra santa ed attacca la sua Sinfonia per San Salvi, edizioni Il Foglio 2020. Il poeta ci introduce con modalità simili a quelle dantesche nei padiglioni infernali delle Agitate e con un fiume di immagini e riferimenti storici, come usa fare, si sofferma su quelle terre denominate: La nave dei folli, Memorie, La mappa della follia, Terra fertile, Follia dell’arte, Terra elettrica, quest’ultima con specifico riferimento al poeta Dino Campana, di cui trascrive una poesia.

          Di particolare interesse e partizione sintattica e musicale è la sezione tratta dal volume Promethèus - Il dono del fuoco, edito da Ladolfi, 2020. Il poeta prende spunto dalla storia del titano Prometeo che, trasgredendo agli ordini di Zeus, fece dono agli uomini del fuoco dando inizio alla loro condizione umana. Un capitolo suddiviso in due parti più un intermezzo, dedicato alla Grande Porta sul Fiume e all’omaggio all’architetto e urbanista Giuseppe Poggi, composte a loro volta in movimenti e tempi di cui la prima parte dedicata a varie tematiche e la seconda in cui viene personalmente coinvolto Prometeo. Una composizione robusta che prende a modello la suite musicale I Quadri di un’esposizione di Modest Petrovič Musorgskij e che ripropone sia il vedutismo di Mosi su territori e personaggi in cinque movimenti: Quadri, Confini, Metamorfosi, Grotte, Follia, che il collegamento con l’origine del fuoco e la scienza, attraverso il mito, la speranza, l’angoscia e la salvezza ed in cui il poeta fa sfoggio della sua illuminante cultura.

      Le altre parti di questa ampia scrittura sono tratte dai volumi Eratoterapia edito da Ladolfi, 2017, da Il nostro giardino globale, e-book 2023 per la mostra del Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze e, per finire, da I nostri giorni poesie tratte dalla rivista Area di Broca che contengono liriche di scottante attualità, soprattutto le ultime – Rivoluzione digitale e Intelligenza artificiale. Eratoterapia è una sorta di elogio alla cura poetica del corpo e della mente con immagini umane e naturali proprie del poeta, bella la lettera a Marta per l’incitamento a scrivere i suoi primi versi e la poesia Amo le Parole che dà il titolo alla raccolta. Di carattere squisitamente ambientale la raccolta Il nostro giardino globale dove trovano spazio tematiche  di grande attualità  contemporanea come il riscaldamento della Terra, la siccità, l’inquinamento, le plastiche, tutte le varianti di un inesorabile degrado, mentre nella ultima sezione I nostri giorni sono le lacerazioni esistenziali tra i popoli e all’interno delle società a dominare con la loro asprezza e dolorosa contaminazione, dalla pandemia, alle guerre, ai difficili rapporti nella rete.

          Se dunque bisogna trarre una nota conclusiva per questa vasta antologica che copre ben sette anni di poetica e di una vita intensa di eventi, studi, presentazioni, socialità, vorrei anche ricordare le sue molteplici rappresentazioni su Dante Alighieri, le infinite iniziative di un uomo divenuto nel tempo riferimento intellettuale e testimone di una Firenze contemporanea dotta, animata da tante competizioni artistiche, anche attraverso riviste come Testimonianze di cui è redattore.

          Dobbiamo concludere che in Roberto Mosi alberga lo spirito di un grande regista che, dall’alto della sua arte rappresentativa e dal profondo della sua anima, sa trasmettere emozioni e riflessioni che ci trascinano attraverso il tempo, dense di visioni e di cultura, di attori e territori che rappresentano la nostra vicenda di uomini contemporanei o che hanno rappresentato quella del nostro passato, fin dalle origini con le infinite e suggestive sfumature della storia.

 

                                                  Carmelo Consoli


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





 

 

 

 

 

 

 

 

 


1 commento:

  1. Commento critico di Carmelo Consoli

    Tutta la poesia di Roberto Mosi è innestata su un’instancabile attraversata di territori e immagini di un tempo che dal contemporaneo sconfina nel passato e nell’antico, collegandosi con disinvoltura al mito che ne sorregge e nobilita tutta l’architettura costruttiva.

    Poeta e fotografo di lungo corso, la sua parola poetica si affida in prima istanza ad un’emozionante visione dei luoghi transitati e dei personaggi rappresentati attraverso un’infinita ricerca della loro segreta e più intima espressione d’anima e di storia. Una calda e palpitante umanità si affolla nella poetica di Mosi andando incontro agli occhi incantati del poeta che ne declama i dettagli sia di una quotidiana dinamica esistenziale che di una ricostruzione storica esaltante e suggestiva. Roberto non è certo solamente un abile fotografo, da cui nascono emozionanti flash d’azione e versi densi di vita, non si limita a mettere in scena fotogrammi di umanità e di vivificanti nature ma, da uomo di elevata cultura e da appassionato seguace del mondo del mito, arricchisce costantemente i propri versi di una versione deificante della esistenza umana.

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