lunedì 18 dicembre 2023

Carlo Menzinger legge "Concerto" di Roberto Mosi, Gazebo Editore

 



Roberto Mosi, "Concerto", Gazebo Editore


IL CONCERTO DELLA VITA

 

Roberto Mosi è autore del GSF – Gruppo Scrittori Firenze, dall’intensa produzione letteraria che va dalla saggistica, alla narrativa alla poesia. Di lui ho già letto “I barbari”, “Navicello etrusco”, “Elisa Baciocchi e il fratello Napoleone”, “Promethèus”. Ha inoltre partecipato con dei racconti alle antologie del GSF “Le immaginate”, “Le sconfinate”, “Gente di Dante” e “Accadeva in Firenze capitale”. Rimando ai link per approfondimenti.

Complice il lungo viaggio verso il Salone di Torino (rallentato dalla tragica alluvione romagnola), ho ora letto la sua silloge poetica “Concerto”, volumetto introdotto da una prefazione di Giuseppe Panella e chiuso da una Nota dell’autore.

Ne approfitto per citare Panella, ove scrive “Questa raccolta, Concerto, pone attenzione alle istanze della musica nella struttura sinfonica per movimenti e a quelle poetiche nello svolgersi delle evocazioni che generano immagini. Insieme le due istanze producono emozioni che si rincorrono nel flusso della coscienza, di frammenti di memoria.” Credo sia proprio questo lo spirito dell’opera: riallacciarsi alla musica per fare poesia.

Di nuovo ci insegna la prefazione: “I quattro movimenti del suo Concerto, allora, dedicati come sono alle quattro stagioni (seguendo una tradizione ben definita nella storia della musica), alternano ricostruzioni delle vicende di attualità a momenti di vita familiare, intercetta segni orribili di inciviltà persistente (il razzismo che i terribili fatti di Rosarno hanno mostrato come ancora prevalenti nella in-cultura della penisola) ma si apre a moti di speranza per il futuro delle generazioni che verranno.”

Rimane quindi poco da aggiungere. Preferisco far parlare il poeta, citandone brevi stralci:

“Populonia è muta / aggrappata alla costa, / ruscelli di melma / uccidono il mare”, dove leggo un’istanza ecologista ben radicata al territorio, approccio che mi è assai caro e vicino.

“Bolle la pentola / il sogno d’Europa / ballano le fiamme / le streghe agitano il brodo.” Condivisibili desideri di unità continentale narrati con toni magici…

Ed ecco il mito che si fa strada: “Ulisse torna sempre a Itaca” o “Sono giunto alle terre / degli Etruschi. Le navi / passano il Bosforo, / bandiere al vento. / Inseguo Giasone / alla conquista del vello” o “Il filo di Arianna / nelle mani di Teseo, / legame d’amore”.

E per la magia della nascita, credo legata all’arrivo di un nuovo nipote, ci regala versi come “il colloquio / con le ombre diventi / sommesso. La vita / ha generato la vita.”

Ed ecco che la musica si lega agli spazi geografici: “Batte leggero / il cuore dell’orchestra / sulla spiaggia del Golfo / di Baratti”.

In un paio di poesie Mosi gioca magicamente con i numeri:

“Marta è nel tempo / venti secondi per respirare / venti minuti per urlare / venti giorni per sognare / venti settimane per sorridere / venti mesi per giocare / venti anni per amare / Marta è il nostro tempo”, ma anche “Sessanta le olive / dell’olivo sul balcone / sessanta olive da spremere / per gli animali della fattoria / Sei cucchiai per le oche, / il cavallo e l’asinello. / Sei cucchiai per il gallo / e poi non ce n’è più”.

Gioca a volte, Mosi, con gli spazi della mente: “Labirinto miraggio / il nulla al centro / scomposizione del reale / seduzione dell’invisibile”.

Importanti anche le istanze sociali: “Rinasce Peretola / e la Casa del Popolo, / cultura e solidarietà.” o storiche “un anno sul Monte / da partigiano. Fummo/ circondati dai tedeschi. / Solo io mi salvai.” o “Il primo volo quello / di Zoroastro da Peretola” che si mescola quasi con la quotidianità dei voli dall’aeroporto fiorentino di Peretola.

Che cosa muove l’animo di questo poeta? Forse lo capiamo leggendo: “oggi c’è bisogno / di bellezza, di simboli / sereni del bello”, magari “per un nuovo Rinascimento”.

Cos’è per lui la poesia? “Un ammasso di argilla / da modellare a piene mani” perché poi “La poesia è pronta / per la polvere del giorno”, nata dalla materia concreta e pronta a calarsi nella vita e a esserne consumata.

Concerto di Pier Luigi

Pier Lugi



1 commento:

  1. Complice il lungo viaggio verso il Salone di Torino (rallentato dalla tragica alluvione romagnola), ho ora letto la sua silloge poetica “Concerto”, volumetto introdotto da una prefazione di Giuseppe Panella e chiuso da una Nota dell’autore.

    Ne approfitto per citare Panella, ove scrive “Questa raccolta, Concerto, pone attenzione alle istanze della musica nella struttura sinfonica per movimenti e a quelle poetiche nello svolgersi delle evocazioni che generano immagini. Insieme le due istanze producono emozioni che si rincorrono nel flusso della coscienza, di frammenti di memoria.” Credo sia proprio questo lo spirito dell’opera: riallacciarsi alla musica per fare poesia.

    Di nuovo ci insegna la prefazione: “I quattro movimenti del suo Concerto, allora, dedicati come sono alle quattro stagioni (seguendo una tradizione ben definita nella storia della musica), alternano ricostruzioni delle vicende di attualità a momenti di vita familiare, intercetta segni orribili di inciviltà persistente (il razzismo che i terribili fatti di Rosarno hanno mostrato come ancora prevalenti nella in-cultura della penisola) ma si apre a moti di speranza per il futuro delle generazioni che verranno.”

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