sabato 9 dicembre 2023

BARBARI: finalista Premio Firenze 2023


 

ROBERTO MOSI, Barbari -Dalle Steppe a Florentia alla porta Contra Aquilonem, Edizioni

Masso delle Fate,Firenze 2022

 

Recensione di Sonia Salsi

Pubblicata sul Blog poesia3002, 28 . 6.2023

 

Il reticolo cronologico di questa opera di Roberto Mosi ci porta ad una dimensione di romanzo

storico, relativo all’assedio di Firenze nel 405/406, e di Roma nel 410, durante le invasioni dei

popoli germanici . Ma dovremmo, piuttosto, parlare di romanzo nella Storia. Si entra subito in

medias res attraverso la struttura narrativa del diario in prima persona; il riferimento temporale è,

infatti, connotato da luogo, Montereggi, e date, che ne segnano inizio e fine, relativi all’anno 410.

Nella villa di Montereggi, presso Fiesole, si snodano i ricordi, le considerazioni la microstoria di

Rufo, personaggio verisimile nella più più generale Storia che è oggetto di ricerca delle discipline

specialistiche. Sono stati certamente numerosi i “Rufo” comandanti militari e uomini politici che si sono avvicendati nei secoli delle vicende di Roma e, nel dispiegarsi di queste pagine, i riferimenti ad avvenimenti che si sono effettivamente svolti vengono filtrati dagli affetti, dalle riflessioni del protagonista immaginato dallo scrittore, con risonanza interiore in chi legge.

Mosi si avvale del linguaggio della narrativa: la descrizione della villa di Rufo, assalita dagli

invasori guidati da Radagaiso, e la rievocazione dell’assedio di Firenze nel 405, potrebbero essere

paragrafi di relazioni, in ambito archeologico o geografico, che diventano poesia degli affetti.

La narrazione avvolge l’elemento oggettivo in sentimenti, moti psicologici, riflessioni ragionate e

meditate.Nella “modalità tecnica” di Mosi troviamo analogie, ad esempio, con Thomas Mann: la descrizione degli effetti del tifo, nel romanzo I Buddembrock, e dei principi della dodecafonia, in Doctor Faustus, viene “drammatizzata” con la descrizione indiretta di un personaggio e con il dialogo fra due protagonisti ed entra a far parte dello scorrere dell’invenzione letteraria.

Attraverso le riflessioni di Rufo, assistiamo agli avvenimenti all’interno della vita di un uomo

vissuto nel quinto secolo dopo Cristo: i contrasti religiosi, il bisogno e il tentativo di spiegare la

realtà tramite elementi soprannaturali, la paura e lo sconforto nei pericoli dell’invasione barbara, la ricerca di consolazione. Mosi descrive un periodo storico poco noto, lo ricostruisce attraverso le fonti quali Ammiano Marcellino, Olimpiodoro, Svetonio, Tacito; lo rende vivo attraverso gli

strumenti della letteratura.

Barbari è un interessante esempio di come la letteratura possieda strumenti di indagine che né

Storia né Scienza possiedono, e rende attuale il pensiero di uno scrittore consapevole, quale è Carlo Cassola. Egli, sottolinea come la situazione politica dell’Ottocento fosse ben chiara agli scrittori, ma non alle due discipline, che sono state incapaci anche di prevedere il delinearsi, nel Novecento, dell’età atomica.

La letteratura deve “modificarsi, deve cioè diventare letteratura impegnata”(1).

Non solo; secondo Cassola è indispensabile una riunificazione di cultura umanistica e scienza per una interpretazione della realtà (2)..

E Mosi sa ben interpretare come la Storia sappia far capire e interpretare il presente attraverso la

voce della Letteratura. Egli conclude il suo romanzo con una riflessione indiretta sulla

Contemporaneità: che le tensioni in essa presenti siano, col tempo, disciolte non dai centri di potere politico internazionali, ma da un nuovo tipo di società, modellato dalla convivenza e dalla

condivisione, così come i barbari e ciò che restava dell’impero romano del V secolo d.C. si sono

modellati in nuove culture.

 

Sonia Salsi

 

(1) CARLO CASSOLA, La voce della ragione in un mondo di sordi, in Pegaso,bimestrale di

Cultura,Arte,Costume,luglio 1986, Firenze.

(2) CARLO CASSOLA, La letteratura deve prendere il posto della storia e della filosofia, ibidem, dicembre 1983

1 commento:

  1. Barbari è un interessante esempio di come la letteratura possieda strumenti di indagine che né

    Storia né Scienza possiedono, e rende attuale il pensiero di uno scrittore consapevole, quale è Carlo Cassola. Egli, sottolinea come la situazione politica dell’Ottocento fosse ben chiara agli scrittori, ma non alle due discipline, che sono state incapaci anche di prevedere il delinearsi, nel Novecento, dell’età atomica.

    La letteratura deve “modificarsi, deve cioè diventare letteratura impegnata”(1).

    Non solo; secondo Cassola è indispensabile una riunificazione di cultura umanistica e scienza per una interpretazione della realtà (2)..

    E Mosi sa ben interpretare come la Storia sappia far capire e interpretare il presente attraverso la

    voce della Letteratura. Egli conclude il suo romanzo con una riflessione indiretta sulla

    Contemporaneità: che le tensioni in essa presenti siano, col tempo, disciolte non dai centri di potere politico internazionali, ma da un nuovo tipo di società, modellato dalla convivenza e dalla

    condivisione, così come i barbari e ciò che restava dell’impero romano del V secolo d.C. si sono

    modellati in nuove culture.

    RispondiElimina