mercoledì 15 agosto 2018

Per i 40 anni del Coro dei Minatori di S. Fiora - Auditorium della Peschiera


 E’ stata una vera e propria festa quella del 13 agosto a Santa Fiora, Auditorium della Peschera, che ha coinvolto gli amici di sempre del borgo e del Coro, che ne è divenuto simbolo in Italia sin dalla sua fondazione nel 1978 ad opera di Ernesto Balducci, figura indimenticabile per tutta la cultura italiana per il suo impegno sociale, didattico e divulgativo. 


Presenti Simone Cristicchi che ha riportato il Coro alla ribalta nazionale grazie a Sanremo e alla seguente tournée, Rocco Papaleo attore amico del coro dasempre, Peppe Voltarelli, cantautore pluripremiato e molto attento alla commistione con il mondo folk, il tutto sapientemente orchestrato dal cantautore e produttore Antonio Pascuzzo, grande amico e collaboratore del borgo.chenel 2010 fu deus ex machina della rinascita del coro propiziando l’incontro tra i Minatori e Cristicchi.

E’ stata dunque una serata evento tra canto, duetti, reading, monologhi, in cui ogni ospite ha portato la propria unicità, in dialogo paritario con gli altri artisti seguendo lo schema naturale ed istintivo che sta alla base della filosofia di lavoro del Coro dei Minatori, prima di tutto amici di lunghe serate nell’osteria paesana, di conseguenza ensemble canoro di tradizione popolare. 

 Il coro è nato alla fine degli anni settanta – riprendiamo questi elementi dal Programma di sala dello spettacolo del 13 agosto - da un’intuizione di Ernesto Balducci (1922-1992), che invitò i suoi compagni minatori in una trasmissione radiofonica (Radio1,1977): “sono amici d’infanzia…questi miei amici minatori conservano un’ autenticità umana, una fierezza che li tiene distanti dalle ambizioni e dai conformismi della società di oggi”. Il gruppo da allora ha continuato a mantenere viva la tradizione dei canti di miniera del Monte Amiata, tornando a cantare , soprattutto il sabato e la domenica sera nelle osterie del paese, ed esibendosi anche nel corso degli anni in numerose rassegne , feste di paese e di partito, in ambito provinciale e regionale.

Dopo alterne vicende e cambi generazionali  è ritornato in auge nei primi anni duemila grazie a Consulta cultura, associazione culturale per Santa Fiora, ed attualmente risulta composto da quattordici elementi, tra voci, chitarre, fisarmonica e percussioni; una vera squadra di amici dai venti agli ottanta anni, di tutte le categorie sociali del paese, tutti animati da un forte legame con il proprio territorio e dall’impegno per la ricerca, la riscoperta e la riproposta del vasto e originale repertorio di canzoni popolari locali, attraverso un modo di cantare lontano dalle strutture prestabilite, ma anche per la voglia di ritrovarsi, di stare insieme, di divertire e divertirsi, magari facendo “un po’di merenda” nella serata di prove settimanali e soprattutto per sentirsi vivi e partecipi di una collettività, per mantenere viva la memoria della “civiltà del villaggio”, dell’ “epopea mineraria”.

            Nel 2008 l’incontro che “cambia la vita” al coro, quello con  Simone Cristicchi, il vulcanico artista romano. convinto sostenitore del gruppo di musica e canto popolare santafiorese. con il quale sta portando avanti da oltre tre anni il progetto culturale musicale di teatro-canzone, “Canti di miniera , d’amore, di vino e anarchia”, ideato dallo stesso cantautore ed interpretato assieme al Coro dei Minatori.  Uno spettacolo di  grande suggestione, che dà uno scossone all’anima e ai pensieri, attraverso recitatitivi intensi e drammatici, intervallati da canzoni brillanti e sagaci, tipiche del repertorio popolare, ricche di commozione e di 
divertimento e che è stato rappresentato in più di sessanta piazze e nei palcoscenici più prestigiosi d’Italia.

La sera di lunedì 13 agosto l”Auditorium della Peschiera era stracolmo di pubblico, giunto anche di lontano, entusiasta per lo spettacolo pieno emozioni, affascinato dalla musica, dalle luci, dalla eufonia di questo luogo incantato: ha seguito spesso i canti in piedi, battendo le mani in maniera ritmata, unendosi alle voci del coro e dei cantanti. Il cielo, pieno di nubi nere, minacciose, con lampi e tuoni, si è guardato bene dallo scatenare il temporale durante lo spettacolo. Solo più tardi, dopo che si è spento l’eco degli ultimi canti, Bella Ciao e Ti regalerò una rosa, il cielo ha fatto la sua parte per intero con un acquazzone memorabile. 



Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore 











Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent'anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un'emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare” 





























Nessun commento:

Posta un commento