domenica 28 dicembre 2014

Giuseppe Panella introduce all'opera di Vittorio Vettori


Giuseppe Panella e l’opera dell’ “umanista” Vittorio Vettori
"Introduzione all’opera di Vittorio Vettori” (Ed. Polistampa, 2014).
Per guide Dante Alighieri e Fuflens, il dio etrusco dell’entusiasmo

Vittorio Vettori, una figura significativa della cultura toscana e italiana del Novecento riconosciuta a livello internazionale, ha fissato negli scritti che ci ha lasciato, i suoi molteplici interessi con un approccio d’incontro fra più discipline, capace di far coesistere e confluire percorsi e mondi diversi, quali filosofia, letteratura e storia.  Questa sua competenza intellettuale, unita alla sua “voracità” letteraria, l’ha messo in contatto con alcune delle più importanti personalità del suo tempo. Lo studioso Giuseppe Panella, insegnante alla Scuola Normale Superiore di Pisa, che più volte è intervenuto con propri lavori sulla rivista “Testimonianze”, ha curato nel decennale della sua scomparsa un’opera, con la promozione della Società Dantesca Italiana, che traccia il cammino letterario - esistenziale: “Introduzione all’opera di Vittorio Vettori” (Edizioni Polistampa, Firenze 2014, pagg. 210). L’opera è arricchita dalla prefazione di Sergio Givone, che si sofferma sul tema della filosofia della parola, o “teologia della parola”, un’impronta fondamentalmente cristiana che “s’imprime all’interno di quella fede che era propria di Vittorio Vettori e che nelle vicende culturali dell’umanesimo e dell’idealismo è stato il nucleo intorno al quale ha impostato il suo pensiero, traghettando il personale sogno politico verso l’ultraumanesimo.”
Non è stato certamente facile il compito di tracciare i tratti essenziali del fecondo lavoro di questo umanista del Novecento, nato nel 1920 a Castel San Niccolò-Arezzo e scomparso a Firenze nel 2004, autore di una vasta biblioteca con più di duecento volumi di poesia, filosofia, saggistica, narrativa e critica letteraria. 
Nel suo libro di attento vaglio di quest’ampia produzione, Panella ci presenta gli elementi fondamentali che lo portano a riconoscere nell’ampia produzione poetica di Vettori, originario delle terre aretine, la presenza di un’ispirazione etrusca, ripresa dal territorio e dalla dimensione culturale di quel misterioso popolo. La sua aspirazione alla poesia si fonda sulla volontà di aderire all’invito di Fufluns, il dio etrusco dell’entusiasmo, figlio di Semla, dea della fecondità dei campi: 
“Forse/ era Fufluns, Fuflunte, etrusco dio/ dell’entusiasmo, a dirti: non tardare/ a tentare presso a Lei le vie del cuore/ avventuroso …/.
Il lavoro di ricerca di Panella, lo porta poi a identificare “in Dante il “proprio Virgilio esistenziale”, attraversando con lui tutti i Gironi magnifici e sofferti della Conoscenza, sino a ritrovare nelle ultime Terzine del suo respiro vitale – corrispondente al Canto finale del suo cammino – la desiata Beatrice.” I rapporti intessuti con Mircea Eliade, Ernest Juner, Ezra Pound, Sedar Senghor, Jorge Luis Borges e molti altri, gli hanno permesso dunque di elaborare un impianto umanistico originale in cui Dante è il fulcro centrale. 
Panella ci porta a “scoprire” nel suo lavoro, il perenne dialogo che Vettori ha stabilito con “i condottieri della bussola culturale del cosiddetto secolo breve”, in un’epoca infinitamente lunga di guerre e di contrapposizioni che hanno sedimentato “non pochi grumi di malinconia nel cuore di questo idealista “scultore della parola pensante, senza intorbidire minimamente il suo limpido sguardo proiettato a futura memoria.”                                                                                                                           Roberto Mosi


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