venerdì 4 ottobre 2013

PER LA TRAGEDIA DI LAMPEDUSA: "ODE MARITTIMA"


ode marittima (fantasma)
                            di Barbara Pumhösel
 

anch’io avrei voluto scrivere
un ode sul mare una volta arrivato
anch’io sentivo angosce tristezza
 nostalgia sempre
senza potermelo permettere

 
tra il molo e la nave
come i poeti come i marinai
anch’io avevo bisogno
di sicurezza ma il mio
era diverso non era contro
non scintillava in pubblicità
non pronunciava promesse
 
 
per sbaglio per beneficenza
la vostra sicurezza non vale
per noi né dentro né fuori  

        dell’EuropA 

terra chiusa che esclude
nome maltrattato di una donna
costretta alla fuga
il sale nell’acqua è come il filo

 
spinato quando si ha sete
e gli impiegati della sicurezza
dopo il lavoro per la sicurezza
vanno a casa scrivono poesie
sulla bellezza del mare
sull’infrangersi delle onde
e pensano alla spiaggia delle ultime
vacanze dove io non potrò arrivare
non toccherò la sponda la  riva

 
opposta quella del primo campo
i miei occhi coscienti
hanno smesso di esserlo
prima di poter arrivare

 alle parole

non ho potuto nemmeno dettarle
a mio figlio perché non lo vedrò
lui non si ricorderà di me
non gli insegnerò versi

 
nella lingua verso cui andavo
quando sono stato fermato
da una morte senza permesso
di soggiorno i miei compagni
portati indietro tutti insieme

 
fantasmi vivi o morti
con una firma che dice soltanto
uno senza diritti senza il diritto
        alla parola alla sua
ode marittima  

    uno senza documenti
 
 

 













Disegni di Enrico Guerrini

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