domenica 26 maggio 2024

Incoronazione di Napoleone I a Notre-Dame, 1804 - "Tre principesse francesi a Firenze", R. Mosi, Pontecorboli Editore


Incoronazione di Napoleone 2 dicembre 1804


Tre principesse francesi a Firenze

Sylvia Boucot d'Hautmesnil al servizio delle sorelle di Napoleone

 

Le  principesse Elisa Baciocchi, Paolina Borghese e Carolina Murat, grazie alla fortuna e alle capacità di uomo d’arme e di governo del fratello Napoleone Bonaparte, si trovarono dalle umili origini in una terra isolata, povera, come la Corsica, a conquistare onori e ricchezze sullo scenario europeo; la sorte fatale poi del generale corso, il crollo dell’impero, determinò il rovesciamento della loro fortuna, la decadenza. Sylvia Boucot fu dama di compagnia, in tempi diversi, per un periodo di oltre trenta anni, delle  tre principesse; sono preziose le testimonianze che ci offre nelle pagine del romanzo: portano a delineare i caratteri diversi delle tre sorelle e, allo stesso tempo, il loro coraggio di donne libere, la loro determinazione e ad illustrare, per altro verso, i volti che mostra il potere, nei diversi frangenti della storia, l’affermarsi della nuova classe borghese. In questo quadro, Firenze fa da scenario all’agire dei diversi protagonisti, è all’incrocio di dinamiche particolari, incisive per il futuro della città e dell’Italia. Emergono inoltre analogie con il tempo presente, come il mito della nazione e il mito del comandante supremo, del leader, che oggi ricompaiono sugli scenari incerti del nostro presente.


Incipit


Capitolo I

L’azzurro del mare

 

               È una mattina diversa dalle altre. Nella notte si è calmata la bufera sul mare e presto i raggi del sole hanno raggiunto la mia stanza. Come ogni giorno mi sono occupata degli animali e dei lavori quotidiani per la casa; ora ho un po’ di tempo tutto per me. Mi viene naturale pensare ancora una volta a lontani ricordi, alle straordinarie vicende della mia vita lontana da qui, in giro per il mondo. Mio marito riposa nel vicino cimitero della chiesa, sulla strada per il paese, mi ha lasciato da poco, un anno fa, in una mattina come questa piena di luce, invasa da un intenso azzurro, dal mare alla nostra collina.

               Nel silenzio della casa, il mio è un continuo parlare con lui, come fosse ancora al mio fianco, lo interrogo, mi consiglio, gli dico cosa mi passa per la mente, dò voce, ne sono certa, al suo pensiero. Questa mattina ho deciso – anzi, abbiamo deciso – di dare aria all’armadio nell’angolo della camera, aprire i cassetti rimasti chiusi da quando facemmo ritorno in Normandia dopo la morte a Firenze, il 18 maggio 1839, della regina Carolina Bonaparte Murat. Poco dopo l’arrivo, si manifestarono i primi sintomi della malattia di mio marito, che in solo tre mesi, dopo molti patimenti, lo portò alla morte.

               Non c’era stato il tempo di dare un ordine ai tanti ricordi, alle infinite testimonianze di una vita che avevamo portato con noi dopo il lungo periodo trascorso al servizio della famiglia dell’imperatore, delle tre sorelle, le principesse Elisa Baciocchi, Paolina Borghese e Carolina Murat, in particolare. Jean Pierre d’Hautmesnil,  mio marito, era stato sovraintendente alle finanze e, per un certo periodo, quando Elisa era diventata granduchessa di Toscana, dal 1809 al 1814, aveva svolto il ruolo di prefetto della provincia di Lucca.  Negli stessi anni sono stata dama di compagnia di Elisa e, alla sua morte, di Paolina e poi di Carolina.

               Nei cassetti dell’armadio erano finiti, alla rinfusa, appunti di viaggio, cartine geografiche, pagine di diario, diplomi, giornali, quaderni con tracce di racconti e di commedie insieme a disegni, medaglie, corrispondenza. Ben altri erano stati i nostri progetti, si era pensato di riorganizzare le stanze della casa, l’arredamento, dando risalto a queste testimonianze, raccogliendo i documenti in appositi album, mettendo in cornice disegni e medaglie, tutto quanto aveva segnato, in un momento cruciale della storia della Francia e dell’Europa, la nostra vita al servizio di donne straordinarie.

               Le ante dell’armadio cigolano al momento in cui le apro, quasi si lamentano per l’improvviso risveglio, dall’interno si propaga un odore insolito, un misto di lavanda, di cuoio, di polvere. 





Paolina Borghese

Antonio Canova, Paolina Borghese come Venere vincitrice. Galleria Borghese


Palazzo Borghese, Firenze, dove Paolina trscorse gli ultimi mesi


Villa Fabbricotti, già villa Strozzi, sulla collina di Montughi, dove Paolina morì.


Firenze vista dalla collina di Montughi (Zocchi)

                                                          

                                                            Carolina Murat con i figli



 Hotel Excelsior, già Palazzo Bonaparte, visto dall'Istituo Francese, piazza Ognissanti



                                           
                                               La pescaia di Santa Rosa, presso Piazza Ognissanti



                                        Chies di Ognissanti, Cappella Murat, tomba di Carolina


                                                                      Elisa Baciocchi

                                               Palazzo Pitti, dove Elisa fu Granduchessa di Toscana


Giardino di Boboli. Anfiteatro



Nessun commento:

Posta un commento