venerdì 3 maggio 2024

Elisa Baciocchi e il romanzo "Tre principesse francesi a Firenze", Pontecorboli, di R. Mosi - Raccolta di immagini: parte I

Elisa Baciocchi

Per l'acquisto del libro rivolgersi a:
https://www.pontecorboli.com/scheda.php?codice=mosi

Dal capitolo III.

Elisa Bonaparte Baciocchi

I primi documenti riguardano gli anni trascorsi da Sylvia con Elisa Bonaparte Baciocchi, nel momento dei successi di Napoleone e, poi, della sconfitta, della disfatta finale; scopro subito lo scritto Il Teatro allo specchio, trenta pagine di testo, alcune scritte per esteso, in forma ordinata ed altre con schemi, annotazioni, nella forma di appunti. Riverso il testo in una cartella, vado avanti e nell’ultima parte della sezione scopro, con sorpresa, i disegni del progetto per il monumento funebre della famiglia Baciocchi nella cattedrale di San Petronio a Bologna; un appunto a margine di un disegno segnala che il cuore di Elisa è conservato in un’ampolla nel sotterraneo della cappella, secondo l’antico uso dei regnanti francesi. Sylvia si sentiva parte della famiglia Bonaparte, era presente anche nelle circostanze più intime e personali e nella sua raccolta vi sono documenti di carattere straordinario, raccolti in tempi diversi, come quelli che ora ho davanti agli occhi.


Napoleone Bonaparte




Collegamento raccolta immagini Elisa Baciocchi



                                  La corte di Elisa a Palazzo Pitti, particolare. Benvenuti 

Palazzo Pitti

Fuga di Elisa da Lucca, disegno di Enrico Guerrini



Tre principesse francesi a Firenze

Sylvia Boucot d’Hautmesnil al servizio delle sorelle di Napoleone

Le  principesse Elisa Baciocchi, Paolina Borghese e Carolina Murat, grazie alla fortuna e alle capacità di uomo d’arme e di governo del fratello Napoleone Bonaparte, si trovarono dalle umili origini in una terra isolata, povera, come la Corsica, a conquistare onori e ricchezze sullo scenario europeo; la sorte fatale poi del generale corso, il crollo dell’impero, determinò il rovesciamento della loro fortuna, la decadenza. Sylvia Boucot fu dama di compagnia, in tempi diversi, per un periodo di oltre trenta anni, delle  tre principesse: di Elisa quando divenne granduchessa di Toscana, di Paolina Bonaparte negli ultimi cinque anni della sua vita, fino alla morte avvenuta a Firenze nella villa di Montughi, di Carolina, che dimorò, e morì, nel capoluogo della regione negli anni trenta dell’Ottocento; sono preziose le testimonianze che ci offre Sylvia Boucot nelle pagine del romanzo che portano a delineare i caratteri diversi delle tre sorelle e, allo stesso tempo, il loro coraggio di donne libere, la loro determinazione e ad illustrare, per altro verso, i volti che mostra il potere, nei diversi frangenti, il modo differente di reagire delle persone, l’affermarsi della nuova classe borghese. In questo quadro, Firenze fa da scenario all’agire dei diversi protagonisti, è all’incrocio di dinamiche particolari, incisive per il futuro della città e del Paese. Si ricercano inoltre analogie con il tempo presente, specie riguardo ai miti che in quei tempi sono stati coltivati, come il mito della nazione e il mito del comandante supremo, del leader, che oggi ricompaiono sugli scenari incerti del nostro presente.

L’opera è così articolata: I     L’azzurro del mare; II Firenze, l’incontro con l’imperatore e le tre principesse; III  Elisa Bonaparte Baciocchi; IV          Il teatro allo specchio; V          Paolina Bonaparte Borghese; VI       Il palazzo Salviati-Borghese; VII Gli ultimi giorni di Venere Vincitrice; VIII  La cappella Paolina della Basilica romana di S. Maia Maggiore; IX       Carolina Bonaparte Murat; X            Firenze accoglie Carolina Murat; XI Piazza Ognissanti, la terrazza sulle acque; XII       Un angolo di Francia; XIII    Firenze sogna; Postfazione;  Perché si scrive ?; Cronologia; Bibliografia. Elementi
















 

1 commento:

  1. Dal capitolo III.

    Elisa Bonaparte Baciocchi

    I primi documenti riguardano gli anni trascorsi da Sylvia con Elisa Bonaparte Baciocchi, nel momento dei successi di Napoleone e, poi, della sconfitta, della disfatta finale; scopro subito lo scritto Il Teatro allo specchio, trenta pagine di testo, alcune scritte per esteso, in forma ordinata ed altre con schemi, annotazioni, nella forma di appunti. Riverso il testo in una cartella, vado avanti e nell’ultima parte della sezione scopro, con sorpresa, i disegni del progetto per il monumento funebre della famiglia Baciocchi nella cattedrale di San Petronio a Bologna; un appunto a margine di un disegno segnala che il cuore di Elisa è conservato in un’ampolla nel sotterraneo della cappella, secondo l’antico uso dei regnanti francesi. Sylvia si sentiva parte della famiglia Bonaparte, era presente anche nelle circostanze più intime e personali e nella sua raccolta vi sono documenti di carattere straordinario, raccolti in tempi diversi, come quelli che ora ho davanti agli occhi.

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