venerdì 3 maggio 2024

Paolina Borghese e il romanzo "Tre principesse francesi a Firenze", Pontecorboli, di R. Mosi - Racclta delle immagini: parte II - Per l'acquisto del libro

Paolina Bonaparte 

Per l'aquisto del libro rivolgersi a:
https://www.pontecorboli.com/scheda.php?codice=mosi


"Venere vincitrice", Antonio Canova


Dal capitolo V.

Paolina Bonaparte Borghese

La navigazione fra le carte che riguardano Paolina Bonaparte Borghese è di tipo diverso, fra burrasche improvvise e tempi di bonaccia, in un periodo di tempo più limitato, di soli cinque anni. Paolina è la sorella prediletta e più amata dall’imperatore, con un carattere capriccioso e frivolo ma, allo stesso tempo, generosa, molto legata al fratello Napoleone, che trovò proprio in lei un sostegno affettivo ed economico, soprattutto durante il suo esilio all’isola d’Elba. Nel Memoriale di Sant’Elena41 Napoleone ricorda la generosità della sorella Paolina con queste parole: «Paolina era troppo prodiga, troppo abituata alle spese eccessive. I miei doni avrebbero potuto arricchirla, ma essa amava il lusso, ed essendo benefica donava tutto. Aveva ragione mia madre quando le faceva osservare che con quello sperpero si poteva finire all’ospedale!».


Tre principesse francesi a Firenze

Sylvia Boucot d’Hautmesnil al servizio delle sorelle di Napoleone

- Sinossi -

Le  principesse Elisa Baciocchi, Paolina Borghese e Carolina Murat, grazie alla fortuna e alle capacità di uomo d’arme e di governo del fratello Napoleone Bonaparte, si trovarono dalle umili origini in una terra isolata, povera, come la Corsica, a conquistare onori e ricchezze sullo scenario europeo; la sorte fatale poi del generale corso, il crollo dell’impero, determinò il rovesciamento della loro fortuna, la decadenza. Sylvia Boucot fu dama di compagnia, in tempi diversi, per un periodo di oltre trenta anni, delle  tre principesse: di Elisa quando divenne granduchessa di Toscana, di Paolina Bonaparte negli ultimi cinque anni della sua vita, fino alla morte avvenuta a Firenze nella villa di Montughi, di Carolina, che dimorò, e morì, nel capoluogo della regione negli anni trenta dell’Ottocento; sono preziose le testimonianze che ci offre Sylvia Boucot nelle pagine del romanzo che portano a delineare i caratteri diversi delle tre sorelle e, allo stesso tempo, il loro coraggio di donne libere, la loro determinazione e ad illustrare, per altro verso, i volti che mostra il potere, nei diversi frangenti, il modo differente di reagire delle persone, l’affermarsi della nuova classe borghese. In questo quadro, Firenze fa da scenario all’agire dei diversi protagonisti, è all’incrocio di dinamiche particolari, incisive per il futuro della città e del Paese. Si ricercano inoltre analogie con il tempo presente, specie riguardo ai miti che in quei tempi sono stati coltivati, come il mito della nazione e il mito del comandante supremo, del leader, che oggi ricompaiono sugli scenari incerti del nostro presente.

L’opera è così articolata: I     L’azzurro del mare; II Firenze, l’incontro con l’imperatore e le tre principesse; III  Elisa Bonaparte Baciocchi; IV          Il teatro allo specchio; V          Paolina Bonaparte Borghese; VI       Il palazzo Salviati-Borghese; VII Gli ultimi giorni di Venere Vincitrice; VIII  La cappella Paolina della Basilica romana di S. Maia Maggiore; IX       Carolina Bonaparte Murat; X            Firenze accoglie Carolina Murat; XI Piazza Ognissanti, la terrazza sulle acque; XII       Un angolo di Francia; XIII    Firenze sogna; Postfazione;  Perché si scrive ?; Cronologia; Bibliografia. Elementi



Villa Fabbricotti, già Villa Strozzi, dove muore Paolina. Firenze



Collegamento alla raccolta delle immagini per Paolina





 

1 commento:

  1. Dal capitolo V.

    Paolina Bonaparte Borghese

    La navigazione fra le carte che riguardano Paolina Bonaparte Borghese è di tipo diverso, fra burrasche improvvise e tempi di bonaccia, in un periodo di tempo più limitato, di soli cinque anni. Paolina è la sorella prediletta e più amata dall’imperatore, con un carattere capriccioso e frivolo ma, allo stesso tempo, generosa, molto legata al fratello Napoleone, che trovò proprio in lei un sostegno affettivo ed economico, soprattutto durante il suo esilio all’isola d’Elba. Nel Memoriale di Sant’Elena41 Napoleone ricorda la generosità della sorella Paolina con queste parole: «Paolina era troppo prodiga, troppo abituata alle spese eccessive. I miei doni avrebbero potuto arricchirla, ma essa amava il lusso, ed essendo benefica donava tutto. Aveva ragione mia madre quando le faceva osservare che con quello sperpero si poteva finire all’ospedale!».

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