Roberto Mosi si interessa di poesia e fotografia. Per la poesia ha pubblicato Sinfonia per San Salvi (Il Foglio 2020), Orfeo in Fonte Santa (Ladolfi 2019), Il profumo dell’iris (Gazebo 2018), Navicello Etrusco (Il Foglio 2018), Eratoterapia (Ladolfi 2017), Poesie 2009-2016 (Ladolfi 2016). L’autore ha realizzato mostre di fotografia presso caffè letterari, biblioteche, sale di esposizione. Cura i Blog: www.robertomosi.it e www.poesia3002.blogspot.it .
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OGGETTO: SCUOLA. Servizio ESSENZIALE
RispondiEliminaSiamo un gruppo di genitori delle scuole di Firenze e provincia, di ogni ordine e grado.
Con vivo sgomento stiamo rivivendo l’esperienza della didattica a distanza che, se nella prima fase era
motivata dall’"effetto sorpresa" che il virus aveva avuto, ora ci trova profondamente contrari.
Da marzo ad oggi, poco, se non niente, è stato fatto affinchè le scuole potessero riaprire in sicurezza, i
problemi della scuola sono rimasti inalterati: classi "pollaio", mancanza di spazi e strutture, nessuna
programmazione e progettazione dei trasporti pubblici, reclutamento di personale docente insufficiente e
tardivo.
Gli studenti italiani dunque, sono stati "messi da parte", non considerati, non ritenuti essenziali per il nostro
Paese, mentre tutti gli altri studenti europei, che già dopo marzo avevano ripreso a frequentare le scuole,
sono stati tutelati anche nei mesi attuali di grave recrudescenza della pandemia.
Ciò significa che, nel giusto bilanciamento tra il diritto alla salute e gli altri diritti costituzionalmente garantiti
(diritto al lavoro, salvaguardia dell'economia, diritto alla libertà di circolazione) nel nostro Paese si è
ritenuto, a differenza del resto dell'Europa, di sacrificare il solo diritto all'istruzione ed allo sviluppo dei
nostri studenti.
Riteniamo che i nostri figli abbiano il diritto di frequentare la scuola, intesa non solo come momento
didattico, ma anche come occasione di interazione e relazione fra i vari soggetti, di crescita personale e
sociale
L'apertura delle scuole dovrebbe essere al primo posto nel programma del governo, è in gioco il futuro dei nostri figli o nipoti che formeranno anche la classe dirigente del loro domani.
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