“Pompei
e Santorini” alle Scuderie del Quirinale
Interessante
visita il pomeriggio del 22 dicembre alla Mostra “Pompei e Santorini. L’eternità in un giorno” alle Scuderie
del Quirinale, in una Roma piena di fascino per la sua veste classica e per le
luci e i colori delle Feste natalizie. Un particolare: al Colosseo invaso dai
turisti, sorprendente lo spettacolo degli zampognari e del suono dei loro
antichi strumenti.
La
Mostra colpisce per molti aspetti, per le opere esposte, per l’efficace
organizzazione dello spazio suddiviso in dieci sale, distribuite in due piani,
per il carattere incisivo e altamente divulgativo della comunicazione, affidata
ai pannelli luminosi presenti in ogni sala.
Una
frase di Jean- Jacques Rousseau fa da introduzione all’esposizione:
“Terremoti, eruzioni vulcaniche, incendi,
inondazioni, diluvi, mutando di colpo, con la faccia della terra, il corso
delle società umane, le hanno combinate in modo nuovo, e queste combinazioni,
le cui cause prime erano fisiche e naturali, sono divenute, col tempo, le cause
morali che mutano lo stato delle cose”.
La mostra propone un
confronto straordinario e inedito fra i due siti antichi, accumunati da
un’identica fine. Due interi insediamenti umani furono seppelliti dalle
eruzioni, con i loro ideali, il loro credo, le loro culture. Il tema della
catastrofe e della rinascita accompagna il visitatore in un sorprendente
percorso a ritroso nel tempo.
Come è noto, pochi
avvenimenti hanno marcato la storia del pensiero moderno più della riscoperta
di Pompei nel 1748: quasi 1700 anni prima la pioggia di cenere e lapilli
provocata dall’eruzione del vulcano conservò l’antico centro urbano e la
complessità della sua vita quotidiana.
Mai come prima di allora è stato possibile leggere la vita degli
antichi, rapportandola agli spazi urbani, al rito, alla vita domestica,
analizzando i complessi intrecci sociali di una città così antica. Una nuova
visione del passato, composta dallo stupore per la riscoperta e dallo sgomento
per la catastrofe eruttiva, ha contribuito a fare di Pompei il sito
archeologico più importante al mondo. La vita della città vesuviana è rimasta
sospesa nelle rovine, nelle sale delle domus e delle terme, nelle suppellettili
e nei reperti organici, nei calchi dei corpi che raccontano un mondo lontano,
eppure vicinissimo. Come tanta arte e letteratura ci hanno raccontato, a Pompei
il presente e il passato si uniscono nell’evocazione di una vita
drammaticamente interrotta dalla tragedia del 79 dopo Cristo, eppure, ancora,
velatamente presente. La moderna archeologia è nata e prospera nel sito
vesuviano, dove il mondo antico ha cominciato a raccontarsi, come un “immenso
edificio del ricordo”.
In
un clima culturale radicalmente diverso, immerso nel pensiero scientifico del
XX secolo, la riscoperta dell’insediamento di Akrotiri a Santorini nel 1967 ha
riaperto il ragionamento sul tema della catastrofe naturale e della scoperta.
Circa un decimo del sito è stato scavato. L’antico centro minoico, distrutto da
una spaventosa eruzione a metà del II millennio avanti Cristo – eruzione che
segnò profondamente gli equilibri sociali e politici del Mediterraneo - ha
restituito, sepolti sotto la cenere vulcanica, edifici, affreschi, ceramiche e
forniture perfettamente conservate. Come a Pompei, i preziosissimi reperti
permettono di resuscitare una civiltà ricca e complessa, evocando allo stesso
modo la catastrofe che ha messo fine alla sua storia. L’eruzione non causò solo
il crollo delle case, ma di un'intera epoca, seppellendola letteralmente sotto
svariati metri di materia vulcanica.
Pur con modalità
diverse, le due antiche città rivelano sotto un mantello di cenere l’istante
della fine che diventa elemento d’ispirazione per l’arte. In mostra numerose
sono le suggestioni provenienti da un percorso, quasi parallelo, di opere
d'arte moderna e contemporanea: da Turner a Damien Hirst, passando per
Valenciennes, Warhol, Burri e Giuseppe Penone.
Come
in altre occasioni, piace unire il resoconto su Literary relativo a questa esperienza
culturale a Roma, ad una delle opere letterarie che l’autore ha composto.
Questa volta il possibile riferimento lo troviamo nel romanzo breve “Esercizidi volo”, Europa Edizioni (video presentazione: https://www.youtube.com/watch?v=BSyTBlbCP2U
).
L’incipit
di “Esercizi di volo”:
“Un giorno, ne sono certo, riuscirò
a volare. Mi sono costruito due ali di tela leggera per esercitarmi, le lego
alle braccia, salgo in cima a una scala e comincio ad agitarle, forte, sempre
più forte, chiudo gli occhi e mi getto in avanti. Le ali mi danno slancio e la
spinta attutisce l’impatto con la terra. Ho letto tutto quello che c’era da
leggere sul tema del volo, dai primi tentativi nella storia dell’uomo, dal volo
di Icaro e di Dedalo, fino alle esperienze dei giorni nostri.”
La Mostra delle
Scuderie del Quirinale ci permette, dunque, di compiere un volo fantastico su vicende che hanno determinato passaggi cruciali
nella storia della civiltà. Concepita come una
narrazione, l’esposizione “Pompei e Santorini” sintetizza il percorso che dal
cataclisma naturale, tramite le scoperte archeologiche, porta ad una nuova
lettura storica carica di memoria.
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