giovedì 16 gennaio 2020

"Fratorità" fra le arti - Dalla poesia al video alla pittura alla musica - Incontro Libreria Salvemini



“Il dialogo fra le arti alla Libreria Salvemini di Firenze”

Alla Libreria Salvemini (piazza Salvemini 8, Firenze) è andata in scena una serata particolare, in spirito di simpatia e amicizia. Al centro della scena, le ultime pubblicazioni poetiche di Roberto Mosi - “Orfeo in Fonte Santa” (Ladolfi), “Il profumo dell’iris” (Gazebo), “Navicello Etrusco” (Il Foglio), “Poesie 2009-2016” (Ladolfi) -  insieme ai video trailer, riportati sul social YouTube, realizzati da Virginia Bazzechi, e agli interventi di altri relatori, che hanno illustrato i possibili intrecci fra i diversi volti delle arti (come la poesia, la pittura, la fotografia, il video, la musica).

L’immagine scelta come emblema della serata, la locandina di un evento di oltre dieci orsono alla “Casa di Dante”, “Un’altra Florentia, suggerimenti per Firenze”, un incontro di poesia, musica e fotografia, che riporta al centro del disegno il simbolo dell’arte fiorentina, la Cupola del Brunelleschi, posto in maniera capovolta, con un atto come di confidenza,  oggi, una comunità animata da un rinnovato umanesimo.
Nell’incontro del 13 gennaio alla Libreria Salvemini, dopo una prima illustrazione dei libri di poesia e del video per “Poesie 2009-2016 (video youtube: https://www.youtube.com/watch?v=FuSecM_Ox8E ) , ogni relatore ha scelto una parola da porre al centro del proprio intervento.




Virginia Bazzechi, critico d’arte, ha scelto la parola “colori”, per illustrare la sua ricerca fra i colori della poesia e la luce e la musica dei video. Si è soffermata, in particolare, sul video, preferito, di presentazione dedicato al libro di poesia “Il profumo dell’iris” -  https://www.youtube.com/watch?v=RBxsN5TNLAo  .
Enrico Guerrini ha fatto riferimento alla parola “nonluoghi” e ha dedicato un disegno fatto all’impronta sul tema, ai quali sono seguiti altri disegni in omaggio ai lavori dell’autore.




Nicoletta Manetti, scrittrice e poetessa, ha scelto la parola “follia” in relazione anche al tema del libro dell’autore, in corso di pubblicazione “Sinfonia per San Salvi”, al quale ha collaborato con alcuni contributi. Per lei, il video preferito è quello dedicato alla presentazione del romanzo breve “Esercizi divolo”, Europa Edizionihttps://www.youtube.com/watch?v=BSyTBlbCP2U  -
Annamaria Volpini, insegnante e poetessa, si è soffermata sulla parola “quadrato” e ha illustrato il lavoro che in questo periodo sta svolgendo su testi di poesia che richiamano forme geometriche, in maniera analoga ad una parte della ricerca poetica dell’autore (si veda “Piazza Santa Croce”, in “Il profumo dell’iris”).
Ha portato il proprio saluto all’incontro Anna Pagani, storica dell’arte, che ha curato il libro “La gioia di vivere”, pubblicato dal Gruppo Scrittori di Firenze, che riporta le immagini realizzate da alcuni artisti e un testo scritto preparato, in riferimento ad un’immagine, da alcuni poeti e scrittori. Ha richiamato i motivi del suo giudizio positivo per il poemetto “Orfeo inFonte Santa” e per il video di presentazione realizzato da Virginia Bazzechi: https://www.youtube.com/watch?v=vIr8cLJC-fk  .





Ha chiuso la bella serata Silvia Ranzi, artista e critico d’arte, con un articolato intervento riferito sia all’autore che al dialogo fra le arti, o, in termini attuali, alla “sororità fra le arti”.

“Roberto Mosi si qualifica nel panorama della Poesia contemporanea a Firenze per la sua ampia ed articolata produzione in versi nel ruolo ispirato di ricercatore lirico tra reale ed ideale, reporter attento e sensibile che dalla dimensione del contingente sublima distillate verità introspettive e sociali, supportato dalle ascendenze evocative del Mito. Crede nell’Interdipendenza fra le Arti e lo attesta il suo legame con il parallelismo Figurativo Espressionista dell’amico, valente artista, Enrico Guerrini, che con dovizia di ideazioni omaggia, anche dal vivo, le trame liriche presenti nei componimenti. “

Riguardo al dialogo fra le arti, ha sostenuto:
“Roberto Mosi nei suoi eventi letterari performativi onora il concetto di “sonorità fra le arti”, già codificato nell’antichità dai due assiomi tramandati: l’Ut pictura Poesis dell’Arte poetica di Orazio ed un detto di Simonide di Ceo, riferito da Plutarco: “La Pittura è Poesia muta e la Poesia Pittura parlante”.  L’autonomia e sinestesia delle Arti è stato riaffermato da numerosi pensatori, come Goethe nelle sue riflessioni sul sapore dei colori e lo sottoscrive il saggista e critico letterario inglese Walter Pater in suo passo. “Sebbene ogni Arte abbia il suo specifico ordine di impressioni e un incanto inconfondibile, può osservarsi che …ogni arte tende a trapassare nella condizione di un’altra”; un’indagine di tale osmosi che trova pianificazione anche nell’opera di Etienne Spuria: “La correspondance des Arts”.

Si è soffermata, in particolare, sul tema del mito:
“A partire dall’attaccamento alle proprie origini toscane, Roberto Mosi assume il ruolo di esploratore delle valenze storico-antropologiche del territorio evocato, facendo leva sull’area semantica e magica del Mito, riposto nelle sedimentazioni etico-culturali presenti e vivificate dagli ambienti naturalistici e civilizzati. Il Mito è prediletto per sostanziare il canto lirico nelle istanze riesumative della dimensione storica e metastorica dei dati - sul piano antropologico ed etnologico - a tal punto che Il culto della Memoria induce il poeta a immedesimarsi nella tecnica della fotografia, ancella carismatica dello scatto, per arricchire attraverso focalizzazioni stigmatizzate i suoi densi percorsi lirici con Mostre personali a tema e puntuali corredi illustrativi nelle Raccolte. L’apertura diaframmatica disegna con la luce sulla pellicola visioni scelte per cristallizzare contenuti visionari a colori o in bianco e nero, dominando la transitorietà del tempo.   Le inquadrature fotografiche rendono iconografici i trasalimenti significanti del verso tra grafema e fonema in un ‘euritmia melodica tra i valori dell’icasticità e le vocazioni fruitive - multisensoriali della scienza dei SEGNI, disciplina trasversale della Semiotica e Semantica contemporanea che ha in Umberto Eco, uno dei suoi illustri esponenti.”



Silvia Ranzi ha concluso così l’incontro alla Libreria Salvemini:
“Onoriamo dunque la Madre delle Muse o Arti, Mnemosine, figlia di Urano e di Gea, sorella di Crono e di Rea, amata da Zeus, perché grazie all’azione mnemonica gli uomini hanno potuto progredire nell’Arte e nel sapere, confermando la soggettività propositiva dell’artista quale personalità creativa al servizio della comunicazione, secondo la persuasiva citazione di Novalis:
“L’uomo è il sole … i sensi i suoi pianeti”.                                                                                                             


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