È
aperta a Ferrara la mostra “Boldini e la Moda” che
riserva un incontro sorprendente con il pittore dell’alta moda, legato alla
Francia della Belle Époque. Proprio a Parigi, baricentro di ogni tendenza
dell’eleganza e della modernità, Boldini riscosse un enorme successo dando vita
ad una formula ritrattistica scintillante con la quale ha immortalato i
protagonisti e le celebrità di un'epoca, da Robert de Montesquiou a Cléo de
Mérode, da Lina Cavalieri alla marchesa Casati.
"Boldini
sapeva riprodurre la sensazione folgorante che le donne sentivano di suscitare
quand’erano viste nei loro momenti migliori", le parole di Cecil Beaton, celebre
fotografo di moda: descrivono il talento del pittore ferrarese nel ritrarre
l’eleganza delle élites cosmopolite della Belle Époque e la sua sapienza nel celebrare
le ambizioni e il raffinato narcisismo dei soggetti ritratti, soggetti che non
solo appaiono belli e sofisticati ma lasciano trasparire, attraverso gli
sguardi e gli atteggiamenti, un loro mondo interiore, che l’artista coglie come
i più abili e sapienti fotografi.
Nell'arte
di Boldini, la moda riveste un ruolo essenziale, non riguarda solo gli abiti, gli
accessori, ma è anche espressione che trasfigura il corpo in luogo del
desiderio, diviene ben presto un attributo essenziale e distintivo della
ritrattistica di questo artista.
La
mostra di Ferrara – curata da Barbara Guidi con la collaborazione di Virginia
Hill; aperta fino al prossimo 2 giugno - indaga dunque il lungo e fecondo
rapporto tra Boldini e il sistema dell’alta moda parigina e il riverbero che
questa ebbe sulla sua opera di ritrattista e su quella di Degas, Sargent,
Whistler, Paul Helleu e altri.
La
mostra è ordinata in sezioni tematiche, con riferimento a letterati che hanno
cantato la grandezza della moda come forma d’arte, da Baudelaire a Wilde, da
Proust a D’Annunzio.
Crediamo,
per cogliere in pieno lo spirito della mostra di Ferrara, sia opportuno
soffermarsi sull’opera di Proust e cogliere alcuni spunti che offre l’arte
dello scrittore francese: d’altra parte, è da rilevare che al centro
dell’esposizione, al Palazzo dei Diamanti, in una bacheca è esposta la copia
autentica del I volume della Recherche,
Du coté de chez Swann, pubblicato nel
1913.
Proust
descrive in modo dettagliato e partecipe gli abiti e gli accessori di alcune
protagoniste con un sentimento di nostalgia per un mondo che mostra le ultime
luci prima di soccombere. Ad esempio Odette trae il massimo vantaggio dagli
ultimi dettami della moda e riesce ad adeguare ad essi il proprio viso ed il
proprio corpo. Un altro personaggio Oriane, si pone in maniera diversa: da lei
emana naturalmente il fascino che è al di là di ogni moda. Per le serate
mondane, Oriane sembra prediligere tessuti di satin dai colori violenti, rosso
o giallo, con ricami in rilievo di paillettes ed aigrette o piume nei capelli.
Pronta per recarsi ad un ricevimento ella indossa un abito rosso ed al collo
splendono dei rubini, in un'armonia in rosso che sarà perfetta quando, in
seguito ad un'osservazione del marito, la duchessa sostituirà le scarpe nere
con un paio di "soulier rouges". Ed è proprio questo colore che
scopriamo nello splendore degli abiti nelle sale del Palazzo dei Diamanti, che
ci rimandano a passaggi centrali del libro di Proust, come quando il Narratore
della Recherche ricorderà ad Oriane
la sua toilette di una certa sera e ne descriverà così l’impressione ricevuta:
"vous aviez l'air d'une espèce de grande fleur de sang, d'un rubis en
flammes".
Nella
Ricerca del tempo perduto di Marcel
Proust (Parigi, 1871 – 1922) l’abbigliamento è dunque una parte significativa.
Per fornire ai suoi lettori un affresco dei differenti personaggi che si
avvicendano all’interno del romanzo, con i loro atteggiamenti e i vari ambienti
frequentati, lo scrittore analizzò per quindici anni la società che vuole
rappresentare, frequentando lui stesso quei luoghi e quegli esponenti.
Attraverso
le pagine del romanzo si comprendono dunque i caratteristici comportamenti
della mondanità di allora e in certi casi si riconoscono personalità rinomate
dell’epoca: ne è un esempio il passo in cui si parla della contessa Oriane de
Guermantes che indossa un elegantissimo abito da sera rosso; per questo
personaggio Proust si ispirò a una delle donne più in vista di Parigi, la
contessa Élisabeth Greffulhe, alla quale appartenevano delle vistose scarpette
rosse in capretto e velluto, esposte nella mostra. Queste particolari calzature
sono poste in dialogo con uno splendido ritratto realizzato da Boldini, Miss
Bell: una giovane donna raffigurata in abito rosso, seduta e assorta nei suoi
pensieri.
All’interno
di questa sezione dell’esposizione ferrarese dedicata alla mondanità si
susseguono affascinanti ritratti di donne bellissime, come la seducente Signora
in bianco, il cui abito dipinto è posto a confronto con uno straordinario
vestito bianco da sera che presenta simili ornamenti in velo sulle spalle, la
principessa Eulalia di Spagna che indossa un raffinato abito ricco di pizzi, e
La signora in rosa (Olivia Concha de Fontecilla) che porta uno sfavillante
vestito rosa acceso impreziosito da fiori.
La
sensazione dunque, aggirandosi per le sale della mostra, è quella di assaporare
e di gustare, ancora una volta pagine famose dell’opera di Marcel Proust che ci
ha già introdotto con il suo romanzo al culmine dello splendore di un’Epoca,
non lontana dal grigiore di un lungo declino.
Grazie,
comunque, Marcel!
All’interno di questa sezione dell’esposizione ferrarese dedicata alla mondanità si susseguono affascinanti ritratti di donne bellissime, come la seducente Signora in bianco, il cui abito dipinto è posto a confronto con uno straordinario vestito bianco da sera che presenta simili ornamenti in velo sulle spalle, la principessa Eulalia di Spagna che indossa un raffinato abito ricco di pizzi, e La signora in rosa (Olivia Concha de Fontecilla) che porta uno sfavillante vestito rosa acceso impreziosito da fiori.
RispondiEliminaLa sensazione dunque, aggirandosi per le sale della mostra, è quella di assaporare e di gustare, ancora una volta pagine famose dell’opera di Marcel Proust che ci ha già introdotto con il suo romanzo al culmine dello splendore di un’Epoca, non lontana dal grigiore di un lungo declino.
Grazie, comunque, Marcel!