venerdì 10 maggio 2019

"Il profumo dell'iris" giunge alla Libreria Salvemini - La VIDEO - POESIA




LINK VIDEO-POESIA DI VIRGINIA  BAZZECHI




ABSTRACT


Roberto Mosi, Il profumo dell’iris, Gazebo Libri,
Firenze novembre 2018, pag. 90, € 8

Il libro raccoglie poesie dedicate alla città dove l’autore vive, la visione di Firenze – che ha per simbolo l’iris - è scandita secondo la trama delle piazze, le strade, le colline. La raccolta si presenta come “un invito a seguire il poeta nella visita di luoghi ben conosciuti, per cogliere con lui un gamma di sensazioni, condividere immagini che emergono dal profondo, ricordi legati alla vita personale e a quella di una comunità dal carattere particolare” (dalla prefazione).
Roberto Mosi, più volte presente alla Libreria Salvemini per la presentazione dei suoi libri di poesia e di narrativa, si confronta con temi carichi di significato, spostandosi in un itinerario elicoidale, con una visione in progress. “Ed entra anche, quasi spontaneamente la Storia, con la iniziale maiuscola. Si crea un effetto sincronico e armonioso, che il linguaggio nitido riesce a rendere in modo efficace. Una visione tridimensionale, direi: le linee della città e del suo territorio, la storia del quotidiano e dell’io, la Storia con la maiuscola. E in questa costruzione a tre dimensioni vive una forte tensione etica, un’anima da uomo planetario, come lo definiva padre Balducci” (Giuseppe Baldassarre, “Pianeta Poesia”).
Bellezze storia e vita giornaliera s’incontrano, sorrette dalle anafore di Le Murate, Le Cure, La Cupola, D’agosto, Sui marciapiedi, Quartiere popolare, etc., e da una lieve ironia, con il pensiero e l’arte di artisti e poeti che hanno calcato le sue strade, chiudendo con l’anafora Amo le parole, una poesia posta alla fine del volume.
“Si tratta di poesie che raccontano una città, i suoi umori e quelli dell’autore, le sue problematiche, la durezza della realtà non dissimile da altre grandi città, come la poesia dedicata al carcere delle Murate («… E venne il tempo del carcere / delle Murate. Storie / di disperazione trovano / componimento dai quartieri / popolari. Il fiume bussò / alle porte del carcere / il mese di novembre / e volle le sue vittime…, Le Murate, p. 15), la vita quotidiana dei suoi abitanti attraverso le poesie Il mercato dei cenci, La stazione, il Casone dei poveri; la vita per strada dei senza tetto, dei dannati come li chiama Mosi, che non hanno un domani (Sui marciapiedi); gli angoli naturali, le vie, le piazze, il fiume Arno, il famoso Ponte Vecchio, il salotto buono de “Le Giubbe Rosse” dove la poesia e l’arte è di casa, la collina di Fiesole, L’erta dei Catinai (“… Dopo l’erta dei Catinai / si apre la vista su Firenze, / città elegante / preziosa come il profumo / dell’iris …, pag. 48) . Insomma le bellezze di Firenze ma anche le brutture, di una Firenze antica e contemporanea, quasi una mappa “poetica”, una guida della città soprattutto per chi la ama e la sa apprezzare” (Giorgio Moio, poeta e critico).





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