Le "Tre principesse francesi" al Caffè Letterario delle Murate. Jacopo, Graziano e Roberto hanno presentato, con Sylvia Boucot, Carolina, Paolina ed Elisa Bonaparte - 3 sett. 2024
L’azzurro del mare
È una mattina diversa dalle altre. Nella notte si è calmata
la bufera sul mare e presto i raggi del sole hanno raggiunto la mia stanza.
Come ogni giorno mi sono occupata degli animali e dei lavori quotidiani per la
casa; ora ho un po’ di tempo tutto per me. Mi viene naturale pensare ancora una
volta a lontani ricordi, alle straordinarie vicende della mia vita lontana da
qui, in giro per il mondo. Mio marito riposa nel vicino cimitero della chiesa,
sulla strada per il paese, mi ha lasciato da poco, un anno fa, in una mattina
come questa piena di luce, invasa da un intenso azzurro, dal mare alla nostra
collina.
Nel silenzio della casa, il mio è un continuo parlare con
lui, come fosse ancora al mio fianco, lo interrogo, mi consiglio, gli dico cosa
mi passa per la mente, dò voce, ne sono certa, al suo pensiero. Questa mattina
ho deciso – anzi, abbiamo deciso – di dare aria all’armadio nell’angolo della
camera, aprire i cassetti rimasti chiusi da quando facemmo ritorno in Normandia
dopo la morte a Firenze, il 18 maggio 1839, della regina Carolina Bonaparte
Murat. Poco dopo l’arrivo, si manifestarono i primi sintomi della malattia di
mio marito, che in solo tre mesi, dopo molti patimenti, lo portò alla morte.
Non c’era stato il tempo di dare un ordine ai tanti ricordi,
alle infinite testimonianze di una vita che avevamo portato con noi dopo il
lungo periodo trascorso al servizio della famiglia dell’imperatore, delle tre
sorelle, le principesse Elisa Baciocchi, Paolina Borghese e Carolina Murat, in
particolare. Jean Pierre d’Hautmesnil, mio marito, era stato sovraintendente
alle finanze e, per un certo periodo, quando Elisa era diventata granduchessa
di Toscana, dal 1809 al 1814, aveva svolto il ruolo di prefetto della provincia
di Lucca. Negli stessi anni sono stata
dama di compagnia di Elisa e, alla sua morte, di Paolina e poi di Carolina.
Nei cassetti dell’armadio erano finiti, alla rinfusa, appunti
di viaggio, cartine geografiche, pagine di diario, diplomi, giornali, quaderni
con tracce di racconti e di commedie insieme a disegni, medaglie,
corrispondenza. Ben altri erano stati i nostri progetti, si era pensato di riorganizzare
le stanze della casa, l’arredamento, dando risalto a queste testimonianze,
raccogliendo i documenti in appositi album, mettendo in cornice disegni e
medaglie, tutto quanto aveva segnato, in un momento cruciale della storia della
Francia e dell’Europa, la nostra vita al servizio di donne straordinarie.
Capitolo I
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È una mattina diversa dalle altre. Nella notte si è calmata la bufera sul mare e presto i raggi del sole hanno raggiunto la mia stanza. Come ogni giorno mi sono occupata degli animali e dei lavori quotidiani per la casa; ora ho un po’ di tempo tutto per me. Mi viene naturale pensare ancora una volta a lontani ricordi, alle straordinarie vicende della mia vita lontana da qui, in giro per il mondo. Mio marito riposa nel vicino cimitero della chiesa, sulla strada per il paese, mi ha lasciato da poco, un anno fa, in una mattina come questa piena di luce, invasa da un intenso azzurro, dal mare alla nostra collina.