giovedì 26 settembre 2024

Carmelo Consoli receives the 1st "Città di Forlì" Prize for the Preface to "I love words. Poems 2017-2023" by Roberto Mosi, Ed. Ladolfi


A Carmelo Consoli il 1° Premio "Città di Forlì" per la Prefazione a "Amo le parole. Poesie 2017-2023" 

di Roberto Mosi, Ed. Ladolfi



 


The enchantment of words 


All of Roberto Mosi's poetry is grafted onto


a tireless crossing of territories and images


of a time that borders on the contemporary


past and ancient times, connecting with ease


to the myth that supports and ennobles all its architecture


constructive.


Long-time poet and photographer, his word


poetics relies in the first instance on an emotional


vision of the places visited and the characters


represented through an infinite search for


their secret and most intimate expression of soul and of


history. A warm and throbbing humanity crowds in


poetics of Mosi meeting the enchanted eyes


of the poet who recites the details is one


daily existential dynamics than a reconstruction


exciting and evocative history. Roberto is not


certainly only a skilled photographer, from whom they arise


exciting flashes of action and verses full of life, not


it limits itself to staging snapshots of humanity


and of life-giving natures but, as a man of high culture


and as a passionate follower of the world of myth,


he constantly enriches his verses with a version


deifying of human existence.


PREFAZIONE


L’incanto delle parole

 

Tutta la poesia di Roberto Mosi è innestata su

un’instancabile attraversata di territori e immagini

di un tempo che dal contemporaneo sconfina nel

passato e nell’antico, collegandosi con disinvoltura

al mito che ne sorregge e nobilita tutta l’architettura

costruttiva.

Poeta e fotografo di lungo corso, la sua parola

poetica si affida in prima istanza ad un’emozionante

visione dei luoghi transitati e dei personaggi

rappresentati attraverso un’infinita ricerca della

loro segreta e più intima espressione d’anima e di

storia. Una calda e palpitante umanità si affolla nella

poetica di Mosi andando incontro agli occhi incantati

del poeta che ne declama i dettagli sia di una

quotidiana dinamica esistenziale che di una ricostruzione

storica esaltante e suggestiva. Roberto non è

certo solamente un abile fotografo, da cui nascono

emozionanti flash d’azione e versi densi di vita, non

si limita a mettere in scena fotogrammi di umanità

e di vivificanti nature ma, da uomo di elevata cultura

e da appassionato seguace del mondo del mito,

arricchisce costantemente i propri versi di una versione

deificante della esistenza umana.

La raccolta di Mosi, una retrospettiva di ben sette

anni di pubblicazioni dal 2017 al 2023, ci mostra

come nel tempo il poeta abbia indirizzato la sua attenzione

ed il suo cuore verso un mondo carico di

esaltazioni e sofferenze, di problematiche ambientali

e logorii esistenziali, di fascini e leggende, di sapienza

storica e abile documentazione, confermando

di saper fare poesia a tutto tondo e sempre in modalità

di stupore e leggerezza ma anche con profondità

dialogiche di tutto rispetto come nel caso dei suoi

Dialoghi con Marcel Proust e con personali gratificazioni

emozionali come in Orfeo in Fonte Santa e Sinfonia

per San Salvi.

Ed allora in questa spettacolare carrellata filmica

seguiremo le vicende di una Firenze trasmutata nei

propri rientri e angoli cittadini dalla fantasia di un

poeta innamorato, ci inoltreremo per piazze, strade,

colline, coste leggendarie di una Maremma carica di

divinità e moderne tragedie, nelle terre delle sacre

fonti e delle contese partigiane, nei territori delle follie

manicomiali di un presidio psichiatrico come San

Salvi, nelle vivificanti viscere di un mitico Prometeo

con i suoi richiami a territori di passate ed attuali

rappresentazioni esistenziali. Ed infine giungiamo

nel nostro mondo contemporaneo con tutte le anomalie

e distorsioni di un tempo carico di lacerazioni

ed inquietudini, nelle due raccolte finali del volume

Il nostro giardino globale ed I nostri giorni.

Davvero spettacolare la visione d’insieme di questa

antologica dove qualsiasi rappresentazione è

completa di dettagli e riferimenti, dove ogni raccolta

si arricchisce di illuminanti incipit, richiami culturali

a grandi personaggi dell’intelletto umano, di spunti

e considerazioni preziosi e dove il linguaggio poetico

ha infinite variazioni nella costruzione lessicale

e nelle partiture costruite in movimenti, tempi che

creano particolari musicalità ed effetti semantici

oscillanti dalla visione estatica al dialogo, dal racconto

alle interrogazioni. Un volume in cui entreremo

nei dettagli con l’immaginazione e lo stupore

dello stesso poeta, un personaggio certamente animato

da un grande amore verso la bellezza e la grazia

della vita che nei secoli e dai secoli ha cercato di

estrarre e valorizzare gli aspetti gratificanti non

mancando di sottolineare le disarmonie, le storture,

i diritti e le libertà negate, le lacerazioni di una moderna

contemporaneità.

Mi piace immaginare il nostro Roberto, corredato

di macchina fotografica e con il suo obiettivo d’anima

aperto sul mondo, aggirarsi per le piazze, le strade,

le colline di una Firenze trasudante di chiese, monumenti

e palazzi storici, ampie strade e viuzze che

portano a luoghi segreti ma anche ai quartieri popolari,

nonluoghi di anonime storie, di vita palpitante

di voci e rumori, come anche di verdi e accoglienti

colline che la circondano, sentieri storici, terre cariche

di sapori e colori della Toscana. Lo osserviamo

mentre transita in piazza Santa Croce, in piazza

Santo Spirito o va per vicoli, angoli suggestivi di una

vecchia città, per poi riprendere fiato e respiro sulle

verdi colline di Fiesole, di Bivigliano e in direzione

del mare di Calambrone.

Una poesia la sua che dal vivo delle visioni tramuta

in intime riflessioni, si fa miscela di realtà e ri-

ferimenti storici, passa dal dialogo alle interrogazioni

con una solarità e leggerezza di immagini ed

espressioni, caratteristiche che mettono in risalto il

titolo della composizione Amo le parole.

Questo è Mosi nella raccolta Il profumo dell’Iris,

edizioni Gazebo del 2018 e nell’avvio di un percorso

che lo porterà subito dopo in una terra privilegiata

a cui pone particolare attenzione e amore, come la

selvaggia e profumata Maremma collegata al suggestivo

mondo etrusco. Parliamo allora della raccolta

Navicello etrusco del 2018, edizioni Il Foglio, una

vera, palpitante e minuziosa traversata di mari, pianure,

di un territorio che da subito si ammanta di divinità,

magiche fonti ed isole di fascino, antiche

transumanze e città favolose come Antiochia e Populonia

col suo castello. Scopriamo un poeta che sostiene

la sua poesia attraverso il ricorso ad una

notevole cultura mitologica che si fa minuzioso e

prezioso racconto con la dea dell’amore e della fertilità

Turan, la figura di Febo o Apollo che dir si voglia,

e Tagete la divinità che insegnò l’arte della divinazione

al popolo etrusco, infine l’eroe Dardano; insomma

leggende e stregonerie di un tempo favoloso,

tematiche e nature sognanti nelle quali egli si immerge

e da cui si risveglia bruscamente assillato da

vicende di scottanti e moderne tragedie come il disastro

della nave Moby Prince, il flusso e la tragedia

dei migranti, come nella bella poesia La spiaggia della

Sterpaia. Passato e presente, come sempre in Mosi, si

fanno miscela stupefacente di una vivificante poetica.

Altri territori attirano lo sguardo poetico del nostro

scrittore ed allora è la volta della raccolta Orfeo

in Fonte Santa edita da Ladolfi nell’anno 2019.

L’estratto della raccolta si apre con citazioni da Publio

Ovidio Nasone e Rainer Maria Rilke e ancora una

volta sono i territori suggestivi della Toscana verso

cui si dirige ed è la Maremma a colpire il cuore di

Mosi che ci presenta storie, leggende, mitologie attorno

alla sua Fonte sacra, o Fonte dei baci, luogo, sosta

e transito di pastori, migrazioni, conflitti e bellezze

naturali senza pari a cui unisce il canto magico di

Orfeo in un poemetto suddiviso in diciotto parti o

movimenti, fitto di riferimenti alla storia dei luoghi

che come sempre si mescola alle riflessioni sulla contemporaneità

dei fatti. Dunque Fonte Santa è un

luogo magico e magicamente cantato, animato da

eroi partigiani come David, la cui storia ci viene

espressamente narrata dall’autore a fine capitolo e

che ci stupisce per come egli riesca a mescolare nel

suo canto lirico, cultura, natura, vicende aspre e dolorose

insieme in un narrato estremamente musicale.

Marcel Proust, con la sua infinita e suggestiva ricerca

sul tempo, affascina e trascina Mosi, lo spinge

a indagare sulla sua filosofia poetica e umana, a partecipare

ai dibattiti, agli incontri istituiti per celebrare

e riflettere sull’opera del grande scrittore

francese. Da qui nascono i suoi Dialoghi con Proust,

riportati in questa sua antologica: due bellissime

poesie in risposta ai temi proposti dalla rivista LaRecherche

per gli anni 2018 e 2019 – Incontri e Amiche e

amici – dai titoli Opus magistri Jocti e Sul fiume di notte.

L’autore nella sua multiforme attività di ricerca intellettuale

e di interesse sulla condizione umana,

volge il suo sguardo verso la terra della follia, immergendosi

in quella sponda di San Salvi (presidio

ospedaliero fiorentino psichiatrico fino a poco tempo

fa) un po’ come la grande Alda Merini entra nella

sua Terra santa ed attacca la sua Sinfonia per San Salvi,

edizioni Il Foglio 2020. Il poeta ci introduce con modalità

simili a quelle dantesche nei padiglioni infernali

delle Agitate e con un fiume di immagini e

riferimenti storici, come usa fare, si sofferma su

quelle terre denominate: La nave dei folli, Memorie, La

mappa della follia, Terra fertile, Follia dell’arte, Terra elettrica,

quest’ultima con specifico riferimento al poeta

Dino Campana, di cui trascrive una poesia.

Di particolare interesse e partizione sintattica e

musicale è la sezione tratta dal volume Promethèus -

Il dono del fuoco, edito da Ladolfi, 2020. Il poeta

prende spunto dalla storia del titano Prometeo che,

trasgredendo agli ordini di Zeus, fece dono agli uomini

del fuoco dando inizio alla loro condizione

umana. Un capitolo suddiviso in due parti più un

intermezzo, dedicato alla Grande Porta sul Fiume e all’omaggio

all’architetto e urbanista Giuseppe Poggi,

composte a loro volta in movimenti e tempi di cui la

prima parte dedicata a varie tematiche e la seconda

in cui viene personalmente coinvolto Prometeo. Una

composizione robusta che prende a modello la suite

musicale I Quadri di un’esposizione di Modest Petrovič

Musorgskij e che ripropone sia il vedutismo di

Mosi su territori e personaggi in cinque movimenti:

Quadri, Confini, Metamorfosi, Grotte, Follia, che il collegamento

con l’origine del fuoco e la scienza, attraverso

il mito, la speranza, l’angoscia e la salvezza ed in

cui il poeta fa sfoggio della sua illuminante cultura.

Le altre parti di questa ampia scrittura sono tratte

dai volumi Eratoterapia edito da Ladolfi, 2017, da Il

nostro giardino globale, e-book 2023 per la mostra del

Circolo degli Artisti “Casa di Dante” di Firenze e,

per finire, da I nostri giorni poesie tratte dalla rivista

Area di Broca che contengono liriche di scottante attualità,

soprattutto le ultime – Rivoluzione digitale e

Intelligenza artificiale. Eratoterapia è una sorta di elogio

alla cura poetica del corpo e della mente con immagini

umane e naturali proprie del poeta, bella la

lettera a Marta per l’incitamento a scrivere i suoi

primi versi e la poesia Amo le Parole che dà il titolo

alla raccolta. Di carattere squisitamente ambientale

la raccolta Il nostro giardino globale dove trovano spazio

tematiche di grande attualità contemporanea

come il riscaldamento della Terra, la siccità, l’inquinamento,

le plastiche, tutte le varianti di un inesorabile

degrado, mentre nella ultima sezione I nostri

giorni sono le lacerazioni esistenziali tra i popoli e

all’interno delle società a dominare con la loro

asprezza e dolorosa contaminazione, dalla pandemia,

alle guerre, ai difficili rapporti nella rete.

Se dunque bisogna trarre una nota conclusiva per

questa vasta antologica che copre ben sette anni di

poetica e di una vita intensa di eventi, studi, presentazioni,

socialità, vorrei anche ricordare le sue molteplici

rappresentazioni su Dante Alighieri, le

infinite iniziative di un uomo divenuto nel tempo riferimento

intellettuale e testimone di una Firenze

contemporanea dotta, animata da tante competizioni

artistiche, anche attraverso riviste come Testimonianze

di cui è redattore.

Dobbiamo concludere che in Roberto Mosi alberga

lo spirito di un grande regista che, dall’alto

della sua arte rappresentativa e dal profondo della

sua anima, sa trasmettere emozioni e riflessioni che

ci trascinano attraverso il tempo, dense di visioni e

di cultura, di attori e territori che rappresentano la

nostra vicenda di uomini contemporanei o che

hanno rappresentato quella del nostro passato, fin

dalle origini con le infinite e suggestive sfumature

della storia.


Carmelo Consoli




1 commento:

  1. Dobbiamo concludere che in Roberto Mosi alberga

    lo spirito di un grande regista che, dall’alto

    della sua arte rappresentativa e dal profondo della

    sua anima, sa trasmettere emozioni e riflessioni che

    ci trascinano attraverso il tempo, dense di visioni e

    di cultura, di attori e territori che rappresentano la

    nostra vicenda di uomini contemporanei o che

    hanno rappresentato quella del nostro passato, fin

    dalle origini con le infinite e suggestive sfumature

    della storia. - Carmelo Consoli -


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