Catalogo della Mostra 25 marzo - 6 aprile . TESTO
Antigone, figlia di Edipo - Opera in mostra
Antigone in scena
A Pisa, in
piazza dei Cavalieri, rivive Antigone con il suo dramma. Un gruppo di studenti
rappresenta appunto nella piazza una sua versione dell’opera di Sofocle,
tracciando così un ponte fra Tebe e Pisa, la città fondata, secondo la
leggenda, da profughi tebani. E non vi è anche una analogia fra la fine di
Antigone e quella del conte Ugolino, morto proprio nella Torre della Fame?
Assume un valore di attualità dirompente la storia di Antigone che lotta contro
il potere per i principi in cui crede, in questo periodo che vede la lotta
delle donne iraniane.
Nella
Mostra “I mille volti di Antigone” presso il Circolo degli Artisti Casa di
Dante, a cura dell’Officina del Mito, le figure dei protagonisti del dramma –
Antigone, Creonte, Ismene, Emone, Tiresia, il Coro - sono interpretate da
attori particolari: manichini fotografati nelle vetrine dei negozi di moda di
Firenze, stagione 2004-2005.
Questa
proposta è una mia interpretazione del mito, è in sintonia con gli interessi
che animano i miei lavori, dalla fotografia, al racconto. Propongo nella
Mostra, insieme alle fotografie, il libro sostenibile, diffuso online:
“ANTIGONE”. Da Tebe, la Fonte di Edipo, a Pisa, la Torre della Fame.
In questo passaggio, alla fine del monologo di Antigone, l’essenza del libro: “Vedete,
fui posta davanti a un problema immutato nel tempo, di dimensione universale:
fino a che punto lo Stato con le sue leggi più o meno arbitrarie può forzare a
compiere atti aberranti, contrari alla voce individuale e alla voce della natura?
È una domanda che vale da Tebe, la mia città, ad Auschwitz. Sempre e comunque
bisogna sottomettersi alle leggi, anche quando queste comportano sacrilegio o
sterminio? E in questo caso, che ne è della scelta e della libertà morale di
ogni singolo individuo?”
Antigone in scena
RispondiEliminaA Pisa, in piazza dei Cavalieri, rivive Antigone con il suo dramma. Un gruppo di studenti rappresenta appunto nella piazza una sua versione dell’opera di Sofocle, tracciando così un ponte fra Tebe e Pisa, la città fondata, secondo la leggenda, da profughi tebani. E non vi è anche una analogia fra la fine di Antigone e quella del conte Ugolino, morto proprio nella Torre della Fame? Assume un valore di attualità dirompente la storia di Antigone che lotta contro il potere per i principi in cui crede, in questo periodo che vede la lotta delle donne iraniane.
Nella Mostra “I mille volti di Antigone” presso il Circolo degli Artisti Casa di Dante, a cura dell’Officina del Mito, le figure dei protagonisti del dramma – Antigone, Creonte, Ismene, Emone, Tiresia, il Coro - sono interpretate da attori particolari: manichini fotografati nelle vetrine dei negozi di moda di Firenze, stagione 2004-2005.
Questa proposta è una mia interpretazione del mito, è in sintonia con gli interessi che animano i miei lavori, dalla fotografia, al racconto. Propongo nella Mostra, insieme alle fotografie, il libro sostenibile, diffuso online: “ANTIGONE”. Da Tebe, la Fonte di Edipo, a Pisa, la Torre della Fame.
In questo passaggio, alla fine del monologo di Antigone, l’essenza del libro: “Vedete, fui posta davanti a un problema immutato nel tempo, di dimensione universale: fino a che punto lo Stato con le sue leggi più o meno arbitrarie può forzare a compiere atti aberranti, contrari alla voce individuale e alla voce della natura? È una domanda che vale da Tebe, la mia città, ad Auschwitz. Sempre e comunque bisogna sottomettersi alle leggi, anche quando queste comportano sacrilegio o sterminio? E in questo caso, che ne è della scelta e della libertà morale di ogni singolo individuo?”