domenica 12 marzo 2023

La bella presentazione dei "Barbari" all'Impruneta, alla Biblioteca del Comune

 










Capitolo I

Il crollo di un mondo

 

 

                                       Montereggi, 8 ottobre 410, festa di Santa Reparata

 

I mesi appena trascorsi sono stati tremendi. Sono arrivate fino a questa casa appartata sulle colline di Florentia notizie di eventi che mai avrei creduto possibili, fanno pensare che la fine di Roma non sia lontana. La forza dei barbari pare incontenibile, sembrano portare colpi mortali a Roma e al suo mondo, alla potenza più grande che l’umanità abbia mai conosciuto, che ha promosso leggi e istituzioni civili comuni fra popoli e genti a tutte le latitudini, cresciuta e divenuta forte in centinaia di anni, estesa dal Vallo di Adriano ai confini con la Persia.

Grandi sono stati la sorpresa e il dolore dal momento che ho partecipato alla difesa dell'impero di Roma, come soldato e come cittadino, a fianco di famosi comandanti, in spedizioni militari rischiose e in occasione di ambascerie prestigiose presso popoli lontani.

Ho avuto molti riconoscimenti ed ho accumulato una consistente ricchezza che ho investito nella villa di Montereggi, qui nella valle del Mugnone, presso Florentia, e nelle sei fattorie che si estendono fino al Mugello: un traguardo importante, incredibile per il figlio di una famiglia di tintori che abitava, in origine, nella valle del Bisenzio e poi a Florentia, nel borgo che si affaccia sull’Arno. La fortuna mi ha aiutato in vario modo, specie grazie agli amici che ho incontrato nella scuola e nell'esercito.

Mi sono ritirato ora in campagna e solo raramente scendo in città, in occasioni particolari. Nella villa curo i miei interessi, aiutato dai figli e dai servitori, ricevo gli amici che vivono in città, personaggi celebri che si fermano volentieri nella mia casa, nei loro viaggi da Roma verso le regioni del nord.




Capitolo IV

Arrivano i barbari

 

 

 

Ricordo molto bene quella giornata del mese di novembre dell'anno 405. Mi ero messo in cammino dalla villa di Montereggi per partecipare alla seduta del consiglio dei decurioni a Florentia. Due portatori di fiaccole, in una frizzante mattina di tempo sereno, aprivano la marcia seguiti dalla mia lettiga sostenuta da sei servi. Era un periodo nel quale mi sentivo bene, la solita vita tranquilla della campagna, piena di relazioni con gli amici, i vicini, personaggi interessanti di passaggio; la vendemmia era stata quanto mai ricca e il vino che fermentava nei tini prometteva molto bene.

Rapidamente raggiungemmo la Stretta di Faesulae, il sole cominciava ad illuminare la strada, la via Faentina, con la lunga fila di sepolcri di marmo ai lati, attraversammo poi un grosso borgo in continua crescita e infine, dopo le terme dette “Bagno di Marte”, le mura della città in laterizio e l'imponente porta nord, Contra Aquilonem, con un antiporto fiancheggiato da due torri rotonde.

Le rare volte, ormai, che raggiungo Florentia, mi si riempie il cuore a pensare come questa piccola città di provincia sia diventata negli ultimi due secoli un centro amministrativo e commerciale importante, densamente abitata, con splendidi spazi ed edifici pubblici rivestiti del marmo di Luni, tre edifici termali, un anfiteatro con quindicimila posti a sedere, un teatro, e le due imponenti basiliche cristiane, in posizione simmetrica, nei pressi delle due porte, una a nord e l'altra a sud. Sono ancora frequentati e vitali i templi dedicati agli dei pagani, il Campidoglio, dove si venerano le tre divinità capitoline, Giove, Giunone e Minerva, il tempio ad Augusto e il santuario della dea del Nilo, Iside.

Ogni volta che supero la porta Contra Aquilonem, chiedo ai miei servi di compiere con la lettiga un ampio giro prima di raggiungere la sede dell'assemblea, la Curia, che si trova su uno dei lati del Foro, per rivedere luoghi a me cari, dove sono cresciuto, sono diventato adulto, prima di essere travolto da una vita di viaggi e di spedizioni militari.

 

La seduta del consiglio era di normale amministrazione, al centro l'esame dei piani proposti dagli edili per la realizzazione in varie città del distretto, di nuovi acquedotti e sistemi fognari e per il restauro di vecchie strutture del settore. Ricordo che, di quella riunione, mi interessavano particolarmente i lavori da decidere per riparare l'acquedotto che, con un percorso di dodici chilometri, porta l'acqua alla città dal boscoso Monte Morello: nella zona di Rifredi, là dove l'acquedotto supera il torrente Terzolle, alcuni piloni avevano ceduto per una frana.

Dopo le relazioni e l'apertura della discussione, irruppe nella sala un ufficiale delle milizie e consegnò un messaggio a Giusto, il consigliere anziano che presiedeva la seduta.

Giusto lesse il messaggio, si alzò in piedi bianco in volto, con voce alterata, urlò:

I barbari, arrivano i barbari, i barbari!”

Si gettò sulla poltrona dietro di lui, riprese a respirare:

E' appena giunta la notizia che una massa enorme di barbari è giunta dall'Illiria al passo di Tarvisio e si sta muovendo verso la val Padana distruggendo ogni villaggio che incontra sulla sua strada. Vorranno arrivare a Roma e Florentia è sulla loro strada. Che gli dei ci aiutino!”

Nella sala scoppiò un putiferio, grida, urla. Giusto urlò che la seduta era sospesa:

La seduta riprenderà domani per l'aggiornamento delle notizie e per

 prendere le nostre decisioni.”





Postfazione

 

L’incontro con i barbari

  

Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, centro della vita politica e amministrativa della città, Vasari intese rappresentare le glorie politiche e militari dei Medici, illustrando anche pagine epiche dell'antica storia della Toscana. Fra queste mi ha sempre colpito “La vittoria sul re barbaro Radagaiso” (406 d.C.), uno dei quadri che compongono il ciclo pittorico vasariano. Rappresenta “la rotta di Rodagio Re de’ Goti - le parole dello stesso Giorgio Vasari - il quale venne in Italia con un esercito innumerabile di Goti e danneggiò molto la provincia di Toscana e di Lombardia, e in ultimo si pose all’assedio della città di Firenze.”

Le figure del re barbaro arrivato fino alle mura di Firenze dalle lontane terre presso il Danubio e del generale Stilicone, comandante dell’esercito romano, che lo sconfisse, hanno avuto una forte risonanza nella storia di Roma, nei racconti e nelle leggende. La sanguinosa battaglia che si combatté nella valle del Mugnone, presso Fiesole, fu l’ultima vittoria dell’impero romano contro i barbari, prima della disfatta definitiva.

Un giorno camminando nei pressi di Fiesole, mi sono imbattuto nel cartello che indicava il “Sentiero di Stilicone”. È come se avessi trovato un riscontro concreto all'opera del Vasari e ho cominciato ad approfondire quegli avvenimenti e alcuni aspetti di quel periodo che sono rimasti come in disparte perché l’attenzione degli storici si è rivolta, soprattutto, alla città medievale di Dante Alighieri e all’epoca rinascimentale.

Oltre alla raccolta di documenti e pubblicazioni sul tema, mi piace visitare i luoghi che hanno visto quegli avvenimenti e percorrere a piedi, in compagnia della mia canina Gilda, i sentieri che li attraversano, sul crinale delle colline oltre Fiesole e nella valle del Mugnone, dove posero le tende i barbari arrivati a migliaia e migliaia e dove si scontrarono con i soldati romani; una piccola valle dove scorre in basso il fiume, mi siedo sulle sue rive, chiudo gli occhi e sento ancora l’eco di quella furiosa battaglia, le urla dei guerrieri, il cozzo feroce delle armi, il lamento dei feriti.

Questi interessi sono diffusi, condivisi da cittadini e da associazioni; il segno più evidente è rappresentato dalla realizzazione nel comune di Fiesole del percorso escursionistico “Il sentiero di Stilicone”, promosso dall’associazione “Il Crinale”, un percorso che interseca una rete di sentieri, fra i quali la celebre “Via degli Dei”, che, attraversando gli Appennini, collega Bologna a Firenze.

L’interesse per queste vicende dell’inizio del V secolo è coltivato da varie pubblicazioni e dai social media, che presentano racconti e leggende, sviluppate intorno a quegli eventi, con svariate immagini dei luoghi e dei personaggi; immagini riprese dalla iconografia classica o contemporanee, nella forma dei fumetti.

Nella mia opera collego episodi locali e personaggi storici e di fantasia ad un contesto storico generale come se mi ponessi in alto, sulla cima delle colline e osservassi lo svolgersi degli avvenimenti, gli scontri fra le fazioni civili e religiose, in un paesaggio rimasto sostanzialmente invariato e l'irrompere in questo mondo dei barbari arrivati dalle steppe cinte dall’oceano dei ghiacci.

Una posizione in alto, dunque, che è anche oggi da mantenere, per osservare, e comprendere, eventi, situazioni, legati a popoli che lasciano le loro terre, che emigrano e, al loro arrivo, trovano nuovi barbari.





















 


1 commento:

  1. BARBARI
    Dalle Steppe a Florentia alla porta Contra Aquilonem
    Roberto Mosi - Masso delle Fate Edizioni, 2022, pagg.90, € 12
    info@massodellefate.it ; t. 055 8734952

    Sono arrivati i barbari a migliaia e migliaia dai lontani confini dell’Impero romano, comandati dal re Radagaiso!
    Hanno invaso l’Italia del nord devastando e depredando e si stanno per muovere verso Roma per infliggere un colpo mortale alla potenza più grande che l’umanità abbia mai conosciuto. Sulla strada per Roma si trova Florentia, centro importante della Tuscia.
    Rufo, il protagonista del libro, parla dei momenti di terrore che sta vivendo la città; ha combattuto a fianco di famosi comandanti romani, come il generale Stilicone, e ha presto parte a prestigiose ambascerie presso altri popoli. Nell’anno 405 d.C., quando i barbari irrompono in Italia, si è già ritirato dall’esercito, partecipa alla vita politica di Florentia e dedica gran parte del suo tempo alla cura dei suoi possedimenti sulle colline di Fiesole.
    Al centro del racconto di Rufo l’arrivo di Radagaiso davanti a Florentia, la resistenza eroica dei cittadini nelle lunghe, infinite settimane dell’assedio in attesa dell’arrivo dell’esercito romano comandato da Stilicone e la sanguinosa battaglia nella valle del Mugnone, presso la città di Fiesole, nella quale il re Radagaiso è sconfitto e fatto prigioniero. E’ l’ultima vittoria di Roma contro i barbari, prima del crollo finale dell’impero!
    Nelle parole di Rufo si coglie la nostalgia per il mondo del passato legato alla gloria di Roma e nel contempo sono messi in evidenza argomenti che sentiamo ancora attuali, di rilievo per la nostra epoca: lo scontro fra religioni, il crollo di grandi potenze, la migrazione di interi popoli. Un aspetto questo che rende particolarmente interessante il romanzo.

    Libreria Feltrinelli, via de’ Cerretani 4 Firenze
    Libreria Salvemini, piazza Salvemini 18 (Arco di San Pierino), Fi

    RispondiElimina