Capitolo I
Il crollo di un mondo
Montereggi,
8 ottobre 410, festa di Santa Reparata
I mesi appena trascorsi sono stati tremendi. Sono
arrivate fino a questa casa appartata sulle colline di Florentia notizie di
eventi che mai avrei creduto possibili, fanno pensare che la fine di Roma non
sia lontana. La forza dei barbari pare incontenibile, sembrano portare colpi
mortali a Roma e al suo mondo, alla potenza più grande che l’umanità abbia mai
conosciuto, che ha promosso leggi e istituzioni civili comuni fra popoli e
genti a tutte le latitudini, cresciuta e divenuta forte in centinaia di anni,
estesa dal Vallo di Adriano ai confini con la Persia.
Grandi sono stati la sorpresa e il dolore dal momento
che ho partecipato alla difesa dell'impero di Roma, come soldato e come
cittadino, a fianco di famosi comandanti, in spedizioni militari rischiose e in
occasione di ambascerie prestigiose presso popoli lontani.
Ho avuto molti riconoscimenti ed ho accumulato una
consistente ricchezza che ho investito nella villa di Montereggi, qui nella
valle del Mugnone, presso Florentia, e nelle sei fattorie che si estendono fino
al Mugello: un traguardo importante, incredibile per il figlio di una famiglia
di tintori che abitava, in origine, nella valle del Bisenzio e poi a Florentia,
nel borgo che si affaccia sull’Arno. La fortuna mi ha aiutato in vario modo,
specie grazie agli amici che ho incontrato nella scuola e nell'esercito.
Mi sono ritirato ora in campagna e solo raramente
scendo in città, in occasioni particolari. Nella villa curo i miei interessi,
aiutato dai figli e dai servitori, ricevo gli amici che vivono in città,
personaggi celebri che si fermano volentieri nella mia casa, nei loro viaggi da
Roma verso le regioni del nord.
Capitolo IV
Arrivano i barbari
Ricordo molto bene quella giornata del mese di
novembre dell'anno 405. Mi ero messo in cammino dalla villa di Montereggi per
partecipare alla seduta del consiglio dei decurioni a Florentia. Due portatori
di fiaccole, in una frizzante mattina di tempo sereno, aprivano la marcia
seguiti dalla mia lettiga sostenuta da sei servi. Era un periodo nel quale mi
sentivo bene, la solita vita tranquilla della campagna, piena di relazioni con
gli amici, i vicini, personaggi interessanti di passaggio; la vendemmia era
stata quanto mai ricca e il vino che fermentava nei tini prometteva molto bene.
Rapidamente raggiungemmo la Stretta di Faesulae, il
sole cominciava ad illuminare la strada, la via Faentina, con la lunga fila di
sepolcri di marmo ai lati, attraversammo poi un grosso borgo in continua
crescita e infine, dopo le terme dette “Bagno di Marte”, le mura della città in
laterizio e l'imponente porta nord, Contra Aquilonem, con un antiporto
fiancheggiato da due torri rotonde.
Le rare volte, ormai, che raggiungo Florentia, mi si
riempie il cuore a pensare come questa piccola città di provincia sia diventata
negli ultimi due secoli un centro amministrativo e commerciale importante,
densamente abitata, con splendidi spazi ed edifici pubblici rivestiti
del marmo di Luni, tre edifici termali, un anfiteatro con quindicimila posti a
sedere, un teatro, e le due imponenti basiliche cristiane, in posizione
simmetrica, nei pressi delle due porte, una a nord e l'altra a sud. Sono ancora
frequentati e vitali i templi dedicati agli dei pagani, il Campidoglio, dove si
venerano le tre divinità capitoline, Giove, Giunone e Minerva, il tempio ad
Augusto e il santuario della dea del Nilo, Iside.
Ogni volta che supero la porta Contra Aquilonem,
chiedo ai miei servi di compiere con la lettiga un ampio giro prima di
raggiungere la sede dell'assemblea, la Curia, che si trova su uno dei lati del
Foro, per rivedere luoghi a me cari, dove sono cresciuto, sono diventato
adulto, prima di essere travolto da una vita di viaggi e di spedizioni
militari.
La seduta del consiglio era di normale
amministrazione, al centro l'esame dei piani proposti dagli edili per la
realizzazione in varie città del distretto, di nuovi acquedotti e sistemi
fognari e per il restauro di vecchie strutture del settore. Ricordo che, di
quella riunione, mi interessavano particolarmente i lavori da decidere per
riparare l'acquedotto che, con un percorso di dodici chilometri, porta l'acqua
alla città dal boscoso Monte Morello: nella zona di Rifredi, là dove
l'acquedotto supera il torrente Terzolle, alcuni piloni avevano ceduto per una
frana.
Dopo le relazioni e l'apertura della discussione,
irruppe nella sala un ufficiale delle milizie e consegnò un messaggio a Giusto,
il consigliere anziano che presiedeva la seduta.
Giusto lesse il messaggio, si alzò in piedi bianco in
volto, con voce alterata, urlò:
“I barbari, arrivano i barbari, i barbari!”
Si gettò sulla poltrona dietro di lui, riprese a
respirare:
“E' appena giunta la notizia che una massa enorme di
barbari è giunta dall'Illiria al passo di Tarvisio e si sta muovendo verso la
val Padana distruggendo ogni villaggio che incontra sulla sua strada. Vorranno
arrivare a Roma e Florentia è sulla loro strada. Che gli dei ci aiutino!”
Nella sala scoppiò un putiferio, grida, urla. Giusto
urlò che la seduta era sospesa:
“La seduta riprenderà domani per l'aggiornamento delle
notizie e per
prendere le
nostre decisioni.”
Postfazione
L’incontro con i barbari
Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, centro
della vita politica e amministrativa della città, Vasari intese rappresentare
le glorie politiche e militari dei Medici, illustrando anche pagine epiche
dell'antica storia della Toscana. Fra queste mi ha sempre colpito “La vittoria
sul re barbaro Radagaiso” (406 d.C.), uno dei quadri che compongono il ciclo
pittorico vasariano. Rappresenta “la rotta di Rodagio Re de’ Goti - le parole
dello stesso Giorgio Vasari - il quale venne in Italia con un esercito
innumerabile di Goti e danneggiò molto la provincia di Toscana e di Lombardia,
e in ultimo si pose all’assedio della città di Firenze.”
Le figure del re barbaro arrivato fino alle mura di
Firenze dalle lontane terre presso il Danubio e del generale Stilicone,
comandante dell’esercito romano, che lo sconfisse, hanno avuto una forte
risonanza nella storia di Roma, nei racconti e nelle leggende. La sanguinosa
battaglia che si combatté nella valle del Mugnone, presso Fiesole, fu l’ultima
vittoria dell’impero romano contro i barbari, prima della disfatta definitiva.
Un giorno camminando nei pressi di Fiesole, mi sono
imbattuto nel cartello che indicava il “Sentiero di Stilicone”. È come se
avessi trovato un riscontro concreto all'opera del Vasari e ho cominciato ad
approfondire quegli avvenimenti e alcuni aspetti di quel periodo che sono
rimasti come in disparte perché l’attenzione degli storici si è rivolta,
soprattutto, alla città medievale di Dante Alighieri e all’epoca
rinascimentale.
Oltre alla raccolta di documenti e pubblicazioni sul
tema, mi piace visitare i luoghi che hanno visto quegli avvenimenti e
percorrere a piedi, in compagnia della mia canina Gilda, i sentieri che li
attraversano, sul crinale delle colline oltre Fiesole e nella valle del
Mugnone, dove posero le tende i barbari arrivati a migliaia e migliaia e dove
si scontrarono con i soldati romani; una piccola valle dove scorre in basso il
fiume, mi siedo sulle sue rive, chiudo gli occhi e sento ancora l’eco di quella
furiosa battaglia, le urla dei guerrieri, il cozzo feroce delle armi, il
lamento dei feriti.
Questi interessi sono
diffusi, condivisi da cittadini e da associazioni; il segno più evidente è
rappresentato dalla realizzazione nel comune di Fiesole del percorso
escursionistico “Il sentiero di Stilicone”, promosso dall’associazione “Il
Crinale”, un percorso che interseca una rete di sentieri, fra i quali la
celebre “Via degli Dei”, che, attraversando gli Appennini, collega Bologna a
Firenze.
L’interesse per queste vicende dell’inizio del V
secolo è coltivato da varie pubblicazioni e dai social media, che presentano
racconti e leggende, sviluppate intorno a quegli eventi, con svariate immagini
dei luoghi e dei personaggi; immagini riprese dalla iconografia classica o
contemporanee, nella forma dei fumetti.
Nella mia opera collego episodi locali e personaggi
storici e di fantasia ad un contesto storico generale come se mi ponessi in
alto, sulla cima delle colline e osservassi lo svolgersi degli avvenimenti, gli
scontri fra le fazioni civili e religiose, in un paesaggio rimasto
sostanzialmente invariato e l'irrompere in questo mondo dei barbari arrivati
dalle steppe cinte dall’oceano dei ghiacci.
Una posizione in alto, dunque, che è anche oggi da
mantenere, per osservare, e comprendere, eventi, situazioni, legati a popoli
che lasciano le loro terre, che emigrano e, al loro arrivo, trovano nuovi
barbari.
BARBARI
RispondiEliminaDalle Steppe a Florentia alla porta Contra Aquilonem
Roberto Mosi - Masso delle Fate Edizioni, 2022, pagg.90, € 12
info@massodellefate.it ; t. 055 8734952
Sono arrivati i barbari a migliaia e migliaia dai lontani confini dell’Impero romano, comandati dal re Radagaiso!
Hanno invaso l’Italia del nord devastando e depredando e si stanno per muovere verso Roma per infliggere un colpo mortale alla potenza più grande che l’umanità abbia mai conosciuto. Sulla strada per Roma si trova Florentia, centro importante della Tuscia.
Rufo, il protagonista del libro, parla dei momenti di terrore che sta vivendo la città; ha combattuto a fianco di famosi comandanti romani, come il generale Stilicone, e ha presto parte a prestigiose ambascerie presso altri popoli. Nell’anno 405 d.C., quando i barbari irrompono in Italia, si è già ritirato dall’esercito, partecipa alla vita politica di Florentia e dedica gran parte del suo tempo alla cura dei suoi possedimenti sulle colline di Fiesole.
Al centro del racconto di Rufo l’arrivo di Radagaiso davanti a Florentia, la resistenza eroica dei cittadini nelle lunghe, infinite settimane dell’assedio in attesa dell’arrivo dell’esercito romano comandato da Stilicone e la sanguinosa battaglia nella valle del Mugnone, presso la città di Fiesole, nella quale il re Radagaiso è sconfitto e fatto prigioniero. E’ l’ultima vittoria di Roma contro i barbari, prima del crollo finale dell’impero!
Nelle parole di Rufo si coglie la nostalgia per il mondo del passato legato alla gloria di Roma e nel contempo sono messi in evidenza argomenti che sentiamo ancora attuali, di rilievo per la nostra epoca: lo scontro fra religioni, il crollo di grandi potenze, la migrazione di interi popoli. Un aspetto questo che rende particolarmente interessante il romanzo.
Libreria Feltrinelli, via de’ Cerretani 4 Firenze
Libreria Salvemini, piazza Salvemini 18 (Arco di San Pierino), Fi