sabato 25 marzo 2023

"I mille volti di Antigone" - Mostra alla "Casa di Dante" dal 25 marzo al 6 aprilem - Officina del Mito









Video inaugurazione








"Io sono la ragazza che si ribellò al tiranno e affrontò la morte in nome della giustizia e della pietà, sono colei che gridò in faccia a Creonte: «Io non pensavo che i tuoi decreti avessero il potere di consentire a un uomo di sovvertire le leggi inviolabili, non scritte, degli dei, che vivono non da oggi né da ieri e nessuno sa quando apparvero».

     La sera prima i miei fratelli, Eteocle e Polinice, si erano scontrati ed erano ambedue morti, combattendo alla settima porta della città di Tebe: Eteocle da regnante e Polinice da esule, da principe a principe, da fratello a fratello, da nemico a nemico.       Ricordate? La battaglia era infuriata tutto intorno alla grande cinta muraria di Tebe, che era stata eretta dai figli di Zeus, Anfione e Zeto. I migliori dei Tebani da una parte, guidati da Eteocle, e i soldati argivi del re Adrasto dall’altra, al fianco di Polinice, “fragori di scudi”, “strepito di carri”, “nitriti di cavalli”. La caduta di Eteocle e Polinice segnò la fine dello scontro. 

     Creonte, mio zio, vietò la sepoltura di mio fratello Polinice, perché aveva tradito. Ne fui sconvolta, non potevo accettarlo, lo avrei seppellito, pur sapendo di violare l’editto e di andare incontro alla morte."

            "Antigone". Da Tebe, la Fonte di Edipo (Testo di R. Mosi, in rete)


 
























                            Testo "Antigone"- Link

         R.Mosi legge "Antigone". Da Tebe, la Fonte di Edipo LINK

1 commento:

  1. Io sono la ragazza che si ribellò al tiranno e affrontò la morte in nome della giustizia e della pietà, sono colei che gridò in faccia a Creonte: «Io non pensavo che i tuoi decreti avessero il potere di consentire a un uomo di sovvertire le leggi inviolabili, non scritte, degli dei, che vivono non da oggi né da ieri e nessuno sa quando apparvero».

    La sera prima i miei fratelli, Eteocle e Polinice, si erano scontrati ed erano ambedue morti, combattendo alla settima porta della città di Tebe: Eteocle da regnante e Polinice da esule, da principe a principe, da fratello a fratello, da nemico a nemico. Ricordate? La battaglia era infuriata tutto intorno alla grande cinta muraria di Tebe, che era stata eretta dai figli di Zeus, Anfione e Zeto. I migliori dei Tebani da una parte, guidati da Eteocle, e i soldati argivi del re Adrasto dall’altra, al fianco di Polinice, “fragori di scudi”, “strepito di carri”, “nitriti di cavalli”. La caduta di Eteocle e Polinice segnò la fine dello scontro.

    Creonte, mio zio, vietò la sepoltura di mio fratello Polinice, perché aveva tradito. Ne fui sconvolta, non potevo accettarlo, lo avrei seppellito, pur sapendo di violare l’editto e di andare incontro alla morte.

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