"Rapidamente raggiungemmo la Stretta di Faesulae, il sole
cominciava ad illuminare la strada, la via Faentina, con la
lunga fila di sepolcri di marmo ai lati, attraversammo poi
un grosso borgo in continua crescita e infine, dopo le terme
dette “Bagno di Marte”, le mura della città in laterizio e
l’imponente porta nord, Contra Aquilonem, con un antiporto
fiancheggiato da due torri rotonde.
Le rare volte, ormai, che raggiungo Florentia, mi si riempie
il cuore a pensare come questa piccola città di provincia sia
diventata negli ultimi due secoli un centro amministrativo
e commerciale importante, densamente abitata, con splendidi
spazi ed edifici pubblici rivestiti del marmo di Luni, tre
edifici termali, un anfiteatro con quindicimila posti a sedere,
un teatro e le due imponenti basiliche cristiane, in posizione
simmetrica, nei pressi delle due porte, una a nord e l’altra a
sud. Sono ancora frequentati e vitali i templi dedicati agli
dei pagani, il Campidoglio, dove si venerano le tre divinità
capitoline, Giove, Giunone e Minerva, il tempio ad Augusto
e il santuario della dea del Nilo, Iside.
Ogni volta che supero la porta Contra Aquilonem, chiedo
ai miei servi di compiere con la lettiga un ampio giro prima
di raggiungere la sede dell’assemblea, la Curia, che si trova su
uno dei lati del Foro, per rivedere luoghi a me cari, dove sono
cresciuto, sono diventato adulto, prima di essere travolto da
una vita di viaggi e di spedizioni militari."
da i "Barbari"
Il re barbaro Radagaiso nella battaglia presso Fiesole - Giorgio Vasari
Re Radagaiso
A capo di una vasta coalizione di tribù germaniche
(Ostogoti,
Vandali, Burgundi ed Eruli), invase l’Italia nella seconda
metà del
405. Iniziò l’assedio di Firenze ma all’arrivo di Stilicone
si ritirò
nella valle del Mugnone, ai piedi delle colline di Fiesole.
Sconfitto,
tentò la fuga; catturato, fu decapitato insieme ai figli
davanti alle
mura di Firenze il 23 agosto del 406.
Il re barbaro Radagaiso nella battaglia presso Fiesole -
Giorgio Vasari
Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, centro della
vita politica e amministrativa della città, Vasari intese
rappresentare
le glorie politiche e militari dei Medici, illustrando
anche pagine epiche dell’antica storia della Toscana. Fra
queste
mi ha sempre colpito La vittoria sul re barbaro Radagaiso
(406 d.C.), uno dei quadri che compongono il ciclo pittorico
vasariano. Rappresenta “la rotta di Rodagio Re de’ Goti - le
parole dello stesso Giorgio Vasari - il quale venne in
Italia
con un esercito innumerabile di Goti e danneggiò molto
la provincia di Toscana e di Lombardia, e in ultimo si pose
all’assedio della città di Firenze”.
La figura del re barbaro Radagaiso arrivato fino alle mura di Firenze
dalle lontane terre presso il Danubio e del generale
Stilicone,
comandante dell’esercito romano, che lo sconfisse, hanno
avuto una forte risonanza nella storia di Roma, nei racconti
e
nelle leggende. La sanguinosa battaglia che si combatté
nella
valle del Mugnone, presso Fiesole, fu l’ultima vittoria
dell’Impero
romano contro i barbari, prima della disfatta definitiva.
Flavio Stilicone
Patrizio e console dell’Impero romano d’Occidente (359 –
408),
figlio di un ufficiale romano di origine vandala. Esercitò
la reggenza
dell’Impero d’Occidente alla morte di Teodosio, per conto di
Onorio. Nel 384 sposò Serena, nipote dell’imperatore
Teodosio.
Dalla loro unione nacquero i figli Eucherio, Maria e
Termanzia.
L’imperatore Onorio sposò Maria e, alla morte di questa,
Termanzia.
Stilicone condusse numerose campagne militari contro
i barbari; favorì, tuttavia, una politica di integrazione
dei barbari
nell’esercito e nella società e promosse il cristianesimo.
Nell’agosto
del 408 fu accusato ingiustamente di tradimento e il 23
agosto fu
condannato a morte, nello stesso giorno in cui, due anni
prima,
era stato decapitato Radagaiso insieme ai figli.
La principessa Serena e il figlio Eucherio
Scheda
del libro
BARBARI
Dalle Steppe a Florentia alla porta
Contra Aquilonem
Roberto Mosi - Masso delle Fate
Edizioni, 2022, pagg.90, € 12
info@massodellefate.it ; t. 055 8734952
Sono arrivati i barbari a migliaia e migliaia dai lontani
confini dell’Impero romano, comandati dal re Radagaiso!
Hanno invaso l’Italia del nord devastando e depredando e si
stanno per muovere verso Roma per infliggere un colpo mortale alla potenza più
grande che l’umanità abbia mai conosciuto. Sulla strada per Roma si trova
Florentia, centro importante della Tuscia.
Rufo, il protagonista del libro, parla dei momenti di
terrore che sta vivendo la città; ha combattuto a fianco di famosi comandanti
romani, come il generale Stilicone, e ha presto parte a prestigiose ambascerie
presso altri popoli. Nell’anno 405 d.C., quando i barbari irrompono in Italia, si
è già ritirato dall’esercito, partecipa alla vita politica di Florentia e
dedica gran parte del suo tempo alla cura dei suoi possedimenti sulle colline
di Fiesole.
Al centro del racconto di Rufo l’arrivo di Radagaiso davanti
a Florentia, la resistenza eroica dei cittadini nelle lunghe, infinite
settimane dell’assedio in attesa dell’arrivo dell’esercito romano comandato da
Stilicone e la sanguinosa battaglia nella valle del Mugnone, presso la città di
Fiesole, nella quale il re Radagaiso è sconfitto e fatto prigioniero. E’
l’ultima vittoria di Roma contro i barbari, prima del crollo finale dell’impero!
Nelle parole di Rufo si coglie la nostalgia per il mondo del
passato legato alla gloria di Roma e nel contempo sono messi in evidenza argomenti
che sentiamo ancora attuali, di rilievo per la nostra epoca: lo scontro fra
religioni, il crollo di grandi potenze, la migrazione di interi popoli. Un
aspetto questo che rende particolarmente interessante il romanzo.
Libreria Feltrinelli, via Cerretani 4, Firenze
Libreria Salvemini, piazza Salvemini 18, Firenze
"Le rare volte, ormai, che raggiungo Florentia, mi si riempie
RispondiEliminail cuore a pensare come questa piccola città di provincia sia
diventata negli ultimi due secoli un centro amministrativo
e commerciale importante, densamente abitata, con splendidi
spazi ed edifici pubblici rivestiti del marmo di Luni, tre
edifici termali, un anfiteatro con quindicimila posti a sedere,
un teatro e le due imponenti basiliche cristiane, in posizione
simmetrica, nei pressi delle due porte, una a nord e l’altra a
sud. Sono ancora frequentati e vitali i templi dedicati agli
dei pagani, il Campidoglio, dove si venerano le tre divinità
capitoline, Giove, Giunone e Minerva, il tempio ad Augusto
e il santuario della dea del Nilo, Iside."