"Un
giorno, ne sono certo, riuscirò a volare. Mi sono costruito due ali di tela
leggera per esercitarmi, le lego alle braccia, salgo in cima a una scala e
comincio ad agitarle, forte, sempre più forte, chiudo gli occhi e mi getto in
avanti. Le ali mi danno slancio e la spinta attutisce l’impatto con la terra.
Ho letto tutto quello che c’era da leggere sul tema del volo, dai primi
tentativi nella storia dell’uomo, dal volo di Icaro e di Dedalo, fino alle
esperienze dei giorni nostri. Mi fermo a
lungo a guardare il volo degli uccelli, specialmente il volo dei gabbiani. Mentre seguo i passaggi dei gabbiani nel
cielo, mi trovo a ripetere le evoluzioni a braccia aperte, il capo in avanti e
mi capita di incrociare gli sguardi perplessi delle persone intorno a me.
Mi
attraggono, in particolare, i luoghi alti, le antiche torri o le alture sulle
colline che si aprono su una ripida discesa. Salgo sulla spalletta della torre
o ai margini dell’altura, distendo le braccia, mi sollevo sulle punte dei piedi
e … stacco il volo. No, no, per ora immagino la scena, la partenza è rinviata,
il volo prosegue solo con l’immaginazione.
Alessandra,
la mia analista, rimase impressionata quando tempo fa, in uno dei nostri
incontri settimanali, presi a parlare della mia passione per il volo. Mi ha
fatto un sacco di domande sull’argomento, su precedenti in famiglia e mi ha
chiesto di ripetere, nel suo studio, i movimenti, le posizioni che assumo nelle
esercitazioni. Dopo questa scoperta, mi sembra che Alessandra voglia trovare
alternative a questo comportamento, teme che questo tipo d’interesse possa
portarmi a un gesto fatale. Pensa che
sia più salutare incentivare altri aspetti delle ossessioni che convivono con
me.
…..
Coltivo
la passione per la fotografia, mi piace scegliere soggetti particolari,
inquadrature insolite e originali e sono abile nella parte tecnica. Ogni volta inserisco le immagini sulla rete e aspetto gli apprezzamenti o le
critiche.
Alessandra
mi ha suggerito di concentrarmi su questa passione, di scegliere un argomento
sul quale costruire come un racconto con le foto raccolte, che potesse
catturare l’interesse della gente. Mi sono gettato su questa idea e armato con
le mie due macchine fotografiche, una minuscola Lumix e una potente Nikon con
teleobiettivo, mi sono messo a girare per il quartiere alla ricerca di qualche
spunto. Ho verificato che nella mia zona, un quartiere di tipo residenziale,
sono molti i proprietari di cani che specie la sera o la mattina presto, si
aggirano per le strade con le loro amate bestiole. La maggior parte, sono
persone civili, attente a raccogliere i segni lasciati in giro dai loro
animali, ma non tutti. Armato delle mie macchine fotografiche, mi sono messo a
seguire i maleducati che non raccolgono gli escrementi e ho cominciato a
fotografarli. Una volta è accaduto che uno dei proprietari, al momento in cui
mi sono avvicinato con l’obiettivo della macchina puntata, ha cominciato a
inveire e mi ha dato una spinta così forte da farmi cadere per terra.
Come
avvicinarmi al luogo del misfatto, senza dare troppo nell’occhio? Cosa non
facile per l’armamentario fotografico che porto e per il solito tic che non
riesco a controllare, un saltello sul piede sinistro ogni tredici passi, il mio
numero magico. Ho preso a riprendere le scene più interessanti a distanza con
il teleobiettivo dagli angoli delle strade e ho riportato le foto su face book,
con l’ingrandimento delle facce dei proprietari. Mi è arrivata una tempesta di
messaggi minacciosi, d’ingiurie. La cosa
tremenda poi è stata che mi è arrivato un messaggio di piena solidarietà per la
mia opera di civile denuncia, ma all’apertura dell’allegato si è materializzato
un virus che ha invaso il computer, rendendolo non più utilizzabile.
Nel
primo incontro dell’anno nello studio di Alessandra, iniziato con qualche
tensione fra paziente e medico per le molte strade intraprese senza successo, è
emersa quella che fin dal primo momento mi è sembrata un’idea brillante,
scrivere una o più storie in piena libertà su un argomento, con i personaggi che
più m’intrigano, lasciarmi andare liberamente al volo dei pensieri sulla rosa
dei venti della fantasia.
Agli appuntamenti successivi sono
arrivato con alcune paginette su una storia che mi riguardava da vicino. Con la scrittura mi sento un po’ rasserenato,
le ossessioni, le fobie stanno un po’ alla larga. Il primo risultato era che ci
stavano rimettendo gli incassi delle sale gioco, la spesa del telefono per face
book. I gabbiani si sentivano meno osservati." (DAL I° Capitolo"
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